La grande filosofia e disciplina spirituale del Buddismo sorse in India nel VI secolo a.C. dalla più antica tradizione dell’Induismo e si diffuse per le regioni limitrofe, con i monaci dall’ovest giunse nel territorio occidentale cinese del Xinjiang ove ne rimangono i più antichi siti di monasteri e santuari e dall’epoca nel Celeste Impero iniziò quel sincretismo religioso e culturale con le precedenti tradizioni confuciane e taoiste nella prima diffusione del buddismo in Cina, assieme alle altre due poi divenuto religione dell’ impero. Più tardi alla fine del VI secolo d.C. dall’ India settentrionale furono aperti i primi percorsi tra le alti valli sulle antiche vie dei Pellegrini e le varie tribù tibetane si convertirono al buddismo nella regione montuosa dell’Himalaya ove fiorirono vari regni ispirati alla dottrina lamaista e tantrica iniziando la storia del buddismo Tibetano. Nella sua tradizione è ripreso e tradotto il grande glossario del Buddismo comune a tutte le sue dottrine e scuole che ne indica ogni manifestazione del Buddah, Bodhisattva, esseri e personaggi divinizzati, liturgia, riti e preghiere, i nomi dei Buddha precedenti l’incarnazione nel Gautama Sakyamuni e i successivi, i cinque grandi Buddha della Saggezza spesso venerati assieme nei Tantra del Vajrayana come Tathagata e rappresentati nei Mandala, le numerosi e venerate figure che hanno raggiunto l’ Illuminazione come Bodhisattva. Vengono anche onorati nelle cerimonie e preghiere i personaggi storici e che affermano di averne raggiunto lo stato come manifestazioni e pretendenti Bodhisattva così come il vastissimo Pantheon delle molte divinità associate al Buddismo nelle varie tradizioni ove si è diffuso. Diversamente dalle altre dottrine buddiste in quella tibetana è la fondamentale condizione del Karma generato in vita da azioni e pensieri che condizionano la ciclica esistenza del Samsara da orientare con l’ intelletto per infrangerne lo schema e procedere sulla via dell’ Illuminazione. Con la sua filosofia, scuole e liturgia il buddismo Tibetano si è esteso dalla regione Himalayana ai limitrofi territori cinesi fino alla Mongolia in un vasto territorio ove tra montagne, vallate e pianure ne rimangono le città, centri, templi e monasteri Tibetani, frequentati da fedeli e pellegrini.
Tibet
La scuola buddista indiana Mulasarvastivada fu una delle prime portate nella regione che ispirò parte il pensiero del mitico e venerato maestro tantrico Padmasambhava noto come il grande guru Rimpoche, secondo la tradizione giunto in Tibet nell’VIII secolo come primo diffusore nella regione della dottrina Vajrayana e divinizzato nelle sue Otto Manifestazioni. E’ celebrato come fondatore della prima scuola Nyingma delle antiche traduzioni dal sanscrito con gli insegnamenti Vajrayana del tesoro nascosto nel lignaggio Terma, perfezionato con la via della Grande Perfezione dagli insegnamenti Ati Yoga del guru Garab Dorje e quelli di colei che è considerata la Madre del buddismo tibetano Yeshe_Tsogyal. Nel VII secolo iniziò l’ espansione del vasto impero del Tibet sulle regioni limitrofe che fiorì per i due successivi fino alla sua decadenza nel IX con quella che fu detta l’ era della Frammentazione in vari potentati in conflitti e con esso anche il buddismo vi rimase nella tradizione Kadam diffuso ad est dell’ India dall’ XI secolo con l’ opera del grande maestro bengalese Atisa, fondata sulla purificazione con l’ esercizio della mente Lojong dalle varie pratiche per gli stadi del sentiero nel percorso