Dal kyber e la sua storica regione nord occidentale all’estremità settentrionale pakistana attraverso il Baltistan passava la Sāhirāh qarāquram come una delle diramazioni sulla Via della Seta verso il vasto territorio cinese del Xinjiang e su quel tracciato nel 1979 sul tracciato è stata completata la strada del Karakorum per in un lungo ed affascinante itinerario tra le maestose montagne. Alle alte valli si accede venendo dal distretto di Mansehra ove da un centro fondato nella prima metà del XIX secolo con il dominio dell’ impero Sikh, durante il successivo periodo coloniale britannico si estese la città di Mansehra che conserva parte del suo passato come tra le più grandi della storica regione dell’ Hazara orientale da dove continuare ad est del corso superiore dell’ Indo per il limitrofo suo distretto di Haripur. Tra le altre popolazioni di stirpe Pashtun dal XVI secolo è uno degli antichi territori delle tribù Tarin con le comunità nei villaggi ove da un centro fondato nel 1822 si è estesa la città di Haripur in una pianura tra le colline da dove si sale poco a nord per l’altra città fondata dall’ ufficiale britannico James Abbott nel 1853 e ne ha preso nome come Abbottabad .La ricordo come un centro di poco interesse e quasi anonima tappa per proseguire sulla via del Karakorum, ma poi divenuta rifugio di terroristi islamici protetti dai servizi, ove un commando statunitense trovò e giustiziando il famigerato Bin Laden nel 2011, lasciata la città tra le montagne e vallate coperte di foreste si stende il suo distretto di Abbottabad con parte del suggestivo ambiente popolato da fauna endemica è protetto dal parco nazionale di Ayubia. Con l’ omonima città capoluogo nel vicino distretto di Battagram si incontra il corso superiore dell’ Indo nei pressi del centro di Thakot popolato da tribù Pashtun, come gli altri centri del limitrofo distretto di Shangla disteso tra i colli e piccole valli con ivillaggi dominate da montagne coperte da foreste che si attraversa rapidamente fino alla citta di Besham che ne è capoluogo e verso nord la via sale per il distretto del Kohistan . Da qui a nord est si entra nel Baltistan ove si stende il distretto di Diamer accessibile dalla regione dell’ Hazara attraverso la valle di Kaghan salendo tra le montagne per quella che ricordo impegnativa e pericolosa via superando l’ alto passo del Babusar tra grandiosi scenari per ridiscendere cercando antiche incisioni rupestri buddiste e petroglifi lasciati da pellegrini e mercanti lungo la via verso il corso dell’ Indo ove si trova la città di Chilas sorta da un vecchio centro sulla lunga via per la Cina.
Gilgit
Salendo ove si incontrano le catene dell’ Hindu Kush, karakorum e l Himalaya più occidentale lungo il corso dell’Indo dove vi confluisce il fiume Sai Nala, si raggiunge la città di Juglot un tempo nota come il centro di Sai, seguendo il corso del fiume Hunza affluente dell’ Indo fino alla sua confluenza con il Gilgit, come è anche noto il fiume Ghizer, nel sempre più suggestivo territorio tra montagne e vallate poco a nord ovest nel distretto di Gilgit si apre la valle dove i due fiumi entrano nell’ Indo alla confluenza ove si è estesa la città di Gilgit che ne prende nome ed ha seguito la storia del Baltistan fin dalla fondazione del suo primo centro di Sargin sulla via della Seta nella regione che l’antica popolazione dei Brokpa di stirpe dardica idoariana considera tradizionalmente la terra originaria. Dopo l’ espansione del buddismo nel vicino Kashmir, dal VI secolo d.C. per i tre successivi con il regno della convertita dinastia Shahis divenne anche grande centro religioso nel secondo periodo della diffusione del buddismo in Pakistan. Nei secoli è rimasto un fiorente centro sulla rotta per la Cina e poco distante scorre la strada sulla via del Karakorum, da Gilgit si incrocia una deviazione ad est su un’altra antica via che porta nel Kashmir settentrionale indiano islamizzato a Kargil da dove prosegue a nord tra le montagne per il Ladakh che mantiene le antiche tradizioni buddiste. Non distante dalla città si apre la valle di Naltar dallo spettacolare territorio ove dai riflessi di intenso azzurro e smeraldo splendono i tre laghi Bashkiri tra le montagne, popolato da una ricca fauna endemica protetta dal parco naturalistico del Naltar , continuando verso il vicino territorio sud orientale si stende distretto di Skardu che dal VII secolo d.C. i fu nei domini del primo impero buddista del Tibet e dopo la sua decadenza nel X secolo entrò nel regno locale fondato dalla dinastia Maqpon islamizzata di stirpe turca.
