Candomblè e Macumba

Dopo che la spedizione portoghese di Alvares Cabral vi sbarcò all’ inizio del XVI secolo, dalle regioni costiere e nord orientali brasiliane si estese il dominio lusitano su quei territori dalle foreste di brasil, come erano chiamati gli alberi dal prezioso legno rosso e la vasta colonia divenne la terra del Brasil. Come nel resto del Nuovo Mondo di quel che rimaneva delle popolazioni indigene, decimate da violenze e malattie sconosciute portate dagli europei, i tentativi di schiavizzarle non furono adatte al duro lavoro nelle piantagioni e così anche qui si pensò di importarne dall’ Africa occidentale, razziate nei villaggi dai potenti regni neri che dominavano quei terrori per trascinare uomini, donne e bambini sulle Vie degli schiavi e venderli sulle coste ai colonizzatori europei del nuovo continente America. Dalla metà del XVI secolo a quando fu abolita ufficialmente nel 1889, per la schiavitù furono portati in catene cinque milioni di neri che null’altro avevano che la memoria delle religioni africane, cercando di rimanere legati alle antiche tradizioni e molti di essi provenivano da quei Paesi Vudu dai riti e cerimonie che portarono con la loro disperazione. Gran parte delle divinità e spiriti discendono dalla mitologia del popolo Yoruba nigeriano assieme alle pratiche rituali del Vudù che tra gli schiavi cominciarono ad essere identificati con le figure del cattolicesimo importo nella colonia. Anch’ esso derivazione dei Culti_sincretici afroamericani, la divinità suprema viene identificata con il Dio cristiano, così come molte entità e spiriti Orisha o Orixà, nelle pratiche Vudù chiamati Loa o Lwa, dalle influenze trascendentali sugli umani con attributi simili ai santi cattolici.

Mitologia afrobrasiliana

La divinità suprema Olorun come Signore del Cielo fu il creatore dell’ universo, dall’ immenso potere incaricò la creazione della terra e l’ umanità al figlio celeste Òrìsànlá o Obatalà, venerato come O Grande Òrìsà nella tradizione brasiliana o Senhor do Céu e chiamato Oxalà, messaggero delle divinità e intercessore tra esse e l’ umanità, dall’aspetto maschile e femminile, nel sincretismo con il cattolicesimo identificato con il Cristo Cósmico e a volte con São José nelle festività dedicate. Suo figlio e messaggero Ifá è la divinità della saggezza e conoscenza depositario della divinazione che rappresenta anche la trasformazione, le forze occulte che presiedono la magia e la morte, considerato oracolo nelle cerimonie ove i sacerdoti Babalawo ne vengono posseduti entrando in trance, a volte è associato alla divinità profetica keji Olodumaro chiamata Orunmila che completò la creazione, in alcuni sincretismi con il cattolicesimo associato a São Francisco. Nella mitologia Yoruba Orìşà Olúfón o Oxalufan era la divinità della pace e pazienza che generò Òsógìyan chiamato Osoguian, ripresa nella tradizione brasiliana tra le altre divinità più potenti e venerati si trova Eshu o Eleguà che fu presente alla creazione, messaggero delle divinità, guardiano e giudice di tutti gli incroci dell’ esistenza e che può mutare il destino. Nel sincretismo con il cattolicesimo è associato a São Miguel e São Antonio, ma a volte anche erroneamente confuso come emanazione dello spirito del male associato al demonio. Ogun è la divinità del fuoco, la guerra, la caccia e l’ agricoltura, sua consorte è la Madre del Caos e dei cambiamenti Oyà o Yansa, Signora dei venti, tempeste e fulmini che poi si unì allo spirito del fuoco, tuono e giustizia è Xangô. La Rainha do mar e la vita contenuta nelle acque Imanja o Yemaja è la madre e maestra di tutti gli spiriti, consorte del sovrano e creatore della terra Babalú Ayé, nel sincretismo brasiliano identificato con São Rocco. Altra potente divinità femminile è la Signora dei fiumi Oxúm o Oshun, spirito dell’ amore, fertilità e salute che nel sincretismo con il cattolicesimo brasiliano è associata alle figure mariane di Nossa Senhora da Conceição, la Aparecida, dei Prazeres, e dai Candeias. Tra i tanti spiriti più celebrati Il mitico sovrano yoruba Odudua, fondatore del potente regno nigeriano di Ife e le sue leggi, divenuto signore dei misteri e della morte come Odùduwà, associato all’ Abençoado Sacramento in alcune sincretizzazioni con il cattolicesimo e a São Manuel. La divinità androgina Olokun o padrone del mare fu eroe mitico, personificazione divina dell’ osservazione e meditazione nella conoscenza umana, divenuto venerato protettore degli schiavi. Da questo sincretismo religioso afroamericano nelle isole caraibiche sono sorte le religioni di coloro che furono schiavi come la Santeria diffusa nel territorio cubano e alcune isole caraibiche, le pratiche rituali, le cerimonie e la magia del Vodou in quello haitiano, mentre tra la popolazione nera brasiliana si esprimono nei culti esoterici della Quimbanda e Umbanda dalle ritualità legate alle divinità di tradizione africana assieme a quelle indigene brasiliane sciamaniche, il Batuque meglio noto come Candomblè, con le sue pratiche magiche ed esoteriche espresse nella Macumba.

