“Règina è speculìs ut prìmam albèscere lùcem vìdit et aèquatìs classèm procèdere vèlis..”
L’ Eneide così racconta nel libro IV l’ arrivo delle navi del greco Enea viste dalla regina Didone che leggenda vuole fondatrice di Cartagine Qarṭāj nelle antiche terre popolate dai berberi e che dominò il Mediterraneo dall’ Italia e la nuragica Sardegna fino all’ occidentale Spagna. Dal 660 e il 265 a.C. in lungo conflitto nelle guerre con le poleis dell’ egemonia greca, poi tra il III e il II secolo a.C. le puniche guerre con la potenza romana che al fine ne fece Carthago delenda_est. Ne divenne provincia dell’ Africa Proconsularis nei restanti secoli, vi giunse il cristianesimo dando natali a Tertulliano e Il primo vescovo Cipriano, ci vissero la santificata Monica e l’ illustre figlio Agostino, poi travolta dai Vandali entrando nel loro regno fino alla conquista araba che ne fecero l’ islamizzato territorio dell’ Ifriqiyyah. Dal XII secolo fiorì con gli Almohadi e poi con la dinastia Hafside, fino alla conquista dei corsari barbareschi del Barbarossa Khayr Al-Din nel 1534 e divenne Eyalet provincia dell’ impero ottomano dedita alla pirateria e decaduta, dal XVII secolo con Al-Husain I ibn Ali al-Turki fu governata dai Bey e poi dal protettorato francese durato fino all’ indipendenza nel 1956. Da allora è corsa la storia tra modernizzazione e contraddizioni di potere prima con la presidenza di Habib Bourghiba e poi l’ autoritarismo di El-Abidine Ben Ali, fino alla tanto acclamata Primavera araba che qui s’è tradotta con la Rivoluzione dei Gelsomini e l’ inserimento degli integralisti, nell’ lillusione di una libertà impossibile con la diffusione del salafiyya ispirato al wahhabismo dell’ ignobile regime saudita che lo finanzia e così s’ intrigano quelle immonde ideologie islamiche come il Takfirismo che guida gli assassini dell’ Ansar al-Shari’a come negli attentati criminali al museo del Bardo , nei pressi di Susa a Marsā al-Qanṭāwī e strage di inermi turisti sulla spiaggia.
Atica Tunisia
La storia di questa ch’era un tempo la tranquilla Tunisia la si ripercorre dalla capitale tra l’animazione dei vari Suq e il museo del Bardo che ne racchiude gli antichi tesori, anch’ esso violato da attentato della congregazione islamica che qui come altrove è consacrata ad assassinare inermi e distruggere cultura.
Per l’ antica Tunisia si inizia da Cartagine ove dell’ epoca punica rimangono resti sul colle Byrsa, di alcuni quartieri e di quello che fu il porto, il centro religioso di Maalga e il tempio di Baal Tophet. In epoca romana sorse l’ acquedotto che riforniva la città con il ricco parco tra le ville patrizie, anche qui ci si divertiva all’ anfiteatro assieme al circo e il teatro, intrattenendosi nelle terme Antonino e di Gargilius e i più facoltosi andavano sepolti nelle tombe uficiali. Nel periodo paleocristiano sorse la basilica Ciprianus con la damous el-Karita, il resto è conservato al museo Bardo e quello di Cartagine. Poco a nord Utica divenuta poi la paleocristiana diocesis Uticencis e sulla via per Ippona Regia si trova Bèja ch’era l’ antica Vaga, mentre Tignica sorgeva sulla strada che porta a Tagaste. Verso capo Bon si trova Kerkouane con l’ antica necropoli punica e il vasto sito che s’estende tra i resti cartaginesi e romani, proseguendo sulla costa il vicino Curubis e il sito di Clupea. Passando per Biserta