La fondazione di Cartagine
Nel nono secolo i Fenici avevano esteso i domini ad ovest fin nell’antica Tartessus e nella Spagna popolata dagli Iberi ove fondarono colonie ad Empúries, dalla costiera Màlaga ed Ebusos fino a Gadir ove sorse Cadice e l’isolana Ibiza. Di lì s’ avventurarono poi oltre le Colonne d’ Ercole aprendo rotte per le nuove colonie africane. Gli abili navigatori e mercanti Phoenikes su tutta la costa africana settentrionale crearono insediamenti e vari grandi centri, tra tutti la fondazione che il mito attribuisce alla regina Didone, di quella città destinata a divenire la potente Cartagine (Karthago).
La tradizione vuole che Elishat sorella del sovrano Pumayyaton della potente Tiro andò in moglie al ricco zio Acherbas ch’era gran sacerdote del culto del dio Melqart , poi fatto assassinare dal fratello Pigmalyon, com’ era chiamato dai greci Pumayyaton, così la principessa con i suoi fidi rifugiò a Cipro di dove decise di fondare una nuova colonia sulla costa del nord Africa , acquistandone un terreno che solo poteva coprire con una pelle di bue, così la tagliò in sottilissime strisce riuscendo a delimitare quel colle di Byrsa di dove ancora diramano i resti di quella che divenne Karthago.
Sia lo storico greco Timeo che il romano giudaico Flavio Giuseppe concordano che la fondazione della città fenicia di Kart Hadasht sarebbe avvenuta all’inizio dell’ottavo secolo e Virgilio nei versi del quarto libro della sua Eneide narra la tragedia della regina Didone, come venne chiamata Elishat nella tradizione successiva.
Sorse in posizione difensiva con il centro sul rilievo di Byrsa tra due lagune unito alla costa per un istmo della fondazione dell’ antica Cartagine rimangono resti su quel colle di dove diramano quelli dei primi quartieri punici e del porto. Anche la religione della nuova Qart Hadasht conservò in gran parte la mitologia, il panteon e le varie divinità dei fenici con i santuari ove si celebravano pratiche e antichi culti come l’offerta sessuale Ierodulia dedicata alla dea femminile Astarte, le inquitanti necropoli di bambini e i sacrifici.
Tra i resti punici di Cartagine ne rimane il santuario del sacro Tophet, poi diffuso nelle colonie mediteranee, consacrato al dio Baal fenicio qui divenuto Ba’al Hammon e al culto della potente divinità femminile Tanit, da molti riferito alla mitica Didone. Dopo l’ ultima battaglia della terza guerra punica l’antica città venne distrutta e ricostruita romana come se ne vedono i resti dell’ acquedotto, il vasto parco e le lussuose ville patrizie, l’ anfiteatro, il grande circo e quello che era il teatro, le terme Antonino e di Gargilius , le nobili tombe e la basilica Ciprianus con la damous el-Karita sorte nel periodo paleocristiano, il resto è conservato nei musei di Cartagine e del ricco Bardo.
Ciò che resta in questo sito con il suo patrimonio culturale d’arte antica è solo vaga idea di quel che fu la potente Cartagine che in breve s’estese nel suo impero nordafricano, cominciando con la progressiva crisi di Tiro e i domini orientali di Sidone dai territori di Alessandretta e porti di Cilicia per accedere alle miniere d’ Anatolia ed altri centri ove rifornirsi di prodotti agricoli.
Potenza mediterranea
Nell’ espansione fenicia mediterranea in occidente erano sorte colonie in Italia ove nel sud fiorivano i vari centri nel vasto territorio della Megàlè Hellàs , a settentrione s’estendeva il territorio della raffinata civiltà etrusca dalle città dell’ odierna Campania a quelle centrali dominate dalla Dodecapoli, fino agli insediamenti nella pianura padana tra il centro di Kainua e i porto di Spina.
Intanto nella penisola dall’ antico Latium vetus la civiltà latina continuava l’ espansione incontenibile con la Repubblica romana. Ci racconta Erodoto che i greci di Foça furono tra i primi ad incrociare lunghe rotte con i veloci penteconteri per l’ etrusca Tirrenia, s’insediarono nella colonia di Amiso e quella di Lampsaco, poi aprirono rotte per l’Iberia fino all’ occidentale Tartesso, fondarono colonie dall’ occidentale Rhode alla corsica Alalia e l’ italica Elea in Magna Grecia, poi sulla costa francese a Massalia e in gran parte lo conferma Strabone.
