Egitto storia millenaria

“Io sono l’Oggi. Io sono l’Ieri. Io sono il Domani. Attraverso le mie numerose Nascite io sussisto giovane e vigoroso. Io sono l’ Anima divina e misteriosa che creò gli dei e la cui celata essenza nutre”

(Libro dei Morti, LXIV)

Il paese Kemet Dšrt, della terra nera dal fertile limo e rossa del deserto ove il Maat fluisce legge di verità ed equilibrio, ordine e armonia, moralità e giustizia. Torrenti di parole hanno riempito il mare dell’ antica e millenaria storia di quel territorio tra il deserto e il Nilo benefico che ha dato la vita all’ Egitto. Fin dalla prima volta che vi ho viaggiato è rimasto il fascino delle piramidi di eterne geometrie, la grandiosità dei templi lungo il gran fiume fino ad Abu_Simbel, la suggestione degli itinerari sulle antiche piste del deserto tra la magia delle oasi . Nelle centinaia di siti e monumentali resti cercati, scoperti e svelati dall’ archeologia sono narrati millenni d’ arte che nella concezione creativa egiziana è intimamente legata alla religione e l’ ordinamento dello stato, così come la scrittura ha lasciato una grande letteratura che ne racconta gli eventi, l’ elenco di fatti e figure della vasta mitologia che s’ accompagna alla lunghissima lista delle tante e variegate divinità. Percorrendo la storia fin dalle origini degli egizi in una delle più antiche società che hanno perfezionato una lingua espressa nei suoi geroglifici con la narrazione della vita e gesta dei faraoni, il corso millenario dell’ arte, di pari passo con la loro scienza e l’ antica medicina, ma anche la quotidianità negli usi popolari, le tante attività e i variegati costumi raccontati nelle aree riscoperte e svelate dagli archeologi. La vera storia dell’ antico Egitto la si può seguire nel millenario susseguirsi delle dinastie contenute in quelle Liste_reali fonti della lunga cronologia dei faraoni, dalla più antica stele risalente quinta conservata nel museo palermitano Salinas che elenca i sovrani dell’ Antico Regno, alla Lista di Saqqara che cita cinquantasette faraoni a quella di Abidos con settantasei sovrani e la titolatura di Nesut Bydi, conservato nel museo egizio di Torino è Il Papiro del Canone Regio redatto durante la XIX dinastia , infine l’ opera storico egiziano Manetone nel III sec .a.C. giunta dalle trascrizioni e completamenti degli storici romani Titus Flavius Iosephus e Sextus Iulius Africanus.

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Tra l’ Antico e Medio Regno

Del periodo predinastico prima del terzo millennio sono noti i soli nomi di sovrani, dal 3150 al 2700 si colloca quello arcaico della prima dinastia dal 3150 e la seconda che termina nel 2700 con il sovrano Khasekhemwy. Suo figlio Djoser è ritenuto fondatore della dalla terza dinastia che fece edificare la piramide a gradoni di Saqqara. In questo che fu l’ Antico Regno succedette la quarta dinastia del faraone Snefru e con lui sorse l’ architettura romboidale delle prime piramidi e la necropoli di Dahshur, con la sua regina Hetep generò il faraone Cheope. Il costruttore dell’ ardita grande piramide che porta il suo nome nella necropoli di al-Gizah che s’ erge come meraviglia dell’ antichità assieme alla piramide del suo figlio e successore Khafra Chefren e quella di Micerino del di lui fratello Mykerinos Menkaura. Seguì la quinta dinastia fondata da Userkaf che edificò uno dei Templi solari ad Abu Gurab, padre di Sahura costruttore della necropoli di Abusir, successore fu il fratello Neferirkara Kakai e poi il di lui figlio Niuserra dopo l’ interregno di Shepseskara. Poco si sa di Hor Neferkhau e del successore Menkauhor di breve regno, seguì Djedkara Isesi e l’ ultimo della dinastia Unis che nel suo sepolcro a Saqqara ha lasciato i così detti Testi delle Piramidi. Il primo della successiva sesta dinastia fu Sehoteptawy Teti che regnò con la consorte regina Iput generando il successore Merytawy Pepi I che sembra abbia condiviso il potere negli ultimi anni con il figlio Ankhkhau Merenra I, il cui fratellastro Netjerkhau Pepi II è stato il sovrano più longevo della storia. Salì al trono bambino e pare regnò per novanta anni fino all’ ascesa di Merenra II che chiuse la dinastia e l’ Antico

