Storia Sikh
Alla regione del Punjab è legata la storia del Sikhismo nato come movimento religioso per unire nella fede in una sola divinità e il rifiuto di ogni distinzione di caste, fondato da Nanak alla fine del XV secolo, primo dei dieci storici e venerati maestri Guru. I suoi insegnamenti furono codificati nel Guru Granth Sahib come sacro libro dei Sikh , completato con altri testi dall’ epoca del quinto guru Arjan nel XVI secolo e i seguenti fino al decimo e ultimo guru Gobind in una grande organizzazione spirituale e sociale fondata sulla comunità Khalsa. Alla morte di Gobind fu governata ispirandosi al sacro libro, perseguitata dal dominio islamico nel Punjab rifiutandone l’ autorità e le regole, nel 1621 iniziarono le guerre contro i Moghul nelle numerose battaglie combattute dai Sikh con le armate organizzate nel proprio esercito Dal Khalsa, seguirono le vittorie del grande condottiero Bahadur fino al 1715 quando fu sconfitto e giustiziato, celebrato come martire. La confederazione si era organizzata in dodici territori sovrani Misl, mentre nel Punjab continuarono le persecuzioni e Lahore nel 1746 fu teatro del massacro Ghalughar di Chhota con migliaia di vittime. Due anni dopo a capo del Misl di Shaheedan e del suo esercito fu nominato Deep Singh celebrato per la difesa del Tempio d’Oro contro le armate afghane nella battaglia di Amritsar del 1757 poi sconfitto e decapitato divenendo uno dei santificati martiri e mentre continuava la guerra contro i Mughul nel 1762 a Lahore si scatenò l’altro grande massacro Ghalughar di Vadda contro la popolazione inerme e disarmata. Dopo altre battaglie nel 1765 ne prese il comando il generale Baghel Singh sconfiggendo i Moghul in vari scontri fino alla battaglia di Delhi nel 1783 con il saccheggio della capitale, i Moghul furono scacciati dal Punjab da Ranjit Singh noto come il leone Sher-e-Punjab e fondatore dell’ impero Sikh del khalsa Rāj. Fu ampliato e riorganizzato l’ esercito Khalsa e nell’ espansione dell’ impero ne divenne capo supremo Hari Singh estendendo la frontiera oltre il fiume Indo e dopo la conquista di Peshwar nel 1834, il territorio settentrionale e la regione del Kyber , ma dopo la morte di Ranjit Singh nel 1839 l’ impero iniziò a decadere mentre si estendeva il dominio della compagnia britannica East India. Con prima guerra Anglo-Sikh nel 1846 i britannici presero la regione settentrionale del Jammu e dopo la seconda vittoriosa guerra contro i Sikh conclusa nel 1849 posero fine all’ impero che divenne la provincia del Punjab della colonia indiana. Nella grande rivolta del 1857 fu coinvolto anche il Punjab contro il governo coloniale, mentre la popolazione Sikh cercava di recuperare la sua identità, Il movimento Singh Sabha fu fondato nel 1880 in reazione al proselitismo induista e musulmano, oltre l’ integralismo del movimento islamico Ahmadiyya, mentre le milizie Sikh furono disarmate e i centri religiosi privati di autorità. Dopo l’ emanazione del Defence_Act nel 1915 contro i movimenti per l’ indipendenza in India, si intensificò la repressione e nel 1919 ad Amristar una pacifica manifestazione nei giardini di Jallianwala fu repressa dalla guarnigione britannica nel massacro di Amristar. L’ anno seguente venne fondato il partito Akali per liberare i templi Gurdwara con il comitato il Shiromani, nei 1921 si separò il movimento scissionista armato per l’ indipendenza Babbar Akalit contro il governo. Formazioni di Sikh furono inquadrati nell’ Indian Army in campagne militari e nelle due guerre mondiali. Dopo aver combattuto sul fronte europeo nella prima, nella seconda seguaci indipendentisti entrarono nella legione Indische tedesca in Francia, ma in gran parte nei battaglioni del reggimento Sikh britannico contro i nazisti e distinti nella campagna in italia.
