Le rotte dei Caraibi

Gli antichi sostenevano che all’estremità dell’ Asia si trovava il Paradiso Terrestre e lo confermava la prima cartografia medievale, dopo la scoperta delle rotte nell’ Atlantico si credeva esservi una via per giungervi e quando Cristoforo Colombo arrivò nelle Antille si pensò che si era realizzata quella scoperta del Paradiso,ne ebbe conferma dai rilievi coperti di foresta tropicale fino a spiagge bianchissime sul mare di smeraldo, uccelli di tutti i colori sciamavano a centinaia tra gli alberi e animali ignoti che frusciavano rapidi nel sottobosco vellutato, piante dai frutti rigogliosi nell’aria profumata dalle essenze di una natura splendida e selvaggia. Con il suo secondo viaggio Colombo trovò le isole Vergini incrociando poi Antigua e la lussureggiante Dominica, la profumata Grenada ed altre, nel terzo viaggio dalle Barbados raggiunse le più merdionali Trinidad e Tobago e nell’ ultimo viaggio navigò ancora nell’arco caraibico che va da Santa Lucia alla grande Cuba e la vicina Portorico, perfezionando quella rotta seguita da tutti gli altri navigatori che collegava la prima colonia sorta sulla Navidad che aveva fondato ad Hispaniola Santo Domingo al continente. La rotta seguiva il ventaglio di isole scoperte da Cristoforo Colombo e dagli altri primi esploratori che offrivano rifornimenti e approdi sicuri, tutte ribattezzate dagli inglesi Leeward o Isole Sottovento e isole Windward o del Vento Settentrionali e Sopravento Meridionali. Vette di montagne sommerse formate da antichi vulcani che si congiungono al continente nelle profondità marine e che emergono, una dopo l’altra, dai riflessi corallini del mar dei caraibi come lembi di paradiso. Le isole che si stendono come un grande arco nel mare caraibico furono chiamate Antille dalle misteriose terre di Antilia degli antichi geografi, le Grandi vanno dalla Giamaica e la vasta Cuba a Santo Domingo e la vicina Portorico, tutte le altre sono le Piccole Antille, una multitudine di isolette coperte di vegetazione e difese dai flutti atlantici dalle barriere coralline. Con la Tratta atlantica degli schiavi africani e il turpe commercio che ne venne, sono diventate piccole scaglie d’ Africa e strane usanze dai riti antichi come quelli giunti dai Paesi Vudù e origini perse nelle stive delle navi negriere e nel sudore secolare delle piantagioni .

Dopo la strage delle tribù Caribe che vi abitavano e il genocidio dei Taino, fiorirono piantagioni e traffici, città e porti incrociati dai vascelli europei, poi le catene furono spezzate e gli schiavi divennero braccianti ai quali si aggiunsero immigrati meticci, europei, indiani e cinesi in una babele di razze, tradizioni, lingue e religioni unite nelle prime colonie spagnole, le successive britanniche, le Antille francesi e i Caraibi olandesi.

A lungo le rotte dei pirati dominarono quei mari con le isole che si popolavano sempre più dalla spagnola e meticcia Cuba alla britannica negritudine di Giamaica , dai bastioni castigliani di Portorico a Santo Domingo che si divide l’ antica Hispaniola con la francofona Haiti creola. Poi è un susseguirsi di isolette, ognuna uno staterello dove i discendenti degli schiavi neri hanno assunto vizi e virtù dei vecchi padroni bianchi: olandesi a Saint Martin o Maarten, le isole di Bonaire e l’ attiva Curaçao, francesi a Guadalupa e la creola Martinica, britannici da St.Lucia alle Barbados, l’isola delle spezie Grenada, l’aristocratica Antigua, l’ indigena Dominica e il costiero Belize , ormai confusi tra indiani e cinesi a Trinidad Tobago. Dalla scoperta di Cristoforo Colombo e le successive esplorazioni del Nuovo Mondo America, si rivoluzionò l’economia mondiale e i domini delle grandi potenze europee dal primo portoghese poi decaduto all’ impero spagnolo , il colonialismo francese e il contemporaneo britannico che divenne il più esteso, il flusso commerciale con l’ America divenne primario provocando la decadenza della via delle spezie e le tradizionali rotte con l’ Asia orientale.

© Paolo del Papa Viaggiatori ed esploratori. Vol. America:Le rotte dei Caraibi.

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