verso l’ Illuminazione del Lamrim. Ispirata anche dalla filosofia della Sūnyavāda o dottrina del vuoto nota come Madhyamaka, in seguito introdotta anche nella regione himalayana dal suo più celebre discepolo tibetano Dromton che dall’ epoca ha influenzato nei secoli la tradizione religiosa nella regione. Nello stesso periodo il maestro bengalese Tilopa fu l’ ispiratore delle pratiche di meditazioni tantriche per raggiungere l’ Illuminazione dell‘ Anuttarayoga perfezionate dal suo discepolo indiano Abhayakirti noto come il venerato Naropa con i nuovi insegnamenti tantrici della trasmissione per la liberazione diffusi come i Sei Dharma Parte della tradizione indiana del Vajrayāna fu diffusa dal maestro Marpa , fondatore della grande scuola tibetana del lignaggio Kagyu che si impose nella regione con il suo grande e venerato discepolo celebrato come il supremo maestro Milarepa. Dall’ epoca la scuola ebbe i suoi altri grandi maestri con il venerato guru Gampopa e, poco dopo dalla seconda metà del XII secolo, il discepolo Phagmo_Drupa, a sua volta maestro dell’ altro celebrato rappresentante Jigten_Sumgon con il lignaggio Drikung, i Sei Dharma fondamento del Kagyu dal XIV secolo lo furono anche dell’ altra grande scuola Gelug , continuazione della tradizione Kadam, fondata nel XIV secolo dal monaco filosofo e maestro tantrico Tsongkhapa. Mentre si diffondeva la pria scuola Kagyu alla fine dell’XI secolo dallo studioso Drogmi, traduttore dei sacri testi indiani, venne ispirato il discepolo Konchok_Gyalpo della nobile stirpe di amministratori e religiosi tibetani del clan Khön dei Sakya, entrambe considerati fondatori dell’altra grande scuola che ne prese nome come Sakya che si diffuse dall’ epoca in Tibet. Ne seguirono i Cinque Venerabili Maestri Supremi e ne fu il primo Sachen_Kunga_Nyingpo nella prima metà del XII secolo seguito dal secondo venerabile Sonam_Tsemo con il titolo preso poco dopo la sua scomparsa dal terzo maestro Sakya e patriarca, Jetsun_Dragpa che fu il guru del più celebre quarto maestro filosofo, letterato e scienziato Sakya_Pandita nella prima metà del XIII secolo fino al successore quinto maestro supremo Drogön Chögyal Phagpa, noto come Drogon nella corte di Kublai Khan quando divenne primo precettore imperiale per la dinastia mongola Yuan, poi nominato a capo del costituito dipartimento imperiale per gli affari buddisti e tibetani del Xuanzheng . Con la conquista di vasti territori dall’Asia Centrale alla Cina si completò la grande espansione del Mongoli guidarti da Gengis Khan che fondò il suo immenso impero poi diviso tra figli e generali, mentre dal XIII secolo iniziò la diffusione del buddismo in Mongolia estesa a tutte le regioni orientali e in Cina ove Kublay Kan rifondò l’ impero della sua dinastia mongola Yuan nel 1271 durata quasi un secolo con il buddismo che divenne religione di stato nella tradizione tibetana del Chos. Ispirato dalla tradizione Kadam il venerato monaco Tsongkhapa alla fine del XIV secolo fu tra i fondatori della nuova grande scuola Gelug della Via Virtuosa che divenne la più diffusa nella regione. il monaco nepalese Dolpopa Sherab Gyaltsen di scuola Sakya fu il più grande studioso degli insegnamenti Rangtong e Shentong sulla vacuità del mondo privo di essenza dure
