Il Madhya Pradesh ospita le più numerose e varie popolazioni tribali dell’ India centrale, rimaste in gran parte isolate nello stile di vita, lingue, tradizioni culturali e religiose come un vasto e variegato panorama etnico, legate alla natura e le tradizioni animiste, un tempo seminomadi poi convertite all’ agricoltura nei villaggi dalle semplici abitazioni con le famiglie dello stesso clan e la capanna riservata ai più giovani per essere educati alla cultura tradizionale che varia tra le diverse tribù anche nei costumi. Gran parte della popolazione maschile indossa una semplice veste dhoti e un copricapo, nelle regioni orientali una tunica e il copricapo Safa mentre il turbante Paga è tipico in quelle occidentali, nei territori del Malwa e Buldelkhand la tunica Bandi o Mirzai, ornati da orecchini e bracciali. Molto diffusi i tatuaggi anche per le donne che indossano sari, gonne lehengas colorati e camice cholis con gioielli, monili in ottone ed argento, pendagli e orecchini anche al naso, collane, bracciali ai polsi e caviglie. L’ antica tradizione religiosa legata all’animismo venera diverse divinità e spiriti in parte sintetizzate con l’ induismo popolare, dalle varie ritualità esercitate dai sacerdoti e le pratiche sciamaniche per entrare in contato con gli spiriti, le cerimonie per le nascite, i matrimoni e i riti funebri che variano tra le popolazioni, ma sempre accompagnate da canti e danze e che ne trasmettono la cultura tribale. Popolano in gran parte le foreste ove da sempre traggono il sostentamento con la raccolta, la caccia e l’ agricoltura tradizionale, il popolo dei Gond è il più numeroso e diffuso anche nelle altre regioni centrali, qui concentrata tra i colli del Vindhya e nella catena dei monti Stpura. Assieme ai Gond la popolazione tribale dei Bhil è la più diffusa concentrata nei distretti di Dhar, Jhabua e il Nimar occidentale, oltre a quella degli Oraons che popola vari territori, come le altre popolose comunità dei Korku, Sahariya e Baiga., mentre il resto è suddiviso tra i Bharia, Bhumia e Pardhan oltre le meno numerose Majhi e Khairwar, tutte da ritrovare per un affascinante itinerario tra le popolazioni tribali del Madhya.
Gond
Il grande popolo dei Gond è diffuso in gran parte dell’ India centrale, nel Madhya Pradesh è il più numeroso, da uno dei clan sorse la dinastia dei Rajgond convertita all’ induismo che nel XIV secolo fondarono il regno Gondwana tra il Maharashtra e il Madhya Pradesh orientale esteso fino all’ Orissa occidentale. Poi diviso nei quattro di Garha-Mandla, Deogarh, Chanda e Kherla fioriti fino al XVIII quando entrarono nei domini dell’ impero Moghul. Noti anche come Koltur il resto dei Gond in gran parte popolano villaggi vicino ai fiumi e le foreste ove sui colli praticano la tradizionale agricoltura Jhum tagliando e bruciando la vegetazione, divisi elle quattro grandi tribù Raj, Madia, Dhurve e Khatulwar. Dalla società tradizionale con dodici organizzazioni tribali Saga patrilineari ed esogame legate dalla comune cultura e la lingua Gondi di origine dravidica, a loro volta le Saga sono divise nei vari clan Pari che riuniscono le famiglie di Pardhan nei villaggi ove derivano dagli antenati ordinati per il rango della discendenza i lignaggi kita, e a volte comprendono altri minori khandan . Il clan di ogni Saga ha simile dignità nei rapporti con le altre nel lavoro e i rituali ove chiunque può essere sostituito da un altro a della stessa generazione ed età, nel caso non vi sia un Pardhan dello stesso clan ne può prendere il posto uno diverso ma sempre della medesima Saga, così come nei matrimoni in assenza dei genitori della sposa una coppia può sostituirli nelle cerimonie. Gran parte delle comunità sono legate alle antiche tradizioni animistiche con il culto per gli spiriti come via della natura Koyapunem , oltre i culti per le varie divinità Penna come la potente della pioggia e fertilità, la madre ancestrale degli antenati associata alla divinità hindu del tempo e la morte Mahakali , quella della battaglia raffigurata nel dio Dulha, il protettore del villaggio dalle bestie feroci Gansam e la divinità dei matrimoni Hardul , in varie comunità è diffusa l’ altra pratica di animismo nei luoghi sacri nei villaggi con il culto del Sarna . Oltre alle divinità del villaggio Gade Raja e il culto degli antenati, un tempo i Gond erano noti per i sacrifici umani in gran parte consacrati alle divinità, Danteshwari, Bara Deo e Kali. Come altre popolazioni tribali indiane dalle più antiche tradizioni religiose ne hanno tratto un sincretismo con l’ induismo braminico che si manifesta nelle varie cerimonie, tra le altre più diffuse la festa di ringraziamento per il raccolto e il bestiame celebrata nel Pola e tra settembre e ottobre le più sontuose nella grande festa induista del Dassera anch’ esse nei costumi tradizionali tra canti, danze e processioni.
