La storia del Ladakh ha seguito in parte quella del Tibet rimanendo in gran parte legata alla cultura e la tradizione e religiosa derivata delle scuole del buddismo Tibetano diffuso dal VII secolo in tutta la regione himalayana e qui ne rimase isolato come il Piccolo Tibet tra l’ induismo indiano e l’ estensione dell’ islamismo dall’Asia centrale.
Il Piccolo Tibet
Nel suo più antico periodo mentre venivano popolate le limitrofe valli del Kashmir la regione rimase a lungo isolata e vi si estese poi a sud la cultura tibetana di Zhangzhung e dall’ epoca ne rimase legato come territorio meridionale. Dopo un lungo periodo la più recente storia del Ladakh iniziò dal VII secolo quando fu nei domini del potente impero del Tibet fino alla sua dissoluzione, mentre nella regione occidentale tibetana venne fondato il regno di Guge e nell’ 842 il nobile della stirpe reale Nyima-Gon in Ladakh fondò il regno di Maryul con la prima dinastia, dall’ epoca con le sue varie scuole anche nella regione si diffuse il Buddismo tibetano. Dal XII secolo iniziarono le espansioni e le conquiste musulmane nell’ India settentrionale continuate nei due successivi con incursioni in Ladakh, diviso poi nel reame meridionale e quello settentrionale di Leh, il principe Lhachen Bhagan ne depose l’ultimo sovrano nel 1460 fondando la nuova dinastia Namgyal che regnò per quasi quattro secoli, ma subendo varie incursioni. Alla fine del XVI durante il regno di Jamyang gran parte del territorio occidentale venne invaso dal sovrano del vicino Baltistan islamico Ali Sher devastando templi e monasteri buddisti, per limitare l’ invasione Jamyang raggiunse un trattato di pacificazione concedendo in moglie a Ali Sher la figlia sposando a sua volta la principessa musulmana Gyal Khatun. Salito al trono il figlio Sengge cercò di ricostituire il regno edificando nuovi gompa e templi, tra i vari il grande monastero di Hemis del lignaggio Drukpa, trasferendo il centro di potere dal palazzo di Shey con il suo monastero restaurati, alla fortezza con il sontuoso palazzo reale di Leh. Mentre espandeva il suo regno nello Zanskar verso sud venne sconfitto dalle armate del potente impero Moghul indiano islamizzato che aveva conquistato il Kashmir reso vassallo con la dinastia Shah Mir. Con il declino dell’ impero Mughul alla fine del XVIII secolo la compagnia britannica dell’East India iniziò ad aprire i suo centri ben presto estesi in gran parte del territorio ove presero poi il potere le presidenze in quella che fu l’ India britannica e dal 1858 per un secolo divenne la colonia della British_Raj . Dall’ inizio del XIX secolo la regione del Kashmir e Jammiu entrò nei domini dell’ impero Sikh, rimasto indipendente fino al 1846 dopo la prima vittoriosa guerra britannica nel Punjab contro i Sikh che tra il Kashmir e il Ladakh aveva esteso il suo dominio come suo protettorato istituendo il principato del Jammu. Parte del territorio era abitato dalla popolazione indiana nord occidentale Dogra ove l’amministrazione britannica pose come governatore il Maharaja Gulab Singh che vi fondò l’ omonima dinastia di stirpe Rajput induista dei Dogra con capitale a Srinagar rimasta fino all’ indipendenza dell’ India nel 1947 dopo il regno dell’ ultimo Maharaja Hari_Singh. Conteso all’ India dal limitrofo Pakistan dal 1947 con la prima guerra del Kashmir , il vecchio regno entrò nell’ unione indiana divenendo lo stato del Jammu e Kashmir incluso il Ladakh che poco dopo fu invaso da milizie pakistane scontrandosi con quelle indiane a Kargil in quella prima guerra e ripetuti nei successivi tre conflitti con il Pakistan trascinati dall’ epoca fino al 1999. Dopo quella del 1971 vennero raggiuti accordi nel trattato di Simla che tra gli altri stabilivano i confini del Kashmir, mentre nei decenni precedenti dopo l’ occupazione e l’ annessione del Tibet alla Cina il Ladakh ha accolto rifugiati tibetani e comunità di nomadi Changpa, per le grandi differenze culturali e religiose con il Kashmir islamico nel 1995 è stato creato il consiglio del distretto di Leh per l’ amministrazione autonoma e il resto del territorio esteso in tutta la regione del Ladakh che con la sua popolazione, cultura e tradizioni rimane come grande enclave In India del Buddismo tibetano disteso tra montagne e vallate.
