Una storia violenta
Il Sudan settentrionale è associato alla Nubia, mentre la storia del vasto territorio che s’ estende a sud del Paese dei Neri bilâd as-sûdân fin dall’ antichità era confusa con i miti e l’ ignoto, si pensava che lungo il Nilo nei lontani territori dei nilocamiti vi fosse la leggendaria Terra di Punt Ta netjer, dove la regina Hatshepsut inviò una spedizione che tornò da terre dove nessuno era mai stato. Secoli dopo Seneca nel suo De Nubibus di ci racconta che attraverso quelle terre ignote anche Nerone inviò una spedizione romana in un lungo ed impervio viaggio alla ricerca delle fonti del Nilo che Tolomeo nella sua Geografia aveva collocato a sud laddove si erge il massiccio Ruwenzori tra quelle che chiamò Montagne della Luna. A nord dopo il declino degli antichi Regni di Kush, con la conversione all’ ortodossia copta nell’ alto medioevo sorsero in Nubia tre potenti regni cristiani, a nord il Nobazia al centro quello di Makuria e il più meridionale Alodia, che rimasero isolati con la conquista islamica dell’ Egitto respingendone i tentativi di invasione. Venne quindi stipulato il trattato Bakt garantendo l’ indipendenza del regno Makuria che si estese sugli altri due nel XIII secolo, fino alla conquista dell’ Eyalet egiziano ottomano nel 1517. La dinastia islamizzata Funji fondò il sultanato del Sennar che prese il dominio degli antichi regni cristiani estendendosi a sud nel Kordofan e nel regno di Taqali, in conflitto con lo regni tribali degli Shilluk animisti e i Dinka, che dopo quasi tre secoli cedette al dominio ottomano egiziano. In questo medioevo sudanese si creò l’ irreversibile frattura tra il nord arabo musulmano e il sud animista e cristiano, gli isolati territori d’ Equatoria divennero transito di avventurieri ed esploratori europei che cercavano si svelare i misteri del Nilo, mentre mercanti arabi aprivano nuove piste e i trafficanti di schiavi lucravano sulle popolazioni nere. Tradizionalmente la segregazione dei neri definiti Abd “servi” e la relativa schiavitù è ammessa dalla dottrina islamica e con il controllo dei territori meridionali sudanesi assieme alle città stato e i centri arabi sulla costa orientale africana, si intensificò la tratta e il grande traffico per il medio oriente e tutti i paesi musulmani fino all’ India. Nel XIX secolo raggiunse proporzioni enormi con oltre cinquantamila neri razziati all’ anno che transitavano a Zanzibar e la regione meridionale sudanese ne era al centro, fu dominio del ricchissimo mercante Al-Zubayr Rahma Mansur, mentre il suo aitutante Rabih az-Zubayr creava un altro stato negriero esteso dal sultanato del Darfur al conquistato Bornu ciadiano. Nel 1873 Isma’il Pasha Kedivè reggente d’ Egitto nominò governatore del Sudan il britannico Charles Geoge Gordon per contrastare i potenti trafficanti che espandevano i loro traffici, affiancato dall’ italiano Romolo Gessi riuscendo a sbaragliare le armate negriere musulmane. Poco dopo infuriò la rivolta mahdiyya con la sua guerra islamica che giunse all’assedio di Khartum con il massacro della guarnigione e di Gordon da parte dei fanatici seguaci del mahadi Muhammar Ahmad nel 1885, la sanguinaria guerra scatenata dal jihad mahadista fu sconfitta dalle truppe anglo egiziane guidate da lord Kitchener nel 1898, ma approfondì irreversibilmente la divisione tra il nord arabo musulmano e il sud animista e cristiano . Divenne il Sudan anglo egiziano di fatto protettorato britannico, nei decenni precedenti centro i missionari comboniani per i loro viaggi evangelici e di qui partivano le esplorazioni soprattutto di italiani lungo il Nilo azzurro Baḥr al-Azraq, il fiume delle gazzelle Bahr al-Ghazal, oltre le vaste e malsane paludi del Sudd verso gli ignoti territori dei Grandi Laghi. Dopo cinquanta anni di protettorato di aprì la questione dell’ autonomia, ma il Regno d’Egitto proclamò l’unione dei due paesi, poco dopo con la detronizzazione del sovrano Faruq e la presa del potere di Gemal Abd el-Nasser fu avviata l’ indipendenza che giunse nel dicembre 1955 con il National Unionist Party al potere e la presidenza di Ismail al-Azhari. Anche con l’ indipendenza Il nord arabo musulmano s’ imponeva e il sud cristiano animista, scatenando la prima guerra civile nel 1955 che si estese nel Sudan meridionale per diciassette anni, mentre si succedevano la giunta militare di Ibrahim Abboud e i regimi del partito unionista al-Dimuqrati islamico e l’ integralista Hizb al-Umma, con l’ opposizione del National Democratic Alliance e del partito comunista Al-Hizb al-Shuyui al-Sudani , ad est l’ al-usud al-Hurra dei beduini Banu Rashid uniti nei ribelli del Fronte orientale con le tribù al-Bayja. Il colpo di stato di Ja’far al-Nimeyri nel’69 inaugurò un nuovo regime che riuscì ad accordarsi per la fine della guerra civile, al governo si opposero i partiti più meno democratici e le formazioni islamiche di Sadiq al- Mahdi che alla fine furono soddisfatte con la legge perversa della shari’a che da allora governa questo paese, anch’ essa causa della seconda guerra seconda devastante guerra civile nel sud. Intanto l’ integralista Hasan al-Turabi aveva fondato l’ al-islamiyah al-Qawmiyah e dal fronte nazionale islamico si estendeva il morbo salafita