Candomblè

Nella tradizione brasiliana dell’ Argolas dos orixas si celebrano sedici dei più potenti orixas rappresentati simbolicamente in circolo dominati da Oxalá, come viene anche chiamato il supremo Oṣàlúfọn yoruba o Obatalà , maestro di conoscenza e saggezza che unisce il cielo e la terra governando l’inizio e la fine di ogni ciclo vitale, con accanto da sinistra Yemaya la Mãe devotada come Rainha do mar, potente divinità acquatica, la benefica e venerata Grande Madre, nel sincretismo brasiliano con il cattolicesimo, nota anche come Iemanja , associata alla Santa Virgem dell’ Imaculada Conceição. Seguono o Obba o Oba anch’ essa divinità acquatica associata dal sincretismo a Santa Rita, l’ altra signora delle acque e dea dell’ amore e seduttrice Ọ̀ṣùn o Oshum nelle cerimonie chiamata in yoruba anche Dolce Madre o Yeyè, dal sincretismo associata a Nossa Senhora da Candelaria, figlio di Ọ̀ṣùn e Ibualamo la divinità incantata della bellezza Lógunède o Logùn. Il divino Serpente Arcobaleno Oxumarè, chiamato Òṣùmàrè o Oshumare, rappresenta il movimento e le sue forze, per metà dell’ anno è la sua parte maschile, nell’ altra femminile, come Damballa del Vodou haitiano, è tramite con l’ umanità e messaggero del supremo Olodumare o Olorun. Nel sincretismo brasiliano è associato al venerato São Bartolomeu , celebrato il 24 agosto vicino a Bahia con cerimonie e fedeli che si bagnano in una cascata ove brilla sempre un arcobaleno.

Argolas dos orixàs

Nella disposizione dell’Argolas dos orixàs circolare segue la potente divinità delle tempeste, tuoni e fulmini Yansà, che domina gli spiriti dei morti Eguna, invocata per la pioggia che dona fertilità , chiamata anche Odó Oiá o Oya come divinità guerriera, associata dal sincretismo a Santa Barbara, accanto Il suo consorte Ṣàngó o Xango, suprema divinità signore del fuoco e del tuono, segue il grande cacciatore e depositario della magia Oxossi sincretizzato con São Sebastião, vicino il suo compagno di caccia e potente orisha del fuoco, il ferro e la guerra Ogun, protettore dei guerrieri e dei fabbri, nel sincretismo brasiliano associato a São Antônio da Pádua. Il Signore dei crocevia della vita e messaggero divino Exù o Eshu manifestazione della vita, ma anche orisha della morte come trasportatore di anime, la divinità acquatica Nanan Buruku o Nanà rappresentata come anziana madre, orisha della maternità, la dignità e calma benevolenza identificata con Sant’Anna nel sincretismo brasiliano. I Sacri gemelli Ibeji generati dal mitico sovrano Dàda Àjàká fratello di Ṣàngó, consacrati al culto della gioia, Ewá o Yewa, rappresenta la solitudine nel contenimento dei sentimenti,la castità femminile, verginità e sterilità, legata alla morte, Yewa possiede i cimiteri ed aleggia tra i sepolcri, nel sincretismo con il cattolicesimo è associata con Santa Lucia e a volte con Nossa Senhora dos Necessitados.

