Era tra le grandi strade romane italiche, dall’ Aurelia in Roma andava sulla destra del Tevere davanti ponte Sublicio lungo il Gianicolo uscendo per quella che divenne Porta S.Pancrazio sulla via via per Pisa. Passando ne’ pressi dell’ acquedotto Traiano saliva lungo la costa per Alsium e l’antica Pyrgi tra Santa Severa e Santa Marinella verso Caere Vetus Cerveteri e il porto di Centumcellae giungendo a Tarquinii con la sua storia di gran centro nell’Etruria meridionale.Da Tarquinia entrava in Maremma sulla Costa d’Argento e dall’Argentario lungo i colli Uccellina per il territorio degli etruschi che vi lasciarono città, necropoli e templi,verso Rusellae e Vetulonia nella zona ove sorse Grosseto e poi verso Populonia.Strettamente legata alla via Clodia intitolata ad un magistrato Claudius sorta nel terzo secolo per collegare le città dell’Etruria Meridionale, particolarmente Caere che ne rimane la necropoli Banditaccia di Cerveteri, passando per Vulci fino a Tarquinia tra le più ricche della memoria degli etruschi, la vasta Necropoli dalle suggestive tombe e poi del medioevo rimangono i luoghi di culto e storici. Estesa come la descrive la Tabula Peutingeriana biforcando dalla Via Cassia in Careias Galeria che ne era la prima delle mansiones, proseguiva per Vigna di Valle ad Nonas passando per Bracciano a Forum Clodii, le sorgenti termali di Aquae Apollinaris Veteres in Bagni di Stigliano e Terme Apollinari di Vicarello. Poi ad Olera Blera lungo il lago di Bolsena a Marta traversando la Tuscia settentrionale per Tuscania e la sua storia dalle origini raccontate dalle possenti mura e nel museo etrusco al medioevo con le chiese,monumenti e palazzi, le suggestioni della Basilica San Pietro e di Santa Maria Maggiore.Passando per Maternum Ischia di Castro o Canino si incrocia poi quella che fu la Via dei Tufi nell’antica Saturnia ove rimangono le necropoli etrusche e il centro medievale, continuava sul litorale verso monte Argentario a Cosa di Ansedonia e poi lungo la costa maremmana fino a Rusellae, la città prima etrusca e poi romana di Roselle, entrando nell’ Aurelia. Con le invasioni barbariche decadde come altre strade consolari italiche e divenne linea di confine tra la Tuscia Romanorum costiera dell’ italico Bisanzio e la Tuscia Langobardorum interna dei Longobardi, poi divise in ducati locali. I territori di Maremma furono degli Aldobrandeschi, poi di Siena ed infine nel Granducato di Toscana, mentre con la conquista vaticana del territorio dei Farnese la Tuscia entrò nello Stato Pontificio e vi rimase fino all’unità d’Italia. Attraverso la via Clodia sull’Aurelia poi giunsero percorsi dalla Tuscia, per la Via dei Tufi e dal Monte Amiata sfiorato dalla Francigena Toscana che di qui si raggiungeva nel medioevo quando sorsero castelli e fortezze , la superba Massa Marittima e poi Grosseto a presidiare le vie tra chiese e abbazie che della storia e il territorio di Maremma divennero patrimonio. Nel quinto secolo durante la calata dei Visigoti era difficile percorrere le strade romane compresa la via litoranea per la Liguria che proseguiva nella Gallia Narbonense come l’ Aurelia, preferendo l’ Itinerarium Maritimum.Così fece Claudio_Rutilio_Namaziano praefectus Urbis dell’ imperatore Onorio che racconta nel De reditu suo d’aver navigando sul Tirreno a largo della Maremma lungo l’Argentario. Vi annota la decaduta città di Cosa e quello che poi fu Porto_Ercole, incrociando l’ isola del Giglio dice v’era rifugiata gente dall’ saccheggio di Roma Urbe straziata, dopo i colli dell’Uccellina e Talamone sbarcò presso la foce del fiume Ombrone, per continuare sulla Costa degli Etruschi verso Luni e di qui non s’ha notizia. In tempi migliori sulla Via_Aurelia da Rusellae a Vetulonia s’arrivava a Populonia e poi da quella che divenne Piombino saliva per la Costa degli Etruschi al cui fine v’ era un villaggio che i romani nominarono come la veloce nave da guerra liburna degli illirici Liburni. Dai resti del Portus Pisanus più antico si sa fu della Repubblica di Pisa che ne fece Porto e il Fanale_dei_Pisani n’era simbolo, sorse la