Lapponia

Lapponi

La Lapponia o Sápmi in lingua sami, è la regione geografico-culturale abitata dalla popolazione Sami., distribuita nelle regioni settentrionali di Lapin lääni e Lapin maakunta in Finlandia, Finnmark, Nordland,Nord-Trøndelag e Troms in Norvegia, Jämtland., Norrbotten e Västerbotten in Svezia, oltre alla penisola di Kola, in Russia. La Lapponia possiede una connotazione semi-nazionale che trascende i confini esistenti tra i quattro stati su cui è ripartita, tuttavia non vi è nessuna spinta per una completa autonomia. I “parlamenti Sami”, fondati in Norvegia 1989, Svezia 1993 e Finlandia nel 1996, hanno un peso politico debole il cui compito principale è lavorare per la preservazione della cultura sami. Nondimeno, anche le questioni ancora aperte sul possesso della terra e del diritto al pascolo per gli allevamenti delle renne entrano nell’agenda di questi organi. La minoranza sami in Russia non gode di alcun particolare riconoscimento politico.Tipica della popolazione sami è la forma di canto popolare detta joik. Artisti originari della Lapponia sono Mari Boine e Wimme Saai. Il 95% di questa regione è protetta come parco nazionale o riserva naturale e nel 1996 un’area di 9.600 chilometri quadrati situata nella parte svedese della Lapponia è stata inserita fra i Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.I Lapponi o Sami, sono una popolazione indigena dicirca 75.000 individui stanziata nella Fennoscandia, in un’area che si estende dalla penisola di Kola fino alla Norvegia centrale includendo anche le regioni più settentrionali della Finlandia e Svezia. Hanno la loro storia, lingua, cultura, attività professionali, modo di vivere e identità. Il territorio da loro abitato Sápmi è diviso dalle frontiere di quattro stati: Norvegia 40 000 sami, Svezia 20 000, Finlandia 700) e Russia (2000).Negli antichi documenti ufficiali gli antenati dei sami vennero chiamati “lapponi” . Un “lappone” significava in Finlandia una persona che praticava le cosiddette “professioni lapponi” cioè l’allevamento di renne, la pesca e la caccia.La parola “lappone” deriva dalla parola svedese “lapp” che significa “toppa”. La denominazione sami sápmelas in lingua sami è una definizione etnica, che riferisce all’auto-identificazione dei sami come membri della comunità culturale sami distinta dalla cultura dominante. Essa si distacca dalla denominzione lappone data dai non-sami e ritenuta dai sami come troppo carico di significati e persino dispregiativo.Un tempo i sami erano principalmente allevatori di renne, pescatori e cacciatori nomadi, abitavano in capanne coniche trasportabili chiamate kota. Il modo di vivere nomade è finito negli anni ’50.Le lingue sami appartengono al gruppo linguistico finno-ugrico della famiglia uralica, la cui letteratura era una volta esclusivamente orale, sebbene oggigiorno molte poesie e canti joik siano tradotti e pubblicati soprattutto nelle tre lingue sami principali sami settentrionale, sami di Inari e sami skolt. Le diverse varietà di lingua scritta sono una decina sviluppate a partire dal XVII secolo.