Regno. Ad esso seguì primo perido intermedio, ma quel Papiro Canone Reale è danneggiato laddove si riferisce all’ ottava dinastia e poco si sa dei suoi faraoni, salvo che cominciò con Netjerkara e si chiuse con Neferkauhor Khu Hepu, anche della nona iniziata con Kheti nel 2160 e durata oltre un secolo si hanno scarse notizie. Seguita dalla decima con il faraone Uahkara Kheti protettore del settentrionale Basso Egitto e il delta nilotico unificato da Narmer e protetto dalle incursioni asiatiche, ove il conflitto continuò fino alla fine della dinastia con Merikara sconfitto da Antef II appartenente alla nascente undicesima. Dal 2055 con questa dinastia, seguita dalla XII fondata da Sehetepibtaw Amenemhat I durata fino al 1789, iniziava il Medio Regno con la sua evoluzione artistica e architettonica. Del figlio Sesostri_I il regno è raccontato nell’ anonima opera letteraria Le avventure di Sinuhe, fece edificare la prima fortezza di Uronarti per estendere il dominio in Nubia, alla sua famiglia apparteneva Amenemhat II che regnò oltre trent’anni e nella necropoli di Dahshur ha lasciato la sua funebre Piramide Bianca che s’ erge tra le due più antiche di Snefru. Il successore Sesostri II fu artefice delle gradi opere di irrigazione dall’ oasi El-Fayyum e costruttore della piramide di El-Lahun. Divenne poi faraone il primogenito Sesostri_III che fece edificare possenti fortezze da Buhen alla nubiana Semna e il figlio Hor Abau Amenemhat_III rese florida con grandi opere l’ oasi urbanizzata di El-Fayyum canalizzando le acque del lago Meride birket Qarun e nei pressi ad Hawara edificò il tempio detto Labirinto parte del suo vasto complesso funebre noto come Piramide Nera. Poco si sa del primogenito successore Hor Kheperkheperu Amenemhat_IV se non che i resti del suo mausoleo funebre sono tra le piramidi di Mazghuna. L’ ultima XII dinastia e il Regno Medio si chiusero con la Regina Nefrusobek, così nota per essere stata sacerdotessa del dio Sobek rapprentata in alcune statue rinvenute Tani Ṣān al-Ḥaǧar.

