Nel cuore dell’Africa
Pietro Savorgnan di Brazzà nacque a Roma suddito del papa re nel 1852, mentre gli inviati della Royal Geographical Society e altri esploratori anche italiani si avventuravano nell’ Africa ignota e ne stavano tracciando le prime carte, ma l’immenso teritorio al centro del continente rimaneva un vasto spazio bianco dove non si poteva scrivere altro che unknow. L’ Italia era unita da un pezzo quando il ragazzo si arruolò nella marina francese e partecipò alla guerra contro la Prussia sulla nave La Révanche nel Baltico, conquistando il diritto di cittadinanza del paese che aveva servito.
Alla fine della guerra nel 1870 continuò la carriera militare e quattro anni dopo con la nave Vénus incontrò l’ Africa sulla costa del Gabon, dove fece un’ escursione nell’ interno relazionando sulla possibilità di risalire il fiume Ogouè per esplorare l’ immenso territorio tropicale della regione ed arrivare all’ ignoto Lualaba e penetrare quel cuore misterioso e temuto del continente dove pochi avevano provato ad avventurarsi. Il progetto venne approvato dal governo e Brazzà organizzò la spedizione nel 1875 assieme al suo compagno del Vénus Victor Amon, l’ esperto naturalista Alfred Marche e il giovane laureando in medicina Noel Ballay, scortati da dodici militari senegalesi e quattro interpreti del Gabon.
Nell’ ottobre del 1875 la spedizione iniziò la risalita del fiume Ogoué arrivando all’ avamposto francese di Lambarènè in sette mesi, ma i fondi governativi erano scarsi e per non interrompere la spedizione Brazzà fu costretto a chiedere aiuto alla sua famiglia che lo finanziò. Ricevuto il denaro, riuscì ad accordarsi con il sovrano dell’ Orungu Renoké per proseguire assieme nei territori interni, ma ben presto si accorse che l’ autorevole compagno di viaggio approfittava della spedizione per razziare schiavi e liberò i disgraziati strappati ai villaggi, dichiarando la tratta illegale in nome della Francia.
La risalita dell’ Ogouè continuò tra le rapide fino alla regione dell’ Ivindo dove l’ omonimo fiume confluise con il Passa e capì che non era collegato al Lualaba, lasciò il fiume e superò gli altipiani del Bateke popolato dai bantu Teke per raggiungere l’ affluente del Congo Alima nel territorio della tribù ostile Apfuru che impediva il proseguimento. Con pochi uomini continuò fino all’ altro affluente Likona dove giunse nell’agosto del 1878, ma per mancanza di provviste tornò sulla costa e fu informato dell’ impresa di Henry Morton Stanley che aveva disceso il Congo fino all’ estuario, chiamato dagli indigeni “lo spaccatore di pietre” Bula Matari per la sua risolutezza.
In Francia fu accolto trionfalmente e venne insignito della Legion d’ Onore, nel frattempo Leopoldo II del Belgio aveva fondato il Comitèe pour l’ Aute Congo con il progetto di completare le esplorazioni del fiume e stabilirvi centri per la penetrazione coloniale che offrì a Brazzà di organizzare, ma il fedele cittadino francese rifiutò e l’ impresa fu affidata a Stanley del quale ormai era divenuto rivale nell’ esplorazione del Congo. Dalla colonizzazione belga nacque lo Stato_Libero del Congo come Domaine Privé di quel criminale regale che fu Leopoldo, un regno personale che costringeva all’asservimento imponendo di lavorare in semischiavitù, fornire avorio e caucciù in condizioni indicibili con le atrocità della crudele Force Publique, masnada di criminali assassini locali diretta da ufficiali belgi che terrorizzavano la popolazione, torturavano e bruciavano villaggi e operarono un vero genocidio, orrore per la prima volta denunciato all’ ignominia della storia dalle foto drammatiche di Alice Harris.
