Malaspina da Mulazzo

Le rotte del Pacifico affondano nel mito, ma venti e correnti furono gli stessi che spinsero i primi navigatori europei, dopo le spedizioni di Ferdinando Magellano e Francis Drake che per primi nel XVI secolo affrontarono l’ immensità del Pacifico, la storia ci ha consegnato la memoria di coloro che esplorarono le terre disseminate nel più vasto degli oceani, onorando giustamente i francesi Jean-François de La_Pèrouse, Charles Marie de La Condamine e Louis Antoine de Bougainville il britannico James Cook e altri di varia nazionalità, perfino le avventure degli ammutinati inglesi del Bounty sono annoverate tra le esplorazioni del Pacifico, ma ben poco si sa di colui che fu secondo solo al grande Cook.

 

Su quelle rotte ho cercato di seguire gli itinerari viaggiando nei territori dell’ Oceania che, oltre la più vasta Australia, si concentrano nelle grandi isole della Nuova Guinea e la Nuova Zelanda, che i grandi navigatori dell’ epoca andavano esplorando, il resto tra le isole della Polinesia, le melanesiane Fiji, Nuove Ebridi, Nuova Caledonia e le tante micronesiane, come manciate sparse a caso nell’ immensità dell’ oceano.

 

Un nobile navigatore illuminista

Più degli altri ho trovato il fascino di uno dei più grandi a lungo dimenticato, di antica famiglia nobile Alessandro Malaspina di Mulazzo nacque in Lunigiana nel 1754, colto e sensibile aristocratico affascinato da quel Secolo dei Lumi che stava cambiando la vecchia Europa, come altri contemporanei ebbe desiderio di scoprire quel mondo che diventava sempre più vasto e divenne ufficiale di marina al servizio del regno di Spagna.

 

Nonostante le sue idee illuministe e liberali che poco si adattavano alla rigida aristocrazia militare spagnola, le grandi doti marinare di Alessandro Malaspina gli permisero una rapida carriera fino al grado di capitano e nel 1789 gli fu affidato il comando delle due navi Descubierta e Atrevida assieme al capitano José Bustamante per compiere la più importante spedizione della Spagna nei Nuovi Mondi.

 

Oltre ad esplorare nuove terre e aprire nuove rotte, la spedizione aveva il compito di aggiornare le conoscenze ambientali, scientifiche e soprattutto politiche di tutti i domini spagnoli dall’ America all’ Asia orientale attraverso il Pacifico, un impresa pari a quelle di La Pèrouse e il grande Cook inviati dai rispettivi francese e britannico .

 

Così, mentre i parigini assaltavano la Bastiglia e la Rivoluzione Francese chiudeva un’ epoca per aprirne un’ altra, Alessandro Malaspina attraversava rapidamente l’ Atlantico per costeggiare l’ America meridionale studiandone le correnti marine e aggiornarne le mappe nautiche e carte geografiche con accurati rilevamenti . Giunto all’ immenso estuario del Rìo de La Plata ne effettuò i completi rilevamenti idrografici tracciandone la mappa dettagliata, proseguendo poi lungo l’ intera costa meridionale con varie esplorazioni a terra della Patagonia argentina, incrociando e rilevando la Penisola di Valdèz con la sua straordinaria fauna di elefanti e leoni marini, pinguini e uccelli.

 

Doppiato Capo Horn risalì l’ intera costa cilena continuando nei rilevamenti nautici e cartografici fino a Santiago, proseguendo lungo quella del Perù sulla quale in gran parte affaccia il deserto, spesso con lo spettacolo indimenticabile delle alte dune di sabbia lambite dalle fredde acque dell’ oceano in una sottile nebbia, oltre le quali si innalza improvvisa e maestosa la cordillera delle Ande con il suo straordinario patrimonio naturale teatro di grandi civiltà che proprio quella Spagna del quale si considerava figlio adottivo aveva annientato in poco tempo.

 

Incrociò la penisola di Paracas, sede dell’ antica e misteriosa civiltà di Nazca e le isole Chincha , dove si ripeteva lo spettacolo naturale di foche, pinguini, leoni marini della Punta Tombo argentina e delle più settentrionali isole Galàpagos. Giunto sulla costa dell’ Ecuador ne esplorò l’ entroterra andino in quel suggestivo succedersi di vulcani effettuando rilevazioni sul territorio e misurando per la prima volta le dimensioni e l’ altitudine del maestoso massiccio vulcanico del Chimborazo.

 

Costeggiando ed esplorando la costa pacifica della Colombia , risalì per quella di Panama , con i suoi attenti rilevamenti annotò l’ idea di un progetto per aprire un canale attraverso l’ istimo e collegare l’ Atlantico al Pacifico, quindi continuò lungo le coste messicane del Vicereame spagnolo sostando ad Acapulco per studiare le variazioni gravitazionali a quelle latitudini oltre a vari altri rilevamenti.

 

L’ esplorazione scientifica delle coste americane sul Pacifico proseguì per l’ intera costa occidentale nordamericana, lungo il litorale Columbia britannica canadese fino alle gelide acque dell’ Alaska ove ne rilevò la frastagliata configurazione costiera, ne studiò le correnti e gli ambienti naturali.

 

Tornato a sud sulla costa della California , partì per la seconda parte della grande spedizione seguendo la traccia della vecchia Rotta dei Galeoni nota come Não de Manila che collegava nel modo più veloce possibile Acapulco alla lontana Manila capitale della colonia colonia spagnola filippina di Luzon e affrontò l’ immensità del Pacifico, quell’ ancora ignoto continente liquido che copre un terzo del globo dove terre emerse sono parte minuscola.

