Cristianesimo celtico
Ai tempi di Costantino nel secolo quarto monaci delle galliche Normandia e Bretagna portarono il Cristianesimo in Britannia e la vicina Irlanda, ma dopo che il romano impero s’era sgretolato se ne persero le rotte che ne legavano le remote province, così tra Britannia e Irlanda il cristianesimo isolato aveva preso le sue vie diverse dal resto della chiesa. Tradizione vuole che in Britannia per primo giunse Giuseppe d’Arimatea nel sessantatrè dal martirio di Cristo, cent’ anni dopo seguirono nel Galles i santi Alban e Anfibalo, poi Ninian che si spinse tra i bellici Pitti di Scozia ove sorse la confessione dei Culdei. Con essi giunse la dottrina di Pelagio che negava il peccato originale e quindi tutto ciò che fondava su esso come il battesimo, in virtù che solo la volontà portava alla grazia. Lupo e Germano vescovi nel 429 la stabilirono sradicata qull’ eresia, ma a lungo continuarono i conflitti tra il cristianesimo romano e celtico che si fece sue gerarchie, credenze e liturgie, in quelle terre che poco potevano comunicare quasi prive di vie con l’ Europa e rimaste lontane da dottrine, filosofie e e riforme che andavano ad accrescere la chiesa. Molte erano le differenze del cristianesimo celtico, l’autorità era di abati e badesse anche senza esser ordinati nel sacerdozio e a pari rango dei vescovi, si celebrava Pasqua all’equinozio di primavera gli antichi riti druidici, non si riconoscevano martiri , reliquie ed autorità di sorta. Così che mentre fino al secolo sesto il resto della cristianità ancora praticava solo la pubblica confessione dei peccati perché vi interveniva il sacrificio dei martiri con le reliquie, lì lo si faceva ad personam.Non solo Cristo, la madre Maria e Giovanni Battista erano esenti dal peccato originale per intercessione dello Spirito Santo come dottrinava la chiesa Decuit, potuit, fecit, ma anche tanti profeti e persone pie.La chiesa stabilì nel sinodo di Cartagine del 418 i pargoli defunti senza battesimo andavano all’ inferno seppur con modesti tormenti e sepolti in terra sconsacrata assieme a suicidi ed eretici, per i cristiani celtici in accordo con come Pelagio essi invece salivano a paradiso giacchè il battesimo a quegli innocenti giungeva dalla pioggia scivolata dai tetti delle chiese. Altrove s’ aborriva magia e stregoneria punite con tormenti e morte, ma in quelle terre use ad antichi riti era ancora costume, tanto che il pio Patrizio d’ Irlanda ne fece sinodo a scomunicare i persecutori di tali pratiche e così rimase nei secoli a venire , tanto che quando si osò imbastire processo di stregoneria nel 1300 l’ inquisitore venne tacciato d’ eresia e se ne fuggì in Avignone a chieder protezione dal pontefice Giovanni XXII. A risolvere la questione si cominciò nel Sinodo di Whitby del 664 per argomentare tra le diverse dottrine dalle codificate nella romana chiesa e se ne ebbero altri ne’ secoli a dibattere la supremazia della Chiesa fondata da Pietro apostolo che qui non si riconosceva giacchè ritenevano che Cristo avviò gli apostoli per il mondo intero e ove giungevano fondavano comunità di pari rango, solo nel Sinodo di Kells del 1172, il Rito Celtico si conformò al resto.Ne rimase fuori il monachesimo dei Culdei che, tra i settentrioni di Scozia e Irlanda, mantenevano antichi usi druidi e retaggi di pensiero pitagorico ed essenico, nonché sostenitori dell’anacorestismo, sotto unica autorità del l’Abate di Iona che s’ estendeva tra i vikinghi del Landnamabok.