la fenicia e poi romana Hippo Diarrhytus, scendendo da Hammamet la romana Pupput e davanti DJerba la cartaginese e poi romana Gigthis. Nella medievale Susa dalla suggestiva medina sorgeva Hadrumetum che ha lasciato i suoi resti d’ arte, una vasta iconografia funeraria e magnifici mosaici. A sud di Cartagine si raggiunge Haidra che fu l’ imponente Ammaedara e poi centro d’ arte bizantina, di qui si va per Tebessa e nella regione di Sbeitla ove poi sorse Sufetula. Passando per Jebel El Oust e il vicino di Ziqua, verso Sufes a Henchir Kasbat rimangono i resti della splendida Thuburbu Maius, a continuare Mactaris centro numide come Thugga prima d’essere la romana Duggha, di berbere origini Bulla Regia poi florida città imperiale e infine centro paleocristiano. Sull’antica Thysdrus sorge El Jem che incanta dalla domus Africa tra splendidi mosaici, eleganti statue e i resti che s’ammirano nel museo ed è qui si trova il magnifico anfiteatro. Proseguendo a Chemtou sorge il sito di Simitthus, nel sud ovest a Kasserine si trova Cillium e sulla via di Medenine tra l’area di influenza cartaginese e quella numidica Althiburos. A sud verso lo Chott el Jerid presso l’oasi di Gafsa v’era un’ antichissimo centro della cultura capsiana preistorica dove sorse Capsa e di qui partiva una delle vie del Sahara.
La costa mediterranea
Dall’ araba e moderna Biserta che fu colonia di Tiro fenicia e poi la romana Hippo Diarrithus, lungo la costa mediterranea susseguono quelle che erano le frequentate spiagge tra Cap Blanc, ritenuto il punto più settentrionale d’ Africa, il promontorio di Serrate e il successivo Cap Negro. Si trova poi Tabarka che sorge sull’ antica Thabraca fenicia e scendendo ad est Sidi Bou Said con bianche case dalle porte blu affacciano sulle vecchie vie fiorite di gelsomini che profumano i percorsi al limpido specchio Mediterraneo.
Tornando per Cap Zebib dalle spiagge magnificamente affacciate sulle linpide acque mediterranee si trova Ghar El Melh la fenicia e cartaginese Rusucmona, presa dai romani e conquistata dagli arabi, divenuta timorata base dei corsari barbareschi , ne rimane il porto El Kishla difeso da tre fortezze ottomane. Poco oltre Utica che fu la potente città cartaginese presa dai romani, poi la paleocristiana Diocesis Uticensis che ha lasciato magnifici resti nel suo vasto sito archeologico. Ad est si entra nel golfo di Tunisi lungo la penisola Mahouin che s’ allunga a Capo Bon. Si pensa che in antiche ere geologiche fosse unito alla vicina Sicilia, spiagge, rocce e grotte sarebbero tracce del distacco e quand’ era nella provincia romana le cave di marmo rifornivano i monumenti del Caput Mundi e il suo Colosseo. Si prosegue a Nabeul di antichissime origini anch’ essa poi cartaginesee presa dai romani come lo racconta il sito di Neapolis, invasa dai Vandali, fu poi bizantina e araba in contesa con i normanni di Sicilia.
Tranquilla e prospera Hammamet con le sue spiagge, la vecchia kasbah e sul lungomare la medina animatissima di notteche alimentava la risorsa del turismo prima dell’ ignobile attentato su persone inermi dei macellai al-Dawla al-Islāmiyya ispirati dal disgustoso sedicente stato islamico. Sul golfo il sito con resti punici e romani di Uppenna , poco a sud si trova quella che fu la città romana di Pupput , i pochi resti di Siagu e Il grande santuario punico della vicina Thinissut .