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Nuovo Regno

Il Secondo periodo intermedio si aprì con la XIII dinastia che regnò per quattro secoli e mezzo nella frantumazione dell’autorità faraonica in regni locali, nella cronologia pervenuta dello storico egiziano Manetone il primo faraone fu Ugaf Hor Sekhem-netjer e ultimo Merkheperra. Della successiva XIV dinastia la cronologia pone Nehesi come primo regnante seguito da una settantina di breve durata privi di notizie se non i nomi riportati dal Papiro del Canone Regio e senza riscontri archeologici. Anche della XV la lista dei faraoni è andata perduta nel Canone Regio, lo storico romano Flavius Iosephus ne cita il faraone Salitis come primo e Khamudi come ultimo, la seguente XVI ebbe quindici regnanti dal primo Aahotepra all’ ultimo regnante Wadji probabilmente sottoposti al potere di quei popoli invasori Hyksos. Secondo la cronologia di Manetone di loro stirpe assieme a sovrani di Tebe si sarebbero alternati i regnanti della XVII dinastia e ne conferma alcuni la Sala degli Antenati nel tempio Akh-Menu eretto dal faraone Thutmose_III tra quelli di Karnak. Il primo fu il faraone Rahotep e ultimo regnante la potente regina Ahhotep I , madre del faraone Kamose fondatore della XVIII dinastia e del successore Ahmose con la quale nel 1543 iniziò il Nuovo Regno. Dopo di lui la sorella e Grande Sposa Reale Ahmes Nefertari divenne potente regina divinizzata e oggetto di culto nei secoli come Il figlio Amenofi I, gran costruttore espanse il dominio in Nubia fino al Gebel Barkal controllando il Regno di Kush. Durante il suo regno venne redatto Il testo Amduat religioso e Il grande Libro dei morti. Il successore Thutmose I estese i domini nel vicino oriente fino alla turca Karkemish, ne fu erede Il figlio Thutmose II che ad est confisse i potenti nomadi Shasu, seguì la grande regina Hatshepsut che inviò leggendarie spedizioni nel mitico Paese di Punt narrate nelle iscrizioni nel suo magnifico Tempio funerario Djeser Djeseru a Deir el-Bahari, edificato come tutte le grande opere del suo regno dall’ architetto e consigliere Senenmut. Le succedette il figliastro Thutmose_III che estese i domini dalla Palestina ai territori siriani degli Hurriti e i mesopotamici Mitanni. Dopo il regno di Amenhotep II salì al trono il figlio fu Menkheperura Thutmose IV che fece scolpire la Stele del Sogno tra le zampe della Sfinge, il primogenito è noto come Amenofi_III Amenhotep che con la sua regina Tiy si trova nelle iscrizioni come Amāna-Ḥātpa. Fu padre del grande innovatore Amenhotep IV o Amenofi IV consegnato alla storia come Akhenaton l’ eretico che introdusse il nuovo culto del dio unico monoteista Aton. Fu unito alla principessa Kiya e soprattutto alla sua Grande Sposa Reale Nefertiti con la quale governò e fece edificare la città “Orizzonte di Aton” Akhet-Aton ad Amarna nuova capitale e centro del culto del dio unico Aton. Fu grande anche per il rinnovamento artistico con lo Stile di Amarna, fulgido esempio è la splendida scultura che raffigura la consorte Nefer-neferu-Aton Nefertiti che dalla nuova capitale Tell el-Amarna proseguì l’ opera del rinnovamento dell’ Atonismo . Non è dato sapere dalle fonti se fu lei la regnante identificata come Ankhtkheperura prima dell’ ascesa al trono di Smenkhara probabile fratellastro del defunto Akhenaton e del quale si sa ben poco. Alla sua morte ancora bambino divenne faraone Tut-ankh-aton Tutankhamon dalla misteriosa genealogia, fu forse figlio di