Storia del Marocco

Marocco: storia

La preistoria spunta in Marocco dai ritrovamenti vicino Rabat, poco si sa di quei primi abitanti del Maghreb raccontati dalle incisioni rupestri, dai resti megalitici cromlech e dol­mien e dalle altre tracce lasciate da quella gente che lavorava la pietra, cacciava e si riuniva in gruppi tra il deserto e i monti dell’ Atlante. I discendenti furono le tribù berbere che popolarono il nord Africa dal neolitico e tradussero le conoscenze in quella cultura che appare a volte nelle iscrizioni egizie ancor prima che i Fenici stendessero il loro dominio sulla costa mediterranea. Erano quelle tribù che mediavano i commerci dei Fenici con l’ Africa a sud dell’ immenso deserto da dove giungeva oro, avorio e altre merci che alimentarono la ricchezza dei centri costieri dai quali sorse la grandezza di Cartagine.Il genio marinaro di Annone nel V secolo a.C. cercò la rotta oltre le Colonne d’ Ercole per incrociare la costa atlantica e raggiungere direttamente i popoli neri che producevano tante ricchezze scavalcano il deserto e le tribù berbere, ma la pur leggendaria impresa non riuscì nell’ intento e le civiltà mediterranee ancora per molti secoli dovevano servirsi di esse. I cartaginesi moltiplicarono i loro centri tra la Tunisia e il Marocco e l’ entroterra divenne una delle fasce più fertili del mediterraneo producendo grano, vite, olivo e frutteti, l’ abbondanza agricola e la ricchezza dei commerci fece ancor più potente la civiltà punica che però di confrontò con Roma. Annientata Cartagine la potenza di Roma fu incontenibile e nel 146 a.C. le legioni dell’ esercito Litico avanzarono in tutto il nord Africa dominandolo dalle coste del Mar Rosso a quelle dell’ Atlantico, fino a farne una immensa provincia un secolo dopo. La regione più occidentale era la Mauretania Tingitana, dove sorse il centro di Tingis che le dava il nome e che poi divenne Tangeri, a sud le tribù locali erano contenute da mercenari, a nord sorse Volubilis che divenne capitale dell’ intera regione. Tra storia e leggenda anche i romani cercarono le vie per l’ Africa più misteriosa oltre il grande deserto e le cronache raccontano di spedizioni che raggiunsero il Paese dei Neri e il fiume Niger sull’ antica “Via dei Carri” tracciata dal popolo dei Garamanti. Come fu per il fenicio Annone, anche l’ impresa di Cornelio Balbo non riuscì a stabilire il contatto e fu dimenticata, poi il Maghreb venne travolto dall’ invasione dei Vandali mentre Roma imperiale si frantumava dagli attacchi dei barbari. Da oriente arrivarono i Bizantini che scacciarono gli altri conquistatori del nord Africa e stesero il dominio fino a Tingis, poi l’ Islam trionfò incontenibile e dilagò dall’ Egitto verso il Maghreb nel 684 con il condottiero Sidi Okba che giunse al “confine del mondo” affacciato sull’ immenso e misterioso oceano Atlantico. Alla fine di quel secolo anche il Marocco divenne provincia del grande impero Ommiade con la definitiva conquista di Moussa ben No­savr e gli arabi completarono il loro popolamento dell’ Africa settentrionale, spingendo le antiche tribù berbere nelle zone montuose e nel deserto. La fierezza berbera ostacolò l’ avanzata araba, ma la conversione all’ Islam fu totale ed era berbero il grande condottiero Tariq che passò lo stretto di Gibilterra e avanzò in Spagna per dilagare nel resto dell’ Europa se non fosse stato fermato dai Franchi di Carlo Martello nel 732 a Poitiers. Il IX secolo fu l’ apogeo dell’ Impero arabo che si stendeva dall’ Asia centrale al Marocco, illuminato dal grande califfo Arun’ Al Rashid, ma la fierezza berbera nella provincia più occidentale tornò ad imporsi con una serie di rivolte che segnarono a lungo il turbolento Maghreb.Poi venne l’ epopea del condottiero di Baghdad Moulay Idriss, proclamatosi discendente di Maometto che riportò nell’ antica Volubilis la capitale e invò il figlio