Di antica origine fenicia Susa era la città chiamata dai Greci Adrumeto che ha lasciato le rovine suggestive nel suo vasto sito cartaginese e poi romano dI Hadrumetum. Anche la sua storia percorre i millenni del resto della Tunisia, fu un centro ribāṭ importante del domino dār al-Islām fiorito con gli Aghlabidi che vi edificarono la grande moschea nell’ 815 di dove diramano i nuovi quartieri, all’epoca risale il monastero fortificato Ribat e medievale è il resto del centro di Sousse con le strette vie e gli edifici della medina. D’ apparente armonia secolare che è stata anch’ essa sconvolta da un’ attentato degli islamici criminali ispirati dal sedicente isis. Proseguendo si giunge a Monastir ove si scontrarono a Ruspina le armate di Cesare e Pompeo nella guerra civile romana, altro centro della Tunisia islamica fiorente nel medioevo con la dinastia Aghlabide, vi edificò sul mare la fortezza Ribat che ospita il ricco museo islamico e la moschea al centro della città.Lasciando il litorale si raggiunge lasanta Kairouan si staglia circondata da poderose mura da quando era al-Qayrawan capitale Wilāya dell’araba Ifrīqiyyah conquistata da Uqba ibn ibn Nafi’ che qui nel 670 edificò la grande moschea che ne fa uno dei luoghi più venerati dai fedeli islamici assieme alla Zaouia Sidi Sahab con il mausoleo di Abdou Dama el Balaw ad un’ altra cinquantina di moschee. Kairouan conserva l’ antico fascino con la sua animata medina, i suq e gli edifici di quando fiorì con la dinastia degli Aghlabidi che di qui partirono nell’ 827 per la conquista della Sicilia che divenne l’ araba Siqilliyya.
Tornando sulla costasi trova Mahdia, l’ antica Jemma che ha lasciato le rovine puniche divenuta la romana Aphrodisium ove al largo è stato rinvenuto Il relitto di una galea del I secolo a.C. colma di opere d’ arte. La città araba venne fondata nel 914 dal califfo Ubayd Allah al-Mahdi, nel 1087 lfu conquistata da Genova e poi presa dai normanni siciliani di Ruggero II nel 1148, riconquistata dagli Almohadi e passata agli Hafsidi fino al 1286 quando fu devastata dagli aragonesi, nel XVI secolo divenne centro dei corsari barbareschi di Dragut Rais entrando infine nei domini ottomani. Del suo passato nella città che divenne la Cap d’Afrique francese rimangono itinerari nella storia tra le case dalle porte dipinte, gli edifici medievali, i resti delle mura con il portale Skifa el-Kahla, il porto fatmide e la grande moschea al-kabīr fī al-Mahdiyya.
Sull’ arcipelago delle Juzur Qarqana affaccia il litorale di Sfax, antica Syphax berbera e poi la Taparura romana, smembrata di pietra e marmi per edificare l’ araba Safāqis degli Aghlabidi nel IX secolo che la circondarono di possenti mura. Si accede dalla porta Bab Diwan da dove si apre l’ antico centro della grande medina con le strette vie e gli edifici della Kasbah animata dai suq, poi la medievale grande moschea, dal seicentesco palazzo Dar Jellouli si attraversa la rimanente storia della città tra i nuovi quartieri fino al porto che imbarca per le vicine isole Kerkenna . Lungo l’omonimo golfo si giunge a Gabès che appare un’ oasi magnificamente affacciata sul mare, piccola e tranquilla città con vecchi suq come il mercato dei cesti e l’animato porto peschereccio, lasciando la costa a nord ovest si stende il desertico lago salato dello Chott Melrhir algerino. Davanti la fenicia Gigthis si trova l’ isola di Djerba abitata dai mitici Lotophagitis raccontati nel Libro IX dell’ omerica Odissea, dalle candide spiagge che affacciano sul mare cristallino nei riflessi blu del Mediterraneo. Ne è capoluogo Houmut El Souk fondata dai romani e poi araba, difesa dalla quattrocentesca fortezza Borj el Kebir, il il centro tra vecchi edifici, suq e moschee come la cosidetta “degli stranieri” Jemaa El Ghorba , poco fuori le candide Jemaa Tajdid e Jemaa Fadloud.L’ antica comunità ebraica nel quartiere Hara Sghira ha sempre praticato nella sinagoga el Ghriba che nelle celebrazioni del Lag Ba’omer riunisce migliaia di pellegrini, da anni blindato dopo l’ attentato che anche qui ha espresso l’ odioso terrorismo islamico.