Le loro incursioni soprattutto nelle colonie in Corsica e la vicina Sardegna danneggiavano non poco gli Etruschi che si unirono ai Cartaginesi nel 540, come anche accenna lo storico ateniese Tucidide a fianco del suo Peloponnèsiou polèmou, scontrandosi con quei Focesi nel mare sardo al largo di Alalia, sebbene vittoriosi ebbero grandi perdite facendo rotta per i territori della Megàlè Hellàs nella calabra colonia di Rhegion di dove mossero a nord per la costa dell’Etruria campana fondando Elea Velia.
Tra qui e la provenzale Massalia, fondata una cinquantina d’anni prima, come affermarono Pompeo Trogo e lo storico Jiustinus, continuarono a molestare i traffici della Tirrenia etrusca, la Corsica e la ricca Sardegna cartaginese . Comunque dopo quella vittoria di Alalia dalla metà del quinto secolo vi fu una rapida espansione in Italia, rinvigorirono le antiche colonie fenice e ne fondarono di nuove in Sicilia nel centro di Drepanon e la potente Panormos, dalla città di Lilibeo alla ricca e Solunto e la fiorente Mozia.
Il dominio in Sardegna ricchissima di miniere divenne la regione tra le più importanti con floride città che prosperarono nel periodo cartaginese. Dal punico centro ove sorse Olbia nell’antica Gallura , presso Nora con il vasto sito, dalla città di Macopsisa al centro di Sulki davanti il suo arcipelago, la grande città della fiorente Neapolis.
Dominante la penisola che prese nome Sinis era la potente città costiera di Tharros vicino Cabras e ne’ pressi Othoca rimane il ricco sito che s’ estende a di Bithia nellla zona del cagliaritano come il centro di Selegas. Dell’altra fenicia e punica città di Karaly rimane la necrocpoli che si trova a Tuvixeddu, divenne poi la città romana Karales ove sorse l’odierna Cagliari.
Colonie e conflitti
Quell’espansione e il controllo delle rotte venne in conflitto con la colonizzazione greca e ne vennero le guerre greco puniche tra il sesto e terzo secolo, la Sicilia ricorda la vittoriosa battaglia di Imera nel 480 con vari templi, dai consacrati alla dea Era Giunone e al sommo Zeus nel sito di Akragas a quello di Atena dea della sapienza a Syrakousai.
Per Diodoro Siculo avvenne nel giorno della funesta battaglia di Termopili, mentre Aristotele ed la Historíai di Erodoto la collocano in quello di Salamina, sta di fatto che la coalizione dei Sicelioti con le città di Ghelas e la potente Akragas guidata da Gelone reggente di Syrakousai , sconfissero l’ armata cartaginese di Amilcare.
A fasi alterne quelle guerre continuarono e nell’ ultimo periodo furono con la città fiorente di Syrakousai dominante la Sicilia ellenica, dall’ era timoleontea a quella de regno di Agatocle d’ Himera, mentre ne era impegnata ad ovest potente flotta cartaginese controllava tutte le rotte sbarrava l’ accesso atlantico dalle Colonne d’Ercole.
Esse erano praticabili solo dalle navi cartaginesi che s’erano avventurati da tempo nell’ oceano oltre il mito aprendo nuove rotte e fondando le loro colonie africane e così fece l’ammiraglio Annone con il suo periplo atlantico le cui rotte rimasero ignote per secoli. Solo il greco Pitea vi riuscì partendo dalla sua Massalia sul finire del quarto secolo eludendo il blocco e delle navi cartaginesi a guardia dello stretto e della grande impresa rimagono solo gli scritti di Dicearco di Messina.
Mentre il dominio greco dei mari continuava a scontrarsi con quello cartaginese il mondo conosciuto vide l’incontenibile ascesa di Alessandro Megas Alexandròs e non fu più lo stesso, ma con la sua prematura scomparsa l’immenso impero che aveva creato si frantumò scatenando le guerre dei diadochi che sancì la nascita dei regni ellenistici e il loro consolidamento a dividersi la sua eredità .
Quel dominio greco a lungo estese l’ influenza sulla contemporanea civiltà romana in ascesa e in parte su Cartagine che nel frattempo ne aveva preso il ruolo monopolizzando la metallurgia ed estendendo il commercio con crescente potenza militare, mentre si espandevano e fiorivano punici insediamenti dall’ Italia lungo il nordafrica fino alla costa atlantica.