alla conquista di Fès e il resto del Marocco ponendo termine alle sollevazioni berbere e fondando la dinastia Idrisside.Moulay Idriss, oltre a creare il regno autonomo del Marocco, per la popolazione era un “Inviato di Allah” Rasul e divenne un santo Marabut e fu da allora venerato come tale fino ad oggi. Nel frattempo in Egitto era sorta la dinastia dei Fatmidi che attaccarono il Marocco conquistando Fès, contemporaneamente le armate degli ommiadi di Cordoba passarono lo stretto e invasero il nord, ponendo fine al regno Idrisside.L’ epoca della Riconquista cristiana della penisola Iberica iniziò alla fine del XI secolo, continuando con le gesta del Cid Campeador in Spagna e di altri condottieri in Portogallo, limitando il califfato di Cordoba alla Spagna meridionale. Privato dell’ appoggio del califfato spagnolo, impegnato a contenere la riconquista cristiana, il Marocco perse la sua unità con vari stati in conflitto tra loro fino all’ avvento di Youssef ben Tachflne che riunificò il regno e fondò la dinastia Almoravide. Conquistò anche la regione meridionale sempre dominata dai berberi e fondò Marrakesh nel 1062, dove pose la capitale, poi estese il regno nell’ Algeria occidentale e attaccò la Spagna cristiana di Alfonso VI, interrompendo la riconquista. Forte dell’ appoggio dei nomadi sahariani giunse alle frontiere mai valicate del sud raggiungendo il fiume Niger per estendere il suo regno dalla Spagna al Mali.Il secolo successivo vide la nascita della dinastia degli Almohadi fondata da Abd-el-Moumen che abbattè gli Almoravidi ed estese il regno a nord e a ovest, lo divise in province, rafforzò l’ esercito con una poderosa cavalleria e iniziò grandi opere pubbliche creando centri, vie stradali, commerci e tutto ciò che rese il Marocco forte e fiorente.Con gli Almohadi nacque la vera civiltà definita Moresca, caratterizzata dall’ incontro culturale tra mondo islamico, cristiano ed ebraico, che vide il fiorire della scienza, arte, poesia e filosofia, ad essa su deve il recupero degli antichi testi greci e la loro rielaborazione nel pensiero medioevale.Anche l’ architettura raggiunse i massimi livelli in Marocco, ma soprattutto nella Spagna araba con le splendide creazioni a Cordoba, Siviglia e il capolavoro dell’ Alhambra di Granata.Un secolo di splendore interrotto dal nuovo attacco cristiano in Spagna e dalle incursioni dei nomadi Qalate e Ben-Me­nin che conquistarono Marrakech e Fès nel 1248, poi l’ astro Almohade lasciò il potere alla dinastia meninide che ricominciò lo scontro con i cristiani in Spagna e armò un poderosa flotta dandosi all pirateria nel Mediterraneo.Iniziò l’ epoca delle terribili incursioni barbaresche sulle coste spagnole, francesi ed italiane e il dominio sul mare degli arabi, contrastato dalle Repubbliche Marinare. Anche questa dinastia vide il suo rapido declino e il regno tornò ad essere sconvolto da rivolte berbere, mentre i regni cristiani minacciavano seriamente il califfato spagnolo e lo stesso Marocco.La minaccia culminò con la presa di Ceuta nel 1415 e la conquista di Tangeri nel 1472 da parte del Portogallo, intanto la dinastia merinide era stata sostituita da quella Beni-Wattas che non era in grado di scontrarsi ancora con il potente Portogallo e cercò una pace, disattesa dai Lusitani con la presa delle città di Azemmour, Mazagan e Sali.Nel 1492 la riconquista cristiana si completò con la conquista di Granada e con la definitiva capitolazione del califfato spagnolo e ormai il Marocco da “predatore” divenne “preda” della Spagna divenuta la maggiore potenza del mondo con la scoperta del Nuovo Mondo è lo straordinario flusso di ricchezze provenienti dall’ America.Soprattutto il ruolo della Spagna era ormai dominante suoi commerci e l’ economia mondiale, in gran parte trasferiti sulle rotte marittime del Nuovo Mondo, mentre quelle per l’ Asia dominate dai portoghesi divennero