Tra montagne e vallate
Nel variegato e suggestivo territorio del Ladakh, la catena montuosa principale si allunga sui limiti settentrionali della valle dell’Indo fino al centro di Demchok sul confine sud orientale conteso dal governo cinese del Tibet e l’India sorto sull’ omonimo storico villaggio di Demchok, il fiume Tangtse la divide dall’altra catena del Pangong che si stende parallela a sud fino alla sponda meridionale del lago Pangong che ne prende nome. A sud si allunga fino al confine tibetano ove si erge in monte Kailash sacro all’ induismo, la tradizione Bon e il buddismo. La regione è attraversata dal corso superiore del fiume Indo ove sulle sponde sono sorti i centri e città che ne hanno percorso la storia e nel territorio settentrionale scorre il suo affluente Shyok attraverso la sua valle in un suggestivo territorio che continua ove lo Shyok confluisce con l’ omonimo fiume e si apre la storica valle del Nubra con i suoi centri e villaggi tradizionali e continuando nel distretto di Kargil si stende l’ altra valle del Suru che ha percorso anch’ essa la storia della regione frequentata delle tribù dei Bakarwal nomadi nelle loro migrazioni stagionali, continuando nel villaggio di Rangdum dalla scuola buddista tibetana Gelug all’ inizio del XIX secolo venne edificato il monastero di Rangdum che ne prende nome. Da qui il Ladakh tra le montagne, oltre il vicino alto passo del Pensi_La ove passavano le antiche carovaniere, con l’ omonima catena che l’ attraversa è separato dalla la storica regione dello Zanskar. Un vario e suggestivo territorio ove sono sorti centri e città storiche, villaggi tradizionali nei vari distretti del Ladakh, tra antichi templi e gompa che conservano le antiche tradizioni del buddismo Tibetano, tra gli edifici riccamente decorati di quella cultura sono depositari i vari monasteri in Ladakh, tra fedeli e pellegrini che pregano recando offerte, i riti secolari celebrati da monaci e lama, oltre le grandi cerimonie nei costumi tradizionali con musica e danze rituali. Dal Kashmir sulla vecchia via tra le montagne è stata tracciata l’ Highway 1 che sale tra i tornanti oltre l’alto passo himalayano del Zoji_La per collegare Srinagar al Ladakh raggiungendo il corso del fiume Indo ove oltre un ponte sotto la sua montagna si trova la città di Khalatse che con i suoi stupa e chorten annuncia l’anima buddista del centrale distretto di Leh e del Ladakh.
Leh
Sulle sponde dell’ Indo su un colle come si erge il monastero di Tingmosgang sorto nel XV secolo da una fortezza fondata dal sovrano Drag-pa-Bum, continuando nei pressi l’ omonimo villaggio ospita il monastero di Likir fondato nell’ XI secolo dal lama Duwang Chosje come centro della scuola buddista tibetana Gelug , ad arricchirne e la suggestione nel 1999 è stata edificata la gigantesca statua dorata del Buddah Maitreya seduto che si erge davanti il monastero di Likir meta di pellegrinaggi. Si accede agli edifici attorno al Dukhang decorato da antichi thanka , arredi sacri e l’ altare con la grande statua del Buddha Sakyamuni tra i suoi discepoli con la splendida raffigurazione di Avalokiteswara dorato dalle undici teste e le mille braccia. A sinistra sono custoditi i sacri testi del Kangyur sotto la parete affrescata con i bodhisattva Tungshak, a destra i testi del Tangyur davanti l’ altra parete affrescata con i sedici primo discepoli Arthat. Al piano superiore il tempio delle divinità protettrici Gonkhang che ospitala statua di Yamanthaka dalle molte braccia, della divinità protettrice Setapa, l’ immagine del venerato Tsongkhapa con i discepoli e divinità raffigurate sulle mura affrescate. Nella città di Leh dal periferico quartiere Chanspa su un colle splende candido il grande stupa di Shanti che domina una suggestivo panorama, completato nel 1991 seguendo l’ idea del monaco giapponese Fujii che dal 1947 ispirò la costruzione come simboli di pacifica armonia le pagode della Pace e Shanti ne divenne parte con le venerate reliquie di Buddha custodite alla sua base, una lunga scalinata porta alla cima con le statue dorate del Buddha Gautama e seguaci, decorazioni, nicchie con raffigurazioni di divinità fino alla vetta da dove si stende la magnifica vista sul territorio. Sempre poco fuori dalla città si erge il monastero di Spituk fondato nell’XI secolo dagli edifici e decorazioni in stile tradizionali che ospita una gigantesca statua della divinità hindu Kali