Monaci d’Irlanda
Nel secolo quinto il pontefice Celestino I incaricò Patrizio d’ evangelizzare l’ Irlanda intera e a settentrione nell’ Ard Macha edificò il monastero di Armagh di dove iniziò l’ opera poi proseguita da Declan mandato dal Papa Ilario che convertì i clan della tribù An Déise nel Waterford fondando il convento di Ardmore. Il pio Finnian d di Clonard nella contea di Meath fondò l’abbazia di Clonard di dove i suoi seguaci andarono a predicare e fondare monasteri per i remoti territori irlandesi, cosìsorse il monastero di Emly nel Tipperary pare fondato dal vescovo Ailbe, sull’ eremo del pio Ibar quello di Begerin sul mare a Weford, quindi Enda di Aran fondò l’ abbazia di killeaney nell’ isola Inishimore delle Aran al largo di Galway. Brendan di Bir andò nella contea di Offaly a fondare il monastero ove furono redatti i Vangeli di McRegol, al fine dei suoi giorni racconta il discepolo Columba di Iona ne vide l’anima scortata dagli angeli in cielo. Roscomon Ciarán nacque nel cinquecentosedici dal carpentire Beoit, giovane lasciò la casa vagando per le brughiere seguito da una mucca che lo nutrì di latte per anni e quando morì della pelle se ne fece pergamena. Su essa scrisse il “Libro della mucca bruna, ” Leobr na h’Uidre, poi raccolto dall’amanuense Máel Muire mac Célechair per il poema epico in gaelico Tàin Bò Cuailnge nel secolo dodicesimo, dicasi che l’ anima di chi lascia l’ ultimo alito in morte sulla reliquia della pelle vada diretta in Paradiso. Discepolo e poi maestro alla scuola di Finnian di Clonard, di lì andò per le isole Aran a Inis Mor dal maestro Enda di Aran che lo consacrò al sacerdozio inviandolo con otto altri nella contea di Offay a fondarvi la prima chiesa “dei figli di Nós” Cluain Mhic Nóis sulle rive dello Shannon, ove ebbe aiuto dal primo re cristiano Supremo d’Irlanda Diarmail Mac Cebail. Vi sorse il monastero Clonmacnoise di Ciarán poi meta di pellegrinaggi ad onorarlo,ne rimangono rovine di cappelle, tue torri , la cattedrale sorta nel secolo decimo e cimitero con la croce celtica che porta scene dal Giudizio Universale e la Crocifissione. Dettò severa regola d’ austerità ai suoi discepoli e si dice tanta era sua la virtuosa fama a suscitare invidia di certi monaci da pregarne la morte, che al dir del vero lo colse di peste a trentatré anni. Dispose di lasciare il suo corpo insepolto in umiltà massima, ma i monaci non l’esaudirono e ne fecero sepolcro presto meta di pellegrini, nel frattempo giunse il fraterno amico Kevin di Glendalough che lo trovò defunto così che la sua anima tornò miracolosamente in corpo a conversare ancora una volta col pio confratello prima di lasciare definitivamente questo mondo. Di Columba di Terryglass Tir-da-glasí come Ciarán fu discepolo e uno dei Dodici Apostoli dell’ Officium Sancti Vinnian di Finnian di Clonard inviati in umiltà e fervore di fede per l’Irlanda a predicare e fondare monasteri Trium virorum millium, Sorte fit doctor humilis;Verbi his fudit fluviumUt fons emanans rivulis. Si sa che poco prima di metà di quel secolo sesto nella contea di Tipperary assolse il suo compito costruendo il monastero di Terryglass ove fu maestro dei poi beati anch’essi Caemban, Fintan, e Mocumin, qui fu redatto il Leabhar Laighean, il Libro di Leinster che accoglie poemi e racconti di dell’ antica tradizione dei Celti Irlandesi poi conservato al Trinity College In Dublino. Morì della peste che si portò via il confratello Ciarán, dopo dicasi aver portato reliquie di Martino di Tours da un viaggio in quella città di Francia. Sebbene discordi nei tempi,si ritiene Ciarán di Saighir altro dei Dodici Apostoli di Finnian di Clonard, fu Il nobile di stirpe regale nato nel lembo meridionale d’ Irlanda, fu a studiare ancora in Francia a Tours e poi a Roma, ove fu consacrato vescovo e qui incontrò il pio Patrizio che gli chiese di precederlo ad evangelizzare l’ Irlanda, leggenda vuole che da lui ebbe una campana per fondare un monastero ove essa avrebbe suonato per la prima volta. Tornato prima si fece eremita tra i monti Slieve Bloom a Saighir solo in armonia con la natura e le sue creature ove visse in ascetica preghiera con un cerbiatto, una cerva, un tasso, una volpe, un lupo e un cinghiale, operando il suo primo miracolo quando pregò un falco di lasciare un uccellino che ghermiva e lo ridette a nuova vita.