Verso il deserto
Lasciando la costa la Tunisia a sud e ad occidente è lambita dall’ immensità del Sahara che qui incrociava le sue antiche rotte e di qui sono partito per alcune traversate seguendo le vie carovaniere dei Tuareg oltre l’ arido sahel e fino al lontano Niger ad ovest, attraversando il Fezzan libico a sud di dove si prosegue in Ciad.
Verso sud nella pianura al–Jifarah si trova Medenine è sorta su un antico centro carovaniero berbero con Ksar fortificato dalle case e granai Ghorfa simili a quelle della più meridionale la porta del Sahara tunisina centro berbero di Tataouine sulla via dell’ oasi libica di Ghadames . Ad occidente, dal suggestivo villaggio berbero troglodita di Matmata scavato nelle grotte, deviando poco a sud nel Jebil desertico, si va a Douz con l’ oasi magnificamente lambita dalle dune del grande Erg orientale che si perde nel Sahara. Da secoli popolata dalla tribù araba M’raig che vi hanno edificato le case fortificate Ksar e i granai Ghorfa, crocevia di carovaniere e nomadi d’ un tempo passato ricordato dalla grande festa sahariana che si tiene annualmente da oltre un secolo. Facendo un motivato giro a nord si arriva all’ oasi popolata fin dal neolitico capsiano avvolge l’antico centro di Gafsa sull’ omonimo lago, dalle suggestive piscine romane e la vecchia kasbah , mentre il suo sito ci svela che Capsa fu prima colonia fenicia nel II millennio, ereditata dai cartaginesi e rifondata dai romani . Passando per Al-Matlawi si scende a Tozeur che fu la romana Thusuros sorta nella suggestiva oasi dal vastissimo palmeto, dalla vecchia medina con i suoi suq dirama la città tra edifici e moschee che l’anno resa pia ai fedeli tanto che ospita la confraternita tariqa islamica ‘Alawiyya-Isma’iliyya. Di qui l’ itinerario va alle vicine oasi di montagna dalla suggestiva Chebika per le gole con cascate di Tamerza e il canyon di Mides, lungo il confine algerino si stende lo Chott el-Gharsa, la laguna che con l’ el Fejej e il vasto Chott el-Jerid, divide l’ Atlante tunisino dal deserto. Lo Chott el-Jerid è il più vasto, enorme distesa di sale in una depressione che si stende da Tozeur e la vicina Nefta per centoventi chilometri ad est fino a Kebili , balena di candido contrasto con il blu del cielo terso dal sole d’ estate e s’ apre come magnifica laguna sottile d’ inverno che ne varia i cromatismi e quando s’ alza il vento caldo s’ arricchisce di tremuli miraggi che riflettono lontani villaggi. Nefta fu la romana Aggarset Nepte che sorse nell’ oasi nella suggestione del palmeto e piscine naturali di Corbeille, divenne centro carovaniero berbero ed arabo con gli edifici tradizionali nei quartieri di Ez Zaouia e Ouled Ech Cherif, poi meta di pellegrinaggi dai molti marabout e tombe di santi, delle ventiquattro moschee la vera meta di pellegrini è la Sidi Salem. Risuonano le preghiere e le antiche Dhikr devozionionali dei fedeli Tasawwu che predicano via del cuore nella pacifica e mistica confraternita tarīqai slamica del sufismo, che qui era patrimonio culturale ed ora come altrove perseguitati nell’ inconciliabile contrasto con il fanatico e criminale salafismo.
Oltre questa “terra delle palme” Bled el Djerid, a ovest si va per l’ oasi Hazoua sul confine algerino da dove si inseguono le dune del Grand_Erg orientale e l’ inizio d’ una lunga via del Sahara.