Attraverso la storia, la cultura e le popolazioni tra i territori, le città e lungo le coste della penisola malese
La penisola malese è una lingua di terra che dal sud della Thailandia s’ allunga mar Cinese Meridionale, da sempre incontro tra la cultura dell’ India portata dai mercanti che l’ incrociavano con le loro rotte da occidente e quella della Cina da settentrione, legata da simili tradizioni alle popolazioni della vicina Indonesia. Mentre sulle coste sorgevano villaggi poi divenuti città, fiorivano culture e scambi commerciali sulla rotta orientale dell’ antica Via della Spezie, l’ interno é rimasto per secoli quasi inesplorato, gran parte coperto da una fitta foresta tropicale ove al centro s’ innalzano aspri rilievi, mai sfiorata da glaciazioni la jungla è la più antica del mondo, in milioni di anni si sono riprodotte alcune specie vegetali e animali antichissime estinte altrove. L’ intera storia malese ha percorso i secoli, come crocevia di antiche rotte e migrazioni, ma con due ambienti così vari e diversi tra la costa e l’interno in questa sottile striscia di terra ove la popolazione originaria era di cacciatori e raccoglitori nomadi dalla bassa statura e pelle scura che i primi europei chiamarono Negritos e che ha lasciato gli ultimi discendenti Orang Asli nella foresta del vasto Teman Negara. Tra il III e il II millennio a.C. la penisola fu invasa dai paleomalesi che ci insediarono sulle fertili zone costiere e le pianure, dal III sec. a.C. fu la volta delle tribù protomalesi che presero anche le vie dell’ Indonesia, antenate delle popolazioni dei due paesi legate da molte tradizioni e la simile lingua Bahasa. Tra la penisola malese e la vicina grande isola indonesiana di Sumatra dalla prima metà del VII secolo fiorì il potente regno induista di Srivijaya che a lungo dominò tutte le rotte marittime orientali fino all’ intera vasta isola indonesiana di Giava, dal suo declino sorsero regni locali influenzati dalla cultura indiana fino al medioevo. Nella penisola uno di essi con i suoi porti divenne uno fu tra i più fiorenti, divenendo poi alla fine del XIV secolo il potente sultanato di Malacca, quando mercanti musulmani indiani ed arabi introdussero nella penisola malese l’ Islam convertendo parte della popolazione e i regnanti. Nel XVIII secolo iniziò una grande migrazione cinese, seguita da un’ altra fino a metà del XIX, divenendo buona parte della popolazione in una grossa comunità con religione, costumi e lingua propri, nello stesso periodo della seconda migrazione cinese, il governo coloniale britannico favorì l’immissione di mano d’opera indiana per le grandi piantagioni che in breve diventò la terza grande comunità del Paese. Solo ripercorrendone la lunga storia si può comprendere la Malesia come vero e proprio mosaico etnico e culturale dove gli ultimi aborigeni nomadi si trovano nelle foreste non distanti dai villaggi tradizionali malesi e e dalle città popolate da malay, cinesi, indiani e altri di più recente immigrazione. Nei primi decenni del XIX secolo il potente sultanato di Selangor fondava gran parte della sua ricchezza sullo sfruttamento dei giacimenti minerari della regione e nel 1830 mandò una spedizione nell’inospitale regione dell’interno alla ricerca di stagno, dalle cronache dell’epoca si sa di pa ottantasette persone che risalirono il fiume Kelang tra difficoltà enormi e di solo diciotto sopravvissuti, tuttavia la spedizione raggiunse il suo scopo e scoprì vastissimi giacimenti di st gno in una zona di jungla e paludi dove venne costruito il primo villaggi minerario della regione che fu chiamato Kuala Lumpur o confluenza paludosa.