vole e immutabile propri del buddismo tibetano, poi noto come il grande maestro Dolpopa quando dalla tradizione dell’XI secolo fondata da Yumo Mikyö Dorjém , nel XIV divenne il più autorevole rappresentante e diffusore della scuola del Jonang che combina il principio che tutto è vuoto di esistenza e natura intrinseca della filosofia Sunyata comune a tutte le dottrine buddiste, alla tradizione dei cicli immutabili nella ruota del tempo descritti nel tibetano tantra del Kalachakra, tra le scuole tibetane è la meno praticata diffusa tra alcune popolazioni himalayane ai margini della più vasta influenza storica della grande suola Gelug. Nel XV secolo in Tibet secolo venne istituita la più alta carica spirituale con primo Dalai_Lama nominando il venerabile Gendün Drubpa che nel 1447, nella storica provincia di U-Tsang ove poi sorsero altri templi e monasteri, a Xigazê fondò il grande monastero di Tashi Lhunpo , divenuto il centro tradizionale dei successivi Panchen Lama depositari del più alto rango nella scuola Gelung come lignaggio del reincarnato Tulku. Dall’ epoca, mentre oltre ai più antichi sorgevano i venerati templi e monasteri, il governo divenne una teocrazia indipendente per i successivi tre secoli, consolidata da Sonam Gyatso che nel 1577 divenne il terzo Dalai Lama come reincarnazione di Gendün Drup, la stirpe continuò a governare fino al 1720, quando con la grande spedizione cinese in Tibet il regno teocratico tornò all’ impero con l’ ultima dinastia Qing. Nel XIX secolo le varie scuole del buddismo tibetano furono riunificate nel movimento Rimè per superarne il settarismo in parte fondato sull’ entità protettrice del Dolgya e poi nel secolo successivo sulla più recente revisione della dottrina Gelug del maestro lama Pabongkhapa. Tornando alle sue origini storiche e liturgiche, I molti e variegati testi indiani dei Tantra buddisti, portati e tradotti in tibetano in due periodi tra l’VIII e l’XI secolo, furono fondamento della propria e diffusa pratica Tantrica tibetana espressa in varie forme di meditazione come il tantra yoga supremo dell’ Anuttarayoga sulla via dell’ illuminazione e i simili diciotto grandi tantra come sintesi per la trascendenza del Mahayoga. Le pratiche tantriche ṣaḍdharma sono necessarie ai Sei Dharma di Naropa nella trasmissione dell’istruzione orale per ottenere la liberazione assieme a quelle per le Sei Perfezioni del Pàramità, nella complessa realizzazione è prevista l’altra fondamentale pratica per il calore interiore del Tummo relativa all’omonima divinità femminile per il completamento del tantrismo più alto dell’ Anuyoga, così come i preliminari e fondamentali comuni a tutte le scuole tibetane del Ngòndro precedono la pratica mistica dello yoga delle divinità noto come Devatayoga che concentra la meditazione. Fondamento dell’ intera tradizione mistica e religiosa è il Canone buddista tibetano riconosciuto e comune alle varie scuole fondato nei sacri testi Kangyur con le traduzioni dal Pali e Sanscrito delle regole monastiche Vinaya, i sutra classici Mahāyāna sulla perfezione della saggezza trascendente Prajnaparamita e i testi Mantramārga che indicano il Sentiero del Mantra percorso dai Tantra, mentre i testi con la traduzione degli insegnamenti Tengyur comprendono i più antichi sutra e Tantra redatti dal III secolo a.C. e successivi dell’ Abhidharma. Con le sue scuole, testi e proprie liturgie si differenzia dal Buddismo dell’ Asia orientale più diffuso fondato sulle due grandi dottrine Mahayana e Theravada, interamente basato su quella del Vajrayana tantrica ed esoterica che ha generato le tradizionali scuole del Buddismo tibetano Chos come Dharma per la via della verità nella mente, lasciando i vari centri, venerati templi e monasteri del Tibet che rimangono come grandi