Indipendenza
Dopo l’ indipendenza entrarono nel nuovo reggimento Sikh dell’ esercito indiano riorganizzato con la fanteria Sikh, fu ricostituito il vecchio o dei fucilieri Rajputana come i decorati battaglioni del reggimento Jat , distinti dal 1948 al 1999 nelle quattro guerre contro il Pakistan oltre i vari scontri per la frontiera sino indiana dal 1960 nel conflitto con la Cina. Nella sua storia la più grande diaspora Sikh dal suo territorio iniziò nel 1947 con la spartizione con il Punjab pakistano musulmano, le comunità furono perseguitate e scacciate da Lahore come nella città di Multan , la capitale Islamabad e Rawalpindi oltre agli altri centri e gran parte dei Sikh dalla regione occidentale si rifugiò in quelle orientale nel nuovo Punjab indiano. Dagli anni sessanta seguirono altre migrazioni che fondarono comunità Sikh in Inghilterra, Stati uniti e Canada ove si trovano le più numerose oltre a vari paesi in Asia, Pacifico, Africa e Sud America, mentre il Punjab indiano rimane la culla del Sikhismo con la sua storia, religione e cultura. Guidate dal maestro guru Tara Singh nel 1947, le organizzazioni unite Akali del partito Shiromani e quella Khalsa del Diwan si opposero decisamente alla spartizione dell’ India, temendo la persecuzione islamica nella divisione pakistana del Punjab, poco dopo venne fondato il movimento punjabi del Suba. Rimase il movimento separatista per il Khalistan come autonomo territorio che dal 1980 iniziò l’ insurrezione nel Punjab trascinata negli anni successivi, fondato tra gli estremisti della diaspora all’estero il Babbar Khalsa fu poi protagonista di attacchi terroristi come l’ esplosione in volo dell’ Air India182 nel giugno 1985 e in Giappone l’ attentato all’aeroporto di Narita ad opera del Babbar Khalsa canadese. Jarnail Singh Bhindranwale divenne quattordicesimo jathedar dell’ antica istituzione ortodossa Sikh Damdamī Ṭaksāl, legato alla tradizione e l’ indipendenza, Bhindranwale partecipò al movimento Dharam Yudh Morcha dei Sikh fondato nel 1982 per rivendicare i diritti nella risoluzione di Anandpur dal partito Shiromani Akali. Durante la presidenza di Indira_Gandhi nel giugno del 1984, i militanti guidati da Bhindranwale occuparono il tempio d’ oro di Amritsar , assediati dall’ esercito che intervenne con l’ operazione Blue_Star travolgendone la resistenza e tra le vittime lo stesso Bhindranwale celebrato come martire, ad ottobre dopo l’ assassinio di Indira Gandhi da parte delle due guardie del corpo Sikh, si scatenarono le rivolte contro le comunità culminate nel massacro dei Sikh con migliaia di vittime.
Teologia Sikh
Oltre al concetto di un solo Dio e i fondamenti in un sacro testo, il Sikhismo con l’ Islam condivide ben poco e ne è stato a lungo perseguitato, mentre dall’ Induismo ha tratto alcune concezioni reinterpretate, per l’ induismo Māyā è illusione nella vita che deforma la realtà impedendo la salvezza nell’ era dell’ oscurità kali yuga, nell insegnamento del primo guru Nanak, Maya non è illusione, ma perdita dei valori nelle contaminazione dei Panj Vikar , i cinque Vizi come cinque ladri delle fondamentali virtù Sikh che ispirano la vita e lo spirito. Dagli insegnamenti dei dieci Guru derivano i i concetti teologici, religiosi e sociali Sikh, il rifiuto del politeismo, la concezione di un Dio unico trascendente, immanente e artefice della Creazione attraverso l’ energia del Nam nell’ autentica realtà dinamica e della vita e del mondo Sikhi ove l’ umanità deve perseguire la liberazione dal’ ego individuale nell’ Haumain. In armonia con gli altri nello scopo creativo del Nam che ispira le qualità per raggiungere la personalità ideale Gurmukh attraverso il percorso spirituale, morale e sociale nei canoni e regole del percorso nella disciplina Sikhi codificata dai testi per realizzare l’armonia nella società Bhakti ove tutti sono uguali con gli stessi diritti rifiutando le caste ed ogni emarginazione. Religione, cultura e società del Sikhismo sono fondate sulla teologia filosofica delle sacre scritture nel Guru-granth, con gli insegnamenti del fondatore e dei primi dieci maestri Guru, la vita e scaturisce dalla sorgente divina, non riconosce il sistema delle caste, più divinità, culto degli idoli, ritualità e superstizioni. Negli insegnamenti Sikh la religione è nella pratica di vita, tolleranza e amore per tutti, la salvezza non si raggiunge isolandosi, ma nella vita laboriosa per i mezzi da condividere, in armonia con gli ideali nel percorso spirituale come Dharma nella ricerca della verità e seguendo le norme indicate nel codice Rehat Maryada dei Sikh .