Agaria
la tribù Agaria in gran parte popola i territori Madhya Pradesh dalla simile stirpe al popolo Gond con alcuni costumi e tradizioni comuni, è divisa nelle due grandi caste claniche Patharia e Khuntia, associate all’estesa casta induista Lohar dei lavoratori del ferro, tradizionalmente abili fabbri ne commerciano gli utensile e attrezzi agricoli come asce, vomeri e falci, mentre alcune comunità si sono dedicate all’agricoltura e all’allevamento. I villaggi tra i campi sono molto poveri dalle semplici case ove vivono le famiglie con pochi arredi, stuoie per dormire, vasi di terracotta e ridotto spazio della cucina. Essenziali anche costumi ed abbigliamento per gli uomini, ma vistosamente tatuati così come le donne che vestono come le Gond, ma solo con qualche ornamento in metallo. Nel clan Il comune antenato determina il lignaggio della famiglia e anche i matrimoni sono decisi dal padre pagando il prezzo della sposa poco prima della cerimonia, è permesso il matrimonio della vedova ì con il fratello minore del marito defunto, anche il divorzio è consentito nei casi di adulterio o maltrattamento da parte di un coniuge. Nella casta non sono ammessi estranei ad essa e le relazioni con quelle inferiori sono interdette, mentre con quelle superiori oltre che dalle comunità dei Gond e Baiga, sono accettate, si è banditi temporaneamente dalla casta si viene banditi per comportamenti che non rispettano alcuni tabù, mentre la scomunica permanente è imposta per adulterio o le relazioni con una casta molto inferiore. Nell’antica tradizione religiosa oltre la vaga concezione di un divinità suprema, tra le altre è venerata quella della famiglia Dulha con offerte, comune con i Gond la divinità della foresta Bura Deo, quella propria ferro Loha-Sur che protegge le fucine è venerata nelle cerimonie locali del Phagun e le induiste del Dasahra. Negli eventi negativi ed infermità che colpiscono il villaggio le cure sono affidate a pratiche sciamaniche per individuare la divinità offesa da evocare per farne entrare lo spirito in uno dei presenti alla cerimonia e interrogarlo sui motivi della sua ira, placandola con riti ed offerte. Alla morte lo spirito si libera per raggiungere gli antenati e dopo le cerimonie funebri il corpo viene cremato, mentre bambini e i morti violentemente o per epidemie sono sepolti, ma tutti vengono onorati annualmente con le cerimonie nel mese autunnale del Kunwar.