Questo si narra nelle Vitae di Ciarano ove stanno delicate storie di animali che danno ascetici e morali insegnamenti che andava predicando ai discepoli che presto accorsero al suo eremo del quale fece monastero attorno cui sorse il villaggi di Sier-Cìarán. Se ne narrano i tanti miracoli come la resurrezione di sette musici uccisi da banditi e quando ebbe litigio con il sovrano Ailill lper una settimana lo rese muto. Nel gaelico Félire Oengusso lo si definisce episcopus episcopo rum e datosi che nelle Vitae si racconta di suoi viaggi in Cornovaglia e che vi morì, dal 1200 lo si identificò con San Piran di Cornovaglia.Finnian de Moville fu discepolo di Colman di Dromore e poi in Mahee di Mochae di Noendrum, a Whithern fu con il beato Ninian e di lì si recò a Roma ove ebbe una preziosa copia della traduzione latina della Bibbia Vulgata di San Girolamo che portò in Irlanda ove fondò il monastero di Druim Fionn e la scuola monacale di severa regola e penitenza nella quale studiò Columba di Iona. Dell’ altro tra i “Dodici Apostoli” Colum Cille Columba di Iona, discendente del re irlandese Niall Noigillach che dicasi rapitore del giovane San Patrizio, narra la Vita Columbae che ne rimane il manoscritto di Adamnano , nono abate del monstero fondato in Iona dal beato Columba. A raccontarne il viaggiare per la Scotia Adomnàn da’ per primo menzione dei miti di britannia e Scozia, vi narra d’ un prode Arturius figlio di Áedán mac Gabráin re degli Scoti di Dál Riata, nonché d’ un mostro in Loch Ness che aveva ucciso uno dei Pitti incontrati ne’ pressi da Columba e lo resuscitò mentre la mostruosa fuggiva nelle acque del lago.L’apostolato del beato Columba si trova anche nel testo latino Historia ecclesiastica gentis Anglorum di Beda il Venerabile e nel poema gaelico di Dallán Forgaill Amra Choluim Chille elogia virtù e azioni di Columba morto poco prima e ne conferma il viaggio in Scotia a convertire Bridei re di Fortritu dei Pitti e il suo popolo. La storia ci dice anch’ egli allievo di Finnian di Clonard e poi monaco che nella scuola di Finnian di Moville di nascosto al buio copiò un prezioso salterio liturgico nel Cathach San Columba, leggenda vuole miracolosamente illuminato da una sua mano, per ciò ando in giudizio dal re Diarmuid che lo costrinse apenitenza. Tempo dopo si vendicò scatennando il popolo contro quel sovrano scontrandolo nella “battaglia del libro” del 561 in Cúl Dreimhne ove furono oltre tremila a perire degli armati reali e solo uno tra i suoi fedeli.Ad espiare l’evento si dette proposito d’andare a convertire tanti Scoti e