Kuala Lumpur
La ciità di Kuala_Lumpur in breve divenne un importante centro crescendo durante la colonizzazione britannica, dopo l’indipendenza fu la capitale della nuova confederazione malese, trasformandosi in una moderna città commerciale ove coinvivono tutte le principali popolazioni del Paese: malesi, cinesi, indiani, pakistani, indonesiani. Anche l’aspetto urbanistico e architettonico riflette la convivenza culturale ed etnica malese pagode cinesi, moschee islamiche, templi hindu, chiese cristiane, vecchie costruzioni coloniali e avveniristiche realizzazioni. Ogni volta che ci sono tornato l’ ho vista crescere e mutare, fin dalla prima visita appariva una città proiettata al futuro, già al’ epoca contava tra i più moderni edifici dell’estremo oriente, come la la Moschea Nazionale Masjid Negara terminata nel 1963 dall’ imponenza che sovrasta la più antica sorta in epoca coloniale Masjid Jamek, la nuova moschea è divenuta a lungo il simbolo della capitale, onore concesso precedentemente alla vecchia Railway station, più simile ad una reggia di sultano che ad un edificio pubblico, sostituita dopo un secolo nel 2011 dalla nuova stazione ferroviaria Kl sentral. L’ ho sempre trovata una città difficile da decifrare, con tutti i suoi segreti e i suoi contrasti,la sistemazione urbanistica durante il periodo coloniale ha lasciato larghi viali, giardini, quartieri residenziali e parchi frequentati dalla nuova borghesia cittadina occidentalizzata. Tuttavia i veri “ricchi” di Kuala Lumpur e protagonisti della vita economica, non erano gli impiegati in abiti occidentali frequentatori della nascente city, ma i cinesi e dei vicoli della città vecchia, con i loro magazzini e negozi in edifici fatiscenti che, nell’aspetto, non rivelano la loro vera posizione economica.Il quartiere cinese attraversato dall’ animatissima via Petaling che corre fin dove si si teneva l’ antico mercato nella piazza Medan pasar, sostituito in epoca coloniale nel 1888 da quello ancora frequentatissimo che si trova a Sentral market. Sulla parallela via Jalan Tun H. S. Lee il piccolo tempio cinese di Guan e allo stesso periodo risale la fondazione dell’altro tempio frequentato dai fedeli cinesi di Hong tokong. Poco distante ai margini del quartiere nel 1873 venne edificato il più antico tempio induista di Maha Mariamman dall’ alto padiglione gopuram decoratissimo di statue policrome. Gli altri templi hindu si concentrano nel quartiere indiano di Brickfields attraversato dalla lunga via Jalan Sultan Tun Sambathan, tra i vari dall’ inizio del XX secolo si erge imponente e policromo il Kandaswamy, mentre le tradizioni hindu e l’ arte indiana malese indiane sono conservate nel centro culturale chiamato Temple of arts. Tra i templi consacrati al buddismo, il più praticato è quello di Maha sorto alla fine del XIX secolo ove si tengono le cerimonie e la processione del Vesak che celebrano la nasciata del Buddah, mentre sulla grande piazza centrale di dalla fine del XIX secolo affaccia l’ imponente cattedrale coloniale cristiana di St Mary . Il centro della città è sorto attorno al vecchio villaggio malese di Kampung Baru che si è cercato di conservare quando è sorto il moderno distretto commerciale e finanziario del City centre, ed è qui che ho visto sorgere rapidamente la città più moderna. Percorrendo la lunga via che s’ anima ancor più la sera percorrendo la Jalan-alor ove affacciano negozi e locali etnici, proseguendo per l’ altrettanto animatissima via Bukit bintang ed il cuore moderno di Kuala Lumpur è dominato dal 1995 dall’ alta torre Menara kl sorta come una delle più alte del mondo, ma solo tre anni dopo venero edificati i grattaceli delle parallele Torri gemelle che si ergono dal 1998 per oltre quattrocentocinquanta metri con ottantotto piani ciascuna note come le torri di Petronas. Lasciando la città non distante dal centro il parco dai sontuosi giardini di Lake gardens anch’ essi di epoca coloniale ove si trova la più vasta voliera del sud est asiatico che contiene otre duecento specie di uccelli racchiusa nel grande Bird park, ad una quindicina di chilometri ovest della città Bukit Lagong accoglie il lussureggiante giardino botanico della riserva forestale Frim kepong. Appena fuori dalla capitale si é già nell’ ambiente malese della foresta tropicale, dei villaggi tradizionali e delle secolari cerimonie, a pochi chilometri dal modernissimo centro urbano si trovano le suggestive grotte di Batu consacrate al culto induista della potente divinità guerriera Murugan o Karttikeya che troneggia con la sua grande all’ ingresso. Centro di pellegrinaggio ove si tengono le cerimonie celebrate nel Thaipusam quando in gennaio convergono migliaia di pellegrini che animano misticamente il santuario con i più esaltati Kavadi che si sottopongono come fachiri a pratiche impressionanti salendo i duecentosettantadue scalini per il santuario trafitti di grossi spilloni che sorreggono piccoli altari per penitenza. Uno spettacolo unico al mondo di
esaltazione mistica collettiva ove persone di ogni estrazione sociale tolgono gli abiti quotidiani e si martirizzandosi per sacrificare la loro sofferenza al caotico pantheon hindu nella suggestiva celebrazione di questo Thaipusam.