Guru Granth
Nell’ originale scrittura Gurmukhī con l’ alfabeto rielaborato dal secondo guru Angad , furono redatti parte dei primi dei testi e il più sacro Granth Sahib che inizia con il verso di apertura Mul Mantar ove si trova l’ essenza dei dieci insegnamenti del primo guru Nanak. Seguono i testi nelle pagine angs e le composizioni negli inni sacri Shabda ispirati dalla tradizione dei canti devozionali raga, in gran parte diviso in trentuno scritture in base all’autore e lunghezza. Il sacro Guru Granth contiene anche le i preghiere Sahib da recitare con all’ inizio la Japji seguita dal canto della speranza nel’ Asa di Var e il dialogo spirituale tra guru Nanak con il maestro induista Siddha nel Sidh Gosti. Fondamento della teologia filosofica è la sola realtà suprema Ik Onkar come unica divinità ed essere senza tempo Akal , incomprensibile, invisibile e creatore, in suo nome si persegue la fede e la meditazione operando per l’ uguaglianza umana, il bene e la prosperità anche nel servizio del Sewa disinteressato e impegnarsi per la giustizia. La religiosità si esprime nella meditazione Naam japna sulle manifestazioni di Dio, nella meditazione Simran espressa anche attraverso la recita devozionale kirtan , assieme ad altre pratiche insegnano ai fedeli la via spirituale per allontanare i cinque peccati Panj vikar noti come i cinque ladri della giusta via. La lussuria Kaam dell’ incontenibile desiderio e lascivia, il sentimento negativo dell’ ira Krodh che può scaturire nella violenza, il desiderio di ricchezza e possesso nell’ avidità Lobh, perseguire l’illusione mondana e l’ attaccamento alle cose Moha, l’ egoismo e la volontà di supremazia per l’ orgoglio Hankaar. Ai vizi per la giusta via si oppongono le Cinque Virtù dei Sikh, nel praticare onestà, rettitudine, giustizia, imparzialità con la Sat della tradizione induista, liberarsi da avidità, ed ambizione nella Santokh per la pace, la comprensione e il dolore del prossimo con la compassione Daya, la pratica dell’ umiltà contro l’ orgoglio e la benevolenza Nimrata, infine accettando tutto come volontà divina nella Pyaar.
Rehat Maryada
Il codice di condotta Rehat Maryada è fondato anch’ esso sugli insegnamenti nelle sacre scritture Guru-granth-sahib del Sikhismo con le regole per le cerimonie religiose e la disciplina nella vita quotidiana del Sikh fondata sui tre pilastri della fede. Primo la meditazione Naam japo sul supremo creatore per purificare lo spirito, poi seguire l’ insegnamento del Kirat Karo per una vita onesta e laboriosa, con dedizione all’ opera divina nel Simran, oltre la disciplina individuale e l’armonia famigliare, fondamentale è il ruolo nella comunità anche con la condivisione dei beni nel Vand Chhako. Tutto segue il percorso del Dharma nella fede con la vita dedicata al perseguire le cinque Virtù nel rispetto per tutti aldilà della razza, cultura, sesso, età, stato sociale o casta e il virtuoso controllo dei cinque Vizi. Oltre al rispetto delle regole religiose, cerimoniali, nei comportamenti e l’aspetto, è indicata una serie di numerosi divieti nel Sikhismo, tra gli altri superstizioni e pratiche riferite ad ogni forma di idolatria, l’ adulterio maschile e femminile, cibarsi ritualmente di animali, gioco d’ azzardo, fumo, alcolici e droghe, regole uniforme ad ogni comunità nel mondo come parte del Panth nella grande Khalsa che agisce attraverso le riunioni dei cinque Panj Pyare.
Gurbani
Tra i comportamenti nel codice Sikh del Rehat Maryada, la lettura del sacro Gurbani interpreta la parola divina raccolta nei sacri inni del Nitnem da recitare tre volte al giorno assieme agli altri dieci inni Sabad del Patshahi per purificare lo spirito, si manifesta anche nelle melodie del Kirtan per mantenere l’anima fuori dall’ oscurità dell’ era Kalyug. Il primo libro del Guru Granth Sahib conteneva gli inni sacri dei primi cinque Guru con riflessioni di maestri induisti e islamici , come unico sacro testo con parole di altre religioni nel principio di fratellanza, poi il decimo guru Gobind inserì gli inni del predecessore Tegbahadur per la versione finale. Ad essa è ispirata l’ Amrit del Sanskar per gli iniziati come Amritdhari , nel giorno Amrit Vela prima dell’ alba vengono recitati gli inni dell’ Anand seguiti dalla recita degli altri cinque Bani e le preghiere Sahib con la Jaap come prima al mattino, seguita dalla lode Akal Ustat poi la recita dell’ altra preghiera Japji, tratta dal Dasam Granth , così come l’ inno Chaupai e le dieci strofe della lode Tav Prasad del Savaiye.