Bhil
Tra le popolazioni tribali del Madhya Pradesh dopo la Gond quella Bhil è la più numerosa, le comunità più isolate vivono tra i loro campi nei piccoli villaggi phala con capanne in argilla e bambù governati da un capo Ggameti , la società è fondata sui clan con famiglie patrilineari e un sistema che distingue i puri Ujwala dagli impuri Kalia che raramente si sposano tra loro. I matrimoni avvengono di solito all’ interno del clan, la famiglia dello sposo paga il prezzo della ragazza , poi la vigilia si celebra con canti, danze e libagioni, mentre I rituali sono simili a quelli induisti, dopo la sposa si trasferisce nella casa del marito, la poligamia è consentita e anche se raro il divorzio è permesso solo al marito, mentre le vedove possono risposarsi con il fratello minore del defunto. Conservano gli abiti tradizionali maschili Angarkha e Gamchha, decorati da orecchini Kardhani oltre i collari Kada e Bajuband , mentre le donne indossano Sari e Ghagra Choli ricchi di ornamenti come collane hansli, orecchini, Zele-zumke, bracciali narniyan, i gioielli al naso nathnie e prima del matrimonio si decorano con tatuaggi. Le antiche tradizioni si sono legate all’ induismo, ma ogni villaggio ha la sua divinità come Gramadevata che protegge la comunità così come ogni famiglia dello stesso clan venera una sua propria divinità tutelare Kuladevata assieme a quelle Dev derivate dalla tradizione animista, Baba, ‘Bhati e ‘Bhilat venerato come sono il dio serpente, all’ agricoltura è consacrato il dio del raccolto Karkulia e all’allevamento Gopal , viene anche venerato il dio leone Bag e del cane Bhairav oltre altre minori e gli spiriti della natura evocati nelle pratiche sciamaniche dei Bhopas. Legate all’ induismo sono anche le cerimonie celebrate nelle varie feste del Rakhi, Navratri e Dussehra, , mentre alle più antiche tradizioni le numerose altre locali spesso accompagnate da mercati e fiere tribali e sempre da canti e le danze popolari come quella del bastone Lathi, del matrimonio Dhol, della battaglia Holi e quelle che celebrano lo spirito della comunità Bhagoria e Deepawali .
Bhilala
Le comunità dei popolo Bhilala popolano in gran parte la provincia Nimar del Madhya Pradesh occidentale ove si stende la a storica regione del Malwa , generata dall’ unione di comunità di stirpe Rajput venute dal vicino Rajasthan con le locali tribù dei Bhil conservandone alcune antiche tradizioni e cultura simili, così come diletti Bhilala derivati la lingua Bhil. Vivono in villaggi tra i campi governati da un capo Mandoi con clan dall’ origine totemica e famiglie patrilineari dalle caste esogame, dello spirito guerriero conservano la tradizione di abili arcieri, oltre i costumi nell’abbigliamento simile ai Rajput dai colori vivaci decorati da ricami, ornamenti, gioielli e tatuaggi. Legati in parte alle tradizioni religiose animiste, oltre ai vari spiriti della natura ogni famiglia ha la propria divinità protettrice, conservando i tabù tribali e le credenze su influenze maligne e maledizioni da esorcizzare con proprie ritualità. Un antico universo spirituale tradotto nei dipinti di Pithora sui miti associati alla loro origine, in gran parte le antiche tradizioni sono integrate a quelle induiste con la venerazione e cerimonie consacrate alle diverse divinità celebrate nei costumi tradizionali, tra canti e danze che culminano in quelle della festa Bhagoria radunando diversi villaggi e ove si scelgono anche le spose .