Le cerimonie del Candomblè

Non si può capire l’ anima nera e la cultura afroamericana del Brasile se non si entra in quella dimensione dell’ essere dentro e fuori del mondo nella condotta dell’ Iyàwò spirito del Candomblè, dalle origini e ritualità simili al Vodou dei Servi degli spiriti haitiano come sono chiamati i praticanti vodouisants e le cerimonie della Santeria cubana. Le varie celebrazioni del Candomblè sono legate alle differenti congregazioni dalle cerimonie simili, ma con alcune ritualità, costumi, musiche e danze diverse che si esprimono nelle varie lingue della tradizione africana di appartenenza o in una sorta di slang con il portoghese e posso assicurare che è ben difficile comprendere da chi non ne è iniziato la profonda essenza di quei cerimoniali. Nel Condomblè chiamato Ketu con propri riti è usata la lingua Nagô che discende dall’ idioma yoruba nigeriano, nel Candomblè estrangeiro detto Jeje, anch’ esso con alcuni suoi rituali, la lingua Dagomé o Dahomey simile a quella Fon e gli idiomi parlati dalle popolazioni vicine come l’ Ewe, originarie dei popoli che abitano le regioni occidentali africane nei paesi vudu ove si concentrano le tradizioni più legate a quel culto che ne ha influenzato in parte i rituali afrobrasiliani. Nel Candomblè da Angola o Bantu alcune ritualità discendono dalla tradizione delle omonime popolazioni e vengono usate le più meridionali lingue angolane, Ijêxa, Gêge ed altre originarie dai territori nel bacino del fiume Congo, infine con lingue ed alcune celebrazioni ancora diverse è la congregazione Caboclo che, oltre alle tradizioni afroamericane, è legata a quelle amerinde sciamaniche. Anche nel Pantheon del Candomblè brasiliano i vari Orixà o Orisha come entità e spiriti derivano dalla tradizione africana occidentale, in gran parte dalle divinità yoruba portate nei vari culti afroamericani, essi sono le entità che emanano l’ energia vitale Axè necessaria al mondo e benefica all’ umanità, così invocati anche come Axè Oya. Simili alle potenti divinità, entità e spiriti del Vudù L’wha o Loa , sono creazione ed emanazione della divinità suprema come Orisha, creati dell’ onnipotente Olòdúmàré padrone del destino eterno, manifestazione di tutto ciò che esiste, irraggiungibile dall’ umanità che può entrare in relazione con il divino attraverso la sua emanazione in Olorùn il Signore del cielo o indirettamente invocando l’altra sua emanazione divina in Olofín. Egli creò l’ universo ordinando le stagioni, il giorno e la notte, poi l’ umanità con il suo destino che ha lasciato per la sua immensa potenza che rischierebbe di distruggere, un tempo gli esseri umani erano immortali e non smettevano di crescere, pertanto chiesero di essere liberati così Olorùn creò la vecchiaia e la morte, egli creò anche tutti gli altri Orisha o Orixà che vengono invocati e celebrati nelle cerimonie a loro dedicate. In gran parte di esse i sacerdoti scelgono coloro che possono entrare nello spazio più sacro del terreiro riservato ai sacri riti, con i costumi tradizionali gli uomini a sinistra e le donne a destra come Filhas do Santo che ostentano ampie vesti bianche ricamate ed iniziano a danzare volteggiando per accogliere i fedeli. Tra i vari strumenti della musica brasiliana le cerimonie vengono accompagnate dal suono delle campanelle Agogô assieme al rullo sempre più frenetico dei sacri tamburi Atabaques consacrati con il sangue di polli sacrificati avvolti da tessuti Ojas. Tra le danze accompagnate dal ritmo dei tamburi iniziano le invocazioni con offerte varie e sacrifici degli animali richiesti da ciascuno spirito, poi gli orixàs si manifestano possedendo gli iniziati entrati in trance che parlano come lo spirito che li possiede e ne mimano gesti e movenze proprie per comunicare con i presenti al culmine della cerimonia rituale. Con il saluto Larôye Exú si accoglie Exù come messaggero degli altri Orisha, dominatore delle vie, le porte e gli incroci della vita, la sua energia Axè alimenta la comunicazione, il movimento e la fecondità, raffigurato con il bastone curvo Ogô e un tridente dai colori rosso e nero, esige offerte di cibo e sacrifici di capre e galli neri, per il suo aspetto e l’uso della magia nel sincretismo con il cattolicesimo è a volte associato a figura demoniaca, semp
re invocato prima di tutti gli altri ad aprire la porta con il mondo sovrannaturale come apre le vie della vita umana. Ogunhê è il saluto che accoglie l’ evocato Ogum, dominatore dei metalli dall’ energia Axé convogliata nel lavoro umano e la guerra, colui che apre il corteo degli Orixás nell’entrata del terreiro cerimoniale, raffigurato con una collana azzurra recante la spada, esige offerte di alimenti vegetali e sacrifici di buoi e galli rossi, nel sincretismo è associato a São Antônio Salutando con Okê Aró viene accolto il potente Oxòssi, dominatore delle foreste, la caccia, la notte e la luna, la sua energia Axé è necessaria ad ogni rinnovamento, oltre che alla caccia e al cibo, raffigurato con arco e frecce, un sacco e un cappello di cuoio, impugnando l’ofá e l’erukerê rituali in coda di bue o cavallo dai poteri magici. I suoi colori sono il verde e l’ azzurro esige offerte in mais e sacrifici di galli e maiali, come cacciatore e guerriero Oxòssi è sincretizzato nel santo combattente che sconfisse il drago São Jorge. Si saluta con Salubá quando inizia a manifestarsi lo spirito di Nanà, derivante dalla divinità venerata dalle popolazioni africane occidentali ed entrata nella tradizione afroamericana, che era chiamata Nana