Malacca
Attraverso piantagioni, foreste e villaggi raggiunge Malacca , l’ antica città capitale del sultanato e dell’ omonimo stato malese di Melaka , era un piccolo villaggio di pescatori sulla costa occidentale della penisola malese, fu solo all’inizio del XV secolo quando il principe Parameswara ne fece centro del suo un nuovo regno che fiorì controllando lo stretto con la flotta affidata in gran parte agli Orang Laut o popolo del mare che proteggeva le rotte contro la minaccia della dilagante pirateria. La sua ascesa fu incontenibile, fino a divenire uno tra i più frequentati porti asiatici sud orientali, passaggio di tutti i traffici commerciali. Divenuta poi capitale del potente sultanato di Malacca e grande centro di irradiazione islamica dell’estremo oriente dopo che mercanti musulmani indiani ed arabi introdussero nella penisola l’ Islam e da quel periodo le rotte verso occidente furono dominate dai paesi musulmani che affacciavano su quei mari, mentre l’islamismo sulle vie dell’ Indonesia si diffondeva incontenibile ad oriente est. La posizione trategica e commerciale su quelle rotte del ricco e potente sultanato di Melayu Melaka attirò l’attenzione dell’ espansione portoghese nel sud est asiatico e nel 1511 i lusitani guidati da Albuquerque invasero il piccolo stato conquistandone la capitale iniziando il dominio europeo sulla Via delle spezie, tuttavia il dominio non fu lungo, i traffici con i cinesi quasi cessarono tra contrasti commerciali e conflitti con le popolazioni locali , la colonia ebbe un rapido declino fino a quando gli olandesi della potente Compagnie Voc ne prese il territorio conquistando la città nel 1641. Dall’ epoca la città fu dominio delle olandesi Indie orientali fino all’epoca della penetrazione britannica nel XIX secolo, della quale non rimangono tracce rilevanti nella città, mentre sono molti i quartieri e monumenti della città portoghese che si ritrovano nel centro storico assieme a quelli rimasti della succesiva Malacca olandese oltre ai cinesi e musulmani. Ogni angolo di Malacca ricorda il suo glorioso passato, i vecchi fortini portoghesi e olandesi che dominano la città dalle alture circostanti e dai quali si gode di un panorama stupendo della costa, le chiese cattoliche e protestanti, il porto dove ancora attraccano i sampan dei pescatori malesi e mercanti cinesi. Delle possenti fortificazioni portoghesi ricordate nelle cronache del XVI secolo come A Famosa, rimangono solo i resti con l’ imponente Porta de Santiago , su un colle si ergono quelli della prima chiesa cattolica di St. Paul edificata dai portoghesi nel 1521 , poco fuori dal centro sulla via Jalan Bendahara, all’inizio del XVIII secolo risale l’ altra chiesa di St.Peters sorta ad opera della comunità cattolica olandese dopo le persecuzioni della maggioranza protestante. La chiesa di Cristo Bovenkerk costruita nel 1741 per commemorare il centenario della conquista olandese, splende scarlatta davanti il palazzo del governo coloniale Stadthuys. Sul sito di una più antica portoghese nel 1845 dai britannici venne costruita la cattolica chiesa di Francis Xavier consacrata al gesuita missionario San Francesco Saverio.Sulla centrale via Jalan Tukang Emas, nel 1645 venne edificato il più antico tempio cinese della penisola di Cheng hoon teng poco distante a metà del XVIII secolo sorse in legno e poi riedificata come la si vede la moschea di Kampung kling, il resto della storia di questa città si percorre tra i vecchi edifici, case e palazzi che affacciano sulla centrale ed animata Jonker street. I vicoli della città vecchia pulsano di vita e di commercio, le botteghe artigiane e gli antiquari dove la prima volta che ci sono stato si potevano trovare pezzi di notevole valore artistico in avorio, giada, argento, antichi mobili e oggetti arabi, cinesi, indiani, portoghesi e olandesi, da mercanteggiare con lunghe contrattazioni.