Fonti: wikipedia | popolo sami

Gli Indiani d’Europa

Generalmente si pensa che i popoli indigeni siano tutti extra-europei, ma esiste un’eccezione: si tratta dei Sami (in Italia meglio noti come Lapponi), che vivono divisi in 4 stati contigui dell’estremo nord europeo (Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia) e sono oggi circa 50.000.L’isolamento geografico e la loro cultura tribale limitano il contatto con le altre minoranze europee, favorendo invece i rapporti con gli altri popoli artici ed indigeni in generale.La loro lingua, che appartiene al ceppo ugro-finnico, è da tempo oggetto di complesse dispute glottologiche.I Sami, popolo fondamentalmente nomade, abitano la tundra artica, dove vivono una vita quasi simbiotica con la renna. Oggi solo il 10% si dedica all’allevamento di questo animale, che resta comunque d’importanza centrale nella cultura e nell’economia.Sembra che gli antenati dei Sami siano originari della regione dei laghi Ladoga e Onega (Russia nordoccidentale), dove sarebbero stati insediati già attorno al 500 a.C. L’invasione di popoli provenienti dalle regioni uraliche li costringe ad emigrare ad ovest, nella regione scandinava. Fino al secolo unicesimo i Sami vivono tranquillamente di caccia, pesca e raccolta, dopodichè le invasioni vichinghe li spingono all’estremo nord.Il loro nomadismo viene nuovamente minacciato quando inizia la colonizzazione scandinava, che ha il suo motore nella cristianizzazione del tardo Medio Evo. La nuova era porta con sè strade, ferrovie e nuovi villaggi che mutano profondamente l’economia lappone.Comincia poi una dura repressione della lingua, non di rado in nome del cristianesimo: molti uomini di chiesa affermano che “il lappone è la lingua del diavolo”. D’altro canto, però, si deve proprio a dei missionari la codificazione di una lingua finora tramandata oralmente.All’inizio del 1800 la Bibbia viene tradotta in sami, ma è solo nel nostro secolo che viene fissato uno standard ortografico (la lingua è divisa in 3 dialetti e 13 sotto-dialetti).Ma le difficoltà rimangono: dal 1888 alla Seconda Guerra Mondiale, per esempio, ai Sami della Norvegia è proibito usare la propria lingua. Nel 1948 nasce la prima organizzazione lappone, l’Associazione Norvegese degli Allevatori di Renne (NRL), e nel 1956 il Consiglio Sami.Ha inizio così una discussione serrata dei vari problemi. Fra questi la repressione dello sciamanesimo, che i missionari assimilano alla magia nera (già nel secolo scorso gli oggetti sacri sono stati bruciati o portati nei musei europei). Riemerge anche il problema della lingua: molti sami non la parlano nè sanno leggerla.Per ovviare a questa situazione ne viene promosso l’insegnamento nelle scuole. In Norvegia, dove vive la comunità più numerosa, una legge del 1969 garantisce l’insegnamento della lingua nei primi sei anni scolastici, ed una successiva revisione darà diritto di scegliere il sami come lingua d’istruzione.Nel 1973 la nascita dell’Istituto Lappone Nordico costituisce un momento decisivo per la minoranza nordeuropea. L’istituto ha sede a Kautokeino (Norvegia) ed è promosso dal Consiglio Nordico, l’organismo di cooperazione fra gli stati scandinavi. Il suo obiettivo è quello di costituire un punto di riferimento – culturale, giuridico, politico – per tutti i Sami.Nello stesso periodo emergono anche gravi problemi ambientali, come la diga idro-elettrica che viene costruita sul fiume Alta (Norvegia). Il progetto rischia di allagare vaste zone abitate dai Lapponi, che organizzano azioni di protesta col sostegno dei movimenti ecologisti. Il braccio di ferro col governo è lungo, ma si dimostra fallimentare.Altri problemi ambientali incombono – ad esempio, l’inquinamento dei fiumi dovuto dallo sfruttamento del petrolio in alto mare. Problemi che diventano secondari quando gli effetti della tragedia di Chernobyl (26 aprile 1986) si abbattono sulle terre lapponi. Le conseguenze sono disastrose: la radioattività rende necessario l’abbattimento di 100.000 renne, e molte altre muoiono per l’avvelenamento dei licheni, che rappresentano il loro nutrimento essenziale.Il grave danno ambientale ed economico non ferma comunque il cammino dei Sami verso l’affermazione dei propri diritti. Nel 1989 viene istituita in Norvegia un’assemblea nazionale indigena riconosciuta dal governo, che viene chiamata Parlamento Sami. In Finlandia un’istituzione analoga era già attiva dal 1972, mentre in Svezia nascerà solo qualche anno dopo.Il 1990 porta la paura di una nuova Chernobyl. Il governo sovietico decide infatti di spostare i propri siti nucleari da Semipalatinsk (Kazakistan) all’isola di Novaja Zemlja, che sorge nei pressi delle terre abitate dai Sami. Questa paura è condivisa da altri popoli artici, con i quali viene anche intensificata la collaborazione.Con il crollo dell’Unione Sovietica (1991) viene anche ristabilito il contatto fra i Sami della regione scandinava e quelli che abitano la penisola di Kola (Russia).Nel 1995, Svezia e Finlandia aderiscono all’Unione Europea. In seguito a questo, l’assise di Strasburgo sarà parte in causa nei consessi internazionali dove si dibatte della questione indigena.

Alessandro Michelacci

Fonti: Associazione popoli minacciati | popoli minacciati

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