L’esplorazione del Congo
Egli progettò di fare altrettanto per la Francia con l’ approvazione del governo e nel gennaio del 1880 era di nuovo sull’ Ogoué, dove creò il primo centro francese di Franceville, proseguì nella regione di Bateke e riuscì a raggiungere il Congo nel villaggio di M’bé nel regno Teke del sovrano Makoko dal quale ebbe la concessione di un territorio per la Francia nel settembre del 1880, iniziando il dominio coloniale francese sull’alto Congo, mentre Stanley stava organizzando quello belga. Con l’appoggio del sovrano proseguì la spedizione e in un mese giunse sulla sponda settentrionale della grande laguna Malebo nella quale si apriva il Congo da poco battezzata Stanley Pool.
Prese possesso della zona in nome della Francia e vi costruì un piccolo centro dove lasciò il solitario caporale senegalese Malamine affidandogli una copia del trattato con il re Makoko da mostrare a tutti i bianchi che vi fossero giunti per garantirne la legalità, e raccomandando l’ alza bandiera quotidiano. Tornando lungo il fiume, tra i centri di Vivi e Isanghila fondati l’ anno prima da Stanley, il sette novembre incontrò colui che aveva ritrovato Livingstone e ormai divenuto leggendario esploratore del Congo.
Si intrattennero nella cortese antipatia reciproca scambiandosi le idee sull’ Africa, gli africani e l’ opera dei bianchi nel continente, poi Brazzà annotò che il suo antagonista era uso a compiere imprese con centinaia di uomini armati aprendosi la via a fucilate, mentre lui con poche risorse e pacificamente stava esplorando il Congo per assicurare la presenza della Francia nel continente. In entrambe i casi erano protagonisti della spartizione di quel pezzo d’ Africa tra due potenze europee alle quali interessava ben poco come ciò poteva avvenire e tantomeno avevano a cuore il destino delle popolazioni che si accingevano a dominare per i successivi ottanta anni.
Dopo un paio di giorni ognuno riprese la sua via e Brazzà si imbarcò sul battello inglese Congo per il Gabon arrivando a Libreville il quindici dicembre, poi proseguì per i centri di Lambaréné e Franceville, dove rimase tre mesi per un’ infezione ad un piede e fu costretto a ricorrere nuovamente alla famiglia per avere finanziamenti e scrivendo alla madre lamentò che il suo rivale Stanley procedeva in esplorazioni milionarie e lui compiva le sue missioni con gli scarsi fondi a disposizione.
Continuò sul fiume Ogoué e raggiunse il Kouilou Niari di cui esplorò la regione fino all’ aprile del 1882, tornò a Parigi accolto con tutti gli onori, ma il governo si stava convincendo alle pressioni di Leopoldo II del Belgio che voleva far apparire le spedizioni di Stanley di interesse internazionale e più importanti delle sue. Brazzà si impegnò in conferenze per dimostrare che Stanley operava per gli interessi coloniali di Leopoldo II, nell’ottobre del 1882 i due rivali si incontrarono a Parigi e la sera stessa, mentre Stanley parlava di lui ridicolizzandolo in una cena della comunità anglosassone, egli sfoggiò un grande savoir faire e l’ antagonista fece la figura di un maleducato contendente per la gioia della stampa francese che gli tributò la fama di gentiluomo.
Alla fine delle sue imprese il protagonista delle esplorazioni in Congo e il fondatore del colonialismo francese nel Congo ebbe l’ onore di avere intitolata la città di Brazzaville sulla sponda del fiume, dove governò pacificamente fino al ritiro, ma non lasciò l’ Africa e si spense in Senegal nel 1905, un anno dopo del suo antagonista, lo “spaccatore di rocce”Bula Matari.
©Paolo del Papa Viaggiatori ed esploratori. Vol. Africa:Congo,Brazzà
Photo gallery: Africa South East
Categoria
esplorazioni – Africa