“….tu hai distinto popolo da popolo…Hai posto un Nilo nel cielo, che scende per loro..ma il Nilo vero viene dalla Duat per l’Egitto. I tuoi raggi nutrono campi e giardini essi vivono e prosperano per te.”
Così recita l’ Inno ad Aton, sole benefico che assieme al grande fiume ha cullato la civiltà giunta allo splendore di quella XVIII dinastia quando regnava Akhenaton che lo fece comporre, ma molti secoli erano già trascorsi e molti altri a venire in una lunga millenaria narrazione. Grandiosi siti archeologici ne hanno svelato la grande civiltà, preziosi reperti nei musei nel mondo e sapienti istituti che ne sondano la storia, l’ antica letteratura egizia che la narra, gli studi degli egittologi con centinaia di libri e altrettanti testi che la interpetano. Secoli di storie che si sono fatti scienza con l’egittologia, fiumi di parole hanno colmato la conoscenza dell’ antica e millenaria storia di quel territorio tra il deserto e il Nilo benefico che ha dato la vita all’ Egitto. Ho goduto di quelle illustri sorgenti, così come ho sempre studiato il resto del mondo che ho conosciuto, ma per la sua percezione e conoscenza anche qui nulla può sostituire il viaggio cercandone ogni itinerario e le diverse vie per giungervi.
Sinai
Tra le più antiche della storia era la Via dei Re che dai regni d’ Israele attraverso la Giordania giungeva nella penisola del Sinai per accedere all’ Egitto, poi percorsa dal biblico Esodo, ma non è più agevole traversare questa penisola come la ricordo. a sud la costa s’ allunga nel golfo di Aqaba scendendo a Taba e la baia dello sceicco Sharm el-Sheick magnificamente affacciata sul mare corallino con il vicino parco Ras Mohammed, a lungo animata destinazione turistica è rimasta spopolata per le continue minacce fin dai primi attentati e la sanguinaria strage di turisti della criminale brigata Abdullah Azzam fino ai nuovi attacchi assassini iniziati a Taba perpetrati dalla feccia islamica. Risalendo per Nuweiba si stende il suggestivo deserto che s’attraversava passando per l’ antica Nekhel, sulle vecchie piste beduine tra il Jebel Barqa e le gole di Arada, l’antica sosta carovaniera nel Wadi Isla e le iscrizioni del Wadi Mukattab, l’ altipiano del Jebel Hmeyer, le oasi di Ein-kid, Umm Ahmed ed Ein-khudra con il canyon bianco. Il sito neolitico di Abu Madi e l‘ egizio predinastico di Wadi Maghara, il sacrario di Hator a Serabit el- Khadim. Continuando a percorrere la storia della penisola per il sito nabateo di Nawamis e quelli rinvenuti recentemente, dall’ edificio faraonico al presidio di Tjaru e la fortezza di Tell el-Dafna , anch’ essi con altri siti minacciati. Ai piedi del biblico Jebel Musa monte Sinai ove, nei versi 3:1-4:17 dell’ Esodo che ne narra gli eventi , al patriarca Mosè apparve l’ardente roveto e dovrebbe essere santo per le tre religioni monoteiste. Per volere di Giustiniano nel VI secolo vi sorse il monastero della Trasfigurazione rappresentata nel mosaico all’ interno, nel lX secolo il monastero fu consacrato alla martire e santa Caterina che la leggenda vuole fosse portata qui la salma dagli angeli ove se ne conservano i resti. Un capolavoro dell’ arte bizantina e medievale dagli splendidi mosaici divenuto venerata icona della cristianità e luogo di meditazione oggetto di secolari pellegrinaggi nel suo santuario. Dopo secoli di pace ormai chiuso per la costante minaccia di attentati e distruzione dei baldi islamisti dalla cosìdetta rivolta che ha coinvolto la penisola ormai preda dei macellai jhaidisti che rivendicano lo stato islamico con la consueta galleria di orrori dall’abbattimento dell’aereo aereo russo al traffico di organi e schiavi dei criminali salafiti.