Diocesis_Liburnensis e s’ aricchì di chiese divenendo Livorno. Passato alla Repubblica di Firenze, dalla Fortezza Vecchia nel secolo quindicesimo s’estese il Porto_di_Livorno, fu innalzata la Torre del_Marzocco, i Quattro_mori a celebrare la vittoria dei cavalieri di Santo Stefano sui pirati barbareschi e poi gli altri monumenti e palazzi, ebbe anche una comunità ebraica, poi Livorno fu del Granducato di Toscana che lo difese con le Mura_Leopoldine e la città la si vede come si presenta. Poco oltre Pisa fu antico centro degli etruschi legato alle altre città dell’ Etruria settentrionale commerciando con Liguri, la gente di Luni, i greci Pelasgi, Fenici e Galli. Al fine delle guerre Puniche fu la romana città di Pisae divenendo porto sull’Arno che ne rimangono i resti del Portus Pisanus e delle antiche navi tra le memorie della Pisa archeologica. Decaduta all’ epoca di Augusto, la marineria di Pisae risorse con Traiano estendendo il Portus Pisanus dalla foce del Calambrone in San Piero Grado, ove nel medioevo sorse la Basilica S.Pietro, lungo il litorale per il Sinus Pisanus fino alla Triturrita di Livorno che per i secoli a venire fu Porto Pisano.Dall’anno mille il comune_Pisa andò dominando il suo territorio ove sorsero castelli, fortezze e borghi, qui ne rimangono le antiche mura verso il porto pisano, poi nella Pisa nascosta con i suoi miti e leggende, musei, pinacoteche , antichi documenti e sulle facciate_delle chiese. La prima Aurelia romana terminava a Vada Volaterrana in Vada ne’ pressi di Rosignano poi prolungata a Porto Pisanus e la città di Pisa, ove doveva interrompersi a causa delle paludi Fossae Papirianae, come segnato nel l’Itinerarium Antonini e nel ParsIV della Tabula Peutingeriana, proseguendo lungo la costa sull’Itinerarium Maritimum, parte marittima dell’ Itinerarium Antonini, fino al porto di Luni. Solo alla fine del primo secolo a.C. venne tracciata la Via Emilia Scauri che da Pisa aggirava gli ostacoli diramando per Lucca e la Lunigiana passando per Tabernae Frigidae Carrara e Campus Major Camaiore, quindi Sarzana per giungere a Luni e continuare sulla via Julia Augusta. Nei secoli a venire Lucca divenne sosta importante, transitando in Pontremoli giungevano traffici con la valle padana e poi pellegrinaggi sulla Via degli Abati, da est s’arrivava da Florentia e da sud veniva l’Aurelia da Pisa, di qui ripartiva la Francigena Toscana. Così incrociata sorse simmetrica la Lucca romana e tale rimase nel medioevo arricchendosi di elegante edilizia mentre fioriva l’ economia, lavorando tessuti e il commercio della seta. Poi s’estesero le vecchie mura e si rincorsero i secoli dal quattrocento all’ ottocento a fare della mappa di Lucca uno scrigno che s’apre a qualsiasi intinerario. Incrociandosi le vie Æmilia Scauri ed Aurelia si continuava nelle terre dei Liguri tra Vada Sabatia e Albinganum, giungeva ove sorse sestiere del Molo fin dal sesto secolo avanti l’era cristiana, gli Etruschi la chiamarono kainua donde il nome città nuova che fu Genova. Divenne foedus equum municipium della IX Regio Italiae che andava dalle Alpi Maritimae e Alpes_Cottiae ai fiumi Magra e Trebbia come dice Plinio “…patet ora Liguriae inter amnes Varum et Macram XXXI Milia
passum. Haec regio ex descriptione Augusti nona est..” La Genova medievale era divisa in sestieri e nel cinquecento sull’antica Via Aurea vennero le strade nuove fino a via Balbi ove sorsero le case patrizie dei Rolli, da Sottoripa dirama il quartiere San_Vincenzo e i Carrubeus rectus dei Caruggi scendono in Portoria tra la medievale Acquasola e la piazza De_Ferrari dove sorse Il Palazzo Ducale. Nel sestriere Maddalena si va per la Loggia dei Mercanti e s’apre il Molo verso San_Teodoro ove troneggia la Lanterna della Superba dominatrice de’mari Repubblica di Genova. Dal romano Borgus Praedis nel sestiere di Prè partiva la Via Postumia, che più tardi in Vada Sabatia andava ad incrociare la via Julia Augusta dalla Gallia_Narbonense senza passare per Genova, sulla via Julia Augusta si procedeva per Albintimilium e attraverso la Provenza romana ad Arleate che poi fu Arles.