Amenofi_III e la regina Tiy pertanto fratellastro di Akhenaton oppure suo figlio avuto da Nefertiti o dall’ altra sua consorte Kiya. Se ne ipotizza la deformità e il morbo Kohler come prodotto da incesto, ma è certo che fu affetto da malattie genetiche ne provocarono la morte giovanissimo e ne rimane la sua splendida maschera funeraria. Il breve regno del giovane faraone e la sua figura non avrebbe tanta rilevanza se non fosse per la spedizione promossa dal Lord Carnarvon nel 1922 nella Valle dei_Re dove l’archeologo Howard Carter scoprì la sua straordinaria Tomba, la più ricca di reperti di ogni sito archeologico egiziano che alimenta la leggenda di Tutankhamon con la sua fantomatica maledizione. In essa è raffigurato come alto funzionario il successore Kheperkheperura anch’ egli di incerta stirpe, forse fratello di Tiy che era Grande sposa reale di Nebmaatra Amenhotep III, salito al trono in età avanzata vi restò per soli quattro anni e ne rimane il tempio funerario a Medinet Habu ove sorse poi il grande sepolcro di Ramses_III. Il successore Horemheb ebbe in Sposa Reale Mutnodjemet sorella di Nefertiti, come narra anche la Stele della restaurazione, ripristinò gli antichi culti dopo l’eresia dell’ Atonismo demolendone molti templi e gran parte della capitale Tell el Amarna. Ne utilizzò i materiali per molte nuove costruzioni come nel grande complesso templare di Karnak ove fece edificare la Grande sala ipostila. Con lui nel 1540 terminò la dinastia e privo di eredi designò il suo anziano generale come Ramses I, fondatore della successiva XIX che inaugurava il Nuovo_Regno. Nella vasta necropoli della Valle dei_Re si trova la sua Tomba con dipinto il funerario Libro delle Porte, per il biblico testo dell’ Esodo sarebbe colui che mise in schiavitù la gente d’ Israele migrata nell’ egiziano Goscen quattro secoli prima dalla terra di Canaan su invito del gran funzionario ebreo Yohsifyà . Li adoperò per la costruzione di Pitom sul delta e la città di Pi-Ramses che dette natali a Mosè salvato dalla principessa Bithia che fu poi il protagonista dell’ Esodo. Di Menmaatra Seti I sono note le imprese belliche, respinse le tribù libiche Mashuash e fece edificare la via stradale militare detta di Horus che andava dalla fortezza di Tjaru nel delta alla Palestina. Ne conquistò le città come Beit Shean per avanzare in Libano e prendere Qadesh nel regno degli Amorrei, ristabilendo l’autorità su Canaan e i territori siriani precedentemente dominati dagli ittiti. Anche la sua tomba si trova nella necropoli della Valle Reale Bībān al-Muluk, la scoprì Giovan Battista Belzoni finemente decorata e dipinta, vi si trovano le Litanie di Ra e i sacri Testi Amduat, sul sarcofago incisi brani del Libro delle_Porte. Per la tradizione il biblico Esodo avvenne sotto il regno del figlio di Seti I e la sua sposa Tuya Usermaatra Setepenra Ramses II il Grande, colui che estese il dominio in Nubia e piegò i predoni Shasu, respinse Popoli del_mare sconfiggendo i potenti Shardana, affrontò gli Ittiti e ne sconfisse la coalizione dell’ imperatore Muwatalli nella battaglia di Qadeš del 1275 stabilendo il primo trattato della storia. Negli ultimi anni del suo lungo regno fu affiancato dal figlio Merenptah prima di morire ottantenne e sembra che la sua mummia vagò tra la tomba nella necropoli di Tebe e il grande sepolcro posto a Deir el-Bahari. Immortalato nel Ramesseum del suo magnifico tempio funerario a Tebe, che fece edificare come la città Pi-Ramses e i