Delta
L’immenso delta s’apre da est e la moderna città portuale di Būr Sa’ìd, si percorre la costa per il sito archeologico di Tanis e la laguna baḥīrat Manzala fino alla città di Dumyāṭ Damietta di antica fondazione e nobile storia, poi si ramifica ad ovest tra il mare ed Abusir sulla laguna di Maryut davanti l’ omerica isola di Faro, dove sorse la splendida Alessandria. Ci racconta il greco Arrianòs di Nicomedia che il grande Alexandròs ne tracciò la pianta dagli astrali perimetri e Strabone che vi visse nella sua Ghèographikà ne esalta la grandezza, poi quando l’Egitto fu definitivamente romano divenne base della potente flotta Classis Alexandrina. La città di continuò ad esserne centro culturale e religioso anche con l’ introduzione del cristianesimo, ne fu uno dei primi centri sede del Patriarcato ove iniziarono le persecuzioni dei pagani, la distruzione del Serapeo e la devastazione della Bibliotheca Alexandrina. Il territorio egiziano rimase fiorente nell’ impero d’ oriente bizantino, nel VII secolo l’ espansione omayyade nordafricana portò alla conquista islamica con l’ assedio e la battaglia di Alessandria. Dell’ ellenistica arte alessandrina e dell’ epoca romana è andata perduta la meraviglia del Faro nel porto così come la leggendaria Biblioteca e ove sorgeva il magnifico Serapeion ellenistico rimane la colonna di Pompeo, s’ è conservato il sito con l’anfiteatro di Komh el-Dikka, le catacombe di Kom El- Hoqafa e la necropoli di Anfushi del III secolo con i sepolcri paleocristiani. il mare ha svelato altri tesori subacquei e poco distante nella baia di Abukir si trova l’ antica Heracleion egizia nota come Thonis dai suggestivi resti archeologici sommersi. Nell’ araba al-Iskandariyyaa il sultano Sayf al-Din Qa’it Bay fece edificare la grande Citadella nel 1477 con la poderosa fortezza di Qaitbay a proteggere il porto e la città con i suoi edifici e moschee, tra le tante su una chiesa paleocristiana sorse quella di Attarine nota anche Masjid Nabi Danial , poi la grande medievale Abbas al-Mursi.
Veniva dall’Emirato Siqilliyya siciliano il condottiero Jawhar al-Siqilli della dinastia Fatimide che conquistò l’ Egitto dominato da quella ikhshidide e qui fondò la “soggiogatrice” al-madīnat al-qāhira città del Cairo con la sua grande moschea e e università islamica al-Azhar. Sorse sul vecchio centro di Al- Fustat e da allora ha seguito la storia dell’ Egitto arabo fino a quello moderno , divenne poi capitale degli Ayyubidi del condottiero curdo Salah al-Din Yūsuf ibn Ayyūb e dei loro successori Mamalik fino ad esserla dell’ Eyalet ottomano travolto dalla napoleonica campagna egiziana. Ancora capitale del Khudaywiyyat Miṣr di britannico protettorato e poi Regno fino alla deposizione dell’ ultimo sovrano Fārūq dall’ insurrezione degli “ufficiali liberi” al-Ḍubbāt al-Ahrar guidati da Muhammad Naguib e Gamal Abd el-Nasser. E’ seguito il perido di Anwar al-Sadat ucciso dall’ al-Jihad, poi il regime di Hodni Mubārak dimesso dalle sommosse e dalla sua caduta è iniziato il tragico periodo che ancora vive l’ Egitto. Sul colle Muqaṭṭam Salah al-Dīn edificò la poderosa cittadella fortificata Qal at Salah che racchiude antichi edifici e moschee da quella di Ibn Tulun del IX secolo alla medievale moschea Al-Nasir Muhammad ibn Qala’, la Masjid al-Rifa’i, la grande moschea e madrasa Sultan Hassan e la cinquecentesca Suleyman fino alla più recente ottomana Mehmet Ali Paşa Camii. L’ Harem con il museo militare e i sontuoso palazzo detto bijou di Al-Gawhara, gli edifici fatmidi di Bayn al-Qasrayn e sulla via al-Mu’izz li-Din il turco Amir Bashtak. Nel XV secolo il sultano mamelucco Barqūq fece ampliare il vecchi suq arabo e sorse il grande Baazar Khan el-Khalili da allora cuore della città vecchia tra la medievale Masjid al-Imām al-Husayn e la grande moschea al-Azhar del IX secolo con la sua celebrata università. Per secoli impegnata in alti studi giuridici e scientifici Nizamiyya, da tempo ormai s’ occupa della corretta applicazione le coranica legge Shari’a che sta intossicando questo paese e il mondo islamico.Nel più recente ed esteso centrosi trova il palazzo presidenziale Abidin nella piazza omonima emolti edifici ottocenteschi progettati da architetti italiani, a sud est del colle Mokattam si stende l’ allucinante “città dei morti” Qarafa el-Arafa attorno all’ omonimo cimitero Qarafa ove sopravvive un milione di abitanti tra tombe e sepolcri. La storia scorre sul Nilo che avvolge le due isole Gezira e Roda con il Nilometro che fronteggia ciò che rimane della Fortezza di Babilonia ove sorge la chiesa di S.Barbara che coltiva l’anima copta della città con la grande cattedrale di S.Marco che ha vissuto strage di fedeli
come la chiesa chiesa di S.Pietro e Paolo devastata da attentato islamico nella sanguinaria catena di violenze e persecuzioni dei copti e tutti i cristiani, così come ciò che resta dell’ antica comunità ebraica che da secoli si raccoglie nella sinagoga medievale di Ben Ezra e la Bet Knesset ha-Rambam. Dal quartiere di Zamalek s’estende la periferica Imbaba, da dove sorgeva l’ antica Eliopolis si apre al-Gizah con la sua Necropoli che, con i molti altri siti, ha lasciato parte favoloso patrimonio artistico dai preziosi reperti ammirati nei musei del mondo. Assieme a quello di Torino, scrigno prezioso è il museo archeologico egizio del Cairo devastato e saccheggiato durante le sommosse nel 2011. Anche in questo Cairo come nel resto del paese gli eventi della cosìdetta rivoluzione egiziana tanto celebrata ha prodotto una drammatica situazione.