Le coste degli Orang Ka Laut
Le coste malesi sono tra le più suggestive del sud est asiatico ed alcune anche tra le più incontaminate con lunghe spiagge deserte bordate di foresta e palme che affacciano sui riflessi del mare cristallino che racchiude i tesori della barriera corallina, si susseguono molti villaggi di pescatori che in parte vivono nelle antiche tradizioni degli uomini del mare Orang Ka Laut. Al largo le magnifiche isole malesi isole che sorgono suggestive tra il candore delle spiagge e l’ intenso verde della vegetazione contrastando magnificamente con l’azzurro che sfuma nel cobalto del mare e il blu del cielo. I villaggi costieri degli uomini del mare Orang Ka Laut sopravvivono con la pesca che da secoli scambiano in parte con i prodotti agricoli degli Orang Darat che sono gli uomini dell’interno. Sia i malesi della costa che quelli dell’interno vivono in grandi villaggi Kampong, nei quali ogni nucleo famigliare possiede la sua abitazione ed il proprio pezzo di terra in perfetta armonia con gli altri, gli abitanti di ogni kampong sono generalmente legati tra loro da vincoli di parentela, più famiglie imparentate collaborano tra loro nell’attività della pesca che é coordinata sempre dal Jurusalem, personaggio chiave nella tradizione degli Orang Laut. E’ colui che conosce tutti i segreti del mare e gli spiriti che lo popolano, che ha ereditato dagli antenati la conoscenza dei riti magici necessari ad ingraziarseli, una figura che gode ancora grande prestigio, anche se le sue funzioni sono meno determinanti di un tempo con sistemi più razionali di pesca e con il diffondersi di un certo scetticismo per le antiche tradizioni dei più giovani. A capo del Kampong vi é il Ketua Kampong che, assieme al Jurusalm, e alla sorta di sciamano Pawang, gestisce la vita comunitaria del villaggio.
La Costa orientale
Kelantan
Venendo dal sud della Thailandia verso est sul Mar Cinese Meridionale affaccia la magnifica costa orientale che inizia dal nord est per il territorio del Kelantan ove nell’ estremità settentrionale si trova la capitale chiamata un tempo Tumpat e poi nuova città Kota Bharu. Forse la più conservatrice nella tradizione islamica del paese dai quartieri musulmani con varie moschee, nel vecchio centro l’ animatissimo mercato notturno di Pasar Malam e tra tra i vari quartieri ed edifici storici rimane una delle più antiche moschee malesi rimaste dal periodo dei sultanati con la Kampung Laut sorta nel XVIII secolo in stile locale. Poco a sud, capoluogo dell’ omonimo sistretto, si trova la città di Kuala Krai sorta da un piccolo villaggio durante il periodo britanico quando iniziò la costruzione della ferrovia East Coast all’ inizio del secolo scorso, tra la regione centrale attraverso il suggestivo interno rurale e per la magnifica costa passa la vecchia Jungle Railway che raggiunge l’ estremità della penisola Singapore. Rientrando verso il centro del Kelantan lungo la ferrovia della Jungle Railway si trova la cittadina di Gua Musang da dove si può accedere alla grande riserva naturale del magnifico parco Taman Negara dalla fitta foresta che ospita una gran varietà di specie botaniche con molte rarissime, popolata da bufali, scimmie, varie specie di mammiferi, alcuni elefanti e pantere, rettili, uccelli, in completa libertà, ove sopravvivono gli ultimi aborigeni Orang Asli.