grandiosi templi di Abu Simbel eretti a sua eterna memoria. Successore fu Il suo tredicesimo figlio Merenptah, fece incidere un’ iscrizione nel grande tempio di Amon a Karnak che narra di quei Popoli del Mare protagonisti di continue incursioni. All’ epoca minacciava il regno una loro potente coalizione formata dai Lukka licii turchi, Akawasha achei e Danai greci, i Sekeles antenati dei Siculi, probabilmente gli Shardana e forse I Tursha identificati con i con i Turrhènoi di stirpe etrusca, alleati con i Libu berberi e le tribù dei Mashuash libici. L’ invasione iniziò con la conquista di El-Fayyum avanzando fino ad assediare la capitale Menfi Men-Fer ma l’ armata faraonica riuscì ad arrestarla e sconfiggere la coalizione di quei potenti e bellicosi popoli. Nella reali Valle della necropoli faraonica la sua tomba è segnata come la KV8 e la preziosa incisa stele che ne racconta le gesta è conservata nel museo del Cairo. Il primogenito Seti II ebbe breve regno e non se ne conosce bene la genealogia così come del successore Amenmesse si hanno scarse notizie e dalla sua tomba priva di decorazioni ed iscrizioni rimosse si capisce che fu obliato da chi lo seguì. Forse ne era figlio Siptah che venne sovrastato ne potere dal potente funzionario siriano Bay, la cui memoria è sTata rimossa come quella degli ultimi faraoni di questa XIX dinastia dall’ avvento della ventesima iniziata con il fondatore Sethnakht e padre di Ramses III che non riuscì a contenere quei Popoli del Mare respinti dai predecessori. Li sconfisse una prima volta nella battaglia della libanese Djahy, ma poi la flotta ne fu travolta in quella sul Delta nilotico e il suo regno si indebolì ancora con la scampata Congiura dell’ harem ordita dal figlio Pentawere che fu giustiziato come ci racconta il Papiro giuridico conservato nel museo egizio torinese. Gli succedette l’ altro figlio Ramses IV gran costruttore come il suo primogenito Ramses V usurpato da Nebmaatra-Meriamon Ramses VI, fratello di suo padre e della Sposa Reale Iside Ta-Hemdjert che trasferì la capitale a Tanis mentre il potere tebano era esercitato da Ramessenakht della potente dinastia dei Primi Profeti di Amon. Poco si sa del breve regno esercitato dal figlio Ramses_VII, così come del suo successore Ramses VIII e del seguente faraone Ramses_VIII, vennero poi i regni di Ramses IX e dell’ ultimo rappresentante dinastico Ramses_X che cercò di arginare il potere sacerdotale rimuovendo Amenhotep, originando gravi disordini nei quali intervenne Panehesi che governava il vicereame di Nubia. Al fine del confuso periodo tdi questa dinastia salì al trono SmendesI fondatore della XXI con la quale iniziò il Terzo periodo intermedio. Il suo potere era limitato alle regioni del Basso Egitto, mentre la dinastia dei Pr
imi Profeti
di Amon governava la Tebaide con il reggente Pinedjem I e poi il figlio Psusennes I seguito da Amenemope, anche di questo periodo le notizie sui regnanti sono scarse, dallo storico egiziano Manetone e il romano Julius Africanus si sa che la successione continuò con Osorkon e il gran costruttore Siamon che fece trasferire nella necropoli di Deir el-Bahari molte mummie regali per inumarle regalmente in un grande sepolcro per sottrarle ai saccheggi scoperto da Gaston Maspero nel 1881. Ultimo della dinastia fu Psusennes_II dalla controversa identità, concesse in sposa una figlia al principe Osorkon I che divenne faraone della successiva dinastia e un’ altra al biblico Salomone sovrano di Israele.

