Le prime mappe
Nel quindicesimo secolo finiva l’ era delle esplorazioni e viaggi medioevali con la relativa cartografia, l’ opera più rilevante era il mappamundi del monaco Fra Mauro del 1450 che rappresenta l’ Ecumene di tutte le terre conosciute, per la parte asiatica il suo mappamondo è in parte realizzato sulle cronache del viaggiatore veneziano Niccolò da Conti, mentre ne erano escluse tutte le terre non ancora scoperte con rotte nell’ Atlantico, l’ impresa di Vasco da Gama che aprì le rotte degli europei sulla via delle spezie, i viaggi di Cristoforo Colombo che inaugurarono le esplorazioni del Nuovo Mondo America e la spedizione di Fernando Magellano che aprì le rotte del Pacifico.
In quel fine secolo la cartografia s’ era aggiornata con la Mappae mundi del 1489 redatta dal tedesco Henricus Martellus che operava a Firenze come Enrico Martello, definendo l’ estremità meridionale africana doppiata da Vasco da Gama per la rotta portoghese sull’ antica Via delle Spezie verso l’ Asia orientale. La carta di Martellus contraddiceva l’ intoccabile metodo astronomico e geografico tolemaico e le sue carte dal complesso planisfero, disegnando l’ Africa affacciata ad est sull’ Oceano Indiano e ad ovest sull’ Atlantico e che vi si poteva navigare attorno. L’ Asia orientale si allungava a sud est nella terra di Cattigara individuata in Cambogia, oltre la quale l’ Imago Mundi trecentesco di Pierre d’ Ailly collocava vagamente il Paradiso Terrestre con le sue delizie. Dalle immagini appare il continente che si credeva proseguimento di quello asiatico, la successiva mappa del 1491 sembra che ispirò Cristoforo Colombo nel suo navigare ad ovest alla scoperta dell’ ignoto continente America e cambiare la storia assieme alle carte geografiche.
Nel suo terzo viaggio Cristoforo Colombo prese una rotta diversa dagli altri due, dalle Canarie proseguì a sud ovest incrociando le Isole di Capo Verde e continuò in quell’ Oceano Tenebroso che dalla sua prima traversata non aveva più misteri, scoprendo un’ isola prossima alle coste del continente che chiamò Trinidad. Contrariamente a quanto si crede egli capì che si apriva un vero continente, come annotò nel suo diario il quindici agosto 1498, probabilmente anche che non era l’ Asia orientale, ma l’ Ammiraglio Colombo doveva rendere conto ai Reyes cattolici di Spagna che l’ avevano finanziato, ad un manipolo di saccenti prelati e ad un mondo ancora immerso nelle penombre del medioevo, così annunciò che in quel viaggio aveva raggiunto il Paradiso terrestre, che parte della cartografia medioevale situava all’ estremità dell’ Asia.
Juan de La Cosa
Al primo viaggio dell’ Ammiraglio Colombo partecipò il cartografo Juan de La Cosa e a lui si deve la prima mappa del Nuovo Mondo tracciata nell’ anno di grazia 1500, che riporta le terre scoperte negli altri viaggi tra le Grandi Antille di Cuba, Santo Domingo, la vicina Portorico e l’ isola Giamaica, alcune delle tante Piccole Antille, da Santa Lucia alle isole Barbados, dalla speziata Grenada alla lussureggiante Dominica e le altre tra Antigua e la più meridionale Trinidad, oltre la quale Vicente Yáñez Pinzòn scoprì il Continente avvistando la costa del Brasile nel 1500, raggiunta la stesso anno dal portoghese Pedro Alvares Cabral. Quella prima carta era anche il sunto delle intuizioni di Colombo che descrivevano l ‘ Atlantico meno vasto con i continenti di dimensioni maggiori più grandi e minor distanza tra le Canarie e le terre asiatiche descritte dai viaggiatori medioevali, fissata in duemilaquattrocento miglia da Paolo dal Pozzo Toscanelli anziché le sedicimila effettive.
La carta di Juan de La Cosa è la prima dell’ era moderna, non solo perché si astiene dal confondere immagini e leggendarie tipiche della cartografia medioevale con quelle che ritiene reali, ma anche per una rappresentazione della spartizione dei territori scoperti nelle esplorazioni del Nuovo Mondo e quelli attraverso gli oceani tra l’ impero spagnolo e quello portoghese. Sembra che essa fu anche la prima carta politica commissionata da re Ferdinando il cattolico per sancire l’ alleanza con l’ Inghilterra in seguito delle nozze dinastiche tra Enrico VIII e la poi ripudiata Caterina d’ Aragona, escludendo dalla rappresentazione del dominio sul Nuovo Mondo l’ antagononista Portogallo.
