Uganda

Uganda: dove si trova

L’Uganda si estende nella regione dei Grandi Laghi in Africa orientale, posto tra il Sudan a nord, il Kenya a est, il Congo a ovest, il Ruanda e la Tanzania a sud.

Il territorio è attraversato dal Nilo Vittoria, emissario del Lago Vittoria, ma in gran parte è un altipiano di vaste savane popolate dalla tipica fauna africana, limitato a est dai massicci del Ruwenzori e del Monte Elgon, un vulcano ormai spento, dove si stendono riserve e parchi naturali, tra i quali il Kibale con notevole varietà di animali e un alto concentramento di scimmie delle varie specie e il Bwindi, dove sopravvivono i gorilla di montagna.

Più degli altri paesi nella regione dei Grandi Laghi, la popolazione dell’Uganda è caratterizzata da una grande varietà etnica, i gruppi Bantu sono diffusi a sud del lago Kyoga, ad essi appartiene l’etnia Buganda dominante per secoli. I gruppi Nilocamitici popolano la regione settentrionale con le etnie Acholi e Lango, e quella orientale con i Karamojong, mentre i più antichi pigmei sopravvivono nella foresta occidentale.

Uganda: una storia violenta

Oltre alle condizioni ambientali, la bassa densità di popolazione è dovuta anche ai genocidi durante la dittatura di Amin e i conflitti etnici che hanno insanguinato il paese.

Nel XIV secolo l’Uganda era dominato da potenti gruppi etnici che crearono i regni di Bunyoro, Toro, Busoga, Ankole e Buganda, il quale successivamente prese il controllo su tutti e si consolidò come grande stato indigeno a lungo isolato, fino all’arrivo degli europei nel XIX secolo. Dopo decenni di rapporti per il commercio di avorio e schiavi con arabi e europei insediati sulla costa orientale africana, nel 1890 sorse il protettorato britannico a seguito della Conferenza di Berlino che spartì l’Africa tra le potenze europee assegnando al Regno Unito gran parte dell’Africa Orientale.

La nuova colonia fu essenzialmente agricola e commerciale con la creazione di grandi piantagioni di cotone e caffè, mentre il governo mantenne gli antichi equilibri etnici lasciando parte dell’amministrazione all’organizzazione del regno di Buganda, mentre le altre grandi tribù ne furono escluse, maturando quella che poi fu la tragedia dei conflitti etnici. Dopo l’indipendenza proclamata nel 1962 dal presidente Milton Obote, l’Uganda fu invaso da centinaia di migliaia di profughi giunti dai confinanti Sudan, Rwanda e Congo, sconvolti da guerre civili, mentre Obote prese il potere con un colpo di stato che annientò la dinastia e il potere dei sovrani “kabaka” del Buganda, servendosi dell’ufficiale Idi Amin.

Obote espropriò tutti i possedimenti e le aziende straniere in Uganda e dominò il paese fino al 1969, quando subì un colpo di stato del suo luogotenente Idi Amin che inaugurò una feroce e sanguinaria dittatura e il genocidio delle popolazioni Acholi e Lango. Nel 1972 ordinò l’immediata espulsione degli oltre settantamila asiatici che vivevano in Uganda dall’inizio del secolo e cacciò tutti i bianchi, mentre il paese sprofondava nel terrore con un regime che in pochi anni sterminò almeno trecentomila persone.

Mentre continuavano i massacri, l’economia precipitava riducendo la popolazione in miseria, ma la follia criminale di Amin non trovò altro di meglio che iniziare un conflitto con la vicina Tanzania, dal quale fu travolto in pochi giorni e costretto alla fuga in Libia. L’esercito tanzaniano invasore dominò il paese fino al 1980, quando vennero tenute elezioni farsa e richiamato alla presidenza Obote favorito dalla Tanzania dove era esiliato.

Le etnie meridionali dominanti durante il regime di Amin, furono esautorate e favorite quelle settentrionali precedentemente emarginate e perseguitate che, a loro volta si dimostrarono altrettanto feroci contro i vecchi nemici. Il sanguinoso conflitto etnico continuò assieme alla guerriglia National Resistance Army guidati Yoweri Museveni, fino al colpo di sato di Tito Ocello nel 1985, ma anche il nuovo regime fu ben presto travolto dal potente esercito guerrigliero e Museveni prese il potere.