Baiga
Noto come la gente degli sciamani Baiga, il popolo dei Bhumijan è diffuso in gran parte nel Madhya Pradesh con diverse comunità nei territori limitrofi, i villaggi tra i campi sorgono sui con le case allineate, l’ interno in due stanze per la famiglia e quella deosthanper per le divinità, cinti dal confine mero che li protegge ed ove si trova anche il cimitero marqhat. Attorno i terreni coltivati bari, ogni casa ha la sua stalla per il bestiame sar e il recinto dei i maiali guda , al centro o ai lati i depositi macha per il mais e ai visitatori è riservata una capanna chatt. Oltre all’ agricoltura, l’ allevamento, la caccia e la pesca, si dedicano a manufatti in bambù, l’ artigianato in metallo è limitato alle asce tangia , le falci hassia, punte di freccia, strumenti di scavo kudari e sabar , mentre altri sono acquistati dai vicini così come vestiti, coperte, bevande e sale. Oltre la mitologia, , la tradizione culturale si esprime nella danze cerimoniali Karma, Jharpat e Bilma, mentre la Tapadi è riservata alle donne. La società è fondata sui clan e famiglie jat a loro volta divise in garh, ogni villaggio è governato da un capo mukkadam assistito da l funzionario malguzar e il guardiano katwar, mentre le controversie sono affidate ad un consiglio tribale panch. La famiglia è endogama a discendenza patrilineare , le relazioni prematrimoniali sono comuni, poi il fidanzamento celebrato da due anziani dosi imparentati e le sorelle o cugine nubili suasin. La cerimonia si svolge con un banchetto, offerta di doni, le processioni rituali e la costruzione di una capanna marua nella foresta seguita dal rito chodna con bagno rituale, Il cerimoniale è eseguito una sola volta nella vita, mentre la meno elaborata haldi-panio può essere celebrata più volte per le successive unioni churi-pairana. La casa e il terreno sono del capofamiglia come anche ogni cosa della moglie, se si allontana o divorzia perde ogni diritto, se rimane vedova le rimangono parte dei beni, mentre quelli dei figli sono sempre del padre che può concederli quando si sposano. Le antiche tradizioni animiste poi integrate all’ induismo venerano in un vasto pantheon di divinità e spiriti divisi tra i benevoli deo e gli ostili bhut, lo spirito creatore Bhagavan, la madre terra Dharti Mata, quello della pioggia e fertilità Bhimsen, la divinità domestica Bara Deo, il signore del villaggio Thakur Deo e il protettore dagli animali Gansam, oltre altri gli spiriti degli antenati Aji-Dadi evocati con pratiche esoteriche. I sacerdoti dewar celebrano i vari riti oltre ad esorcizzare le calamità, il veggente jan pande comunica con gli spiriti e ai riti famigliari si occupano i panda, le malattie ed eventi nefasti sono generati dagli spiriti mata evocati dalla stregoneria, le cerimonie per le infermità è affidata alle pratiche sciamaniche del gunia. Alla morte si liberano tre spiriti con il jiv che torna alla divinità Bhagavan, lo spirito ombra chhaya, rimane nella casa del defunto, infine il fantasma bhut ne è la parte malvagia ostile e lasciato ove è sepolto, nell’aldilà rimangono nelle stesse condizioni della vita e possono reincarnarsi, salvo i malvagi. Il mondo spirituale è scandito dalle varie cerimonie che radunano le comunità nelle feste con i costumi tradizionali processioni, canti e danze, oltre a quelle induiste dell’ Holi e Diwali, nelle Dassara celebrano la ritualità del Bida per scacciare gli spiriti maligni, quelle proprie come la festa dei bambini Kichrahi a gennaio, la Phag a marzo la benedizione dei raccolti con la cerimonia Bidri, a giugno la festa agricola dell ‘ Hareli , in ottobre la Pola per i raccolti e la fine delle piogge con la Nawa.
Bharia
La popolazione dei Bharia di antica stirpe dravidica è in gran parte diffusa tra i distretti di Chhidwara e Jabalpur divisa in varie clan separati , con diverse comunità anche nell’ Orissa ove sono noti come Bhumia dalla simile lingua tradizioni. Rimasti a lungo isolati in villaggi tra i campi con grandi case che ospitano le famiglie dello stesso clan e governati dal sistema simile all’antico Panchayati indiano con Il consiglio degli anziani, tradizionalmente praticano un’ agricoltura itinerante e la raccolta di vegetali nella foresta oltre piante dalle propietà curative fondamento della medicina tradizionale esercitata dai guaritori Bhagat. In armonia con l’ ambiente della foresta hanno mantenuto la loro tradizioni e costumi con la loro cultura dalla società fondata sulle famiglie esogame con i matrimoni che le uniscono celebrati con varie ritualità, come le nascite e i riti funebrI, si esprime anche nelle varie cerimonie che riuniscono le comunità. L’antico animismo fondato sulla natura e i suoi spiriti si è legato all’ induismo nei culti consacrati alle diverse divinità celebrate nelle grandi feste come l’ Holi, Diwali, Shivratri e Akhati, Anch’ essi minacciati nel cuore dell’ antico territorio disteso per la valle di Patalkot con l’ avanzata della deforestazione che sottrae sempre di più le risorse naturali fondamento del secolare equilibrio per le comunità Bharia nella regione.