Cinque k
I Sikh si distinguono nella propria identità culturale e religiosa anche dai cinque simboli di fede Pañj Kakār noti come le Cinque K , dalla prima lettera delle parole che li indicano, fin dalla nascita portare sempre i capelli lunghi nel Kesh da non tagliare mai, tenuti con il piccolo pettine di legno Kangha, nella parte inferiore del corpo sotto le vesti devono indossare il Kachera che ricorda l’ insegnamento contro la lussuria, il braccialetto in ferro Kara rappresenta la devozione all’ ordine religioso, simbolo di onore e dignità il sacro pugnale Kirpan. L’aspetto e simboli nell’ abbigliamento manifestano unità e fratellanza e oltre le 5 K , altro elemento che identifica un Sikh è il turbante Dastar a ricordo delle virtù, spirituali, di uguaglianza, rispetto e coraggio, mentre l’ ordine dei guerrieri Nihang si identifica con l’elaborato stile di turbante Dastar del Bunga.
Samayoga
Per il sacro Granth_Sahib , fede, pace e amore universale sono i requisiti per la verità nell’ unione Samyoga dell’ anima con Dio, da perseguire ella vita quotidiana, all’alba deve meditare sul nome di Dio, quotidianamente recitare le preghiere Sahib, al mattino ispirata dal sacro inno Japji redatto da Guru Nanak, seguono le altre Jaap, Swayie, Chaupai ed Anand, e prima di dormire la Sohila . Il raccoglimento nella preghiera rituale di supplica Ardaas personale o condivisa con altri da recitare al mattino e la sera nelle funzioni religiose. Nei doveri Sikh Raza e Rehat , si traduce come umore crescente il concetto Charhdi-kala della mente che non si dispera, non si lascia travolgere dalle avversità e non ammette la sconfitta, anche per affrontare i peccati Panj vikar come cinque mali per i Sikh, che sottraggono allo spirito e la vita la corretta condotta delle Virtù , fondamento nella realizzazione come norma morale nella volontà universale Hukam. Oltre le preghiere e i doveri, le cerimonie più importanti sono associate alla nascita, al battesimo Amrit, il matrimonio Anand Karj e ai funerali Antam Sanskar–
Battesimo Amrit
Alla nascita i genitori portano il neonato dal sacerdote Granthi nel Gurudwara, iniziando la cerimonia con la preghiera Ardas e la lettura nel sacro libro dell’ inno Hukamnama ove e la prima parola è designata come nome da assegnare, per la cerimonia Sikh di iniziazione Amrit Sanchat, viene aperto il Guru Granth Sahib a caso e il bambino viene nominato con la prima lettera nell’angolo in alto della pagina di sinistra. Nella sua vita segue Il battesimo Amrit quando è pronto senza limite di età, sesso, e provenienza come rinascita nella cerimonie Amrit del Sanchar per entrare nella comunità Khalsa. Deve mantenerne i principi seguendo il codice di condotta Sikhi del Rehat Maryada, portare sempre costume tradizionale con le Cinque K del Pañj Kakār, nello spirito della pace ed ordine ispirato dalle sacre scritture nella ricerca dell’equilibrio per una vita serena in armonia con gli altri. Originario nella tradizione indùista il cognome Singh dal XVI secolo tra i guerrieri Rajput, anche in ricordo della storica audacia dei Sikh agli uomini viene associato il comune cognome Singh come leone in sanscrito, mentre alle donne il termine Kaur come principessa fu introdotto dal guru Gobind e dall’ epoca l cognome femminile Kaur ne indica la parità e il ruolo nella comunità Khalsa
Anand Karj
Mentre le altre fedi relegavano le donne appartate nei templi e moschee, negli insegnamenti di guru Nanak hanno pari diritti nelle funzioni religiose così come nella comunità Khalsa, riconfermando il ruolo spirituale e sociale della donna nel testo Shabad del Guru Granth Sahib, proclamando la piena uguaglianza della condizione femminile nel Sikhismo come nei successivi iredatti dai dieci guru e altri testi oltre le convenzioni sociali che fondano il radicato femminismo Sikh. La donna conserva ha pari dignità e ruolo, diversamente dalle comunità induiste ed islamiche, ha tutti i diritti nella società, partecipa alla vita spirituale nelle alle congregazioni religiose, le preghiere e le cerimonie assieme agli uomini, unico limite legato al peccato Kam della lussuria è vestire in modo disdicevole che può alimentare desideri . Come Unione beata nel matrimonio Anand kāraj la donna mantiene i propri diritti e pari ruolo nella nuova famiglia, non è prevista la dote e dispone di beni propri, ha il diritto di divorziare e risposarsi, è una santa unione per la vita famigliare considerata ideale ed onorevole. La cerimonia del matrimonio Sikh viene celebrata dal sacerdote davanti al sacro Guru Granth Sahib nella tradizione del quarto guru Ram Das. riconfermata nel 1909 con dal riformatore movimento Singh Sabha. La sposa indossa un abito rosso che simboleggia amore e passione, lo sposo il costume tradizionale con il turbante, mentre il luogo è decorato con fiori e simboli Sikh per creare l’ atmosfera spirituale- Prima della cerimonia si eseguono vari rituali e il percorso Akhand nella lunga lettura del Guru Granth Sahib in preghiera e riflessione, poi girandovi quattro volte attorno accompagnati dai quattro Shabad negli inni Laavaan recitati dal sacerdote che indica di modellare la vita come prescritto dagli inni .