Pitti quanti erano stati i morti in battaglia a causa sua e con dodici discepoli giunse all’isola scozzese di Iona ove poi fondò la sua abbazia,ponendosi con saggezza a mediare i continui conflitti tra i Clan che di lui sapevano virtù e miracoli. Tra missione e preghiera i monaci s’adoperarono a venire negli studi e arte emanuense, che a memoria ne rimane il prezioso evangelario miniato Leabhar Cheanannais, il Libro di Kells redatto all’ inizio del secolo nono che si conserva al Trinity College in Dublino. Il convento del venerabile Columba ben presto divenne meta di pellegrinaggi su vie segnate da croci celtiche dopo la sua morte beatificato. A metà del secolo nono le sue spoglie furono divise in reliquie tra la Scozia e la sua Irlanda,nell’Abbazia di Inchcolm una preghiera manoscritta ne recita la gloria Columba spes Scotorum nos tuorum meritorum interventu beatorum fac consortes angelorum. Alleluia. Al metà di quel sesto secolo sul pagano santuario della dèa Brigit a Kildare sorse il primo convento del monachesimo femminile irlandese fondato da Brigida di grande autorità ecclesiale che andava a superare quella del vescovo e tale rimase per tutte le badesse che vennero poi finchè nel Sinodo di Kells del 1152 fu abolita in virtù delle canoniche prescrizioni della chiesa.
Canizio Kilklenny nacque nel cinquecentoquindici e fu allievo di Finnian di Clonard con Columba di Iona, poi discepolo del venerabile Mobhi in Glasnevin assieme a Ciarán di Clonmancnoise e Comgall di Bangor, ebbe sacramento sacerdotale dal beato Cadog Ddorth nel monastero gallese di Llancarfan e di qui fu a Roma.Tornato convertì il fratellastro Geal-Breagach e assieme fondarono il monastero di Drumachose poi in Scozia fu con l’ amico Columba di Iona ad evangelizzare quelle genti dal re Brude e i sui pagani Pitti. In quelle terre sono tracce della sua presenza nella chiesa Kil-Chainnech sull’isola Tiree, il camposanto di Iona, gli eremi nelle isole di Ibdon ed Eninis, l’ oratorio Lagan-Kenny sul Lagan e un monastero nel Fifeshire. Dalla Scotia fu di nuovo in Iralnda ove nella contea Westmeath fondò il monastero di Drumachose, e in quella Laois l’abbazia di Aghaboe, in esse redasse il commentario evangelico Glas-Chainnigh e poi si dette a combattere il paganesimo druidico che ancora resisteva in quelle terre irlandesi. Fu vera crociata in armi che sbaragliò l’ ultimo esercito pagano ne’ pressi di quella che divenne Kilkenni, “Chiesa di Canizio” Cill Chainnigh nel gaelico irlandese dell’ epoca.Venne inumato in Aghaboe nel seicento ove rimane venerato patrono dei naufraghi.