Si mostrò diverso dai dittatori che lo avevano preceduto richiamando in patria oltre trecentomila profughi fuggiti in Sudan dalle stragi etniche, contrastando i gruppi ribelli, come quello “cristiano” del Lord’s Resistance Army, in realtà finanziato dal governo islamico del Sudan, e il West Nile Bank Front, ispirato dalla politica del dittatore Amin. Ha risollevato la disastrata economia e venne eletto con libere elezioni nel 1994, poi riconfermato due anni dopo e nelle ultime tenute nel 2001.

Dopo decenni di dittature, genocidi, condizioni indicibili, l ‘Uganda soffre del flagello dell’Aids che ha contagiato un quarto della popolazione, tragedia che si aggiunge a miseria e conflitti locali ancora in atto nella regione confinante con il Congo.

Kampala: capitale Uganda

Kampala si è trasformata da città in rovina in un centro fiorente come si conviene alla capitale di un paese che vanta uno dei più alti tassi di crescita del continente africano. La corrente elettrica funziona, dai rubinetti esce acqua limpida, gli edifici danneggiati sono ora nuovamente abitabili e ne sono sorti altri, i negozi e i mercati sono di nuovo ben forniti.

Viaggiare sicuri in Uganda

Oggi Kampala ha addirittura casinò, locali notturni e ristoranti eleganti. Inoltre, è una città sicura. Si dice che Kampala sia costruita su sette colline, ma il centro sorge su una sola di esse, Nakasero.

La metà superiore della collina è una sorta di città giardino, con ampi viali tranquilli su cui si affacciano grandi case protette da imponenti recinzioni. È questo il quartiere delle ambasciate, delle organizzazioni umanitarie, degli alberghi più esclusivi, degli uffici governativi e dei ricchi in genere.

La metà inferiore della collina è un mondo completamente diverso fatto di negozi, piccoli esercizi commerciali, alberghi e ristoranti economici, mercati e templi hindu. Qui si trovano anche l’autostazione e i posteggi dei taxi. Le strade di questa zona congestionata sono gremite di gente, vecchie automobili sgangherate, venditori di biglietti della lotteria e bancarelle sui marciapiedi che vendono di tutto, dai timbri di gomma ai ricambi per le radio.

Sicuramente, la sezione più interessante dell’Uganda Museum è la collezione di strumenti musicali tradizionali, che potete suonare liberamente.

Le Tombe di Kasubi sorgono su Kasubi Hill, che ospita il palazzo reale la cui costruzione risale al 1881. È qui che troverete gli enormi edifici tradizionali in canne e tapa dei Re kabaka del popolo baganda.

Presso l’Uganda Wildlife Authority Office, pochi chilometri a nord-est del centro, potrete prenotare le visite ai gorilla del lontano Bwindi National Park.

Jinja sorge circa 60 km a nord-est di Kampala ed è facilmente raggiungibile in autobus, taxi o treno, sorge sulle rive del lago Vittoria e trabocca di vecchi edifici in stile asiatico, a testimonianza del periodo in cui in città risiedeva una considerevole comunità di questo continente. Si può anzi dire che la città appartenesse agli asiatici, finché Idi Amin non li cacciò semplicemente dal paese. Molti stanno ritornando e ora la città sta rifiorendo.

Jinja è anche uno dei luoghi in cui il Mahatma Gandhi ha voluto che venissero sparse le sue ceneri. Una statua lo commemora in un tempio hindu vicino alla città. Si trova vicino alla Owen Falls Dam, una centrale idroelettrica che copre gran parte del fabbisogno energetico del paese.

La strada principale che collega Kampala a Jinja passa sopra la diga e la linea ferroviaria utilizza un ponte nelle vicinanze. Prima della costruzione della diga, le sorgenti del Nilo Vittoria erano le Ripon Falls, ossia il punto in cui il Nilo lasciava il lago Vittoria iniziando il suo viaggio verso il Mediterraneo. Le cascate furono sommerse dopo la costruzione della diga, ma dalla turbolenza delle acque si può ancora capire dove si trovavano.

Gorilla di montagna

Bwindi è uno dei parchi nazionali ugandesi di più recente istituzione. Noto un tempo con il nome di ‘Foresta impenetrabile’, occupa una superficie di 330 km2 nel sud-ovest del paese, vicinissimo al confine con la Repubblica Democratica del Congo ex Zaire. Il parco ospita uno degli ultimi habitat rimasti del gorilla di montagna e conta circa 320 esemplari di questa specie, ossia la metà dell’intera popolazione mondiale. A causa dei disordini in Ruanda e nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, il parco di Bwindi è diventato la meta principale dell’Africa orientale per vedere questi animali. Il Bwindi National Park è una delle zone dell’Africa più ricche di flora e fauna e ospita elefanti, il raro ilochero (maiale gigante delle foreste) e almeno 10 specie di primati. La sede del parco è a Buhoma, ai margini settentrionali, ed è da qui che partono le visite ai gorilla. A Buhoma troverete anche l’unica possibilità di alloggio offerta dal parco.