venerata dal buddismo, come in altri monasteri in autunno vi si tiene la grande festa religiosa annuale Gustor del sacrificio celebrata per due giorni con cerimonie, rituali e le musiche che accompagnano le suggestive danze sacre Cham, la residenza del monaco abate è ospitata nel vicino e più moderno gompa con il monastero di Sankar. Celebrato come il conquistatore del Ladakh per il, il generale Zorawar nel 1836 a Leh fece edificare il presidio che ne prese nome come forte di Zorawar ove a lungo furono ospitati i tesori e la ricchezza della dinastia dei Dogra in parte conservati nel museo, dell’antica tradizione commerciale rimane l’animato mercato di Leh sorto sul vecchio baazar, ove la visita del venerato Guru Nanak all’ inizio del XVI secolo è celebrata dal sacro albero Datun_Sahib. Continuando tra i quartieri del centro storico dal castello di Tsemo, che sorge sul colle più alto come fortezza di difesa con il vicino monastero di Namgyal , si trova il Lachen Palkar noto anche come il palazzo reale di Leh edificato all’ inizio del XVII secolo come residenza del sovrano che domina la città su nove piani in parte restaurato, ospita il museo con una ricca collezione di costumi, decorazioni e gioielli reali, oltre e una vasta collezione di antichi dipinti thangka tibetani, come in altri davanti al palazzo si tiene la grade festa religiosa del Galdan_Namchot per l’ inizio del nuovo anno e le cerimonie consacrate al venerato fondatore della scuola buddista Gelug tibetana Tsongkhapa. Come centro del governo venne poi spostato poco a sud dalla città a metà del XIX nel villaggio di Stok nell’altro palazzo costruito nel 1820 che prese nome dal vicino antico monastero di Stok edificato nel XIV secolo per ospitare la grande e venerata statua del Buddha Gautama, assieme la vasta biblioteca e i testi sacri del Kangyur e poco distante all’ estremità settentrionale del villaggio nel 1995 venne fondata la scuola buddista Siddhartha.
La regione di Leh
Da Leh si stende valle del fiume Stok Chu dominata dal maestoso ed alto monte Kangri in un suggestivo territorio sull’altopiano che continua a sud del fiume Indo protetto dal grande parco nazionale di Hemis esteso fino all’ estremità della valle himalayana attraversata dal fiume Markha ove con oltre seimila metri si erge il picco dell’altro maestoso massiccio del monte Kang Yatze, in un affascinate e grandioso ambiente naturale come il più popolato dalla ricca fauna del Ladakh e tra le varie specie endemiche di uccelli e mammiferi quella del raro Leopardo delle nevi. Nello stesso territorio da un più antico dell’XI secolo, nel XVII venne esteso il grande monastero di Hemis dalla diffusa la scuola buddista tibetana Kagyu e ne divenne il venerato gompa dall’ alto lignaggio Drukpa che domina la valle con l’ edificio centrale su tre piani dalle pareti che splendono di colori e gli interni finemente decorati ove si erge preziosa la statua della dea Tara circondata dai saggi santificati Arhat. Noto come il grande festival di Hemis ogni anno all’ inizio di giugno si tiene la grande festa religiosa del Tse Chu consacrata al venerato Padmasambhava con pellegrini e fedeli nei costumi tradizionali tra cerimonie e le suggestive sacre danze Cham dalle maschere rituali. Poco ad ovest di Leh nel 1515 venne fondato il monastero di Phyang nei pressi del villaggio Fiang da monaci seguaci del lignaggio tibetano Drikung della scuola Kagyu che rimane con gli edifici decorati da affreschi, statue e arredi sacri, non distante nell’XI secolo fu edificato il più antico monastero di Likir della scuola Gelugpa, che amministra anche il vicino e più antico monastero di Alchi edificato nello steso periodo e dal medesimo stile come il vicino complesso monastico nel tempio di Mangyu. Non distante su un colle che domina l’ omonimo villaggio si erge il grande e venerato monastero di Thiksey fondato nel XV secolo come centro della più diffusa scuola buddista tibetana Gelug nella sua splendida posizione sulla valle dell’Indo, dagli edifici i su dodici piani e dieci templi che ricorda il maestoso palazzo del Potala a Lasha. Tra le varie sale finemente decorate e il convento di monache, la grande statua del Buddha futuro Maitreya si eleva per quasi due piani, , il tempio consacrato alla dea Tara, oltre a stupa anch’essi affrescati che ospitano altre statue, preziosi arredi sacri e dipinti su thangka. Meta di pellegrinaggi da tutta la regione, anche