Nella nuova XXII dinastia di controversa identificazione è Sheshonq I, principe originario del popolo Mashuash libico e in conflitto con il Regno di Giuda israeliano del re Salomone aiutando il ribelle Geroboamo contro di lui, ne sconfisse il successore Roboamo conquistandone la capitale Gerusalemme e la potente città di Megiddo. Poco si sa del figlio Osorkon I, così come del successore Sheshonq_II e il suo primogenito Takelot I padre di Osorkon II che favorì l’ ascesa di Horsaset come Primo Profeta di Amon al regno di Tebe indipendente, si alleò con gli Akkadi di Biblo e protesse Regno di Israele con la sua armata dagli Assiri del sovrano Salmanassar_III. Dopo suo figlio minore Takelot II salì al trono faraonico Sheshonq III mentre il regno era diviso tra il sovrano di Tanis che dominava il Basso Egitto, i territori centrali frammentati in potentati locali e quelli dell’ Alto con la regione di Tebe dilaniati da conflitti tra i pretendenti dinastici dei Profeti di Amon. Questo periodo di frammentazione ebbe altri tre faraoni fino a Osorkon_IV che poteva governare solo nel ridotto territorio tra la città di Bubasti e la sua capitale Tanis , il resto diviso tra potentati locali mentre il sud era ormai dominio dei sovrani di Nubia poi fondatori della XXV dinastia dei Faraoni Neri. Nel frattempo la potenza Assira condotta dal sovrano Sargon II premeva da oriente e il pretendente Pianki al trono faraonico prese Menfi ponendo termine al periodo dinastico. Della XXIII dinastia le fonti sono scarse, iniziò con Petubasti I e il breve regno del figlio Iuput meriamon seguito da Usermaatra meriamon, di dubbia ascendenza Osorkon III a cui succedette il primogenito Takelot III e poi suo fratello Usermaatra II, la frammentazione del potere continuò con Usermaatra III, mentre controversa è la figura di Uasenetenra setepenra. A quel periodo seguì la XXIV dinastia fondata da Tefnakht di stirpe libica Libu che sottomise potentati locali del delta riuniti poi in coalizione contro il sovrano del sud Pianki che dalla nubiana Napata giunse a prendere la Fortezza El-Hiba per conquistare Tebe e l’ antica capitale Menfi. Lo scontro definitivo avvenne tra suo figlio Shabaka e quello del suo avversario Wahkara Bakenrenef Boccori che venne sconfitto ed ucciso, riunificando il potere frammentato con la XXV dinastia così detta nubiana. Precursore ne fu Alara sovrano del regno di Kush nubiano il cui fratello Kashta si proclamò sovrano di tutti i territori fino al delta seguito da Shebitqo che cercò di ripristinare l’ antico splendore egizio, minacciato ad est dall’ Assiria inviò un’armata a sostegno dell’ israeliano Regno di_Giuda sconfitta dagli assiri del re Sennacherib che tuttavia non avanzò ad ovest. Taharqa divenne successivo faraone, ma il suo regno fu invaso dagli assiri di Esarhaddon nel 671 costringendolo a rifugiarsi nella nubiana Napata per poi organizzare una coalizione contro gli invasori sbaragliata dall’ armata del potente sovrano assiro Assurbanipal. Dal regno nubiano di Kush il nipote Tanutamani tentò la riconquista avanzando al nord e sconfiggendo Necho I Necao faraone vassallo degli invasori di Assurbanipal che tornò con un’armata sottomettendo definitivamente i territori egizi al grande regno assiro.