secondarie e quelle terrestri per l’ Africa che fecero la ricchezza del Maghreb ormai poco utili e convenienti. Il regno dei Beni-Wattas fu travolto dalle rivolte delle tribù meridionali che imposero il dominio dei Chorfas Saaditi con la conquista di Fès, Marrakech e l’ intero sud marocchino, poi scatenarono la guerra contro i portoghesi scacciandoli dai loro insediamenti in Marocco, lasciando la sola imprendibile Ma­zagan.Intanto il XVI secolo vedeva l’ espansione della potenza turca che si volse in Nord Africa ottenendo l’ alleanza dei sultani Saaditi che crearono un forte esercito composto da mercenari, arabi fuggiti dalla Spagna riconquistata, rinnegati cristiani convertiti all’ Islam, disertori turchi e appartenenti a varie tribù arabe. Con il nuovo esercito il Marocco effettuò incursioni oltre il Sahara attaccando il regno del Mali per rifornirsi di schiavi, avorio ed oro, mentre più pacificamente creava grandi piantagioni di canna da zucchero nella regione meridionale dell’ Haouz creando una notevole esportazione in Europa. Giungendo al XVII secolo, la potenza spagnola era appannata da quelle britannica e francese, nel 1629 i francesi tentarono la presa di Mogador e poi stipularono un accordo con il Marocco contro la Spagna, una trentina di anni dopo si impose la dinastia alauita che ancora regna con il sovrano Hassan. Avvolta nella leggenda la figura del sovrano alauita Moulay Ismail che regnò per cinquanta anni deliziato da cinquecento tra mogli e concubine del suo harem, affermò la sua potenza con la creazione della temibile Guardia Nera composta da liberti neri e feroci pirati graziati, con la quale sbaragliò le tribù del sud e dell’ Atlante. Parte delle fortezze che si ergono lungo la via dei villaggi Casbah furono edificate sotto il suo regno per controllarne e difenderne ogni regione, così come alcuni quartieri di Tangeri che conquistò dopo un lungo dominio dei portoghesi, spagnoli e infine inglesi.Nella seconda metà del XVIII secolo il suo successore Moham­med ben Abdallah riconquistò l’ ultimo dominio portoghese in Marocco di Mazagan e il regno sopravvisse,anche se dopo la conquista dell’ Algeria da parte della Francia nel 1830, lo ridusse a un dominio economico delle potenze europee.Nel 1906 con il trattato di Algesi­ras Francia e Spagna vantarono i loro diritti sul Marocco con la benevolenza inetta del sultano Abd el Aziz, contro cui vi fu una grande rivolta popolare, mentre occupava militarmente Casablanca e la Spagna le montagne del Rif , sei anni dopo con il trattato di Fès fu assicurato il protettorato francese dal sultano Moulay Hafld.Come per tutta la storia precedente del Marocco, furono le tribù berbere dell’ Atlante a rivoltarsi scatenando un violento conflitto con le truppe francesi che non riuscirono domarle per i successivi ventidue anni.Il protettorato francese favorì lo sviluppo e la modernizzazione dei centri urbani che più interessavano alla sua politica coloniale, mentre le campagne rimanevano arretrate e sempre più povere e masse di contadini emigrarono nelle zone industriali e portuali, soprattutto Casablanca.I movimenti indipendentisti furono repressi duramente dalla Francia e solo dopo il secondo conflitto mondiale si costituì il Partito per l’ Indipendenza Istiqlal che i francesi sospettarono essere ben visto dal sovrano, tentarono di sostituirlo con il sultano Ben Arafa, boicottato in tutti i modi dalla popolazione. L’ Istiqlal e gli altri movimenti riuscirono ad ottenere il ripristino del reggente legittimo Mohammed ben Youssef nel 1955 e il due marzo dell’ anno successivo il Marocco tornò ad essere pienamente indipendente con il sultano acclamato re Mohammed V.Gli succedette il figlio Moulay Hassan, Hassan II nel 1961 che regnò fino alla sua morte dopo la quale è salito al trono il giovane e moderno sovrano.

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