nel venerato monastero di Thiksey come negli altri viene celebrata ogni anno la grande festa religiosa del Gustor tra i lama officianti, i fedeli nei costumi tradizionali, riti e musiche che accompagnano le danze rituali mascherate e anche qui si celebrano le grandi cerimonie del Dosmoche con fedeli nei costumi tradizionali in preghiera diretti dai lama, canti e musiche che accompagnano le suggestive danze sacre in sgargianti costumi simili alle Cham tibetane dalle maschere che rappresentano divinità e spiriti per esorcizzare quelli maligni accogliendo la pace. Ad est di Leh in una splendida posizione che domina la vallata il gompa con il monastero di Chemrey fondato nel 1664 da Lama Tagsang Raschen nell’ ordine Drukpa della scuola Kagyupa, consacrato anche al sovrano Sengge Namgyal dai vari edifici e i santuari di due Dukhang con le sale delle riunioni affrescati. Così come i santuari, il tempio Lhakhang e le altre sale del suggestivo Chemrey sono decorati ed affrescati, uno contiene i sacri testi scritti in argento e ‘oro, è anche celebre per la grande festa religiosa dell’ Angchok decorato da bandiere colorate di preghiera tra cerimonie e danze sacre. Continuando tra i colli si trova il sacro sito Gon-Nila-Phuk con i templi sorti attorno le grotte dipinte di Saspol dalle splendide immagini di Maitreya e Amitabha, il venerato Avalokiteshwara e altre divinità, nel territorio più remoto himalayano del distretto di Lhe si trova l’ antico tempio di Sumda_Chun fondato nell’ XI secolo nei pressi dell’ omonimo villaggio tra le montagne. sempre della scuola Kagyu, ma nell’altro lignaggio tibetano Drukpa dalla simile liturgia.
Nubra e il nord
Seguendo il fiume Shyok per il corso settentrionale ove si incontra con il suo affluente Nubra, che scorre dalle sue sorgenti del Yarma Tsangpo nel grande ghiacciaio Siachen tibetano, si apre lo storico territorio disteso nell’ omonima vasta valle del Nubra tra le catene del Ladakh e del Karakorum collegate a nord di Leh dall’alto passo del Khardung. Da una sponda dello Shyok si erge l’ imponente ed alta statua del Buddha Maitreya sulla via del grande monastero di Diskit_ dall’ antico gompa fondato nel XIV secolo dal lama Tserab Zangpo, maestro della scuola tibetana Gelugpa con poco sopra il più antico tempio di Lachung consacrato al venerato fondatore della scuola Tzongkhapa. Gli edifici sono decorati da affreschi e all’interno della sala Dukhang immagini delle divinità guardiane tra grandi tamburi, sotto la cupola una grande affresco raffigura il monastero tibetano di Tashilhunpo, tra gli altri santuari un edificio conserva preziosi testi sacri mongoli e tibetani. Poco distante dal monastero di Diskit , continuando lungo il corso dello Shyok tra le alte dune di sabbia e le oasi popolate dai cammelli della battriana si trova il villaggio di Hundar un tempo capitale dell’ antico reame di Nubra che ne conserva i resti con i palazzi reale e dell’ elefante, il monastero di Hundur e il tempio bianco Lhakhang Karpo da dove proseguire nella più remota valle del Nubra tra i suoi scenari, centri e villaggi tradizionali. Dall’ altopiano tibetano si stende una parte della regione del Changtang dal suggestivo ambiente protetto in Tibet dalla riserva naturale con il vasto parco di Chang_Tang popolato da una ricca fauna endemica. Antico territorio del popolo nomade Changpa che a sud est si stende tra le montagne e le vallate del Ladakh ove sono noti come Phalpa legati alle tradizioni buddiste tibetane che si incontrano fino al Ladakh settentrionale nella valle di Rupshu con il grande lago Tso Moriri che spende in alta quota. Sulla sponda nord occidentale si trova il villaggio con il monastero di Korzok edificato nel XVIII secolo dal lama Rupshu Goba del lignaggio Drukpa e ricostruito nel XIX con lo stile e decorazioni tradizionali sulla sponda del fiume che alimenta il lago. Frequentato dai nomadi e i fedeli della regione, anche qui ogni anno per due giorni vi si tiene la grande festa religiosa del Gustor tra cerimonie riti accompagnati da danze mascherate. Sull’antica rotta verso il confine tibetano nell’ omonimo villaggio si trova l’Analy Gompa con il monastero di Hanle fondato nel XVII secolo anch’ esso dal lignaggio Drukpa, in stile tibetano con influenze indiane e Han cinesi tra il tempio Lhamokhang al primo piano con sotto gli altri Gonkhang, e Dukhang tutti affrescati e decorati con statue nei diversi stili.