Terengganu
Poco a sud Terang ganu o Arcobaleno Luninoso è il limitrofo Terengganu, ne prende nome la capitale dello stato e del sultanato nell’antica città costiera di Kuala Terengganu dal porto per secoli frequentato da mercanti cinesi che la chiamavano Guālādīngjiānú, nel centro dominato dal colle Bukit Puteri diramano i quartieri, edifici, mercati e templi deltng-lâng-pho, come la grande comunità cinese chiama la vasta Chinatown . Il resto ricorda la storia del sultanato islamico come la reale Masjid Putih, nota anche come la moschea bianca di Abidin sorta alla fine del XVIII secolo per volere del sultano Zainal Abidin, oltre le varie moschee, edifici e vie del centro, l’ anima è ricordata dal Taman Tamadun Islam o Islamic Park ove vi sono le repliche di alcune delle grandi moschee del mondo islamico Scendendo a Kuala Besut sulla costa dal porto si può raggiungere il magnifico arcipelago tra le isole di Perhentian, mentre dall’ altra cittadina di Merang partono i traghetti per l’ isola di Kapas e lo splendido parco marinoTaman Laut Pulau Redang con al centro l’ isola di Redang, tra l’arcipelago delle Perhentian e Radangsi trova l’ altrettanto suggestiva isola Aquila di mezzo come è chiamata Lang Tengah. Proseguendo per il territorio del Pahang Darul Makmur meglio noto come Pahang, sulla costa dalle lunghe spiagge adagiata sulla foce del fiume omonimo si trova la capitale Kuantan dall’animatissimo porto che dal primo secolo d.C. per quasi mille ani fu centro dell’ impero cinese di Chih-Tu , prima di essere conquistato dal regno di Pheng-Kheng e quindi preso nei domini thailandesi dodicesimo secolo fino al quindicesimo quando entrò nel sultanato islamico di Malacca. Verso l’ interno a Jerantut si trova l’ accesso principale al Kuala Tahan , noto come il vasto parco Taman Negara raggiungibile anche dal vicino centro di Raub, alla confluenza dei fiumi Pahang e Semantan, dalla città di Temerloh si può accedere nella foresta dalla fauna incontaminate della grande riserva naturale di Krau ove, oltre alle varie specie botaniche ed animali si trova un’ area protetta per elefanti Capoluogo dell’ omonimo distretto Kuala Lipis fino alla colonizzazione britannica era celebre per le sue miniere d’ oro, tornando verso la costa si trova Pekan che fu centro dell’ antico Kerajaan Pahang Tuache dominò la regione fin dal V secolo d.C. come regno di Pahang.
Johor Bahru
Verso l’ estremità della penisola fino all’ omonimo stretto di Johor si allunga la costa del territorio di Tanjung Puteri come era chiamato il Johor Bahru che fin dal XVI secolo prese nome dal fiorente e potente sultanato di Jhor Riau dominandolo fino all’ epoca della colonia britannica. Nell’ omonima capitale Johor Bahru Il vecchio centro ne contiene la memoria storica con gli animatissimi i quartieri musulmani malay cinese, indiano dalle vie ove affacciano templi, moschee, edifici e mercati, da qui diramano quelli più moderni residenziali con i quartieri o Taman di Pelangi e Sentosa, quelli settentrionali di Taman Daya, Austin, Desa Tebrau e Ulu Tiram, ad est Plentong e Permas Jaya e ad ovest Bandar Baru,Tampoi e Kempas.
Proseguendo sulla Federal Route che percorre i territori dell’ est malese, lungo la costa nord orientale la cittadina di Mersing accoglie il parco forestale Taman Hutan Bandar e quello marino di Taman Laut Sultan Iskandar, dal porto si raggiunge la magnifica isola di Tioman e l’ arcipelago con la meno frequentata ma altrettanto splendida Sibu. Passando per la città di Kota Tinggi, con nei pressi il vecchio villaggio Tradizionale di Kampung Makam e vicino la necropoli islamica, si ritrova la costa vicino Bandar Penawar o Desaru .Un tempo si chiamava Nusajaya con vecchio centro di Gelang Patah la la moderna città di Iskandar Puteri dal grande porto di Tanjung Pelepas, procedendo lungo la costa occidentale del Johor si trova Kukup da dove Partono i traghetti per Tanjung Balai nella vicina Sumatra indonesiana e nei pressi la foresta del parco Tanjung Pia. Verso la costa occidentale tra i rilievi di Gunung Ledang si trova Bandar Maharani definita la città imperatrice nota come Muar, poco a sud Bandar Penggaram, come era chiamata la cittadina di Batu Pahat, raggiunto il centro di Bekok passando dalla vicina città di Segama, si accede al territorio un tempo popolato dagli aborigeni Orang Hulu dove si stende il vasto parco Endau Rompin con una delle più antiche foreste pluviali rimaste ricca di specie botaniche ed animali endemiche, ove sopravvivono gli ultimi aborigeni Jakun.