patrimoni culturali. Nel nord occidentale territorio del Ngari sul lago Manasarovar dall’ omonima catena si eleva la preziosa montagna di neve Kangri Rinpoche del Kailash dimora di divinità, sacra all’induismo e gianismo indiano, l’antica religione Bön tibetana e al buddismo che lo celebra nel Tantra del Cakrasaṃvara, meta di pellegrinaggi. Come il più antico santuario tibetano il tempio dell’ Immutabile Presenza con il monastero di Samye venne fondato nell’ VIII secolo primo centro della scuola Nyingma ove si stende la storica valle di Yarlung a sud di Lhasa, devastato durante la rivoluzione culturale e ricostruito come lo si trova. La più diffusa scuola Gelug ha i suoi tre grandi centri nel grande monastero di Sera a Lhasa, vicino la città nel centrale distretto di Dagzê l’altro grande monastero di Ganden edificato all’inizio del XV secolo poi distrutto e parzialmente ricostruito anch’ esso meta di pellegrinaggi come il vicino più sontuoso e venerato monastero di Drepung fondato nel 1416 sotto il monte Gephel, vicino si trova il Naiqung Gönba con il monastero di Nechung consacrato alla divinità Pehar protettrice della scuola Gelug e ne prende nome il grande oracolo di Nechung centro delle rivelazioni religiose. Alla fine del XVII secolo nella capitale Lhasa, già ricca di templi e gompa, dominante magnificamente la città fu completato il monumentale palazzo del Potala come sacra residenza del Dalai Lama, poco ad est nel centrale quartiere di Barkhor , sorge il più venerato tempio tibetano di Jokhang fondato a metà del VII secolo e poi ampliato nei successivi e per i quartieri nord orientali allo stesso periodo risale la fondazione dell’ altro grande e venerato tempio di Ramoche nel medesimo stile. La valle che si stende nella vicina contea di Maizhokunggar è dominata dal grande monastero di Drigung fondato nel XII secolo poi andato distrutto e ricostruito nel suo splendore tradizionale come centro dalla scuola Drikung Kagyu, mentre a quella Gelug si deve la fondazione del monastero di Sanga all’inizio del XV secolo nella limitrofa contea di Dagzê. Il più antico monastero di Tholing sorse alla fine del X secolo nella più occidentale contea di Zanda, come centro della prima e più antica scuola Kadam del buddismo tibetano, con i templi Dukhan, Yeshe-O e Lhakhang Karpo, mentre nella più distante provincia meridionale di Tsang come centro dell’ altra scuola Sakya nell’XI secolo venne fondato il grande monastero di Sakya che ne prende nome. Nello stesso territorio la grande e diffusa scuola del Nyingma delle antiche traduzioni ha uno dei suoi più venerati centri nel tempio con il monastero di Dorje Drak fondato nel XVI secolo e in quello successivo sorse l’ altro nella contea di Zhanang con il monastero di Mindrolling consacrato nel 1676. Entrambe parte dei Sei Monasteri Madre della scuola tibetana assieme a quello di Palyul nel territorio più orientale fondato nello stesso periodo, così come il grande monastero di Dzogchen nella vicina regione del Sichuan ove venne edificato il più antico dei Sei Nyingma nel XII secolo con il monastero di Katok. La grande tradizione religiosa e culturale del buddismo Tibetano con le sue scuole e le varie pratiche oltre il Tibet è diffusa nella regione dell’ Himalaya tra il Buthan, Sikkim, Ladhak e Nepal, territori nella provincia cinese del Sichuan e più a nord rimasto come religione dominante in Mongolia ove venne introdotto nel medioevo e tra alcune popolazioni tradizionali della Siberiane integrato all’ antico sciamanesimo.