Vi sono autobus diretti che garantiscono collegamenti giornalieri tra Kampala e Butogota, che si trova circa 350 km a sud-ovest della capitale ed è la città più vicina a Buhoma. Da Butogota a Buhoma ci sono poi ancora 17 km, distanza che, data l’assenza di mezzi pubblici, può essere percorsa a piedi, oppure noleggiando un pick-up o una motocicletta.

Le montagne africane del Ruwenzori

Le montagne africane del Ruwenzori, avvolte dalle nebbie, rappresentano uno dei percorsi di trekking più impegnativi dell’Africa orientale. Si estendono per circa 100 km e costituiscono uno dei più famosi parchi nazionali dell’Uganda. Al centro si trovano nevai e ghiacciai perenni, il più elevato dei quali è il Mount Stanley che si erge in mezzo al parco a un’altitudine di 5109 m. Prima di pianificare un’escursione in questa zona, informatevi presso l’ufficio turistico di Kampala, in quanto il trekking viene a volte sospeso, a causa delle attività del Lord’s Resistance Army nella zona.

Fort Portal, una verde cittadina piacevole e tranquilla all’estremità nord-orientale della catena del Ruwenzori, sorge in mezzo a piantagioni di tè ed è il punto di partenza per esplorare il Kibale Forest National Park, situato 30 km a sud-est. Il parco è famoso per gli scimpanzé e si dice che abbia la più alta densità di primati al mondo. Ospita anche babbuini, colobi rossi e bianchi e mammiferi più grandi come tragelafi striati, sitatunga, cefalofi, civette, bufali ed elefanti. Fort Portal si trova circa 270 km a nord-ovest di Kampala ed è raggiungibile in autobus o in taxi. È inoltre collegata ai parchi nazionali di Kibale e del Ruwenzori da frequenti servizi di autobus e taxi.

Il lago Alberto e le isole

Il lago Alberto fa parte del sistema della Great Rift Valley, che dal Medio Oriente si estende fino al Mozambico, e dal 1894 segna parte del confine tra Uganda e Congo. Il primo europeo ad avvistare il lago fu l’esploratore inglese Sir Samuel Baker, nel 1864, che lo battezzò Alberto in onore del principe consorte della regina Vittoria.

Il momento migliore per vedere il lago è in tarda mattinata, quando i pescherecci giungono a riva con la pesca del giorno. Un ottimo punto per assistere a questo spettacolo è Butiaba, lungo la strada che collega Kampala alla zona del lago. La via d’accesso lungo l’Albertine Escarpment (falesia albertina) è spettacolare e offre un ampio panorama sia del lago sia delle Blue Mountains congolesi in lontananza. Butiaba si trova circa 250 km a nord-ovest di Kampala ed è collegata da autobus e taxi che passano da Masindi, a est di Butiaba, o da Wanseko, a nord di Butiaba sulla sponda del lago. Un arcipelago sorge al largo della sponda nord-occidentale del lago Vittoria. Sfuggite alle devastazioni della guerra civile, le 84 isole che lo compongono hanno conservato intatta la bellezza originaria e i loro abitanti, chiamati Basese, formano un gruppo tribale ben distinto con lingua, cultura e tradizioni proprie. I Basese vivono di pesca e coltivano caffè, patate dolci, manioca, igname e banane. Le isole principali, Buggala, Bufumira, Bukasa, Bubeke e Khome, sono collinose e, le aree non coltivate, sono ricoperte da una grande varietà di alberi. La fauna comprende scimmie, ippopotami, coccodrilli e diversi tipi di uccelli. A parte l’avvistamento della fauna, le isole offrono al visitatore ottimi punti per pescare, nuotare o starsene semplicemente sdraiati al sole. Posizionate immediatamente a sud di Kampala, le isole sono collegate alla terraferma da traghetti che partono da Bukakata a circa 80 km a sud-ovest di Kampala via Masaka e arrivano fino all’isola di Buggala, nonché da pescherecci che vanno da Port Bell a sud-est di Kampala a Buggala.

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