La nuova cartografia
Con il Trattato di Tordesillas nel 1494 sollecitato dal pontefice Alessandro VI e la bolla Inter Caetera, al Portogallo erano assegnati i traffici con i territori africani ed asiatici delle rotte aperte da Vasco da Gama sulla Via delle Spezie, alla potenza spagnola i territori scoperti nel Nuovo Mondo America, ma per la difficoltà di stabilire la linea di confine non avendo ancora criteri di calcolo per la longitudine, non fu in grado di ostacolare l’ espansione portoghese nel Brasile scoperto da Pedro Alvares Cabral. Alla nascente potenza inglese con la dinastia Tudor poco rimaneva fino al regno di Elisabetta I che qualche decennio dopo inaugurò il periodo del suo Golden Age all’ epoca in in guerra con l’ impero spagnolo , iniziarono le spedizioni marittime che aprirono al colonialismo britannico in America settentrionale e le esplorazioni degli Oceani con la grande impresa di Francis Drake che circumnavigò il globo dopo Fernando Magellano
Le scoperte letterarie e geografiche dell’ umanesimo produssero una nuova concezione cosmografica nata dalla traduzione della geografia tolemaica e sorse il Gymnasium Vosagense fondato da Jean Pèlerin ove collaborarono il geografo Matthias Ringmann e il grande cartografo Martin Waldseemuller che realizzò la più dettagliata mappa del mondo nell’ Universalis Cosmographia del 1507 in parte ispirato dai planisferi del Tedesco Enrico Martello e dove compare il Nuovo Mondo America così chiamato in onore di Amerigo Vespucci. Si andò a perfezionare l’ uso di proiezioni e la cartografia nautica, così come i dettagli sui territori e fin dal planisfero del portoghese Pedro Reinel del 1504, le elaborazioni creazioni del cartografo genovese Nicolò Caverio nel 1505 elaborato con la carta nautica di Giovanni Vespucci e detto di King Hamy, ispirato alla mappa del mondo di Cantino, del 1507 è la mappa di Johannes Ruysch, l’ anno dopo il mappamondo di Giovanni Matteo Contarini realizzato in tavola su rame dal cartografo ed incisore Francesco Rosselli .
Il mappamundi di Cantino
Il Planisfero di Cantino, di un anonimo cartografo portoghese e così chiamato per essere stato portato da Alberto Cantino alla corte ferrarese del duca Ercole I d’Este e conservato nelle Gallerie estensi modenesi, dette un nuovo e grande impulso alla cartografia, penalizzata dal divieto del Portogallo di rappresentare rotte e terre scoperte dai navigatori lusitani i cui cartografi operavano esclusivamente per le esplorazioni portoghesi mantenendo il monopolio di traffici e commerci. Il mappamondo di Cantino fu pertanto il primo a rappresentare ed esaltare tali scoperte, tra le quali quella del Brasile di Pedro Alvares Cabral reclamandone il possesso all’ impero portoghese, minimizzando o ignorando le conquiste spagnole e del nascente impero britannico, comprese le spedizioni di Giovanni Caboto nel settentrionale Canada. Sono rappresentati i Caraibi vagamente per conoscenze dell’ epoca con isole chiamate Antille del Rey de Castilla e a settentrione una terra circolare definito Terra del Rey de Portugual, ad ovest un territorio rettagolare allungato che sembra la Florida scoperta undici anni dopo da Juan Ponce de Leòn nel 1513, corrispondente alle intuizioni di Cristoforo Colombo sulla presenza di un continente.
Nella mappa di Cantino la carta dell’ Asia appare molto più precisa di quelle medioevali , molto dettagliate l’ Europa e il continente Africa oltre il quale è rappresentata la linea di separazione decisa nel trattato di Tordesillas da dove ad ovest compaiono le Antille e le isole dei Caraibi con la costa nordamericana e quella che pare la Florida, più a sud l’America meridionale. Per la prima volta il Nuovo Mondo non appare come prolungamento asiatico, escludendo definitivamente che l’ India, il ricco Cipango e il cinese Cathay potevano essere raggiunti navigando ad occidente come intuì Colombo, ma solo con le rotte aperte da Vasco da Gama per la Via delle Spezie che circumnavigavano l’ Africa verso l’ Asia orientale dominate dai portoghesi. Il planisfero di Cantino è dettagliato nella rappresentazione delle note, mentre le altre e i territori interni ignoti sono vaghi, come tutta la cartografia successiva dove le terre inesplorate apparivano spazi vuoti spesso con la scritta Hic sunt Leones o unknow in quelle britanniche. E’ definita l’ indicazione delle ricche merci asiatiche monopolizzate dai portoghesi, mentre appaiono difficili da raggiungere e scarsamente interessanti le terre del Nuovo Mondo che si aprivano agli avversari spagnoli con foreste inospitali, animali e indigeni primitivi ostili.