Buruku, spirito orisha associato al regno dei morti e l’ aldilà, domina le acque dei lacustri e la pioggia, la sua energia Axè favorisce il ciclo vitale e la fecondità. Nel Candomblè è venerata come divinità androgina benevola figlia della potente Reinha do Mar protettrice di ogni vita acquatica Iemanjà ed è raffigurata con il bastone Ibirim decorato di conchiglie che ne è simbolo, associata ai colori azzurro e bianco le si offre carne e frattaglie di maiale sarapatel ed esige sacrifici di galline. La matriarca Nanà celebrata nelle cerimonie rituali è anche la divina nonna del Signore della Terra come è definito Babalù Ayè che, nella tradizione Youruba e di altre religioni afroamericane è il celeste figlio di Yemaja, nel Candomblè egli è ritenuto figlio di Nana Burukú che lo ha abbandonato ed adottato da Yemoja. Quando si manifesta nelle cerimonie è accolto con il saluto Atotô e chiamato Obaluaiè, dominatore della Terra ove diffonde la sua energia Axé a proteggerne la vita ed invocato per le malattie, associato ai colori rosso, bianco e nero, si celebra con offerte di mais, cocco e miele sacrificando capre e galli, invocato anche nella ritualità esoterica della Macumba e altri culti afrobrasiliani. La dominatrice degli spiriti dei defunti e della tempesta Iansà quando si manifesta viene salutata con Êpa Hey, diffonde la sua energia Axé nel vento, i fulmini e la guerra, affascinate emanatrice di sensazioni e sentimenti, depositaria dei misteri della morte. Nota anche come Oya la guerriera, derivata dalla divinità africana Youruba Regina dei Fiumi chiamata Yánsáne o OIyà Mèsàn, è raffigurata con la spada e recante la coda di cavallo rituale iruexim che scaccia gli spiriti malefici, nelle cerimonie riceve offerte di cibo acarajé e sacrifici di galline, chiamata anche Yansà, come divinità impetuosa dal fragore di tempeste. è sincretizzata con la santa cattolica Barbara. Con il Saluto Oba Xirê viene accolto lo spirito di Oba quando si manifesta nelle cerimonie, dominatrice di fiumi e delle acque agitate, emana la sua energia Axé nelle passioni e l’infelicità umana, fu la sfortunata prima consorte del potente Shango o Xangò, per renderla meno attraente le fu tagliato un orecchio dalle rivali Oya e l’altra divinità dell’ universo delle antiche entità orixà di tradizione africana Oshun. Dal mito è divenuta invocata protettrice del matrimonio, fedeltà di moglie e madre, rappresentata con lo scudo e la spada associata ai colori bianco e rosso, nelle cerimonie le vengono offerte uova e sacrificate galline e con il cattolicesimo è sincretizzata in Santa Catarina da Siena. Il signore del fuoco, le tempeste e fulmini Xangò nelle cerimonie viene accolto dal saluto Kaó-Kabesilé, tra gli orixás più potenti e venerati nel pantheon Yoruba e afroamericano, divinità che esprime il potere del fuoco e dei fulmini, della virilità e la giustizia, rappresenta la bellezza maschile, intelligenza, ricchezza la passione e l’intensità della vita. Per questo Xangò è celebrato più che altri con musica, canti e danze raffigurato vestito di bianco e rosso con una collana rituale e l’ascia bipenne oxê, mentre gli sono offerte carni, la coda di bue amalá e tartarughe sacrificandogli agnelli e montoni, dal cattolicesimo brasiliano associato a São Jerônimo. Al saluto di Odó Iyá nelle cerimonie è accolto lo spirito di Iemanjà madre di tutti gli Orixás, la Senhora das águas che domina il mare e le acque con la vita in esse contenuta, la sua energia Axé si spande su tutti gli esseri viventi, la fertilità e la maternità, Iemanja è la venerata Rahina do Mar raffigurata vestita di azzurro, argento e verde c
on lo specchio Abebê riceve offerte di mais e sacrifici di galline. Nota anche come la venerata Yemayà nel sincretismo con il cattolicesimo è identificata con l’ Imaculada Concepção, oltre che nelle varie cerimonie rituali che la evocano, è celebrata anche dai marinai e pescatori in grandi feste come il 2 febbraio a Rio Vermelho nella città di Salvador. Con il saluto Arô bôbôi nel terreiro cerimoniale i devoti accolgono Òṣùmàrè, il mitico Serpente Arcobaleno, chiamato anche Oxumarè e Oshumarè, che unisce la terra al cielo nell’ equilibrio tra l’ umanità e gli orixàs, figlio di Naná nella tradizione afroamericana come il potente Babalú Ayé e l’ altro suo fratello Iroxò , raffigurato come androgino associato al rosso quando è maschio e blu nella sua presenza femminile. Oxumarè nella sua duplice essenza rappresenta la permanenza e il movimento del ciclo vitale nella sua continuità, la ricchezza e il benessere, nella sua opera assiste il supremo Shangó o Xangò nell’ inviare l’ acqua benefica con la pioggia attraverso la corona celeste di Yemayá. Come spirito della trasformazione, nel legame tra la terra e il cielo emanata dalla sua energia Axè, Oshumare è anche depositario della magia e la divinazione, potente babalawo e guaritore, raffigurato con un serpente di metallo giallo quando si manifesta nella sua essenza maschile e uno bianco in quella femminile, nelle cerimonie gli viene offerto mais e sacrificati galli rossi, associato a São Bartolomeu dal sincretismo cattolico brasiliano. Nella tradizione africana Iroko è uno dei quattro alberi sacri dall’ essenza divina, in quella afrobrasiliana si manifesta come orixà nello spirito di Irokó, legato al tempo nella durata delle cose e la longevità che nelle cerimonie viene accolto con il saluto Irokó issô, dominatore degli alberi nelle foreste, emana la sua energia Axè nei mutamenti climatici e nella memoria ancestrale.