San Patrizio
Si racconta che Patrizio a convertirli spiegò agli incolti clan irlandesi la Trinità mostrando un trifoglio shamrock che poi divenne simbolo di quel paese, dicasi che poi in altro luogo fece un pozzo donde si varcava il Purgatorio e dal monte Croagh d’ antica sacralità fece rotolare una campana nella baia di Clew a scacciare i serpenti che l’ infestavano e di lì sorsero quelle isole che la fronteggiano. La storia racconta che il figlio dei nobili romani di Scotia i Calphurnius e Conchessa, Maewyin Succat venne rapito giovanissimo da pirati irlandesi e venduto schiavo a re Dal Riada nei territori settentrionali di quell’ isola.Vi fu costretto sei anni conoscendo la lingua gaelica e la religione celtica e poi riuscì a fuggire tornando alla sua terra cristiana ove si fece diacono, di lì fu in Gallia accolto dal pio e poi santo vescovo governatore della provincia lionese Germano d’ Auxerre, che ivi combatteva il Pelaganesimo assieme ad lario di Arles , da cui ebbe consacrazione a vescovo e il pontefice Celestino I che lo volle missionario per le isole di Britannia ancora pagane e poi in Irlanda.Fu grande l’ opera di conversione dal paganesimo di quelle genti che però rimasero legate a certe forme dell’antica religione così che Patrizio le fece sopravvivere come la croce celtica divenuta simbolo di quel Cristianesimo che andò a lungo per proprie vie diverse dalla Chiesa di Roma. Le cronache dicono che aveva passato i cinquant’anni quando partì su quelle vie del pellegrinaggio a Roma che in molti vi transitarono nei secoli a venire, intanto aveva raccontato la sua vita missionaria nella Confessio ove e nell’ Epistula esposto il suo pensiero ai milti Coroticus, finendo i suoi giorni non è dato ben sapere se in Britannia o lì dove si definisce viaggiatore d’ irlanda della quale ove rimane il Patrono “May the road rise to meet you, may the wind be always at your back, may the sun shine warm upon your face, and the rains fall soft upon your fields and, until we meet again, may God hold you in the palm of His hand”
Brendano di Clonfert
In quel medioevo di confini sfumati tra territori noti e lande sconosciute s’erano diffusi racconti di intrepidi viaggiatori e naviganti, quelle mirabilia che nella remota Irlanda li si chiamava imram e tale era la Navigatio Sancti Brandani redatta in latino da anonimo irlandese nel secolo decimo pervenuto nel manoscritto d’Alençon. Trascritta poi in vari idiomi d’Europa e una traduzione italiana, ma già nel XV secolo in antico toscano e veneto, tanta era la fama dei viaggi di Brendano di Clonfert. Figlio di Find Loga ch’ ebbe natali nell’ irlandese costa di Kerry in Tralee sul finire del secolo quinto che l’antico calendario irlandese celebra il ventidue di marzo come Egressio familiae Sancti Brendani.Nei ventinove capitoli della Navigatio si narra della costruzione d’ una nave di legno e pelli cucite e la partenza di Brandano con sessanta seguaci da Seana Cill sotto il Monte Brandon per l’intrepido viaggio cercando il terrestre paradiso dell’Eden che il monaco Barindo gli disse trovarsi nell’ Isola dei Beati Tír na nÓg, nel temuto Mare Oceano Tenebroso ch’ era l’Atlantico. In quelle acque impetuose trovarono le ripide scogliere di un’isola ove brucavano pecore gigantesche e poi un mostruoso Zaratan dormiente emerso dagli abissi, tanto grande da scambiarlo per isola così che vi approdarono a celebrare il giorno della Resurrezione facendo un fuoco che risvegliò il mostro marino. Di lì navigarono trovando altra isola che doveva essere Paradiso degli Uccelli, tanti e vari ne vivevano, poi l’ Isola degli Anziani di sant’Albeo, quella degli Uomini Forti e dell’eremita Paolo, infine quell’ lsola_Doviziosa dei Beati tanto cercata per poi tornare alla loro Irlanda. La storia racconta Brandano fratello di Bríg, che il Martirologio di Donegal la ricorda santa, il pio Erc del Kerry lo sacramentò in battesimo in Tubrid e fu cresciuto dalla beata Ita di Killeedy, venne a studiare da Jarlath di Tuam e poi prese sacerdozio. Fu anch’ egli discepolo di Finnian di Clonard e ne divenne uno dei Dodici apostoli d’Irlanda, stretto in fraterna amicizia con Columba di Iona, Colomano di Cloyne, Enda di Aran , Brendano di Birre Brigida la santa. Il Bibliotheca Sanctorum Cuthbert Mc Grath lo racconta fodatore di chiese e monasteri in Enach Dúin nell’Annaghdown, Aleth, Plouaret, Inchquin e Ardfert, infine Seana Cill sotto il Monte Brandon di dove si fa partire nella Navigatio. La sua abbazia in Clonfert nella contea di Galway giunse ad avere tremila allievi ai quali leggenda vuole dette l’ ordine monastico ispirato da un angelo e di lì si sparse il suo culto beatificato dall’ Irlanda al Baltico, per la Scozia, Galles, Britannia, Normandia, Bretagna e Fiandre ove a Bruges ne sorge il convento Poterie che conserva reliquie ed opere che lo raffigurano.