La carta di Rosselli e Contarini
Nella nascente cartografia dell’ epoca all Planisfero di Cantino si ispirarono altri come un’ altra carta lusitana detta di Kunstmann che riprese quel celebre mappamondo, ma dove si raffigurava il Brasile scoperto da Pedro Alvares Cabral con foreste e pappagalli colorati, ma anche un uomo arrostito allo spiedo da indigeni, tratto ag dalla cronaca della spedizione di Amerigo Vespucci e Gonzalo Coelho che vi incontrarono indigeni ostili e antropofagi. A Firenze apparvero i primi resoconti dei viaggi di Amerigo Vespucci, nel 1503 il Mundus Novus e l’ anno dopo la Lettera di Amerigo Vespucci delle Isole nuovamente ritrovate in quattro viaggi, che influenzarono la stesura delle altre prime carte americane, assieme a I paesi nuovamente ritrovati, tratto dalla relazione di Bartolomeo fratello di Colombo manoscritta a Roma nel 1505 e stampata a Vicenza nel 1507. Era illustrata con disegni che rappresentavano il continente sudamericano in due grandi regioni chiamate Mondo novo e Terra Sanctae Crucis, al largo delle quali stavano le isole caraibiche di Santo Domingo Hispanola, Giamaica, l’ arcipelago di Guadalupa e la piccola Dominica, mentre più a nord veniva ancora collocata l’ estensione asiatica come nella cartografia medioevale.
Le note di Bartolomeo Colombo furono riprese dagli studi e il Planisfero di Giovanni Matteo Contarini Illustrato e perfezionato da Francesco Rosselli del 1506 dove la Groenlandia appare estensione europea, mentre nella carta Universalior Cogniti Orbis Tabula dell’ olandese Johannes Ruysch stampata nel 1507 è disegnata come prolungamento asiatico, descrivendo l’ isola di Hispaniola come la Cipango giapponese. Il cartografo fiorentino Francesco Rosselli nell’ anno della scoperta di Cristoforo Colombo aveva dato alle stampe una Mappa Mundi che fu a lungo un enigma secondo le descrizioni tolemaiche, ma con la nuova concezione simile mappa del tedesco Heinrich Hammer noto come Enrico Martello, che rappresentava l’ Africa circumnavigabile. Rosselli produsse la prima Mappa del Nuovo Mondo, la carta realizzata con Matteo Contarini che aveva posto come centrale l’ antico meridiano tolemaico ispirato al mappamondo di Cantino, delineava il Continente chiamato Terra Sanctae Crucis, relativamente dettagliato nelle sue parti esplorate e nelle coste navigate settentrionali, escludendo quelle sconosciute a sud come la Terra Incognita tolemaica. Sono evidenziate tutte le esplorazioni atlantiche e quelle seguite a Vasco da Gama dei navigatori portoghesi, non tralasciando quelle venute dai viaggi Cristoforo Colombo, descrivendole sempre con brevi didascalie e descrizioni dei primi insediamenti come quello dell’ Isola delle Perle, che fu una delle la prime basi spagnole fondata da Alonso de Ojeda, porti e indicazioni utili alla navigazione e ai viaggi in quelle terre.
La Cosmographiae di Waldseemuller
Tra i planisferi del XVI secolo nel 1507 fu stampata dal tedesco Martin Waldseemuller la grande mappa dell’ Universalis Cosmographia, nella quale per la prima volta il nuovo continente fu chiamato America, sostenendo che esso era stato scoperto dal fiorentino Amerigo Vespucci nella Cosmographiae introductio che Waldseemuller pubblicò assieme alla carta.
“Amerigo Vespucci… ha scoperto la quarta parte [del mondo] che non vedo perché non possa prendere il nome dal suo scopritore Amerigo, uomo di acuto ingegno, ed essere chiamata Amerige, cioè terra di Americo, o Amerìca, così come l’Europa e l’Asia che hanno preso il nome da donne.”
Le figure dell’ antico Tolomeo e il contemporaneo Vespucci stanno sopra la carta dell’ Universalis Cosmographia Secundum Ptholomei Traditionem e Et Americi Vespucci, dove appare gran parte del continente meridionale fino al quarantesimo parallelo sud, mentre a settentrione uno stretto lo separa da una terra incognita a nord simile a quella del Planisfero di Cantino, mentre le isole caraibiche scoperte da Colombo non vengono più identificate con quelle di Cipango che sta in Asia orientale, ma la distanza con l’ America è ancora troppo breve dalla reale. Rappresentando le sue due parti unite, pose fine alla possibilità di navigare ad ovest verso l’ Asia attraverso un passaggio nel continente, ma la contraddizione alle intuizioni di Colombo a cui non concesse il meritato onore della scoperta, fu smentita poi dall’ impresa di Fernando Magellano.