Antam Sanskar
Dalla tradizione induista è tratta la concezione della rinascita e la morte è solo transito per la prossima vita nel ciclo fino alla liberazione Mokṣa , dopo le reincarnazioni ove la morte è percorso dell’anima verso Dio, dalla pratica induista la meditazione yoga Bhakti per interrompere il ciclo della rinascita. Come tappa del percorso alla morte di un congiunto non si deve manifestare troppo dolore nei rito funebre Sikh che inizia con il defunto lavato e vestito con il turbante e i cinque kakar simboli di fede indossati in vita, accompagnata dalle preghiere kīrtan sōhilā e ardās. Segue la cerimonia funebre dell’ Antam Sanskar con la cremazione del defunto e le ceneri cosparse nel fiume più vicino, non vengono mai erette lapidi o monumenti, la cerimonia del funerale Sikh deve solo ricordare la relazione e l’ unione dell’ dell’anima con Waheguru unico Dio . Dopo la cremazione segue la lettura del Guru Granth Sahib nel percorso di preghiera Akhand fino decimo giorno per il sostegno ai familiari come sentiero spirituale Sahaj dell’ Akhand poi termina Il lutto ove non sono graditi lamenti e manifestazioni di emozioni, gli uomini scalzi con il capo coperto e le donne iil velo bianco.
Gatka
All’ epoca del sesto guru Hargobind con le persecuzioni Moghul, ispirato in parte dall’ antica lotta tradizionale indiana Kalari-payat, come difesa fu adottato un tipo di combattimento poi rielaborato e diffuso nell’ arte marziale del Gatka insegnato fin da bambini ad uomini e donne. Anche come esercizio per forgiare il carattere spirituale e guerriero nella comunità Khalsa, la disciplina del Gatka è un mezzo per raggiungere l’ equilibrio fisico e mentale nei movimenti per ampliare lo spazio personale non solo per combattere, ma anche per confrontarsi con il proprio carattere da conoscere come fonte di forza. Oltre i movimenti e le mani nel combattimento, essenziale è la spada Khanda usata con un movimento ad otto che permette di cambiare i piani di attacco e difesa. Come sacra arte della spada il Gatka crea una sfera intorno al guerriero libero di usare entrambe le braccia muovendosi con la sfera controllando gi spazi utilizzando tutte le armi con più avversari e nella tradizione il Gatka è anche una manifestazione praticata in alcune feste cerimoniali. .
Feste cerimonie
Le feste Sikh con varie cerimonie celebrano i martiri nella difesa della comunità, oltre i dieci Guru, gran parte sul tradizionale calendario lunare Vikram indiano fino al recente nuovo calendario solare Sikh Nanakshahi di dodici mesi. Per la prima esposizione del sacro libro Il terzo guru Amar Das nel XVI secolo stabilì la celebrazione della grande festa Vaisakhi che coincide con il capodanno Sikh Baisākhī il 14 aprile, derivata dalla festa primaverile induista Vaisakhi, tra le fondamentali tra i Sikh nel mondo accompagnate dalle musiche e canti Kirtan devozionali, con le processioni. Celebra anche la fondazione della comunità Khalsa nel 1699 del decimo guru Gobind Singh, con la processione più suggestiva guidata dai cinque venerabili Panj Piare e il Guru Granth Sahib su un carro. Dall’ induismo deriva la Diwali in autunno e nello stesso giorno si celebra anche il Bandi Chhor come liberazione dalla prigionia Moghul nel 1619 dei Sikh e il sesto guru Hargobind con cerimonie e processioni. Sempre dalla tradizione induista deriva la festa dell’ Holi che il decimo guru Gobind nel XVII secolo ha modificato nella grande Hola di Mohalla , come la più frequentata e spettacolare festa Sikh l’ Hola Mohalla in Punjab nella sacra città di Anandpur raduna a decine di migliaia fedeli tra i diversi templi e il più grande Takht di Sri Kesgar Sahib con processioni nei costumi tradizionali, cerimonie, competizioni, spettacoli e arti marziali nella città santa. Con le cerimonie Gurpurb si celebrano le nascite dei Guru, altre il martirio Shahid in difesa della fede e la comunità, tra gli altri a giugno come primo martire guru Arjan giustiziato dai Moghul a novembre del nono guru Bahadur anche lui giustiziato nel 1690.