Se la Navigatio ne celebra miticamente il più importante dei suoi tanti viaggi e pellegrinaggi, certo è che per primo in esso incrociò quelle che poi furono le rotte dei Vikinghi dall’ Irlanda lungo le coste occidentali di Scozia, passando per le Ebridi Esterne, Orcadi, Shetland e Fær Øer .Di lì è possibile la navigazione più a nord verso l’Islanda da dove poi i Vikinghi raggiunsero la Groenlandia donde partì l’incerta spedizione oltre l’ Atlantico a Terranova e le coste settentrionali del Nuovo Mondo. Quale che fu il reale viaggio di Brendan Clonfert alla ricerca dell’lsola_Doviziosa, si sa che navigò per mari e terre lontane sfidando il tenebroso Atlantico che ancora lo si credeva Finis Mundi, così che va iscritto alla storia dei grandi viaggiatori alla scoperta dell’ignoto, seppur unicamente animato dal fervore di monaco irlandese.
I monaci in Europa
L’ opera dei beati monaci irlandesi fu intensa nel resto d’Europa tra i secolo settimo ed ottavo, tra i più importanti Colombano nel secolo settimo partì in missionario peregrinatio pro Christo sulle vie d’ Europa, nella Franca Contea fondò l’Abbazia di Luxeuil, poi scese nella Milano longobarda alla corte di Agilulfo convertito al cristianesimo e s’ adoperò a combattere qull’ Arianesimo ancora diffuso in terra italica. Nel 614 il sovrano gli concesse una chiesa in Val Trebbia ove fondare la sua Abbazia San Colombano che per secoli fu centro religioso e culturale dell’ Ordine Colombano da cui partiva una delle più importanti vie di comunicazione italica nota come Via degli Abati. Disibod fu in terra germanica nel 640 a fondare il monastero di Disibodenberg, il pio Feuillen nelle Fiandre belgiche fondò quello di Fosses-la-Ville In Namur, nel 724 sul germanico Lago di Costansa sorse l’abbazia Reichenau ad opera di Pirmino, ne’ pressi di Basilea Säckingen fondato da Fridolino nell’879.Si diffusero monasteri ed abbazie ispirate dal monachesimo irlandese per quei territori entrati poi molti nell’ ordine dei benedettini, che andarono a riunirsi in congregazione benedetta dal pontefice Innocenzo III nel 1215 con a capo l’ abate del Monastero Scoto di San Giacomo in Ratisbona voluto dai sovrani irlandesi nel 1090. In quelle abbazie sorsero scuole di teologia ove operarono Giovanni Scoto Eriugena nel secolo nono, quello successivo Mariano Scoto, poi la scuola di Ratisbona fondata nel 1072. La diffusione e l’ opera del monachesimo irlandese ebbe fine quando anche in Scozia giunse la Riforma protestante e in molti da quei monasteri irlandesi andarono a rifugiarsi nelle abbazie germaniche fin alla loro soppressione voluta nel 1862 dal pontefice Pio IX .
Fonti:
Celti religione
Celti Irlandesi
Santi e Beati
Celtic world
Cristianesimo celtico
Avvento del Cristianesimo in Irlanda
Patrimonio Cristiano d’Irlanda.pdf
Centrostudi Laruna
Navigatio Sancti Brandani
BCM – Biblioteca di Cultura Medievale
Legendary Fictions of the Irish Celts
Department of Irish Folklore
Dizionario storiografia
D’Anna N. Il cristianesimo celtico
Ellena L. La religione dei Celti
Lombardo A. Il medioevo d’Irlanda