Le carte di Siviglia
Oltre alle isole caraibiche ormai colonizzate, in quel periodo la Spagna stava moltiplicando i suoi insediamenti sulle coste continente da dove sarebbero iniziate le esplorazioni, ma anche la rapida conquista seguita dalla colonizzazione del Nuovo Mondo ad opera di avventurieri senza scrupoli, travolgendo il Messico precolombiano e il cuore dell’ impero Incaico, cercando il mitico Eldorado attraverso le Ande e nelle profondità dell’ Amazzonia devastando l’ America indigena. Intanto la parte centrale, che vide crescere gli insediamenti spagnoli da Santo Domingo tra Panama e il territorio della Colombia, dal 1515 era divenuta la Castilla de Oro, da dove partire alla conquista del continente sfruttando gli indigeni sottomessi e sterminando gli altri che tra gli indios Caribe karipona e i Taino sono calcolati in oltre tre milioni tra il 1494 e il 1508. ‘Sarebbe invero difficile riferire la quantità e valutare caso per caso la gravità delle ingiustizie, dei danni , degli oltraggi e degli abusi che le genti di quella costa hanno subito dagli Spagnoli, a partire dall’anno 1510 fino a oggi’.Come scrisse il santificato e l generoso cronista Bartolomé de Las Casas nella sua Historia o Brevísima Relaciòn de la destrucción de las Indias e altre opere .
Nel 1511 la Castilla de Oro e i territori circostanti furono rappresentati nella Carta delle Indie Occidentali pubblicata a Siviglia e apparve per la prima volta l’ Ilha Beimeni dove Pietro Martire d’ Anghiera nel suo De Orbe Novo collocò la Fonte dell’ Eterna Giovinezza, una leggenda che assieme a quella dell’ Eldorado attirò altri esploratori, avventurieri e conquistadores. Inseguendo la mitica Fonte della Giovinezza nel 1513 Juan Ponce de Leòn sbarcò sulla costa del continente e scoprì una penisola che chiamò Florida, apparsa l’ anno successivo in una carta della Proiezione ottante nel monumentale Codice Atlantico di Leonardo da Vinci che rappresentò anche un vasto territorio meridionale separato Terra Australis. Intanto nel 1527 la Casa de Contrataciòn de Indias di Siviglia fece realizzare la carta Padròn Real tenuta segreta ad esclusivo uso dei navigatori spagnoli, elaborata anche da notizie, note e rilievi di Giovanni e il figlio Sebastiano Caboto, Amerigo Vespucci, i perfezionamenti di Alonso de Santa Cruz e del geografo Juan López de Velasco che pubblicò una Geografia y descripciòn universal de las Indias
Terrae totius descriptio
L’ intuizione del grande Leonardo nel 1515 fu ripresa dal cartografo Johannes Schöner nel suo Globo terrestre e nella Luculentissima quaedam terrae totius descriptio, rappresentando quel nuovissimo continente come Terra Antartica che circonda il Polo a sud della propaggine più meridionale della Patagonia, chiamata Brasilie Regio quattro anni prima nel planisfero di Jeronimo Marini e Paria seu Prisilia nel libro Margarita philosophica di Gregor Reisch. La carta Universalis Cosmographiae del tedesco Waldseemuller escludeva un passaggio centrale attraverso il Nuovo Mondo per navigare ad occidente, ma se era più a sud era un’ incognita ipotesi che convinse il sovrano spagnolo Ferdinando II ad armare una spedizione guidata da Juan Dìas de Solìs nel 1514. Costeggiò il Brasile scoperto da Pedro Alvares Cabral, ma gli sbarchi erano ostacolati dagli indigeni bellicosi, incontrati anche dalla spedizione di Gonzalo Coelho e Amerigo Vespucci. Proseguì cercando il passaggio fino ad incontrare il vasto l’ estuario del Rio de La Plata, battezzato Mar Dulce e indicato nelle carte successive come Mar de Solis in suo onore. Juan Dìas de Solìs non trovò il passaggio che avrebbe assicurato rotte per l ‘ Asia orientale navigando ad occidente nella parte assegnata dal trattato di Tordesillas rompendo così il monopolio portoghese delle preziose merci asiatiche sulle rotte orientali lusitane, impresa riuscita poi alla spedizione di Fernando Magellano.
La ricerca del passaggio attraverso il continente per l’ immenso Mare del Sud scoperto da Balboa dominò la cartografia dell’ epoca, precisa per le coste occidentali sudamericane, ma vaga per quelle occidentali nelle mappe uscite dalla spedizione sfortunata di Solìs al 1525, aggiornate dai navigatori che incrociarono quelle rotte. Come racconta l’ attento Antonio Pigafetta nella sua celebre Relazione del primo viaggio intorno al mondo, partecipando alla spedizione di Fernando Magellano portò con sé quel Globo per studiare le sue rotte attorno all’ America meridionale, poi trovate attraverso lo stretto scoperto in quel viaggio e più tardi per il lembo estremo della Tierra del Fuego a Cabo Hornos, verso l’ immenso e sconosciuto Mare del Sud scoperto da Vasco Núñez de Balboa e del quale erano ancora ignote le rotte del Pacifico .