Skardu
Alla fine del XVI secolo sulla sponda dell’ Indo alla confluenza dei fiume Shigar venne edificata la fortezza di Kharpocho con il suo villaggio che fiorì di commerci con i limitrofi territori e si estese nel centro che divenne poi la città di Skardu, percorrendo poi la storia della regione dal dominio Moghul alla colonia britannica fino all’ indipendenza. Il territorio è in parte attraversato dalla maestosa catena del Karakoram che si stende da questa regione fino al Xinjiang cinese ove si apre la valle di Skardu tra laghi alpini e percorsa da fiumi come il Braldo e lo Shigar affluenti dell’ Indo che sgorgano dal grande ghiacciaio del Baltoro da dove si può continuare nello spettacolare ambiente dominato dalle alte vette per il campo base del maestoso K2 .Poco a sud del ghiacciaio si elevano con quattro picchi oltre i settemila le montagne del Masherbrum, mentre all’ estremità orientale del Baltoro si erge altrettanto maestoso il grande massiccio del Gasherbrum dominato da sei altre vette e tre ottomila che culminano nel picco di Broad in un territorio dal fascino unico al mondo tra le alte vette del Karakorum ove all’ estremità settentrionale dal Xinjiang cinese si allungano le montagne del Muztagh. Nello Skardu si allunga l’Himalaya occidentale verso il limitrofo distretto di Astore con l’ omonima vasta vallata ove si stende l’ altopiano ad oltre i quattromila metri in parte protetto dal parco nazionale di Deosai dalla ricca flora e fauna di montagna endemica e proseguendo si allunga Il distretto nord orientale del Ghanche tra montagne e vallate in suggestivi scenari ove, sull’ antico centro di Chaqchan sorto sulla via verso il vicino Ladakh , con la diffusione islamica dal XIV secolo si è esteso in quella che è divenuta la città di Khaplu. Tra le memorie del suo fiorente passato tra le più antiche nella regione conserva la moschea di Chaqchan edificata nel 1370 dal suggestivo ed eclettico stile tra tibetano e persiano, al XVII secolo risale l’edificio in legno riccamente decorato che ospita la grande sala di preghiera Khanaq, sul sito di uno più antico nel 1840 venne edificato il fortificato palazzo di Khaplu nel tradizionale in stile tibetano ladakho.
Shigar e Nagar
Attraversata dall’omonimo fiume con i suoi remoti villaggi si stende la valle dello Shigar a lungo poco accessibile porta verso il Karakorum in gran parte popolata dalle comunità dei Balti di origine tibetana come nel vicino Ladakh ove anno conservato le tradizioni buddiste mentre qui sono state islamizzate e in parte aderendo poi all’ ordine Noorbakshia dell’ islamismo mistico sufista. Centro e capoluogo ne è la città di Shigar che conserva parte della sua storia nei suoi vecchi quartieri animati da baazar, tra i vari edifici storici la moschea di Amburiq edificata nel XIV secolo come tra le più antiche nella regione, nel XVII secolo a protezione della città venne la fortezza di Shigar che si erge su una roccia . Continuando sulla via del Karakorum a nord di Gilgit nell’ omonimo distretto si apre la storica valle di Nagar ove spinti dalle altre popolazioni indoariane migrarono gli antenati del Botraj di stirpe Burusho del popolo Hunza con le comunità legate dalla quasi estinta lingua Burushaski e antiche tradizioni nei villaggi e nei più remoti sono rimaste le antiche pratiche sciamaniche dei Bitan tra le montagne dominate dalla Madre delle nuvole come è noto il monte Rakaposhi dalla vetta che si eleva per 7.788 metri e poco ad est anch’ essa oltre i settemila quella del monte Diran. Seguendo il corso del fiume che attraversa la valle, su una sponda si trova la città di Nagar estesa dal centro di Oyumagar fondato nel XIV secolo come capitale del piccolo stato principesco Riyasat , rimasto indipendente fino al 1892 quando entrò nei domini coloniali britannici dopo l’ invasione della regione con la spedizione dell’ Hunza Nagar rimanendovi fino all’ indipendenza pakistana del 1947.