Kargil
Sempre nel suggestivo territorio sull’ altopiano dominato dalle montagne tra villaggi e gompa si continua nell’ occidentale distretto di Kargil disteso nella regione sud occidentale himalayana dalle vallate attraversate dal fiume Suru affluente dell’ Indo ove sulle sponde del suo corso centrale si trova la capitale che da nome al distretto nella città di Kargil dalla popolazione in gran parte islamizzata. Un suggestivo territorio tra montagne e vallate, antichi centri e villaggi tradizionali ove si ergono antichi gompa e monasteri, poco oltre Kargil il piccolo gompa con il monastero di Shargole fondato dalla scuola Gelug magnificamente arroccato sulla scogliera, sull’antica carovaniera tra il Kashmir e il Ladakh da un colle che domina la valle si erge il monastero di Mulbekh fondato nel XII secolo e poi ampliato con i due gompa delle rispettive scuole Gelug e Drukpa un tempo collegati al sottostante palazzo reale Rajah kalon di Mulbekh, entrambe affrescati e riccamente decorati da arredi sacri, reliquie e statue, celebre per il venerato e grande bassorilievo che raffigura Maitreya scolpito sulla parete rocciosa. Nella regione del Trans-Sengge-La tra Ladakh e Zanskar, l’ omonimo e remoto villaggio ospita il monastero di Lingshed detto delle centomila immagini per le decorazioni, fondato nel 1440 come centro della scuola Gelug da Sherabs Zangpo, discepolo di Tzongkhapa con sei santuari ed altri edifici, in basso i quartieri monastici shak disposti a ventaglio. Continuando per la via che viene da Leh si erge il gompa Yang drung in un magnifico scenario su un colle che domina il villaggio di Lamayuru e ne ha preso nome come il grande monastero di Lamayuru tra i più antichi del Ladakh, per la tradizione fondato nell’ XI secolo dal venerato monaco indiano Nāropā, ampliato come lo si trova e divenuto poi un grande centro della scuola tibetana Sakya detta dei Berretti rossi. Davanti tre chorten e un tempio con le raffigurazioni di Avalokitesvara dalle undici teste e le mille braccia, Padmasambhava e statue di otto Bodhisattva, tra i vari edifici decorati il Dukhang dalle pareti affrescate con immagini di divinità, Il Gonkhang consacrato ai guardiani della fede anch’ esso decorato così come il vicino tempio e le residenze dei monaci. Ad arricchire la suggestione del Lamayuru le altre decorazioni, affreschi, dipinti e statue che raffigurano le divinità del pantheon buddista, i Bodhisattva e le vicende del Buddah sulla terra, preziosi ed antichi manoscritti sacri, la venerata grotta di Nāropā ove meditava e ogni anno a giugno vi si tiene la grande festa religiosa del Yuru Kabgyat tra suggestive cerimonie, il rituale con il rogo delle effigi e le danze tradizionali mascherate dei di lama. Da Kargil a sud sulla via per Barso si eleva l’alta statua del Khar Buddha scolpita su una parete rocciosa nel VIII secolo prima di giungere nella cittadina di Sankoo da dove attraversata dall’ omonimo fiume si apre la storica e fertile valle del Suru tra le montagne dominate dalle due alte vette himalayane del Nun_Kun ove si trovano villaggi in quello che è anche parte del territorio frequentato dalle tribù nomadi dei Bakarwal che si incontrano nei loro accampamenti dei pascoli estivi, continuando tra le montagne da una parte e le colline che si colorano a primavera dall’altra si trova il villaggio di Rangdum ove dalla scuola tibetana Gelugpa nel XVIII secolo fu fondato l’ omonimo monastero di Rangdum.