La carta di Diego Ribero
Giovanni Vespucci nipote di Amerigo nel 1520 produsse un mappamondo con una proiezione polare molto più realistica delle precedenti, contemporaneamente al planisfero del tedesco Petrus Apiano, sette anni dopo apparve la Carta Universal del portoghese Diego Ribero tratta dalle attente relazioni di tutte le spedizioni portoghesi e spagnole su quelle coste nel ventennio precedente raccolte a Siviglia nel Padròn Real della Casa de Contractacìon del Consejo de Indias. All’ epoca la carta di Diego Ribeiro fu la più dettagliata, il continente è ancora Mundus Novus e non menziona la nuova denominazione data da Waldseemuller in immeritato onore di Amerigo Vespucci e rifuitata dai cartografi spagnoli.
Intanto i fiammingo Gemma Frisius in Cosmographicus liber Petri Apiani matematici del 1530, rielaborò la Cosmographia del geografo ed astonomo tedesco Petrus Apiano che aveva inventato lo specchio cosmografico, nel 1553 in De principiis astronomiae, dedicò il vasto capitolo De novo modo investigandi latitudinem regionis absq. meridiani vel loci solis cognitione, ove per la prima volta si fa uso di orologi per misurare la longitudine che, sebbene gli strumenti dell’ epoca fossero imprecisi, rendeva una migliore realizzazione di carte geografiche e ai suoi studi si deve la produzione di strumenti del nipote Gualterus Arsenius come il perfezionamento dell’ orologio astronomico e dell’ astrolabio con il suo Astrolabio piano.
L’ ancora poco nota parte settentrionale del continente è definita nelle coste atlantiche sulle quali da sud a nord appaiono la Tierra de Ayllon, la Tierra de Estevan Gomez la Tierra Nova de Corte Real e la più settentrionale Tierra de Labrador, raggiunta dal portoghese João Fernandes Lavrador nel 1498, nella regione centrale appare uno stretto simile a quello della carta di Waldseemùller ma più meridionale, poi ripreso in una delle carte di Vesconte Maggiolo del 1527 come Estrecho Dubitoso, mentre la penisola dello Yucatàn è curiosamente raffigurata come un isola poco più a nord delle Grandi Antille, probabilmente ispirata dai disegni di Alonso Alvarez de Pineda che nel 1519 abbozzò una mappa del Golfo messicano.
La carta di Diego Ribeiro dettagliava molto bene tutte le coste orientali del continente sud americano anche ben oltre il Rio de La Plata che era il limite precedente alle attente informazioni della spedizione di Magellano e apparvero tutte le denominazioni date durante il suo viaggio, descritte dalla Relazione del Primo viaggio intorno al mondo del cronista vicentino Antonio Pigafetta. La costa della Tierra Brasilis, il cui entroterra solo pochi anni prima rappresentato con pappagalli o uomini allo spiedo, è dettagliatissima ed è ben evidenziato l’ immenso estuario atlantico del Rio proveniente dall’ Amazzonia.
La regione del Rio de La Plata è ancora denominata Tierra de Solis iscoperta da Juan Dìaz de Solìs, ma vi è individuato il ramo principale nel Paranà da poco esplorato da Sebastiano Caboto, a sud la Bahia sin Fondo e la zona della Penisola di Valdès chiamata de los Patos per le vastissime colonie degli sconosciuti pinguini ritenuti anatre patos senza ali. Per la prima volta apparve l’ agognato passaggio attraverso il continente, lo Stretto chiamato de Todos Los Santos scoperto da Magellano e che poi prese il suo nome, durante la traversata apparvero fuochi indigeni sulla sponda sinistra del canale e il lembo di terra più meridionale del continente fu battezzata Tierra del Fuego, mentre quella della sponda destra venne chiamata Tierra de Patagones per i grandi piedi dei nativi Tehuelche. La scoperta della Patagonia protesa verso il sud polare fece rivivere le intuizioni cartografiche del grande Leonardo e altri studiosi che ripresero dalla geografia tolemaica l’ idea di un immenso Continente Australis a meridione dell’ ignota le terra Antartica che circondava il Polo sud , oggetto di spedizioni ed esplorazioni nei due secoli successivi.