 

Attraverso il Pacifico

La spedizione di Alessandro Malaspina non incrociò gran parte delle isole sulle rotte del Pacifico , ma egli non tralasciò di rilevare, osservare, misurare e annotare nella sua consueta perizia ogni terra, corrente marina, fenomeno naturale e climatico, continuando l’ opera minuziosa di tracciare rotte, mappe nautiche e geografiche, osservazioni scientifiche di ogni tipo.

 

Giunto dall’ altra parte del Pacifico navigò tra le isole isole filippine meridionali e Luzon per effettuarne gli accurati rilevamenti ed aggiornare la conoscenza e la cartografia delle colonie di Spagna, compito primario della missione, ma non senza incantarsi allo splendore di quel mare corallino dagli incredibili riflessi, le isole coperte di vegetazione e le popolazioni dagli antichi costumi e tradizioni che la cattolicissima Spagna andava convertendo da due secoli contrastando l’ Islam che vi era giunto prima e s’ era arrestato a Mindanao e nelle Isole Moros.

 

Incrociando le coste del Borneo occidentale, dove l’ Inghilterra cominciava ad inviare sedicenti rappresentanti commerciali tra i Rajah del Sarawak e il sultanato di Brunei , fece rotta per Giava, dove ormai gli Olandesi avevano posto da tempo le loro basi coloniali sostituendosi ai Portoghesi e stavano espandendo il loro dominio sulla Via dell’ Indonesia.

 

Continuando con i propri rilevamenti, studi ed osservazioni scientifiche tornò attraverso Luzon dopo la navigazione in Indonesia e riprese la rotta del Pacifico incrociando le isole a est della Nuova Guinea, la Nuova Caledonia e le Nuove Ebridi, procedendo poi a sud sulla costa orientale dell’ Australia dove era sbarcato per la prima volta James Cook una ventina di anni prima e all’ epoca oggetto di spedizioni britanniche e francesi. Incrociate le isole Fiji prese una rotta poco più settentrionale della precedente, puntando poi a sud ovest per tornare sulla costa meridionale del Perù continuando lungo un tratto della Patagonia rientrando nell’ Atlantico dopo cinque anni.

 

Dopo brevi soste nella colonia argentina e in Brasile, nel 1794 era di nuovo in Spagna da poco impegnata in conflitto con la Francia nelle guerre che cercavano di difendere ed espandere la rivoluzione giacobina facendo tremare i logori regni della vecchia Europa. Aveva compiuto una delle più importanti spedizioni geografiche e scientifiche del secolo, tornando colmo di studi, ricerche, rilevamenti topografici, geologici e naturalistici, mappe nautiche e geografiche e quanto di meglio poteva produrre la conoscenza e la strumentazione dell’ epoca.

 

Una grande impresa dimenticata

Alessandro Malaspina di Mulazzo , oltre alla sua grande capacità e abilità di navigatore e studioso che gli permise di compiere quella straordinaria spedizione spedizione per la quale avrebbe dovuto essere onorato in patria, per sua disgrazia era uomo di mare e di cultura figlio dell’illuminismo, sensibile e libertario che non poteva resistere al giusto desiderio di stigmatizzare il colonialismo spagnolo ispirato a brutale sfruttamento di quelle terre.

 

Così al rientro della missione non solo non fu onorato per l’ impresa, ma si ritrovò imprigionato e umiliato, privato della grande mole di studi effettuati che con cialtronesca e impudica arroganza oscuri funzionari dettero alle stampe e resero noti al mondo senza menzionare il suo nome. Di colui che fu uno dei più grandi navigatori del XVIII secolo si perse completamente memoria, quel mondo che poco dopo veniva spazzato via dagli stessi ideali nei quali egli credeva lo sprofondò nell’ oblio dove rimase per sessanta anni fino a quando qualcuno non ritrovò la lunga relazione che stese minuziosamente su quei cinque anni di viaggio.

 

Nel 1855 venne pubblicata la sua cronaca della spedizione La vuelta al mundo por la corbetas Descubierta y Atrevida al comando del capitan de navio Don Alejandro Malaspina desde 1789-1794 , con tutte le osservazioni scientifiche e le note che l’avevano condannato all’ oblio, preziosa alla storia dei viaggi e le esplorazioni almeno quanto i diari di James Cook, il Voyage autour du monde (1785-1788) di La Pèrouse , le opere di Bougainville e e gli altri suoi contemporanei con miglior fortuna.

 

Ma il destino di Alessandro Malaspina da Mulazzo , nobile di casato, esploratore e scienziato di vocazione e libero pensatore libertario per cultura, fu di rimanere ancora sconosciuto per quasi altri centoquaranta anni, fino a quando nel 1992 qualcuno andò a rovistare tra gli archivi polverosi di Madrid, Siviglia e Cadice alla ricerca di documenti marinari per celebrare il quinto centenario della scoperta dell’ America.

 

Documenti, mappe, carte, disegni, diari, annotazioni scientifiche di ogni genere a centinaia, tutto ciò che il grande esploratore aveva redatto per due secoli era rimasto nascosto e dimenticato per volere di un mondo che non poteva concepire che un suddito del suo arrogante potere assoluto fosse uno spirito libero che concepiva la conoscenza solo come libertà.

 

© Paolo del Papa: Viaggiatori ed esploratori. Vol.Oceani: esploratori italiani,Malaspina da Mulazzo.

 

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