Il mistero del Nilo svelato

Nel 1869 l’antropologo tedesco Georg August Schweinfurth fu inviato da un’associazione scientifica del suo paese in Africa centrale e dal Bahr al-Ghazal proseguì nella regione montuosa a nord est del lago Alberto scoprendo l’ Uele scambiandolo per un affluente del Niger , ritenuto il maggior fiume occidentale prima delle esplorazioni di David Livingstone e Henry Morton Stanley. Nella foresta dell’ Ituri in Congo tra il fiume omonimo e l’ Uele incontrò le tribù nomadi di pigmei M’buti che nessun bianco aveva visto, gli stessi ancora ultimi sopravvissuti che ho trovato in una mia spedizione da quelle parti.

Si impegnò nelle sue ricerche antropologiche aiutato dalle incuriosite tribù Mangbetu, che portavano ossa tanto apprezzate da quello strano bianco, ma non sapendo che egli era interessato ai resti degli antenati pensarono fargli cosa gradita procurargli quelli racimolati nei loro banchetti antropofaghi. Schweinfurth continuò le sue esplorazioni nella selvaggia regione,poi individuata come lo spartiacque tra i bacini dei due grandi fiumi africani e studiò le varie popolazioni incontrate, poi un incendio gli distrusse le attrezzature scientifiche e tornò lungo il Nilo nel 1871, impegnandosi a “contare i passi”che calcolò in un milione e duecentocinquantamila fino a Khartum, poi si stabilì al Cairo e vi fondò l‘ Egyptian Geographical Society promuovendo studi e spedizioni fino al 1888 quando si ritirò.

Nel 1878 Clement Denhart in Kenya tracciò il corso del fiume Tana e stese la prima carta del territorio tra il Kilimanjaro e il lago Vittoria, poi la Royal Geographical Society inviò Joseph Thomson a completare le esplorazioni del lago Nyassa scoperto da David Livingstone che seguì le coste del Tanganika e scoprì il lago Ruruka, continuando nella regione del Lukuka. Quattro anni dopo il tedesco Gustav Fischer esplorò l’interno del Kenya scoprendo il lago Naivasha e il monte Meru nel territorio della Tanzania che domina le savane di Arusha, entrò per la prima volta in contatto con le tribù Maasai annotandone costumi e tradizioni, lo informarono sul loro vasto territorio fino all’ Ugogo che esplorò per soccorrere una spedizione del compatriota Junker e arrivò al lago Vittoria rilevandone le coste orientali.

Nel 1877 il russo Vasilij Junker rilevò l’idrografia tra il corso superiore dello Uelle e il tratto iniziale del Nilo, tre anni dopo penetrò il territorio degli Zande Niam-Niam studiato dall’esploratore italiano Piaggia e individuò gli affluenti occidentali del Nilo Bianco già noto agli Arabi come an-Nīl al-Ābyad. Nel viaggio di ritorno fu costretto a fermarsi a Gondokoro e non proseguire la discesa del Nilo verso il Sudan dove infuriava il jihad islamico nella guerra mahadi Muhammad Ahmad , tornò verso i Grandi Laghi e prese la via delle savane fino alla costa sull’Oceano Indiano e Zanzibar.

Gli ungheresi Sàmuel Teleki e Hohnel nel 1888 salirono sul Kilimanjaro scoperto quaranta anni prima da Johannes Rebmann assieme a Johann Ludwig Krapf e ne raggiunsero le nevi eterne, poi effettuarono per la prima volta l’ascensione del monte Kenya ed esplorarono il territorio tribale dei Kikuyu fino al fiume Uuazo Niyro procedendo tra le tribù nilocamite dei Maasai e i più settentrionali Turkana fino ai confini con l’ Etiopia dove scoprirono i laghi Rodolfo e Stefania Chew Bahir.

Nell’ultimo ventennio del secolo le varie esplorazioni si concentrarono nei territori tra la costa e la regione dei Grandi Laghi, dove i dubbi lasciati da Richard Francis Burton, John Hanning Speke, Samuel Baker e gli altri sulle sorgenti del Nilo rimanevano insoluti e sembravano dimenticati, ma le leggendarie Montagne della Luna continuavano ad attendere. Nel 1888 l’ austriaco Oscar Baumann e il geologo tedesco Hans Meyer completarono i rilevamenti del Kilimanjaro e della regione di Usambara, poi Baumann venne incaricato dalla Compagnia tedesca per la Deutsch Ostafrika , che dopo la Conferenza di Berlino nel 1884 stava colonizzando la Tanzania, di esplorare la regione dei laghi e finalmente nel 1892 risalì il corso del Nilo Kagera fino alle sorgenti e la storia, dopo un corso millenario, si ricongiunse alla leggenda.

Le sorgenti del Nilo erano dove oltre duemila anni prima il greco Marino di Tiro e poi Tolomeo nella sua Geografia collocò tra quei grandi laghi nel cuore dell’Africa, tra i monti innevati,che gli indigeni avevano sempre chiamato Messozi Ia Muezi, le Montagne della Luna.

 

©Paolo del Papa da: Viaggiatori ed esploratori. Vol. Africa:Le montagne della Luna

 

Photo gallery: Africa South East

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