Costa occidentale
Perlis e Kedah
Dall’ altra parte l’ altrettanto suggestiva Costa occidentale si può percorrere risalendola dal meridionale Jhor o scendendo da nord lungo il confine thailandese, in gran parte affacciata sullo stretto di Malacca o Selat Melaka. Dall’ estremità settentrione si trova il territorio Perlis Indera Kayangan nel più piccolo stato del Perlis, sul confine thailandese il grande mercato che si tiene ogni domenica a Wang Kelian su entrambe il lati e in territorio malese si trova la città di Padang Besar da dove si continua passando per la capitale del Perlis Kangar mentre centro del suo vecchio sultanato era la vicina Arau. Poco a sud la città costiera di Kuala Perlis con l’ animato porto da dove si può raggiungere un’ altra perla degli arcipelaghi malesi nella spendida isola di Langkawi. Procedendo il limitrofo Darul Aman noto come Kedah, la città più grande e capitale dello stato che fu centro dell’ omonimo sultanato è Alor Setar, dal centro con il porto protetto dalla fortezza Kota Kuala Kedah sorse quella che era chiamata Alor Star , quando venne fondata nel 1735 come sua capitale dal diciannovesimo sultano del Kedah Adilin II, con la residenza nel palazzo Istana Anak Bukit. Del sultanato rimangono il palazzo Istana Kota Setar con la sala delle udienze Balai Besar gli edifici del Balai Nobat e la moschea Zahir, sorti nel XVIII secolo come la la torre ottagonale Balai Nobat. Il grande Makam Diraja Langgar che accoglie il Mausoleo reale con i sepolcri dei sultani, mentre negli anni venti del secolo scorso venne edificata la reggia del sultano Mu’adzam che ospita un museo. Di epoca coloniale britannica è i grande acquedotto Wan Mat e diversi edifici di alcuni quartieri, il resto della storia è ricordata da quelli cinesi, sulla via Jalan Gangsa la comunità ha eretto il tempio taoista diTou Mu Kung consacrato anche al buddismo, mentre sulla Jalan Teluk Wan si trova il santuario buddista Wat Nikrodharam. Passando per la moderna Kulim poco a sud si stende il più vasto territorio costiero del Seberang Perai con davanti l’omonima grande isola che da nome allo stato di Penang.
Penang
Sul Selat Malaka o stretto di Malacca, incrociato per secoli dalle rotte marittime lungo la penisola, dal centro costiero di Butterworth si attraversa un tratto di mare dello stretto per il lungo ponte di Penang dalla grande isola chiamata in epoca coloniale Prince of Wales e tornata con il suo nome malay Pulau Penang, che fu anch’ essa protagonista della storia malese. Alla fine del XVII tra la terraferma e l’ isola di Penang sorse un grande centro di produzione e transito delle spezie orientali con la fondazione nel 1786 dell’ ancora animatissimo porto e vecchio centro di Tanjung Penaga i britannici ne rifondarono la capitale di George Town che conserva le vecchie vie ove affacciano edifici, palazzi e chiese dell’ epoca assieme ai quartieri cinesi, indiani e musulmani tra mercati, templi e moschee. Tra la lunga via Prangin a la Transfer Road dirama Il vasto vecchio centro con il forte Cornwallis che ospitava la guarnigione britannica sulla Padang , come è chiamata l’ Esplanade ove sorgono altri edifici dell’ epoca e sull’ omonima via all’ inizio del XX secolo venne edificato il municipio come palazzo governativo oltre il vicino edificio vittoriano che ospita lo State Museum, proseguendo gli altri edifici amministrativi e banche dell’ època nel finanziario quartiere Cbd che si allunga su una delle prime strade cittadine verso il litorale nota come Beach Street, mentre affacciato sul mare dal 1885 troneggia Il lussuoso albergo coloniale Oriental. La prima chiesa anglicana del sud est asiatico consacrata a S. Giorgio fondata nel 1818, nello stesso periodo mercanti musulmani indiani edificarono la Masjid Kapitan Keling con la sontuosa moschea di Keling, dopo la migrazione nella città sulla settecentesca Pitt Street la comunità cinese nel 1728 fece innalzare il Tempio taoista Kuan Yin Teng a> per celebrare la dea della Misericordia Guanyin, alla fine del XIX secolo un ricco mercante volle la sua residenza che prende il suo nome come magione di Fatt Tze detta blue mansion dal colore delle mura. Uscendo dalla città