Zanskar
Poco distante da Rangdum dalla valle del Suru si sale per l’alto passo del Pensi_La per scenderne ripidamente tra le montagne a sud nella vasta regione dello Zanskar che rimane a lungo isolata nei gelidi inverni coperta di neve ove sulla via si ergono le alte vette con il grande e maestoso ghiacciaio dell’ Drang-Drung. Nella valle del Pandum sulla scogliera sopra l’ omonimo villaggio tra i più sontuosi e ricchi del territorio si trova il grande monastero di Karsha fondato nell’ XI secolo dal grande traduttore Phagspa Sherab, ampliato nei successivi come centro della scuola Gelug con otto templi, varie cappelle e chorten con le grandi sale di riunione e preghiera in quelli centrali tra tre cappelle decorate da statue, arredi sacri e dipinti con una vasta collezione di sacri dipinti Thangka su seta, alcuni chorten ospitano i sepolcri di lama mummificati ed uno rivestito d’ argento del venerato Rinchen Zangpo. Nei pressi i templi di Karpo e Thugsjechhen anch’ essi dallo stile e decorazioni tradizionali, da dove si raggiungono gli altri vicini monasteri di Khagsar e Phagspa oltre quello femminile del Dorjezong all’estremità della valle con la venerata statua di Avaloketeshvara dalle undici teste. Dal monastero di Karsha per la regione sud orientale dello Zanskar, in un suggestivo ambiente nella gola scavata dal fiume Lingti-Tsarap sulla scogliera rocciosa si trova il monastero di Phuktal fondato all’inizio del XII secolo, raggiungibile solo con percorsi a piedi si apre con i suoi edifici nella roccia con quattro sale di preghiera e di una biblioteca decorati, con al centro l’antica cappella dalle pareti e soffitti affrescati, frequentato dai fedeli dei remoti villaggi e per essi vi venne fondata la scuola monastica del Phuktal nel 1993. Proseguendo per la centrale valle di Stod si trova monastero di Dzongkhul fondato nell’XI secolo, come altri nella regione attribuito al celebre monaco e yogi indiano Naropa tra i fondatori e grande diffusore della scuola tibetana Kagyu nella tradizione del lignaggio Drukpa .Si erge su una parete rocciosa con dietro due grandi grotte sacre ove si raccoglieva in meditazione Naropa, oltre il gompa finemente affrescato, tra la decina di edifici decorati sono conservati preziosi arredi sacri, uno stupa di cristallo ed antichi testi oltre una raffigurazione in avorio di Samvara. Da qui si apre la pianura centrale dello Zanskar con il centro di Padum che ha conservato la sua storia con il gompa e i resti del palazzo reale di khar, vari edifici sotto i due grandi chorten, poco distante sorge il monastero di Stongdey su una scogliera rocciosa che domina la valle fondato nel 1052 dal lama tibetano Marpa e in suo onore noto anche come il venerato gompa di Marpling con vari santuari ed edifici affrescati che ospitano arredi sacri, preziosi thangka di seta, immagini e statue del Buddah ed antichi testi oltre alle sale di preghiera, frequentato dai vicini villaggi tradizionali, la solenne suggestione dello Stongdey si anima come altri con le cerimonie e danze nella grande festa religiosa annuale del Gustor. Oltre l’ altro gompa di Starrimo , continuando nel vicino villaggio si trova il più antico e venerato monastero di Sani che per la tradizione la sua prima fondazione risale al II secolo durante il regno del sovrano battriano Kanishka celebrato come uno dei grandi diffusori del buddismo. Tra i vari stupa nel cortile sul retro si erge il santuario con il chorten di Kanika, tra gli altri edifici del Sani il centrale ospita la grande sala di preghiera dalle pareti affrescate, decorato da dipinti thangka e varie statue di divinità, sul retro la cappella anch’essa affrescata con immagini di Padmasambhava. Poco fuori dal suggestivo monastero considerato tra i più sacri al buddismo tibetano, tra antichi dipinti rupestri si celebrano le cremazioni, grande centro di pellegrinaggi ogni anno alla fine di luglio il monastero si tiene la grande festa religiosa Naro Nasial di Sani tra cerimonie e danze rituali consacrate al venerato maestro Naropa, attraverso lo Zanskar questo lembo del Ladakh si stende ad est tra montagne e vallate ove oltre la frontiera si apre il Tibet.
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