Lungo il Nilo
La piana di Gizah l’ ho sempre trovata molto trafficata, ma l’ ultima volta di visitatori non v’era traccia nell’ incubo del terrorismo che da allora s’ è intensificato con attacchi vari e attentati ed è singolare vedere questo luogo ormai spopolato. Qui quell’ antica architettura delle piramidi ebbe il suo apogeo nella necropoli con i suoi straordinari resti ove troneggia la Sfinge tra la più grande del farone Khufu nota come Cheope e le minori di Micerino Menkaura e Khafra Chefren. Poco distante Dahshur con l’ altra suggestiva necropoli che emerge dal deserto come la vicina Saqqara ove sorge la piramide a gradoni del faraone Djoser. Si scende lungo il grande Nilo che scorre ove gli egizi edificarono tra i più grandiosi siti dell’antichità che susseguono per Asyūṭ e il paradiso dell’egittologia sulle sponde dall’antica capitale Tebe e la sua magnifica necropoli, il santuario di Amon, i colossi di Memnone . Le suggestioni della Valle dei_Re e quella delle Regine, il maestoso Deir el-Bahari con il sepolcro della regina Hatshepsut e la necropoli el-Medina, dal sacrario del Ramesseum al sito di Medinet Habu, la magnificenza di Karnak con i suoi templi, lo splendore di Luxor e la la grandiosità del suo sito teatro del primo massacro di turisti ad opera dell’ al- Islamiyya. La fertile valle nilotica che ha cullato l’ antica civiltà degli Egizi prosegue a sud nel deserto e s’ apre nell’immenso lago Nasser Buḥayra al-Nāṣir, prodotto dalla diga sulla prima cateratta ad Assuan che ha sommerso l’ antica Syene faraonica dalla quale emergono Sehel, l’ isola Elefantina e l’ isola Agilkia ove furono trasferiti i resti di Philae dai grandiosi Templi gran santuario di Iside. Sulla via di Nubia ai confini meridionali, ad Abu_Simbel sulle sponde del gran lago formato dalla diga, in un’ epica impresa furono trasportati i grandiosi templi scavati nella roccia per volere di Ramses_II terzo sovrano della XIX dinastia per commemorare la sua vittoria di Qadesh contro la coalizione degli Ittiti, rimane la suggestione delle loro immagini e i volti granitici dallo sguardo che si perde nel deserto .
Oasi
Venendo dal delta a Wadi al-Natrūn si trova l’antico monastero copto dai magnifici affreschi e scendendo a sud s’ apre l’ immenso deserto occidentale che continua in quello libico ove incrociavano le antiche carovaniere tra le oasi partendo da El-Fayyum. Fu antichissimo centro popolato fin da epoca preistorica con l’ epipaleolitica Halfan e la cultura Ateriana, seguendo la storia egizia fu nota al mondo antico come Krokodilopolis consacrata al dio coccodrillo Sobek, durante la XII dinastia divenne residenza reale con edifici e templi che ne fece centro d’ arte per i secoli successivi giungendo al periodo tolemaico ellenistico quando la regione fu consacrata alla regina Arsinoe II. Della successiva epoca romana sono stati rinvenuti gli splendidi ritratti dipinti per le mummie e con la cristianizzazione sorsero numerose chiese e monasteri, in parte scomparsi e del perido arabo rimangono vari monumenti islamici e la grande moschea Qaitbey.