Binjhwar
Anch’ esso di antica stirpe dravidica il popolo Binjhwar , nel sud est del Madhya Pradeshè diviso nelle tribù Binjhwara, Birjhia e Sonjhara a loro volta in vari estesi clan esogami della tigre Bagh, il bufalo Pod, il corvo Panknali, la palma Tar, il loto Kamalia ed altri minori, legati dalle comuni tradizioni e i dialetti Binjhwari derivato dalla diffusa lingua Gondi. I villaggi tra la foresta circondati dai campi sono governati da un capo assistito dagli anziani, la famiglia è al centro della comunità con rilevanza del matrimonio che generalmente avviene nello stesso clan, ma qui la ragazza ha facoltà di scegliere il marito e per tuti è consentito il divorzio. Il loro intimo legame con la natura e lo stile di vita tradizionale si manifesta anche nei costumi e il modesto abbigliamento maschile dalla semplice tunica e dhoti, le donne dai colorati sari decorati con perline, conchiglie e piume r ornati da collane, bracciali e orecchini, per tutti i tradizionali i tatuaggi come simboli identitari. La più antica tradizione religiosa è legata agli spiriti della natura e le varie divinità degli antenati , oltre alle altre locali venerate nei santuari dei villaggi decorati con statuette della loro arte Desi , gli spiriti benefici ed ostili invocati o esorcizzati, le più potenti Aanga Devta che protegge dai nemici e Danteshwari dagli eventi nefasti e la divinità della pioggia Bhimdev , venerati con le ritualità espresse nelle cerimonie del Bada Dev e le varie feste durante l’anno legate ai cicli agricoli stagionali come la celebrazione del raccolto Bhagoria e la festa primaverile Hareli , mentre alle altresono dedicate le ritualità tramandate dagli antenati.
Korku
Le tribù dei Korku noti anche come Boneya, sono in parte diffusi nei limitrofi territori del Mahārāshtra, legati dalla simile cultura e diletti della lingua orientale indiana, legati alla semplice coltivazione nella foresta con il sistema jhum del taglia e brucia, si sono convertiti all’ agricoltura sedentaria nei campi attorno ai villaggi con famiglie patrilineari governati dal capo ereditario Patel, assistito da quelli dei clan Kotwar e un consiglio di anziani Panch, mentre il culto e le cerimonie religiose sono affidate ai sacerdoti Padihar. La società patrilineare è fondata sulle antiche consuetudini tramandate, tradizioni e costumi nel proprio sistema del Panchayati sui clan gotr con l’ autorità dei capi famiglia Padiar e Bhumka ove non è consentito il matrimonio Samgotri dello stesso clan con le mogli acquistate da altri gotr nel tradizionale sistema Lamazna ove genero vive nella casa del suocero con rigide condizioni, l’ unione può avvenire con il matrimonio e Raji baji, quello forzato o sposando una vedova. Nella tradizione religiosa tra le varie divinità oltre quella lunare sono oggetto di particolare devozione le protettrici della comunità, agricoltura e fertilità Mahadev , Dogand Devta, Murda dev e Meghnad, celebrate nelle cerimonie simili a quelle induiste, ma dai propri sacerdoti dalla capacità medianiche e sciamaniche che sostituiscono i brahmani, mentre diverse ritualità vengono dedicate agli spiriti, con quelli malefici evocati dalla magia nera Tona Totka.