Karimabad e Gulmit
Da qui la via del Karakorum segue il fiume Nagar fino al suo incrocio con il corso dell’ Hunza ove poco a nord si trova la sua altra tappa nella città di Karimabad estesa dall’ antico centro di Baltit fondato nell’ VIII secolo divenuto uno dei più fiorenti nel principato Kanjut dell’ Hunza ove tra i resti della sua lunga storia su un colle rimangono quelli dell’ imponente fortezza di Baltit ampliata nel XVI secolo con altri edifici come la si trova in un suggestivo stile che ricorda quello tibetano dichiarato patrimonio culturale Unesco. Da Karimbad e la non distante altra città di Aliabad si stende l’ estremo distretto settentrionale pakistano di Hunza sul percorso del Karakurum tra le montagne ove si apre l’ omonima e suggestiva valle dell’ Hunza a nord del basso Hunza noto come Shinaki per essere popolato dalle comunità degli Shina di antica stirpe dardica indoariana come i Botraj originariamente induisti e poi buddisti tra gli ultimi convertiti al’ islamismo sciita dell’ Ismailismo diffuso nella regione e qui concentrati in cinque villaggi Salendo lungo il corso del suo fiume la via passa nei pressi ove splende di riflessi turchesi il lago Attabad continuando poi per gli altri spettacolari scenari verso l’ estremità settentrionale dell’ alto Hunza nel distretto di Gojal tra le maestose montagne e ghiacciai con le sorgenti di fiumi che scorrono a valle ove si trova la storica cittadina di Gulmit che conserva in parte l’ antica atmosfera di centro sulla via del Karakorum tra edifici e baazar, dal vicino lago Borith che splende ad alta quota popolato da una gran varietà di uccelli migratori, con un breve percorso si può raggiungere il ghiacciaio Ghulkin. Continuando poco a nord il villaggio di Passu sorge da secoli in un territorio sempre più suggestivo e vi si erge magnificamente il vicino monte Passu Sar con il suo ghiacciaio ove si allunga la catena del Batura Muztagh con poco ad ovest l’altro maestoso monte Batura. Lungo la via si trova il villaggio di Hussaini abitato da una comunità Khik del popolo Wakhi di stirpe iraniana che conserva parte delle sue tradizioni così come nell’ altro più antico villaggio di Gircha , altre comunità Wakhi si trovano in otto villaggi da cercare tra i magnifici scenari nella storica valle del Chapursan che ospita il venerato santuario di Ghundi Ziarat diffusore della fede islamica nella valle ove i Wakhi sono convertiti all’ Ismailismo. Proseguendo poco a nord si si allunga la frontiera con la Cina sul Karakorum, l’ ultimo centro pakistano settentrionale si trova nel villaggio di Sust che, oltre al presidio di frontiera, del suo passato conserva alcuni edifici, il santuario di Sheikh Farid e un’ animato baazar frequentato dalle diverse popolazioni della regione, poco oltre lo sperduto avamposto militare ove trovai rifugio durante una tempesta di neve affrontando la prima volta la via del Karakorum appena aperta agli stranieri in inverno. Da qui il percorso sale tra le maestose montagne fino ai 4.693 metri nell’ alto passo del Khunjerab in un suggestivo ed indimenticabile territorio popolato da una ricca fauna endemica dal 1975 protetto da una riserva poi divenuta il parco nazionale del Khunjerab dalla parte pakistana che si estende dal 1984 in quella cinese con l’ altrettanto vasta ed affascinante riserva naturalistica del Taxkorgan .