Mongolia
I Mongoli, quando furono uniti in un potente impero, fondavano la più antica tradizione religiosa e comunitaria sull’antico sciamanesimo del Böö mörgöl assieme alla mitologia e ritualità venne poi integrato nel Tengrismo diffuso tra le popolazioni mongole e turco orientali fondata sulla divinità suprema Tengri. Successivamente anch’ esso si integrò alla diffusione del buddismo in Mongolia iniziata dal XIII secolo, introdotto dal santuario tibetano di Sakya durante la dinastia Yuan, poi seguito nella dottrina Modello di virtù del Gelug nota come la scuola dei Berretti Gialli e completata nel XVI con il khan Altan della potente che la sua e le altre tribù mongole ne diffuse la scuola lamaista tibetana del Buddismo ove lungo rimasero antichi culti. Tra le antiche tradizioni animiste sciamaniche e il buddismo lamaista si venerano varie proprie divinità come Sagaan Ubgen custode della vita e della longevità oltre che protettore della fertilità e l’altra potente Dayan Deerh assieme ad altri spiriti ed entità tradizionali nei vari riti. Gran parte delle cerimonie sono integrate ed associate alla scuola buddista tibetana Gelug dei Berretti Gialli che tra i vari centri, nella regione cinese della Mongolia interna ha il più grande e venerato nel tempio Wudang con il monastero di Badekar. Meno influenzato dal buddismo è il diverso e a volte opposto sciamanesimo Nero del Khar talynkh con le pratiche in contatto con i potenti spiriti ancestrali degli antenati sciamani Ongon. Un sincretismo spirituale che si manifesta negli altari in pietre dei santuari Ovoo come siti per i culti delle antiche divinità celesti e gli spiriti celebrati dagli anziani e sciamani ove si tengono anche le cerimonie buddiste rimaste nella Mongolia indipendente e nell’ omonima limitrofa provincia cinese della Mongolia interna. La tradizione sciamanica integrata al buddismo tibetano è rimasta tra alcune popolazioni della Siberia , nella regione sud orientale si stende il territorio tradizionale dal grande popolo dei Buryaad meglio noti come Buriati che, tra tutte le altre popolazioni siberiane da quando fu introdotto nel XVII secolo ,sono depositari della grande tradizione del buddismo in Burazia. Dall’ altra parte dell’ immenso territorio russo il buddismo mongolo tibetano fu portato più ad ovest della popolazione di stirpe mongola spinta più ad occidente nella repubblica della Kalmykia, popolata dai discendenti di una delle grandi tribù mongole migrate ad ovest dei Kalmyk , fino al XV secolo hanno a lungo condiviso la più antica storia degli altri Mongoli spostandosi poi dalle steppe cinesi occidentali al territorio del Kazakistan da dove raggiunsero la regione portando le tradizioni religiose lamaiste legate alle pratiche sciamaniche ove fondarono l’ enclave più occidentale del buddismo tibetano in Kalmykia.
Sichuan
Nella regione del Sichuan, dopo la diffusione del buddismo in Cina che vi ha lasciato il suo grande patrimonio culturale, le scuole di quello tibetano sono rappresentate in diversi templi e monasteri nella storica regione di Kham come il territorio più legato alla cultura tibetana e nella contea di Dêgê sono concentrati i monasteri fondati della scuola Nyingma. Fu dominio dell’ indipendente regno tibetano di Derge dal XV al XIX secolo, oltre che capitale ne era centro culturale e spirituale la città di Derge ove tra gli altri gompa lamaisti si trova il tempio e il monastero di Parkhang fondato nel 1729 come centro di studi e la stamperia dei testi sacri, sopra si erge il più antico e grande monastero di Gonchen del XV secolo. Poco fuori come uno dei più grandi nella regione nel 1642 venne fondato il monastero di Kandze e nello stesso periodo quello che fu a lungo il più grande centro della scuola Nyingma nel monastero di Dzogchen. A sud est di Derge alla seconda metà dell’ VIII secolo risale la prima fondazione del monastero di Dzongsar che dal 1275 fu a lungo centro della scuola Sakya, al XII secolo risale fondazione del santuario nel il grande monastero di Palpung , centro nella della diffusa scuola Kagyu . Nella cittadina di Zithang il monastero di Tongkor venne edificato nel XV secolo e nella valle di Larung in una comunità tibetana è stato fondato recentemente il centro di Larung_Gar per accogliere fedeli e studiosi, poi ridimensionato dal governo cinese così come l’ altra comunità religiosa sorta nel monastero di Yarchen Gar legato anch’ esso alla scuola Nyingma, sull’altopiano ove si incrociano i confini del Tibet e Qingai si erge il grande monastero di Sershul fondato nel 1701 dalla scuola Gelug. Nella prefettura autonoma tibetana di Aba , all’estremità orientale dell’altopiano del Tibet-Qinghai, nei pressi della capitale Ngawa su un colle si erge il grande il monastero di Nangzhik fondato nel 1108 nel tradizionale stile tibetano come il vicino Topgyel Gompa dall’imponente stupa, poco oltre altopiano il monastero di Setenling fondato al’ epoca e ricostruito nel XIX secolo conservandone lo stile per i monaci della scuola Jonang e dal simile stile tradizionale il grande monastero di Kirti fondato nel 1472 legato alla scuola Gelug al centro di altri associati monasteri Kirti Gompa.