Sette sikh
Le sette del Sikhismo sono sorte per varie diverse interpretazioni delle sacre scritture tradizionali o per seguaci di guru in vita, originariamente vi erano cinque ordini Samparda, i guerrieri Akali e gli armati dell’ esercito Nihang divisi tra veterani Buddha Dal e le reclute Tarna Dal con sede nel Takht dell’ Akal del Tempio d’oro di Amristar. Guru, asceti, studiosi e redattori dei sacri testi negli oridini Nirmala con due fondati da Guru dei cinque amati Panj Pyare, gli altri di sacerdoti, asceti e filosofi nell’ ordine Udasi . L’ ordine Miharvān di benefattori per la comunità ispirato da Sri Chand primogenito del guru Nanak nel XVI secolo e poco dopo con Prithi Chand figlio di guru Ram Das con diverse concezioni dall’ ortodossia divenne la Mina nel XVII secolo e nello stesso periodo la setta Ramraiya fondata da Ram Rai. Altri erano riuniti nell’ ordine Sewapanthi dai costumi essenziali, culti e tradizioni dedicata al prossimo. Anche se non si configura come setta, la Damdami Taksal oltre a varie differenze con la tradizione segue il proprio codice di condotta Gurmat Maryada in alternativa al canonico Rehat . Mentre da una parte perseguitava in Sikhismo, alcune sette furono sostenute dai Moghul per ottenerne if favore e dopo la caduta dell’ impero rimasero i seguaci Udasi a proteggere i santuari e ricostruire i profanati dai musulmani. Nel XIX secolo si diffuse la setta Namdhari ispirata dalla forma pura della tradizione, come la Nirankari per ripristinare le originarie di guru Nanak. L’ organizzazione spirituale Radha Soami , seguace dei guru viventi, fu fondata nel 1861 da Shiv Dayal , anch’ essa dalle tradizioni diverse dall’ ortodossia. Dall’ ordine del guru Ravida nel XV secolo, dopo l’ indipendenza ne fu ripresa la tradizione espressa nella setta Ravidassia diffusa anche fuori dall’ India, la più recente negli Stati Uniti nel 1971 dello Yogi Bhajan diffusa anche in Europa, l’ internazionale Sikh Dharma nota come 3HO , con varie pratiche induiste , la meditazione e lo yoga del Kundalini.
Panj Takht
La dottrina religiosa e filosofica Sikh fondata sui sacri testi e dagli insegnamenti dei dieci Guru , si esprime anche con i pellegrinaggi nei sacri siti, con i più venerati cinque Panj Takht, centri dell’ autorità spirituale e temporale del Sikhismo. Tra gli altri in Maharashtra nella città di Nanded il monumentale tempio Hazur Sahib completato nel 1837 come Regno della Verità, nella storica città di Patna in Bihar per celebrare il luogo di nascita del decimo guru Gobind, tra gli altri vari templi nel XIX secolo sorse il Takht del sri Harmandir Sahib, come il più venerato santuario Sikh di Patna Nel Punjab a Talwandi Sabo nei pressi della città di Bathinda ove il decimo guru Gobind completò il Guru Granth, dal XVIII secolo sorge il Takht di Sri Damdama Sahib, tra i vari luoghi di culto la città santa di Fatehgarh ospita Il più grande e venerato Gurdwara di Fatehgarh Sahi in onore dei caduti contro l’ esercito Moghul nel XVIII secolo guidati dal condottiero Bahadur. Celebrato anche per il al martirio dei due giovani figli del decimo guru Gobind , centro di pellegrinaggi e animato per le cerimonie dello Shaheedi Jor a dicembre. Infine il più antico e venerato Akal_Takht ove è custodito il sacro Guru Granth Sahib nell’ Harmandir c noto come il grande Tempio d’Oro di Amristar fondato ne XVI secolo dal quarto guru Ram das e capitale mondiale della vasta comunità Khalsa.