Africa cartaginese
Nella Mauretania marocchina si trova Rusadir dell’ enclave di Melilla e verso la costiera Larache, ove si fantasticava fosse il mitico giardino delle Esperidi, di fondazione fenicia Fenici la città dell’ antica Lisso incrociata dai loro navigatori, che fu poi cartaginese e infine la romana Lixus, mentre sulla costa atlantica sorse Essaouira che poi divenne l’ araba città di Mogador. Più a ovest in Libia nel centro di Oea ove sorse Tripoli si trova il sito della splendida città costiera di Leptis Magna più oltre il territorio ove sorge il patrimonio della fiorente città che fu la nobile Sabratha e il mausoleo punico.
Nel territorio della Tunisia sulla costa sorgeva la città capitale e della fondazione d’epoca punica rimangono resti sul colle Byrsa, di alcuni quartieri e dell’ antico porto, oltre il centro religioso di Maalga e il tempio di Baal Tophet. Poco a nord si trova il vasto sito dell’ antica Utica nel centro omonimo divenuta poi la paleocristiana Diocesis Uticencis. A sud di Sfax nel centro di Rass Bou sorgeva Acholla, procedendo il centro punico berbero di Thysdrus ove ne’ pressi sorse la romana El Jem, poi il vasto sito ove sorgeva Thapsos e l’antico porto di Mahadia, quindi e Leptis Minor o Parva a sud-est di Sousse.
Nella medievale Susa dalla suggestiva medina sorgeva la città romanizzata di Hadrumetum che ha lasciato i suoi resti d’ arte antica. Dell’ Algeria punica poco è rimasto di ciò che fu la città fiorente di Icosium ove sorse Algeri, molto delle colonie di Annaba nota come Ippona poi romana Hippo Regius o Bona, a Hippo e nella regione omonima era capoluogo la città chiamata Cirta con il santuario El Hofra, poi capitale di Numidia e la romana Costantina, poco a sud Macoma, proseguendo Zarai e il centro di Rusicade nell’odierna Skikda.
Nella regione metagonita, fu colonia punica la costiera Tipaza poi romana Tipasa, procedendo ad occidente si trovano Cartennas e il sito di Les Andalouses ad occidente di Orano e poco distante Mersa Madakh, quindi Rachgoun e l’ antica Siga nel sito di Takembri , la berbera Gunugu e la città di Iol , nota come Caesarea e l’ odierna Cherchell, a sud v’erano avamposti nel territorio dei Getuli verso i monti Ahaggar sahariani e il sito preistorico del Tassili sulle vie dell’ antico Sahara.
Le guerre puniche
Il vasto dominio cartaginese si trovò a competere con l’inarrestabile espansione della repubblica romana, così le inevitabili ostilità scatenarono le guerre puniche per un secolo, con la marina e il potente esercito esercito che si scontrarono con i vascelli della marineria romana e le poderose legioni delle grandi armate repubblicane.
La prima tra il 264 al 241 seguì la rivolta dei mercenari ove si distinse Amilcare Barca padre di Annibale. Raccontate da Polibio storico di Megalopoli nelle sue Storie furono la seconda dal 218 al 202 a.C, protagonisti il condottiero romano Scipione detto per tanto l’ Africano e il nobile tenace avversario cartaginese Annibale, tra il 149 e il 146 a. C. La terza conclusa con l’assedio e la battaglia di Cartagine e cosi’ fu Carthago delenda est a lungo invocata da Catone.
Navigatori ed esploratori di Cartagine
Per secoli oltre che di conquiste e guerre i vascelli punici furono protagonisti di viaggi ed esplorazioni e fino alla sua caduta la potenza cartaginese aveva difeso i territori scoperti e le colonie e con la sua potente flotta sbarrando il mito delle Colonne d’ Ercole .
Di molti se ne è persa memoria, di alcuni ne rimane la gloria e Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia per primo cita Chimilkat noto come Imilcone tra i primi ad affrontare quell’ oceano tenebroso oltre il mito delle colonne navigando lungo le coste iberica ove era Tartesso , passando per le isole bretoni e la Normandia incrociate dalle Vie dello stagno, poi tra il bretone di Finistère e il britannico Lands End lungo la Cornovaglia e le coste del Galles negli ignoti territori di Britannia aprendo la via alla grande impresa del greco Pitea. Cartaginese fu l’ammiraglio Annone che consegnò alla storia l’ esplorazione della costa africana nel suo Periplo laddove mai nessuno aveva osato avventurarsi nell’ Atlantico le cui rotte rimasero ignote per secoli.
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