Damaria
Il popolo tribale dei Damaria di antica origine simile ai Rajput si divide in due grandi gruppi esogami con i propri vari clan legati tra loro dalla simile storia, cultura e i diletti locali della lingua Vagadi, tradizionalmente agricoltori vivono nei villaggi Phalas abitati dallo stesso clan esogamo nelle case Gher, ognuna con la stalla per il bestiame Dhalia. Mantengono gli antichi costumi anche nell’ aspetto e abbigliamento maschile con la tunica kamij bianca assieme al semplice dhoti e il copricapo tolia, tatuati come le donne che indossano le più vistose tuniche e camice , kanchali, kabja e ghaghra decorate con ornamenti e gioielli in oro ed argento. La società patriarcale è fondata sulle famiglie a discendenza patrilineare ove il matrimonio ha ruolo fondamentale, spesso stipulato in età infantile pagando il Dapa come prezzo della sposa e consentendo la poligamia, mentre il per il divorzio deve essere versato un risarcimento. La vedova senza figli deve sposare il fratello del marito per averne una discendenza ove il primo maschio generato è considerati figlio del defunto ereditandone i beni e la stirpe, mentre un vedovo ha il diritto di sposare la sorella della moglie defunta. La centralità del matrimonio nella società si esprime nei vari rituali e cerimonie come la Suraj puja e il shadi bhoj, mentre le ritualità funebri sono limitate a quella della cremazione o la sepoltura nel caso di defunti bambini. L’antica tradizione religiosa e il culto degli spiriti si è integrata all’ induismo, mantenendo le ritualità per le divinità Mata degli antenati assieme a quelle hindù celebrati nelle cerimonie delle periodiche feste dell’ Holi, Navrati assieme ad altre locali e il Rakshabandhan, che riuniscono le comunità, così come le fiere e i mercati dei vari Ka Mela periodici e il Jhela-Bavaji.
Kolam
Noti anche come Kulme e Kolmi nel Madhya Pradesh, la popolazione tribale dei Kolam è diffusa anche nel Maharashtra e Andhra Pradesh, diviso in diversi clan Deve con i più numerosi Chal, Pach, Saha e Sat, fondamento della loro società esogama tra quelli diversi non sono consentiti i matrimoni. Rimangono isolati tra le pianure e i rilievi montuosi nei villaggi circondati dai campi governati da un consiglio dei capi delle famiglie patriarcali Bala basate sul matrimonio monogamo penli senza dote e con il pagamento della sposa , consentito anche tra cugini e tra vedovi con la sorella della moglie defunta sempre e pianificati, mentre occasionali sono i matrimoni con il rapimento della sposa poi consentito da famigliari. Mantengono le antiche tradizioni e costumi anche nell’aspetto ed abbigliamento, gli uomini con tuniche dhoti, il panno sulle spalle ‘shela e il turbante, la cintura in argento Kardoda e bracciali kada con il corpo decorato da tatuaggi come le donne che indossano i sari Sakli, camice e scialli decorati ed ornate da monili in argento Mangalsutra, orecchini Mattel, anelli Dongarra per le dita e besar al naso, bracciali gajal per le sposate. Le tradizioni religiose animiste si fondano sugli spiriti della natura e il culto degli antenati , poi si sono aggiunte divinità induiste celebrate nelle cerimonie assieme alle proprie come la dea Renuka, altre associate ad eventi naturali, e fertilità Jaitur e Maroti, a protezione della comunità Bhairum, Surayak, Jelayak e diverse tramandate dagli antenati, oltre ai vari rituali i culti si esprimono nelle cerimonie delle feste induiste dell’ Holi, Diwali, Dussehra ed altre. Le più antiche celebrano le divinità tramandate dagli antenati che culminano in quella dei clan Bhimadeva nelle cerimonie della festa Bhimanna a dicembre ove dopo il sacrificio di ovini le reliquie vengono portate nella processione al sacro torrente Mohamloddi e restituite la villaggio con il sacrificio di un bufalo adoperato per il banchetto rituale Jowar e altri sacrifici di animali per solo i membri del clan .