Gurudwara
I Gurdwara sono aperti ad ogni fede, casta, cultura o paese, i primi sorti dal XVI secolo nello stile tradizionale in India con gran parte nel Punjab, dopo la diaspora negli altri paesi nel resto dell’ Asia , oltre a quelli edificati dalle comunità Sikh ad ovest tra l’ Europa e il nord America, sempre ispirati dall’ architettura Sikh originale, ma con le sue varianti . Davanti al Gurdwara, su un’ alta asta si innalza il vessillo triangolare Nishan arancione con al centro il disegno della sacra spada Khanda a simbolo del potere spirituale e temporale. Si accede per la sala Darbar con il capo coperto e scalzi inchinandosi davanti al sacro Guru Granth , la funzione inizia con la recita del lettore cerimoniale Granthi, mentre i fedeli pregano e cantano gli inni Shabad tratti dalla raccolta dei sacri testi del Dasam Granth, accompagnati dalla devozionale musica Sikh oltre la recita di poemi epici. Viene poi letto l’ordine quotidiano Hukamnama con il messaggio alla comunità e offerto il dolce Karah, infine la preghiera per la pace e prosperità, nei matrimoni, funerali ed altri eventi con il Bhog si eseguono le ritualità e la lettura dei sacri testi. I templi ospitano i centri Sangat ove i fedeli si ritrovano nel percorso spirituale, assieme alla mensa Langar che offre cibo quotidianamente a tutti nel principio di uguaglianza. Gran parte dei più antichi si trovano nel Punjab indiano oltre gli storici sorti in quello del Pakistan e tra le comunità nei vari stati in India , come i luoghi più sacri religiosi e culturali del Sikhismo. I Gurdwara, sono in gran parte edificati nella monumentale architettura Sikh anche ispirata da quella Moghul per le cupole, archi decorazioni di intarsi e affreschi, le candide mura i tetti dorati e il santuario affacciato su vasche e stagni sacri. Nella storica città di Delhi tra i vari monumenti, palazzi e santuari islamici si trova il maestoso di Bangla_Sahib fondato nel XVII secolo e ricostruito nel 1783, il Bangla Sahib di Delhi si erge dalle candide mura e i tetti dorati con gli interni decorati affacciato sacro stagno Sarovar. In Himachal Pradesh nella città di Paonta, fondato dal decimo guru Gobind nel 1685 il Gurudwara di Paonta_Sahib, nel Punjab pakistano poco distante da Lahore, ove nacque guru Nanak, la santa città di Nankana con il monumentale santuario di Janam Asthan. Lungo il confine con il Punjab indiano nella città di Kartarpur guru Nanak fondò la prima comunità e dal XVI secolo vi sorge uno il grande Darbar Sahib sulla sponda destra del fiume Ravi, visibile dalla parte indiana ove i fedeli si riuniscono per la cerimonia darshan , recentemente accessibile con l’ apertura del corridoio di Kartarpur sulla frontiera. Gli altri più venerati in India si trovano nel Punjab , per il distretto di Kapurthala la la storica città di Sultanpur fu fondata alla fine del XV secolo ove con il primo guri Nanak sorse la comunità Sikh e dall’ epoca sorsero gli otto Gurudwara di Sultanpur Lodhi centro di pellegrinaggi. Nel distretto di Jalandhar, la città di Kartarpur dai vari santuari fu fondata nel 1594 dal quinto guru Arjan venerato come primo martire Sikh, nel distretto di Rupnagar la città di Kiratpur sorge da un centro fondato nel 1627 dal sesto guru Hargobind sul fiume Sutlej ove sono stati edificati sette storici Gurdwara di Kiratpur meta di pellegrinaggi e seguendo il corso del Sutlej per il Rupnagar si trova la città santa di Anandpur. Deve la sua prima fondazione al nono guru Bahadur nel 1665 ove la comunità del Khalsa Panth venne fondata dal decimo guru Gobind, divenuta grande centro di pellegrinaggi come la sacra città della Beatitudine dai vari templi, santuari e i più venerato Sri sis Ganj Sahib di Anandpur . Guru Gobind dalla fine del XVII secolo per la difesa dai Moghul fece edificare le cinque fortezze Qila con il forte della beatitudine Anandgarh ,il forte dell’acciaio Il Qila Lohgarh Sahib , il forte della vittoria Lohgarh e il Kesgarh divenuto il più venerato santuario Takht di Sri Kesgarh Sahib. Oltre vari i siti storici e santuari di Anandpur, si trovano recenti edifici che ospitano il museo storico Virasat della Khalsa . Nella regione del Majha la cittadina di Khadur dalla fondazione con il secondo guru Angad nel 1539, ospita il Gurdwara di Khadur Sahib e nella città di Tarn Taran al guru Arjan si deve la fondazione nel 1590 del monumentale Gurdwara di Tarn Taran Sahib, sulla grande vasca rituale sarovar dalle candide mura e i tetti dorati. Seguendo il fiume Beas non distante da tarn Taran , nella città di Goindval il terzo guru Amar Das fondò un centro nel 1552 ove sorse il gurdwara di Baoli Sahib in marmo bianco, tra quattro cupole si erge la più grande dal pinnacolo dorato e il cornicione decorato, la facciata con torrette tra cornici e finestre, l’ingresso con affreschi della storia sikh. Il Gurdwara di Goindwal si completa con il monumentale pozzo a gradini ove dopo le sacre abluzioni i fedeli recitano la Japji Sahib per ola liberazione Moksha e raggiungere l’unità mukhti con Dio, non distante il Tempio d’ Oro di Amritsar, centro della cultura Sikh nel mondo.