con i vari gruppi di fanatici. Mentre oppositori e giornalisti, venivano uccisi e decapitati, il paese ospitaba il boia Osama bin Laden che dalla sua comoda casa a Khartoum tramava gli orrori di Al-Qaida, nelle basi sudanesi i seguaci si addestravano per espandersi in Africa e di qui organizzarono gli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e Tanzania nel’ 98. Anche dopo la caduta di Nimey i successori proseguirono con il nefando regime, mentre infuriava la seconda devastante guerra civile tra gli arabi islamici del nord e gli animisti cristiani meridionali con i movimenti Ḥarakat taḥrīr al-Sudan e al-Harakat al-Sha biyya , due milioni di morti e quattro di profughi, violenze, stupri, riduzione in schiavitù. Nella perversa tradizione è lecito eliminare infedeli e simulatori di fede, oltre a massacri nella comunità cristiana sudanese vengono travolte tutte le altre popolazioni del sud anche musulmane da segregare, retaggio di una storia secolare della schiavitù nel mondo islamico che continua in questo Sudan e prospera nel resto dell’Africa. Intanto nel 2003 con la presidenza di Hasan Ahmad al-Bashir si scatenò la guerra nell’ occidentale Darfur per l’ insurrezione del Fronte di Liberazione con le formazioni Tahrir al-Sudan e l’islamico Moviment justice al-Adl wal- Musawah indipendentista. Martoriato da dieci anni di sanguinoso conflitto che continua in una catstrofe disumana dalla devastazione infinita operata da reparti dell’ esercito arabo del nord e dai famigerati Janjawid islamici protagonisti di stragi, violenze, stupri, schiavismo e crimini impuniti in questo genocidio che emerge tra tutte le nefandezze del Sudan. Mentre continuava l’irrisolto conflitto del Darfur, nel 2011 è stata proclamata l’ indipendenza che ha sancito la nascita dell’ incerto Sudan meridionale con i suoi stati, alla presidenza del cristiano Salva Kiir Mayarrdit di etnia Dinka si è opposto il suo vice Riek Machar che appartiene a quella Nuer aprendo un nuovo conflitto nel neonato Sud. Un’ altra assurda guerra etnica tra popolazioni simili di tradizioni animiste e cristiane, ma permeate di odi tribali e clanici tutti africani con il loro corollario di orrori che sprofonda questo nuovo paese tra violenze, stupri, pulizia etnica
Attraverso Equatoria
Da decenni in questo Sudan martoriato da conflitti è sempre stato difficoltoso viaggiare ed ogni itinerario nel sud era un avventuroso districarsi tra ostacoli d’ ogni genere, poi divenuti drammatiche sequenze di rovine, violenze, carestie, campi profughi che si sono inesorabilmente sovrapposti al ricordo di quei viaggi. Sugli itinerari di avventurieri ed esploratori nel vasto territorio meridionale del Sudan, s’ attraversavano i selvaggi ambienti africani tra fiumi, laghi e paludi dove soffiano ippopotami e vegliano i coccodrilli. Lo sciamare di uccelli d’ ogni tipo. Savane e foreste ove si aggirano temuti i leoni, la predatoria eleganza di ghepardi, maestoso procedere di elefanti, branchi di gazzelle e mandrie di bufali. Tra i villaggi delle popolazioni nilocamite che per secoli hanno mantenuto antichi costumi e tradizioni prima d’ essere travolti da una storia violenta. Seguendo gli itinerari delle prime esplorazioni africane si parte da Khartoum e lungo il corso dell’ azzurro un-Nil al-Azraq si va verso la città che prende nome dal sultanato di Sennar che dall’ inizio del cinquecento per tre secoli ha dominato la regione, passando in territorio etiopico ove il fiume precipita nelle cascate dal grande fumo Tiss Abai proveniente dal lago Tana che l’ origina. Ad ovest attraverso il Kordofan meridionale per i monti ove per secoli è sopravvissuto isolato il fiero popolo tradizionale dei Nuba, qui hanno cercato a lungo di sfuggire alle razzie mantenendo vita e costumi di un antica e perduta dignità africana, anch’ essi a rischio di genocidio nella violenza scatenata in questo Kordofan conteso. Lungo il bianco an-Nil al-Ābyad, a Kosti diventa il fiume delle gazzelle Bahr al-Ghazal alimentato dal Bahr al-Arab e dall’affluente Jur, si apre nelle immense paludi del Sudd, teatro di piccole e grandi tragedie di viaggiatori ed esploratori. Scendendo verso Equatoria da dove si estendevano rigogliose riserve naturali ricche di fauna, poi da Malakal per i territori dei nilocamiti sudanesi, i villaggi degli Shilluk si susseguivano con quelli dei Nuer e dei Dinka che ora si sono scatenati in violenti conflitti. A sud dell’ al-Istiwa iyya si trova il punto navigabile più meridionale di Gondokoro, centro di ogni traffico ed esplorazione verso sud, poi sostituito da Juba che è proclamata capitale di questo nuovo ed effimero Sudan meridionale. Da qui tra savana e foresta si stendono quelle che erano i territori naturalistici più suggestivi protetti da parchi come il Bandingilo dalla ricca fauna africana, la riserva del grande parco Boma e più oltre quella di Nimule verso l’ omonima città di frontiera di dove entrare in Uganda, mentre dalla vicina Yei si andava nel limitrofo Congo orientale. Entrambe al termine degli itinerari sudanesi verso le profondità africane dove a lungo si sono cercate le leggendarie sorgenti del grande fiume verso il massiccio Ruwenzori, laddove Claudio Tolomeo aveva collocato quelle Montagne della Luna.