Attraversando la depressione Munkhafad al-Qattara si trovano le oasi di Moghra, Il centro di Qara e la piccola El-Areg, scendendo dall’ antica Bawiti egizia si giunge all’ oasi al-Wāḥāt al-Bahariyya che rivela la sua storia nel vasto sito archeologico con la suggestiva Valle detta delle mummie d’ oro, il votivo tempio dalla cappella decorata di el-Muftella. Nelle sue storie sull’ Egitto ci racconta Erotodo che all’ origine l’ oasi di Siwa era abitata dai libici Ammonii, divenne la fiorente Shali che ha lasciato i suoi resti assieme al tempio di Aghurmi e la necropoli nel Jebel Mawta, celebre per il tempio consacrato al dio Sole Amon noto come Tempio dell’ Oracolo, all’ inzio del periodo persiano il potente re Shasha Cambise II marciò con un’ armata alla conquista dell’ oasi che si perse nel deserto senza ritorno e sembra ne siano ritrovati i resti. Anche il conquistatore del mondo antico Mega Alexandròs ebbe risposte interrogando quell’oracolo e ne fu fervente cultore tanto che il grande Alessandro si dice volle qui la sua tomba segreta. Ricordo gradevole questa oasi dominata dal Jebel Dakrur, la vicina, la laguna di Birket con l’ isola Fatinis, ci si tuffava nella piscina di Cleopatra e in giro nella città tranquilla con la festa annuale che attirava visitatori, ma ormai la vita è difficile dall’ arrivo di salafiti e la loro criminale idiozia islamica che neanche il grande oracolo poteva immaginare. Lungo il Grande mare di sabbia che racchiude i resti archeologici di quello che fu antico centro egizio e romano nell’ oasi isolata di Farafra, si scende deviando per monti di cristallo procedendo a sud nella piana arida al-Sahra al-Bayḍā, il suggestivo deserto bianco dalla fantastiche formazioni calcaree. Dalla remota Abu Minquar si raggiunge l’ oasi con il centro di el-Dakhla tra sorgenti e piccole lagune, dalle strette vie e antiche case d’argilla, nei pressi le tombe romane nella necropoli El-Muzakawa, la cittadella medievale El-Qars , il villaggio di Al-Balat e il tempio di Deir El- Hagar. Procedendo nel grande deserto occidentale si raggiunge l’ altopiano desertico del vasto Gilf Kebir costeggiando il cratere Kebira per il colle Abu Ballas di dove si segnava la rotta delle carovaniere per la libica Kufra sulla via del jebel El-Uweinat. Seguendo le antiche carovaniere e lasciandole a tratti per i luoghi più remoti inizia la traversata tra le oasi sperdute nella regione, seguendo le ramificazioni dei wadi fino alle suggestive immagini del Wadi Sora dalle rocce dipinte nella grotta degli animali e dei nuotatori e altri capolavori dell’ arte rupestre sahariana nella detta Foggini Mesterkawi dal nome degli scopritori. Lasciate le sue suggestioni del gilg_Kebir attraverso il massiccio montuoso del Jebel Uweinat si arriva alla grande oasi del sud e antico centro di El-Kharga. Fin dall’ epoca faraonica di qui partiva una delle carovaniere più imprtanti, la Darb El Arba che scendeva in Nubia attraverso il Wadi Howar sudanese per Kobbei e l’ antica Kerma nel ricco regno di Kush. Dalla storia millenaria questa oasi è a ragione considerata patrimonio e scrigno d’ arte svelata nei suoi luoghi e i suggestivi siti archeologici, come il sontuoso tempio consacrato alla divinità Hibis e l’ altro sito con la sua necropoli paleocristiana di El- Bagawat. Di qui le piste vanno per il gran deserto Sahra’ al-Lībiyya e l’ orientale As-sahra’ Ash-sharqiyah che ricordo affrontato per Wadi Halfa cercando i siti dell’ antica civiltà nubiana dei popoli Kush, attraverso il Bayuda desolato a Dongola e il sito di Kerma scendendo a Napata e i resti dell’ antica a Meroe ove dalla sabbia emergono le piramidi. Da lì nella suggestione di antichi itinerari ho continuato sulle vie tracciate fin dalla V dinastia oltre la Nubia c
ercando la leggendaria Terra di Punt Ta netjer, l’anonimo Racconto del naufrago parla di quel paese, così come le iscrizioni nella tomba di Harkhuf e altri geroglifici dell’ epoca di Hatshepsut dicono che la regina inviò una spedizione che tornò da terre dove nessuno era mai stato, lungo il Nilo nei lontani territori dei nilocamiti.
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