Amristar
Nota come Rāmdāspur la città di Amritsar fu fondata nel 1574 dal quarto guru Ram_Das fiorendo fino a metà del XVIII secolo quando fu devastata dall’ esercito del Durrani afghano, dopo la riconquista nel 1802 fu ricostruita da Ranjit Singh. Divenuta capitale Sikh all’ epoca risalgono vari siti storici di Amritsar, tra gli altri i giardini Bagh con i padiglioni del Jallianwala e a difesa venne edificata la poderosa fortezza di Gobindgarh , che tra mausolei, edifici e palazzi ha lasciato la residenza reale Ram Bagh. Dall’ epoca come città santa sorsero gli storici Gurudwara di Amritsar , con il più antico e venerato Harmandir Sahib, noto come il Tempio dì Oro di Amritsar che ne ha percorsa la storia dalla fondazione nel 1577 con il quarto guru Ram_Das. Dalla metà del XIX secolo fu nel dominio britannico, ostacolato dalla comunità e per contenere il proselitismo induista, musulmano e cristiano fu centro del movimento Singh Sabha fondato nel 1870 per conservare la tradizione. Nell’aprile del 1919 una manifestazione fu duramente repressa dalla guarnigione inglese a Jallianwala Bagh ricordato come il massacro di Amristar, fu poi edificato il tempio induista di Durgiana dal classico stile sikh. I conflitti continuarono anche dopo l’ indipendenza indiana e con la guida di Bhindranwale nel giugno del 1984 i Sikh occuparono il tempio d’oro di Amritsar, li ricordo armati di spade ed alabarde alcuni assieme alle famiglie assediati dall’ esercito e poi attaccati con l’ operazione Blue Star provocando diverse vittime compreso Bhindranwale, il tempio fu devastato e poi restaurato come lo si trova. Poco a sud dall’ Harimandir del Tempio d’Oro, tra i vari e venerati Gurudwara di Amritsar si innalza come un’ alta e candida torre ottogonale su nove piani il Baba_Atal consacrato nel XVIII secolo al venerato Baba Atal decorato da affreschi sulla storia Sikh. Dallo stile ispirato al Moghul il Gurudwara di Bibeksar vicino alla Porta Chattiwind, poco distante dal simile stile si trova il Baba Deep con il santuario consacrato al martire nel 1762 nella difesa dagli invasori afgani Baba Deep, sempre nei pressi della porta a sud est affacciato sul suo sarovar il Gurudwara di Ramsar edificato a metà del XIX secolo sull’ altra sponda del sarovar al XVI secolo risale il Manji consacrato al quinto guru Arjan. Il Gurdwara di Ka mahal fu edificato sulla residenza del guru Ram Das su una piattaforma, si eleva per tre piani con il primo per la meditazione, sopra per la preghiera e il superiore ospita il Guru Granth Sahib, vicino all’ inizio del XIX secolo risale il Bhai Saalo.
Il Tempio d’ Oro
Centro della religione e cultura Sikh, il venerato Gurdwara dell’ Harmandir Sahib dimora di Dio noto come il maestoso Tempio d’Oro, aperto ai fedeli di tutte le religioni attraverso le quattro porte che simboleggiano, apertura, accoglienza, accettazione e appartenenza. Circondato dal sacro lago Sarovar dall’ acqua santa Amrit, si erge nella spettacolare achitettura dell’Harmandir in parte influenzata dall’induista Rajput e l’indo islamica Moghul, nel sontuoso ingresso centrale Darshani Deorbi quattro serie di porte d’oro con baldacchini decorati da gioielli e le spade d’oro usate per scavare il Sarovar. Dal Tempio d’ oro verso l’ estremità sud orientale a Ramrauni si ergono le due alte torri Burj in pietra rossa su tre piani simile a minareti in stile Moghul edificate nel XVIII secolo dalla comunità Ramgarhia, poco oltre nella tradizione di accoglienza e fratellanza si apre il vasto Langar ove quotidianamente viene offerto cibo a tutti. Il lungo corridoio di marmo unisce il percorso parikrama attorno al lago Sarovar animato da fedeli e pellegrini verso il santuario centrale da dove echeggiano i suoni e i sacri inni, il piano inferiore ospita l’ originale sacro testo del Granth Sahib. Venerato da fedeli e pellegrini tra le preghiere che terminano con il rituale sukhasan accompagnato dagli inni Kirtan e le tre parti della preghiera Ardās. Alla sera i il Guru Granth Sahib con una portantina palki decorata viene trasportato nella sua dimora notturna davanti al tempio ove si erge il santuario Akal Takht anch’ esso di candido marmo e la cupola dorata recentemente ricostruito sul precedente del XVIII secolo nel monumentale stile come Trono senza tempo della fede e cultura Sikh dal Punjab estesa tra le comunità nel mondo.