Agnese e Maggiolo
Assieme alla geografia dell’ epoca, anche la cartografia iniziava ad essere dettagliata, la costa americana atlantica era ben definita, ma quella sull’ immenso Pacifico era vaga ed abbozzata e solo dopo le sanguinose conquiste dell’impero incaico Tahuantinsuyo sulle vie delle Ande e di quello azteco a settentrione nel Messico precolombiano, si cominciarono a delineare le coste occidentali dal nuovo vicereame messicano della Nuova Spagna alla Colombia e il vicino Ecuador lungo il Perù. Tuttavia l’ uso di disegnare solo le coste e le terre conosciute termina con la carta di Diego Ribeiro, le successive cominciarono a rappresentare anche ipotesi e notizie sui territori ancora incogniti, come quelle riportate da Giovanni da Verrazzano, che fu tra i primi ad aver esplorato la costa nordmericana, scoprendo tra l’ altro la baia dove sorse New York navigando dalla Florida, che ne scambiò le lagune per un istimo, oltre il quale era il Pacifico.
Nel dipinto Gli Ambasciatori di Hans Holbein appare il Globo realizzato di un anonimo incisore nel 1525 che raffigura il mondo con le nuove terre incrociate dalla spedizione di Magellano e tutti i viaggi delle grandi scoperte, rappresentando il nordamerica compare quella regione descritta erroneamente da Giovanni da Verrazzano. Nella tradizione della cartografia italiana si trova la più nota Mappa del mondo del cartografo genovese Vesconte Maggiolo stampata due anni dopo che la chiama Mare Indicum , nell’ Atlante nautico e portolano di Battista Agnese, dove il cartografo in una dettagliata immagine indica l’ esatta rotta di Magellano attraverso gli oceani, precisa e dettagliata nelle rappresentazioni dei continenti.
La grande evoluzione rinascimentale della cartografia seguì costantemente tutte le nuove scoperte seguite dalle conquiste del Nuovo Mondo, le sanguinarie invasioni del vastissimo impero Inca Tahuantinsuyo dall’ Ecuador attraverso le Ande tra il Perù e la limitrofa Bolivia fino ai vasti territori dell’ Argentina iniziate da Francisco Pizarro, di quello Azteco tra il vasto Messico precolombiano e il Guatemala che vide primo protagonista Hernán Cortès. Chiusero l’ era delle esplorazioni e inaugurarono quella dei conquistadores, dello sfruttamento e dominio coloniale di quegli immensi territori molto più ricchi di quelli asiatici e il Nuovo Mondo America non fu più passaggio ad occidente per l’ Asia orientale, ma sfruttamento di quelle terre e della popolazione indigena oggetto di genocidi, proseguito con la colonizzazione europea del nord America e lo sterminio dei suoi Indiani.
Novi mundi
La rappresentazione della terra con i planisferi del XVI secolo e la nuova cartografia fu influenzata dalla nuova visione del mondo che cercò più di dettagliare ciò che si andava scoprendo, le nuove carte geografiche al cercavano di rappresentare ciò che si stava consolidando nell’ avanzata dell’ era coloniale che sostituiva quella dei commerci. Il Nuovo Mondo America cominciò ad essere rappresentato da immensi territori di foreste e fiumi, popolate da animali esotici, abitate da gente diversa, con ricchissimi regni che producevano oro, pietre preziose, spezie e ricche merci un tempo individuati nella cartografia medioevale alla favolosa India, l’ ignoto Cipango e il cinese Cathay. Della nuova conoscenza interprete fu il geografo ed umanista trevigiano Giovan Battista Ramusio con la sua monumentale opera pubblicata nel 1534 Delle navigationi et viaggi dedicando gli ultimi tre tomi al Il a quei Nuovi Mund che s’andavano svelando. Alla scoperta e possesso del Nuovo Mondo parteciparono solo l’ impero portoghese e quello spagnolo, ne erano escluse le altre potenze europee che si rivolsero alla parte più settentrionale del continente iniziando le esplorazioni seguite dalla conquista del nord America.
Terra haec ab anglos
Mentre la cartografia spagnola e portoghese si concentrava nella rappresentazione delle regioni centrali e meridionali del continente, il nascente colonialismo francese e quello britannico operava allo stesso modo sulla regione settentrionale della quale reclamavano il possesso. La prima testimonianza cartografica fu l’ Orbis universalis descripto di Robert Thorne apparso nel 1527 e ripreso nelle divulgazioni del cartografo fiammingo Jodocus Hondius nel 1582 che ben conosceva le proiezioni calcolate nell’ Atlante del compatriota Gerardus Mercatore, dove l’ intero territorio atlantico nordamericano A è definito Terra haec ab anglos primos fuit inventa. Di tale “Terra scoperta per la prima volta dagli Inglesi” la nascente potenza britannica della regina Elisabetta ne reclamavano il possesso dopo la vittoria nella guerra contro la Spagna che aveva sbaragliato l’ Invencible Armada navale con il suo fido ammiraglio Francis Drake che aveva aperto poco prima nuove rotte circumnavigando il globo.