Tardo Regno ed Egitto greco romano

Sotto la sua influenza sorse la XXVI dinastia con capitale a Sais nel delta e così detta saitica che inaugurò il Periodo Tardo dal 672 al 343 a.C. Di Nechao Necho I se ne contende la fondazione con il figlio Psammetico I riunificatore dell’ Egitto lasciando il regno al figlio Necao II che si procurò una poderosa flotta di vascelli costruiti nella greca Corinto aprendo rotte navali nel Mediterraneo e lungo il Golfo Persico spesso affidate agli abili marinai fenici che s’avventurarono lungo le coste africane aprendo la rotta seguita dal cartaginese Annone. Invase l’israeliano Regno giudeo sconfiggendone il sovrano Giosia, prese la fortezza di Qades e sconfisse i babilonesi del potente Regno Caldeo poi respinto dalle armate di Nabucodonosor II la cui morte impedì una nuova conquista del territorio egiziano. Dopo il breve regno del primogenito Psammetico II seguì quello dell’ altro figlio Haaibra Wahibra Aprie che andò d’aiuto a Sedecia del sottomesso regno ebraico sollevatosi contro Nabucodonosor II che poi tentò di invadere il territorio egizio respinto dal successore faraone Amasi. Non riuscì a contenere i persiani Achemenidi che con l’armata di Cambise nel 525 sconfissero poi il figlio Psammetico_III nella definitiva battaglia di Pelusio iniziando il periodo persiano con la seguente XXVII dinastia che, dopo la fallita rivolta di Inaros nel V secolo, terminò con l’ ascesa al trono di Amonirdisu Amirteo che alla morte di Dario II riuscì a scacciarne le guarnigioni riunificando il paese sotto l’ indipendente autorità faraonica, poi deposto da Neferite I che fondò la XXIX nuova dinastia. Il trono venne poi conteso tra Hernebkha e il vittorioso Pasherienmut Psammuthis deposto nl 393 da Hakor Achoris che s’adoperò a rinnovare gli antichi fasti dell’ edilizia monumentale nentre il principe Nectanebo I fomentava rivolte contro la sua autorità prendendo il potere in contrasto con il successore Neferite_II che riuscì a detronizzare. Dalla XXVII dinastia alla XXXI tra il 525 e 405 a.C. si estese il dominio persiano terminatò con l’ultimo faraone e satrapo Khababash nel 338 quando l’ incontenibile ascesa del macedone Mega Alèxandros e la rapida espansione del suo impero travolse il mondo e aprì un nuovo periodo nella millenaria storia dell’ antico territorio. L’ Egitto nel fulgore tolemaico divenne culla dell’ Ellenismo con la sua arte, simbolo architettonico ne fu il Faro tra le sette meraviglie del mondo antico, religioso il magnifico Serapeion e culturale la vasta Biblioteca, espresso nel definito Alessandrinismo con il perfezionamento della Koinè linguistica greca, il Canone letterario e nuovi modelli artistici. Dopo le guerre Puniche e quelle Giugurtine il dominio romano s’ estese fino al Limes africanus dalla più occidentale Mauretania ai territori di Numidia e la provincia d’ Africa proconsularis. L’ Egitto tolemaico sopravvisse fino a Cleopatra Tea Filopatore ultima regnante di quel florido regno Ptolemaikè Basileí ellenistico. La regina riuscì a mantenerne l’ indipendenza grazie alla sua relazione con Giulio Cesare fu amicus et socius populi romani, legandosi successivamente a Marco Antonio poi sconfitto ad Azio dall’ augusto Ottaviano, segnando la fine della dinastia tolemaica. Il territorio d’ Egitto fu definitivamente romano dal 29 a.C. con Gaio Cornelio Gallo divenendo praefectus Alexandreae et Aegypti per secoli si succedettero i governatori romani e fu base della potente flotta della Classis Alexandrina. La città di Alessandria continuò ad esserne centro culturale e religioso anche con l’ introduzione del cristianesimo, religione ufficiale imperiale con l’ Editto Cunctos populos di Tessalonica del 380, fu uno dei primi centri del cristianesimo e con il Concilio di Nicea nel 325 vi fu stabilito il Patriarcato con la scuola catechetica, centro della Chiesa cattolica copta, poi con Patriarcato alessandrino dei_Copti. Qui il vescovo Athanasius condusse la lotta contro l’ Arianesimo eretico e con i Decreti teodosiani iniziarono le persecuzioni dei pagani, la distruzione del Serapeo e la devastazione della Bibliotheca Alexandrina. Ne fu spietato interprete il santificato vescovo Cirillo, ad eterna damnatio anche per l’ uccisione della filosofa ed astronoma Ipazia. Il territorio egiziano rimase fiorente nell’ impero d’ oriente bizantino con notevole ruolo religioso e culturale dei Copti, nel VII secolo iniziarono le guerre contro gli arabi e l’ espansione omayyade nordafricana portò alla conquista islamica dell’ Egitto con l’ assedio e la battaglia di Alessandria.