nel distretto di Seberang Perai Tengah se ne trova il centro a Bukit Mertajam, continuando nell’ altro distretto di Seberang Perai Selatan per la cittadina di Nibong Tebal, verso l’ interno ciò che rimane delle foreste che ricoprivano l’ isola è conservato nel piccolo parco Pinang . Sulla costa settentrionale di Pulau Pinang, dalle magnifiche spiagge bianche bordate da lussureggiante vegetazione, passando per Batu Ferringhi e il centro di Tanjung Bungah si può raggiungere il vecchio villaggio di pescatori a Teluk Bahang. Proseguendo lungo il litorale si trovano Pantai Kerachut, Pasir Panjang e Monkey Beach tra le altre varie spiagge di Penang, mentre tra i campi coltivati e villaggi tradizionali malesi si raggiunge il vecchio centro di Balik Pulau, più oltre quelli di Batu Kawan e Bukit Tambun fino alla costiera Simpang Ampat, poco al largo l’ isola della pace come è chiamato l’ isolotto di Aman.
Perak
Dal Penang si passa al limitrofo Darul Ridzuan meglio noto come Perak, tra i monti calcarei dalle suggestive grotte e i giacimenti di stagno si trova la capitale Ipoh chiamata dalla comunità cinese Pa-loh ed a lungo la città dei ricchi per le fortune accumulate con le miniere di stagno e le piantagioni di caucciù, iniziò a decadere all’ inizio del XX secolo con l’ esaurimento dei giacimenti e la grande concorrenza del Brasile per la produzione della gomma. Poco distante capitale del sultanato rimane Kuala Kangsar e ne ricorda la sua storia con la residenza della dinastia dei sultani che si sono succeduti nel Perak dal 1636 iniziata conMuzaffar Riayat Shah. Della dominazione britannica e la comunità cinese, Ipoh conserva la memoria con i quartieri musulmani malay e le varie le moschee, del passato coloniale i quartieri dai candidi edifici, l’ imponente Stazione della prima ferrovia dallo stile ridondante che appare come una sontuosa reggia e la torre dell’ orologio con il memoriale Birch, mentre la grande comunità cinese ha la sua animatissima Chinatown e nella suggestione delle caverne circostanti ha edificato poco fuori a nord il tempio Perak Tong e dall’ altra parte a sud il Kek Lok Tong e il Sam Poh Tong consacrati al buddismo. Passando per i colli di Bukit Larut si giunge in quella che i cinesi hanno chiamato La città della pace o tai ping immersa nella natura e nota come Taiping dal suggestivo lago con i lussureggianti giardini nel parco Tasik e la vicina riserva forestale di Matang dalla ricca flora e fauna. Seguendo il fiume Perak che prende nome dal territorio, sulla sponda sud orientale si trova la città di Teluk Intan , altro centro del sultanato omonimo che ne ha percorso la storia come gli altri raccontata dai quartieri malesi mussulmani, coloniali, cinesi ed indiani che diramano dal vecchio centro di Teluk Intan. Dirama dai resti di quel che rimane del sontuoso palazzo del Raja Muda al complesso di templi Hock Soon Keong edificato dalla comunità della popolo cinese hokkien nello stesso periodo della curiosa pagoda con la torre pendente di Teluk eretta dal ricco cinese Leong Choon Cheon nel 1885, mentre la comunità indiana Tamil ha il suo centro spirituale nel tempio hindu Sri Subramaniam sorto negli anni venti del secolo scorso. Alla confluenza del Perak con il fiume omonimo è adagiata Kuala Kangsar ove fu piantato il primo albero di caucciù dal botanico britannico Ridley che fece a lungo la fortuna del territorio, anch’ essa dal glorioso passato e città reale Kuala Kangsar è divenuta residenza del sultano e del
Raja Muda. La vecchia città dirama dalla maestosa moschea Ubudiah edificata nel 1913 dal ventinovesimo sultano del Perak Iskandar Teja, sul colle di Bukit Chandan nei pressi del Makam Diraja mausoleo reale di di Al-Ghufran , continuando l palazzo istana con la reggia del sultano di Kenangan sostituito nel 1933 come residenza con l’ altro il sontuoso palazzo reale di Iskandariah. Procedendo lungo la costa occidentale nel distretto di Manjung tra alcuni villaggi di pescatori e comunità malay si passa per Sitiawan verso la non distante cittadina dal piccolo porto di Lumut ove imbarcarsi per raggiungere le magnifiche spiagge affacciate sul mare corallino della splendida isola di Pangkor .