Da allora anche la cartografia dell’ epoca si interessò al nord America e divenne sempre più dettagliata e aggiornata da nuove esplorazioni, come era stato per la cartografia iberica del centro e del sud del continente che raffigurava un mondo tropicale simile a quello asiatico della cartografia medioevale, in quelle britanniche e francesi appariva nordico e dagli inverni rigidi, simile all’ Europa settentrionale. Le esplorazioni e la cartografia iberica, si concentrarono sulla ricerca di un passaggio attraverso il continente per trovare le rotte del Pacifico verso l’ Asia orientale , ma lo stretto scoperto dalla spedizione di Fernando Magellano era troppo meridionale e la navigazione impegnativa, poi il Nuovo Mondo costituì fonte più remunerativa dell’estremo oriente e i progetti ispirati da Cistoforo Colombo furono tralasciati.
Carte marine e tabula nova
Con l’ insediamento spagnolo nelle filippine isole meridionali e Luzon dopo l’ impresa di Magellano, nacque la necessità di trovare una rotta del Pacifico tra le ricchissime colonie dell’ americana Nuova Spagna e le Indie orientali per incrementare la ricchezza dell’ impero spagnolo consolidato come prima potenza mondiale. Lo stretto scoperto da Magellano troppo meridionale ed insidioso era escluso e venne inaugurata la celebre rotta del Galeone di Manila percorsa da poderosi e invincibili vascelli armati che assicuravano i trasporti dal porto messicano di Acapulco a quello filippino di Manila su una delle rotte del Pacifico. Al nascente impero britannico, le rotte del Pacifico erano impedite per le difficoltà dello stretto magellanico o peggio doppiando la punta estrema meridionale del continente a Capo Horn incrociando il tempestoso passaggio scoperto da Francis Drake che ripetè l’ impresa di Magellano circumnavigando il globo. Si adoperò per cercarlo a nord, ma differentemente dalla conoscenza e del centro e l’ immenso sud ormai evoluta per l’ America, quella della vasta regione settentrionale era ancora molto vaga, soprattutto per le coste coste occidentali ancora inesplorate a nord della penisola Baja California.
L’ Universalis di Gastaldi
La cartografia nella metà del XVI secolo non rappresentava più solo ciò che era stato conosciuto, ma anche ipotesi su territori inesplorati e nel 1548 Il cartografo Giacomo Gastaldi realizzò la Carta marina nova tabula raffigurante l’ ipotesi ispirata alla geografia aristotelica, che tutti i mari sono interni e le terre collegate tra loro, pertanto nella sua carta l’ estremo nord americano dell’ Alaska appare attaccato ad est con la Scandinavia e ad ovest con la Siberia asiatica. Tuttavia nel suo più noto Planisfero nella Cosmographia universale et exactissima del 1569, Gastaldi rivide la sua tesi rappresentando il settentrione europeo ben separato da quello americano, ma che continuava ad essere unito alla Siberia. Ispirò numerosi cartografi, anche se appare un regresso nell’ evoluzione geografica dell’ epoca con la sua ispirazione tolemaica, più simile alle carte del vecchio Mappa Mundi del tedesco Enrico Martello apparso quasi sessanta anni prima che alle carte più recenti.
Egli rappresentò il territorio americano come estensione di quello asiatico a sud della quale si trovava la sconosciuta Terra Australis che circondava l’ ignoto Polo sud della sconosciuta Antartide, molto simile al mappamondo elaborato in proiezione nel 1531 dal francese Oronce Finè noto come Orontius Finnaeus, dove le Americhe sono legate tra loro dallo stretto istimo della Terra Dariena, quella settentrionale è collegata all’ Asia e quella meridionale s’ allunga ove appare l’Antartide Terra australis recente inventa, sed nondum plene cognit . La cartografia di Gastaldi intuiva ciò che molto più tardi si scoprì con l’ incognita Terra Australis che avvolge il Polo sud come continente Antartico, mentre il nordamerica è separato dalla Siberia asiatica solo dallo stretto scoperto poi dal danese Vitus Jonassen Bering nella sua drammatica esplorazione del 1728. Intanto dalle copiose informazioni di navigatori ed esploratori passati per lo stretto magellanico dal 1540 vennero prodotte molte carte e mappe dei territori affacciati sulle rotte del Pacifico, compresa quella Terra Australis.
Le carte di Dieppe e i Grands voyages
Le esplorazioni aericane inglesi e francesi del nordamerica si susseguirono in tutto quel periodo, l’ esploratore e navigatore francese Jaques Cartier effettuò vari viaggi nel settentrionale teritorio canadese tra il Labrador e l’ isola atlantica di Terranova scoprendo il Golfo ove sfocia il fiume San Lorenzo, fu così il buon Cartier ad inaugurare la colonizzazione francese americana e del Canada ove sorse la Nuova Francia .