La via nel Xinjiang
Scendendo dal passo si entra nel vasto territorio cinese del Xinjiang alla sua estremità occidentale nel territorio dell’ autonoma contea Tajik di Taxkorgan ove poco ad ovest si allunga il confine orientale del Tagjikistan e a sud est l’ estremità settentrionale indiana del Ladakh ove si incontrano le catene dell’ Hindu Kush e Karakorum con quella orientale del Pamir. Transito degli antichi percorsi sulla Via della Seta che qui avevano il loro centro nella storica città di Tashkurgan fondata nel I secolo d.C. fiorita nel regno di Puli durante la dinastia Han seguita a quella Qin, come punto di riferimento sulla via della Seta vi sorgeva la leggendaria Torre di Pietra menzionata. dal grande geografo greco Claudio Tolomeo nel suo monumentale trattato sulla Geografia del 140 d.C. e dall’ epoca ha seguito la storia del Xinjiang rimanendone una delle città occidentali ove oltre ai commerci fu centro per la diffusione del Buddismo sulla via della seta, così come gli altri che sorgono sulla rotta cinese del Karakorum limitrofa contea Konaxahar di Shufu ove nel territorio settentrionale da un antico centro carovaniero si è estesa la cittadina di Upal che conserva un animato baazar tradizionale. Da qui si stende a nord ovest la grande prefettura di Kashi nell’ ultimo tratto cinese sulla a via del Karakorum verso il vasto deserto del Taklamakan, nel primo millennio a.C. le tribù di nomadi poi riuniti nella confederazione Yuezhi vi fondarono villaggi sedentari e in uno di essi è iniziata la storia di Kashgar come uno dei grandi centri sulla Via della Seta nel territorio in gran parte all’ epoca popolato dai Saka di stirpe iranica , fiorito dall’ inizio del II secolo a.C. con il locale regno di Shule Indipendente per i cinque successivi e divenuto poi vassallo del vasto impero Tang continuando ad essere fondato su tradizioni buddiste come il vicino regno Saka di Khotan . L’ espansione del Khanato Karakhanide con la conquista e l’ islamizzazione del Khotan pose fine ad ogni più antica tradizione religione favorendo la grande migrazione del popolo Uyghur musulmano, rimase fiorente centro sulla Via della Seta che si è esteso nella città di Kashgar come la si trova, dal vecchio centro diramano i quartieri dalla grande moschea di Id Kah edificata nel 1442, tra edifici, gli animati baazar e il frequentato mercato dei cammelli e a cercarla si ritrova parte dell’ antica atmosfera. A nord est dal centro si erge il mausoleo di Khoja completato nel 1640 in stile islamico turkestano sul sepolcro di Muhammad Yusuf tra i venerati maestri Sufi della confraternita Naqshbandiyya e suo diffusore nel Xinjiang, venne poi esteso accogliendo il sepolcro del figlio suo successore Afaq Khoja , dalla raffinata facciata tra due minareti e splendidamente decorato da maioliche dall’ epoca ha accolto le tombe dell’ intera dinastia Khoja. Assieme ad altri centri che più lo affasciarono venne anch’ essa descritta da Marco Polo nel suo viaggio come “la magiore è Casciar; e sono tra greco e levante. È vivono di mercatantia e d’arti”. Kasghar è sempre stato crocevia dei percorsi che diramano sulla Via della Seta, una oltre il passo di Irkeštam verso sud ovest la collega alla valle di Aaij e il limitrofo territorio del Kirghizistan, un’altra supera la catena e l’ altopiano del Pamir salendo per il passo Kulma ad oltre quattromila metri scendendo per le valli del Tagjikistan, poco prima si ricongiungeva all’altra rotta che valicava i passi del Pamir nel territorio dell’Afghanistan ove si estendeva la regione meridionale della Bactriana, mentre dal Pakistan vi si giunge per questa vertiginosa e suggestiva Via del Karakorum. Percorrendo la lunga storia della Cina da qui l’itinerario continua sulla Via della Seta attraverso il Xinjiang lungo le oasi del deserto Taklamakan e l’ arido Gansu per lo Shaanxi e la splendida capitale imperiale di Xi’an a sud dirama per il Sichuan e a nord est il lungo viaggio giunge nell’ antica Khanbaliq divenuta la grande città di Pechino.