Egitto islamico

Per i successivi secoli fu arabo, cultura, architettura ed arte islamica si sovrapposero alle antiche , mentre si succedevano le dinastie, il turco Ahmad ibn Tulun nel IX secolo fondò la tulunide che governò fino all’ inizio del X quando Muhammad ibn Tughj prese il potere per il breve periodo ikhshidide, poi lo scismatico ismailita Ubayd Allah al-Mahdi vi estese il dominio e l’ Egitto divenne parte del vasto califfato dei Fatimiyyun. Sotto la dinastia sciita al-ismāʿiliyyun con il potere degli Imam furono edificate città, fortezze, moschee ed edifici e fiorì l’ arte islamica medievale Con le sue vittorie nella terza Crociata il vizir e condottiero curdo sunnita Salah al-Din Yūsuf ibn Ayyūb divenne il sultano del vasto impero fondando la dinastia Ayyubide che dominò in Egitto per oltre un secolo fino al dicendente Al-Salih Ayyub che venne spodestato ed ucciso dai militari turchi Mamalik di Al-Mu`izz `Izz ad-Din ’Aybak che si proclamò sultano inaugurando il periodo mamelucco con capitale al Cairo, terminato nel XVI secolo quando Selim I vi estese l’ impero ottomano facendone provincia Eyalet. Dopo la napoleonica Campagna d’ Egitto e la sconfitta navale francese ad Abukir nel 1798, prese il potere il governatore wālī ottomano macedone Mehmet_Ali dal 1831 per dieci anni alla prima seguì la seconda guerra che rese indipendente il Khudaywiat Miṣr egiziano con l’ annesso Sudan dal vassallaggio ottomano. L’ autonomia del Khedivato nel 1914 divenne di fatto sultanato protettorato britannico per otto anni e poi Regno. Nacque il partito nazionale al-Ḥizb al-Watan, il liberale al-aḥrār al-dusturiyyin e l’ indipendentista Wafd, oltre a movimenti guidati da S’ad Zaghlul che portarono ad una rivoluzione popolare nel 1919 per liberarsi della pesante influenza britannica. Nel frattempo sorse la perniciosa “Fratellanza” fondamentalista Jamaʿat al-Iḫwān al-muslimin fondata nel 1928 da Hasan al-Banna che predica la qutbiyya per la rigida applicazione della shari’a, santa guerra jihād e i consueti deliri islamici. Dopo l’ invasione italiana e le battaglie nella campagna nordafricana durante la seconda guerra mondiale il Regno venne travolto dalla rivoluzione degli “Ufficiali Liberial-Ḍubbāt al-Aḥrār nel 1952 condotta da Muhammad Naguib e Gamal Abd el-Nasser aprendo il capitolo del moderno Egitto. Al lungo periodo nasseriano è succeduto Anwar al-Sadat che in qualche modo ne ha proseguito la politica modernista e laica, ucciso dall’ al-Jihad islamica. Nel frattempo l’ Egitto fu coinvolto nei vari conflitti dal 1948 con la prima prima guerra arabo israeliana, la Crisi di Suez nel 1955, la disastrosa “guerra dei sei giorni” del 66 e quella del Kippur nel 73, fino agli accordi di Camp David cinque anni dopo con il Trattato di pace. Con l’ assassinio di Sādāt è salito al potere Hodni Mubārak inaugurando un lungo regime al fine travolto dall’ onda dell’ al-Rabīʿ al-Arabi che l’ occidente s’è affrettato a definire Primavera araba senza intuirne le nefaste conseguenze. Nel 2011 le sommosse popolari ne provocarono le dimissioni e la caduta aprendo il tragico periodo che ancora vive l’ Egitto. I giochi elettorali portarono alla presidenza il losco Mohamed Morsi membro dei sedicenti Fratelli al-Iḫwān al-muslimīn, protagonista della deriva islamica e la profonda crisi con l’ opposizione del Tamàrrud e altri movimenti sfociati in rivolte fino ad essere deposto dai militari guidati dal generale Abd al-Fattah al-Sisi divenuto presidente con un’ altro regime gran violatore di diritti umani. Il morbo dell’ islamismo è iniziato con il fondamentalismo al-uṣūliyah al-islamiyah degli al-IḫwānFratelli musulmani” che hanno avuto espressione politica nel partito Ḥizb al-hurryya wa l-ʿadāla sostenitore della shari’a. Hanno ispirato movimenti violenti come il Maktab al-Khidamat di cui era campione Ayman al-Zawahiri, poi dirigente di al-Qāʿida, già militante della Jihad egiziana che ha imperversato dal massacro di turisti inermi a Luxor agli attentati a Sharm el-Sheikh e poi un susseguirsi di orrori assieme all’ isis dalle stragi nel Sinai all’ abbattimento dell’ aereo russo, dappertutto attacchi alle chiese, violenze contro i cristiani dagli attentati di Alessandria allle bombe del Cairo .

Questo l’ Egitto che ritrovo dopo averlo percorso in ogni angolo più volte ed anche qui come per tanti luoghi che ho conosciuto in tutti i continenti, ne rimane il rimpianto e la rabbia contro chi viola il mondo in tal modo.

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