Macumba

Ai culti brasiliani originati dal Candomblè è intimamente legato quello con le pratiche esoteriche diffuso come Macumba ove l’antico ruolo dello sciamano dalle capacità medianiche rimane fondamentale nel comunicare con gli spiriti in stato di trance rivelando la capacità divinatoria per rispondere alle richieste di coloro che ne hanno suscitata l’ evocazione. I partecipanti devono essere sempre sottoposti a riti iniziatici per poi essere accompagnati dal suono del tamburo nella danza che permette di entrare a loro volta in trance per essere posseduti e il sacerdote individua quale spirito sia entrato per eseguire i corretti rituali appropriati ad esso mentre vengono offerti cibi, fiori, sigari e candele sacrificando galli o altri animali per spargerne il sangue sugli iniziati che giurano fedeltà al culto. Tra strumenti tradizionali dei culti esoterici sull’altare viene posta una croce per la venerazione dei santi cattolici associati alle entità, tra le più potenti e più invocati Ogum rappresentato in São Jorge come divinità gueriera e orixà della forza, il potente e supremo Xangò in São Jerònimo e la Virgèm Maria come la divinità femminile Rahina do Mar e signora delle acque Iemanjà. La Macumba è legata anche alla tradizione della magìa brasilera e alle occulte pratiche ispirate dall’ universo popolato da altre entità che si manifestano dal profondo dello spiritismo ove i rituali accolgono gli spiriti benefici invocati dei vari e potenti Orixás per curare o risolvere problemi dei richiedenti, ma anche le oscure manifestazioni di alcuni di loro che vengono chiamati per malefici che, per la radicata fede anche in tali pratiche di magia nera, posso assicurare molto temuta da molti rimasti intrisi dal misticismo nel variegato popolo di questo Brasile.

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