Fin dal medioevo la Normandia fu territorio di traffici marittimi con il porto Dieppe, poi sede di una famosa scuola cartografica che produsse una serie di planisferi, portolani e carte geografiche note come le Mappe di Dieppe, tra le quali la Carte du Monde di Guillaume Brouscon nel 1543, il Planisphère Dauphin nel 1547, la Cosmographie Universel di Guillame Le Testu del 1556, il mappamondo di Nicolas Desliens dieci anni dopo, carte e mappe dell’ Atlante di Nicolas Vallard, tra le quali Jave La Grande sempbra raffigurare la costa australiana che per alcuni confermerebbe la teoria di una scoperta portoghese dell’ Australia molto prima di James Cook.
La scuola francese di Dieppe diversamente dalle altre produsse carte elaborate con note e disegni delle popolazioni indigene, e si cominciarono a pubblicare anche testi e racconti di viaggi illustrati a cominciare dai pregevoli volumi dei Grands voyages e dei Petit voyages pubblicati nel 1591 da Theodor de Bry corredati da splendide illustrazioni. Riportava anche i racconti di viaggio sull’ esplorazione francese della Florida finemente illustrati da magnifiche incisioni di Jacques Le Moyne che aveva pubblicato Floridae Americae Provinciae recens et exactissima descriptio, con accurate carte e mappe illustrate di ambienti, indigeni e località dai fiumi colmi d’ oro. Assieme ai dettagli di paesaggi e popolazioni di quel nordamerica che la Francia si apprestava a colonizzare, le elaborate mappe della scuola di Dieppe riproponevano anche immagini fantastiche di grande presa popolare simile a quelle che dominarono la cartografia medioevale alimentando i miti delle ricche terre lontane .
Mercatore e Munster
La geografia e la cartografia a metà del XVI secolo si concentrò su quell’ incognita estremità settentrionale americana nella ricerca del Passaggio a nord ovest. La cartografia fu rivoluzionata dalla carta e le varie mappe geografiche calcolate sulla centrografica proiezione cilindrica di Gerardo Mercatore con la pubblicazione a Duisburg nel 1569 del celebre Mappamondo Nova e Aucta Orbis Terrae Descriptio ad Usum Navigantium, con l’ elaborazione grafica di longitudini che rendeva più realistica la raffigurazione geografica superando l’ irreale immagine appiattita della terra., ponendo fine all’ antica rappresentazione della geografia tolemaica nel suo Planisfero, alla collocazione del Nuovo Mondo America rappresentato come un continente definitivamente separato dall’ Asia orientale.
Contempranea alla carta di Gerardo Mercatore è la monumentale opera del tedesco Sebastian Munster pubblicata nel 1544 come Cosmographia Universalis, corredata da disegni , pagine scientifiche e numerose carte geografiche, tra le quali la mappa delle Americhe realizzata studiando e rielaborando le carte di varie zone come la costa atlantica esplorata da Givanni da Verrazzano, quella centrale che appare nel Globo degli Ambasciatori, l’ estremo nord occidentale Terra Nova sive Bacallaos simile alla Carta marina nova tabula di Giacomo Gastaldi che lo collegava alla Scandinavia e il nord orientale a quello che pare il territorio della Siberia chiamato India Superior, con uno stretto al centro per passare e raggiungere da ovest la Via delle Spezie e dell’ Indonesia, segnalato con la didascalia per hoc fretum iter patet ad Molucas.
il rinascimento geografico aveva creato una nuova cartografia che culminava con l’ opera del fiammingo Gerardo Mercatore che con i suoi calcoli matematici sulla proiezione centro grafica cilindrica realizzò la celebre carta del 1538 e l’ elaborato Atlante iniziato nel 1569. Nella tavola dedicata all’ America configurò l’ estremo nord separato dall’Asia solo da uno stretto ancora ignoto e a sud la misteriosa Terra Australis Incognita nel polo Artico ove pose la didascalia: Terras huic esse certum est sed quantas quibusdam limitibus finitas incertum. Anche con Gerardo Mercatore la geografia dei territori americani era ancora incerta e ispirata da intuizioni che la cartografia cercava di interpretare con le notizie che giungevano da nuove esplorazioni e resoconti di avventurieri che affrontavano territori sconosciuti cercando la Fonte della Giovinezza e altri miti tra il devastato Messico precolombiano e il Guatemala, inseguendo l’ Eldorado per le vie delle Ande o perdendosi in Amazzonia. Le suggestioni della vecchia cartografia medioevale erano sfumate da tempo con le esplorazioni degli Oceani e dei nuovi mondi nelle Americhe
© Paolo del Papa Viaggiatori ed esploratori. Vol. America: Esplorazioni e cartografia del Nuovo Mondo.