Selangor
Nella regione centrale si trova il Darul Ehsan o Selangor e i territori federali del Wilayah Persekutuan che comprendono la regione della capitale Kuala Lumpur e il Putrajaya. Cresciuta dopo l’ indipendenza come le altre del Selangor, capitale è la moderna città di Shah Alam, tra le più grandi del sud est asiatico, si erge l’ enorme Moschea Blu , come è chiamata la Masjid Sultan Salahuddin Abdul Aziz Intitolata all’ottavo sultano del Selangor Abdul Aziz, che la fece edificare nel 1982 dall’ imponente cupola blu e dorata. Affacciata sul suggestivo Giardino delle Arti Islamiche che, assieme al ricco museo di Sultan Alam, ricorda la storia e la cultura musulmana del sultanato di Selangor. Dal centro i quartieri e gli edifici moderni di Shah Alam dirammano tra giardini e parchi come quelli attorno ai laghi Shah Alam, il giardino botanico Bukit Cahaya e il parco Alam Megah.Sulla via per Kuala Lumpur altro moderno centro commerciale e residenziale è la città di Subang Jaya , all’estremità occidentale dell’ omonima valle si trova Klang ove, oltre ai quartieri malay musulmani con vari edifici e moschee, lungo la via Jalan Tengku Kelana si stende la Little India, uno dei più grandi quartieri della comunità indiana nel paese, mentre nell’ altra moderna città di Petaling Jaya la comunità thailandese ha eretto il tempio buddista di Wat Chetawan che si anima di fedeli durante le grandi cerimonie thai del Wesak, Songkran e Loy Krathong. Parte dell’ intensa attività commerciale del Selangor si concentra nel grande porto di Klang da dove partono i traghetti per la non distante Sumatra e da dove raggiungere le vicine isole come Pulau Besar e Pulau Ketam.
Negeri Sembilan
La parte più meridionale della costa occidentale Negeri Sembilan che vide una migrazione nel XIV secolo della popolazione indonesiana dei Minangkabau dalla vicina Sumatra da dove stavano espandendo il loro dominio dal potente regno del Pagar Ruyung, successivamente nella seconda metà del XVIII secolo il sultano o raja del regno Minagkangbau islamizzato Melewar a Kampung Penajis fondò il sultanato del Negeri Sembilan, trasferendo poi la sua reggia nel distretto di Kuala Pilah e dall’ epoca la residenza dell’ Yamtuan Besar, come venne chiamato il sultano , si trova nel centro reale della città di Seri Menanti ove all’ inizio degli anni trenta del secolo scorso venne eretto dal lo Yang Di-Pertuan Besar Negeri Sembilan dell’ Istana Besar con il Palazzo Reale, la Sala del trono Balairong Seri e vari edifici, accanto alla moschea Tuanku Munawir i sepolcri dei sultani nel mausoleo reale. La capitale amministrativa, un tempo chiamata Sungei Ujong dall’ omonimo fiume che scorre nei pressi, è la città di Seremban che, oltre ad essere popolata da malesi, cinesi ed indiani, rimane centro della cultura Minangkabau nella penisola malese. Passando nell’ omonimo distretto si trova la città di Tampin tornando sulla costa per il centro ricco di miniere chiamato Carbone o Arang e poi Capo o Tanjung, divenuto infine un porto britannico nella regione fu ribattezzato come la città di Port Dickson e, dal vicino stato più ricco di storia che prende nome dalla sua capitale di Melaka, all’ estremità della penisola le coste occidentale ed orientale si ricongiungono con il territorio del Johor a terminare un lungo ed affascinate itinerario attraverso i territori della penisola e lungo le coste della Malesia.
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