Ehrardt
Mentre gli italiani dalla loro piccola comunità a Khartum esploravano i selvaggi territori sudanesi tra le paludi del Sudd e l’ alto Nilo Bianco an Nil al-Ābyad fino ai Grandi Laghi in prossimità delle misteriose sorgenti del fiume, la vecchia African Association di Londra che aveva promosso le esplorazioni del Niger si era da tempo trasformata nella più ricca e potente Royal Geographical Society fondata nel 1830 e che cominciò ad interessarsi nuovamente al Nilo, sessanta anni dopo i tentativi di James Bruce.
Le esplorazioni di Alexander Laing nel 1823 avevano stabilito che il Niger non era collegato al Nilo , come si era creduto e due anni prima il reggente del Khedivato egiziano Mehmet Ali aveva iniziato spedizioni armate verso il Bhar al-Ghazal per sottrarne il dominio ai negrieri arabi nella tratta orientale degli schiavi e aprire la via del sud dove si pensava fossero grandi giacimenti d’oro, come voleva la leggenda delle miniere di re Salomone.
Alle spedizioni egiziane parteciparono anche diversi europei che cominciarono a diffondere l’interesse per il grande fiume e il suo corso meridionale con le prime documentazioni raccolte e nello stesso periodo l’arabo Lief Bin Sayyid partì da Zanzibar per la costa e si avventurò nell’interno per tracciare un itinerario commerciale raggiungendo il lago Tanganica, a differenza di altri mercanti e trafficanti arabi egli tenne un diario del suo viaggio e lo regalò ad un ufficiale britannico di scalo a Zanzibar che lo passò all’African Association di Londra dove fu ritenuto attendibile.
Nel 1840 i tre missionari tedeschi Johannes Rebmann, Ludwig Krapf e jakob Erhardt avevano compiuto esplorazioni tra il Kenya e la Tanzania affermarmando di aver visto due massicci montuosi innevati, nel 1848 Rebmann raggiunse il suggestivo territorio ove s’ erge il maestoso Kilimanjaro e fu il primo a salire fino alla base della vetta, l’anno dopo Krapf trovò il monte Kenya e nel 1850 il fiume Tana. I tre raccolsero le le notizie dei trafficanti arabi e degli indigeni su grandi laghi ad est che confermavano l’antica tesi tolemaica fiume Nilo che sorgeva da due laghi alimentati da sorgenti tra le leggendarie Montagne della Luna coperte di neve.
La relazione dei missionari tedeschi fu accolta come fantasiosa e ridicolizzata anche nell’ambiente scientifico, che considerava i testi tolemaici come antiche storie prive di senso, non potendo ammettere che nel torrido clima equatoriale africano potevano esistere monti innevati e ghiacciai.
Jacob Erhardt era però un noto geografo e cartografo ed era riuscito a stendere una carta dell’Africa a sud dell’ Equatore, al centro della quale considerò attendibile la presenza del grande lago Unyamesi del quale parlavano le popolazioni locali e che poteva essere il Tanganica ove si trova il villaggio di Ujiji sulla pista araba per il traffico d’avorio e di schiavi. La Royal Geographical Society considerò attendibile la carta di Erhard e ritenne molto più agevole la via araba dalla costa dell’Oceano Indiano alla regione dei misteriosi laghi dell’ impegnativa risalita del Nilo Bianco con l’immenso ostacolo delle paludi malsane del Bahr al-Ghazal e finanziò la prima grande spedizione alla ricerca delle sorgenti del Nilo.
I Baker
Prima di incontrare a Gondokoro John Hanning Speke e James August Grant , Samuel Baker e la moglie Florence erano partiti dal Cairo il quindici aprile 1861 e risalito il Nilo Azzurro un-Nil al-Azraq fino all’ Etiopia, dove erano rimasti un anno per visitarne gli altipiani settentrionali, nel giugno del 1862 si trasferirono a Khartum da dove il diciotto dicembre partirono per il Sudan meridionale sul Nilo Bianco an Nil al-Ābyad in battello e due feluche a vela.
A gennaio giunsero nel territorio degli Shilluk e proseguirono per le immense paludi del Bahr al-Ghazal dove trovarono il missionario austriaco Morlang che tentava la sua opera tra le tribù Nuer, all’inizio di febbraio arrivarono nello sperduto avamposto di Gondokoro incontrando Speke e il compagno Grant esausti che tornavano dalla lunga esplorazione nella regione del lago Vittoria.
Il ventisei marzo ripartirono lungo il Bahr al-Jabal visitando le varie tribù nilocamite della regione, ma il clima e gli stenti uccisero cammelli e cavalli e il ventitrè gennaio del 1864 entrarono in Uganda nel territorio del regno Bunyoro dove il sovrano Kamrasi che aveva taglieggiato la spedizione di Speke e Grant dopo la visita delle cascate Karuma, i conuigi si ammalarono di malaria e furono costretti a sostare, poi il ventitrè febbraio partirono e in una ventina di giorni dopo erano sul grande lago battezzato Alberto e lo esplorarono in piroga, trovando i punti di entrata e di uscita del Nilo che risalirono fino alle cascate ribattezzate Murchison.
Il ritorno in Gran Bretagna fu trionfale, con la scoperta del lago Alberto Nyanza si aggiungeva un altro importante capitolo alla ricerca delle leggendarie sorgenti del Nilo, ma i misteri continuavano dato che il lago poteva essere a sua volta collegato con il Tanganika e quelli tra il Congo orientale e l’ Uganda, come il Kivu e il lago Edoardo, dando ragione a Richard Francis Burton che sosteneva essere il Tanganika la vera sorgente anzichè il Vittoria Nyanza come aveva affermato Speke, ma passarono ancora molti anni prima di scoprire che la verità stava nella geografia del greco Tolomeo e nelle leggende degli africani, nascosta tra le Montagne della Luna.
Baker tornò in Egitto e il Khedivé lo nominò governatore pasha per liberare la regione di Equatoria dal dominio dei potenti negrieri e dall’agosto del 1869 per quattro anni si impegnò nella sua missione fondando una serie di avamposti militari contro lo schiavismo e per aprire la zona ai commerci, ma non riuscì a debellare i negrieri che terrorizzavano gli immensi territori tra il Bahr el-Ghazal e la costa, lasciando dettagliate relazioni si ritirò nel 1872 e fu sostituito dal generale Gordon con l’ italiano Romolo Gessi, grande esploratore che sbaragliò i negrieri e diventando il leggendario Gessi il Garibaldi d’Africa.
©Paolo del Papa da: Viaggiatori ed esploratori. Vol. Africa:Le montagne della Luna. I Baker
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