Majhi
Dalle probabili simili alle tribù nepalesi meridionali Musahar diffuse nell’ l’Uttar Pradesh orientale e il Bihar, i Maji del Madhya Pradesh hanno analogo aspetto dalla pelle scura e tratti mongoloidi, un tempo noti come
Barcaioli e dediti e alla pesca nei fiumi della regione, sono in gran parte convertiti all’ agricoltura nei campi attorno ai villaggi che sorgono nei territori considerati ancestrali e scelti con cerimonie propiziatrici dalle capanne circolari in argilla dal tetto di paglia circondate dai campi per l’ agricoltura. Oltre i costumi tradizionali mantengono anche l’ abbigliamento maschile avvolti da stoffe bhoto e pheta neri, majetro e patuka bianchi con tuniche kurta , quello femminile con sari colorati e decorati che cingono vita e spalle ornate da monili in argento, bracciali thokka, collane pote, pendagli haare e hasuli come orecchini , anelli e ornamenti nasali. Anche i Maji del Madhya Pradesh come gran parte delle altre popolazioni tribali i sono legati alle tradizioni religiose animiste con le proprie divinità venerate negli ambienti naturali tra gli alberi vicino ai fiumi e non possiedono saltuari o templi, oltre i dio supremo Gharbhimsen venerano molte divinità locali protettrici dei vari villaggi e le comunità, con alcune integrate nella sintesi con l’ induismo tantrico celebrate nelle cerimonie delle grandi feste Koshi Puja tra ritualità canti e danze così come il Sangranti e il Marigshire purnima.
Sahariya
Le tribù dei Sahariya , noti anche Saharia e Sor popolano i territori nord occidentali del Madhya Pradesh, influenzati da aspetti culturali del Rajasthan anche nei costumi tradizionali con gli uomini che indossano la tunica Dhoti e la camicia colorata safa ornati con gli orecchini Chhelkadi murki e collane Kanthi , le donne i variopinti sari di vario tipo ornate da corone Bor vistosi orecchini Fikar e Gutti in argento come le collane khagwari e al naso il kanta d’oro o d’argento. Come per altre popolazioni della regione la società è organizzata nel tradizionale sistema simile Gram del Panchayat indiano qui con i cinque panch che riunisce diverse comunità dei Kotwar, Barai, Bhopa e Hathnariya, tradizionalmente agricoltori, oltre la pesca e la caccia si dedicano alla raccolta Kandmoal dei frutti e miele e la phal di radici ed erbe medicinali che commerciano con le popolazioni vicine. Tra i campi sorgono i villaggi con le abitazioni raggruppate nei Sahrama dalle abitazioni patore ove vivono le famiglie, Ogni villaggio è governato dal capo Pardhan che presiede le varie attività, le funzioni religiose e i matrimoni, assistito dai capifamiglia Patel ed onorato come un Patil . Dalla famiglia il primogenito si separa dopo il matrimonio, mentre il secondo rimane ad accudire i genitori con il fratelli e le sorelle non sposati, le famiglie sono divise il clan endogami con i matrimoni tra clan diversi anche combinati e celebrati da cerimonie, la poligamia è consentita così come il divorzio ma sempre maschile. La più antica tradizione religiosa animista si è legata a quella induista popolare con le varie divinità venerate nei villaggi e le cerimonie nelle grandi feste hindù diffuse in India che qui radunano le comunità.
Kurukh Oraon
La regione tradizionale tribale dei Kurukh noti anche come Oraon si stendeva a sud ovest del Gange, poi diffusi in Orissa e Maharashtra, concentrati nel territorio del Chhotanagpur nel Bihar e i limitrofi nel Madhya Pradesh, ove oltre che Oraon sono anche chiamati Dhangad e Dhanka, legati tra loro dai dialetti della lingua dravidica Kurukh oltre che dalla simile storia, stile di vita e tradizioni. Comune è l’ abito tradizionale maschile con un tessuto dai bordi rossi avvolto alla vita e una fascia per capelli in sulla testa, decorati con collane, orecchini e bracciali d’ argento, le donne dal viso tatuato vestono un sari bianco, con decorazioni rosse e vari monili, collane, orecchini, bracciali. Tradizionalmente agricoltori i villaggi sorgono tra i campi con case di fango senza finestre una sola porta e la veranda con una stanza per la famiglia , semplici stuoie per dormire e la cucina, l’ altra come magazzino e un recinto per gli animali , separato si trova il dormitorio per i giovani Dhumkuria ove vengono educati. La società tribale dei Kurukh o Oraon ha i suoi antichi fondamenti tradizionali e anche con la diffusione dell’ induismo non è seguito il sistema delle caste, solo la divisione tra i Kisan che possiedono terre da coltivare e i Kuda che ne sono privi e vi lavorano, ma che possono sposarsi tra loro. Governati da un capo Mahto assistito da un consiglio, i villaggi sono riuniti nelle comunità Parha con un sacerdote Pahan che celebra le ritualità religiose assistito da un Pujar e il portatore d’acqua i Pahan, l’ amministrazione delle varie attività è affidata ai guardiani Chowkidar e Bhandari, si riuniscono periodicamente nell’ Akhra per le decisioni e risolvere controversie. Nell’ organizzazione tradizionale Panchayat i consigli dei Parha si riuniscono nei quattro villaggi principali, del sovrano Raja, del ministro dewan e gli altri Panrey , kotwar e Praja . La società è fondata sui clan patrilineari ereditari dai vari lignaggi Khunt con il principale Bhuinhari per i propietari di terre seguiti per importanza dai Pahan e Mahat, ai diversi clan esogami appartengono le famiglie patrilineari ove il matrimonio è considerato tra i fondamenti dell’ intera vita e i divorzi sono molto rari, tra le varie cerimonia matrimoniali è praticato il rito dell’unzione con un segno rosso sulla fronte tra gli sposi. La più antica tradizione religiosa è fondata sui culti di varie divinità e gli spiriti degli antenati che proteggono la comunità celebrati nell’ annuale cerimonia dei defunti Harbora con i vari riti e la sepoltura delle le ossa , altre alle divinità tutelari Deota e gli spiriti del villaggio bhut , la dea Chala Pachcho che lo protegge, il maestro di tutti gli spiriti Pat Raja, la dea della guerra e la caccia Chandi, oltre e vari altri spiriti domestici. Da tutti è venerata la suprema divinità Dharmes che si manifesta nel sole e la luna, maestro dell’universo che controlla il destino di tutti gli spiriti e gli umani, da esso derivano tutte le altre divinità, gli spiriti della natura e degli antenati, la relazione con piante ed animali tradotta nei totem clanici e le pratiche esoteriche, mentre quelle degli sciamani Ojiha esorcizzano gli spiriti maligni e curano le infermità. Le antiche tradizioni si sono integrate all’ induismo popolare e al culto di Gramadevata consacrato alla venerata divinità protettrice del villaggio , praticato nei luoghi e i boschi sacri Sarna . La divinità tradizionale Mahadeo è spesso associata a Shiva, Dharmes a Bhagwan e la dea madre del villaggio a Devi Mai a Parvati consorte di Shiva oltre vari altri culti induisti, noti come bhagat, un tempo come per le vicine popolazioni tribali dei Gond e Munda erano praticati sacrifici umani, mentre sono ancora diffusi quelli di animali celebrati dal sacerdote Pahan assistito dai Pujar .La tradizione si traduce nelle cerimonie delle varie feste come la Sarhul invocando gli spiriti degli antenati e una processione cerimoniale al bosco sacro con sacrifici di animali a Gaon Deoti e ad altri dei e spiriti tra riti canti e danze , a primavera la festa dei fiori Sal per l’agricoltura. Le cerimonie consacrate alla dea della caccia Chandi per auspicare i raccolti, ogni dodici anni la grande festa del Mukka Sendra celebrata dalle donne travestite da guerrieri e cacciatori che si spostano nella rituale ricerca di prede, nella sintesi con l’ induismo l’ anno nuovo è celebrato nella festa del Phagu, quella del bestiame Sohorai celebrata dalla casta di allevatori Ahir e le altre cerimoni agricole nelle feste Karam e Jitia .