Qinghai
Alla storia e cultura del Tibet è in gran parte legata quella della storica regione dell’Amdo parte del Qinghai, il buddismo si è diffuso dopo l’ invasione e la migrazione dei mongoli bianchi come erano noti i Monguor, originariamente fondava la sua più antica tradizione religiosa e comunitaria sull’antico sciamanesimo mongolo dalla ritualità legata al mondo degli spiriti e la natura, il Confucianesimo venne integrato dai contatti con i cinesi Han nella regione e successivamente al Taoismo divenuto religione ufficiale del Celeste Impero assieme al buddismo in Cina che, tra i Monguor come altre popolazioni del Qinghai, si diffuse con le scuole lamaiste di quello tibetano Chos, conservando a lungo antichi culti che in parte sopravvivono in alcune comunità. Nel villaggio di Lusar si trova il grande tempio buddista Ta’er sul monte del Loto con i suoi vari edifici e gompa bianchi sulle mura che li circondano come il venerato monastero di Kumbum fondato nel 1583 in stile tradizionale tra i più grandi e venerati dei monasteri tibetani, legato alla scuola Gelug meta di pellegrinaggi ed animato dai fedeli con le loro offerte e preghiere, vi si celebrano varie cerimonie religiose, tra le altre la grande festa della preghiera Monlam annuale. Nell’ omonima prefettura orientale la cultura tibetana si esprime nei vari altri monasteri e templi dell’ Huangnan , all’inizio del XIV secolo risale la prima fondazione del tempio con il monastero di Longwu che conserva il suo aspetto maestoso tra gli edifici riccamente decorati come il grande monastero di Rongwo fondato nella prima metà del XIV secolo su tre precedenti inizialmente da monaci della scuola Sakya poi passato a quella Geluk nel 1630. Nella nord occidentale la prefettura autonoma tibetana di Yushu oltre ad alcuni templi e monasteri si trova il tempio di Wencheng edificato in epoca Tang, nella suggestione dell’ altopiano si erge il santuario di Gyanak-mani dal tempio con i gompa circondato dal vasto cumulo di pietre per la preghiera incise con immagini del Buddha nelle sue varie rappresentazioni, tra i più venerati dal buddismo tibetano.
Bhutan
Il Bhutan si stende nel territorio più meridionale dell’Himalaya orientale come uno dei più elevati al mondo con la catena che ne prende nome nelle imponenti montagne del Bhutan dominanti l’ intera regione settentrionale e si allungano per gli alti rilievi nel resto del territorio ove si aprono le ampie Valli isolate tra loro e in parte distese su fertili pianure nella variegata geografia della suggestiva regione , popolate fin dal II millennio a.C., ma solo molto più tardi con l’ arrivo di comunità tibetane dal VII secolo d.C. portando la loro cultura è iniziata la storia del Bhutan come uno dei depositari della tradizione buddista himalayana. Il più diffuso e dominante è il popolo dei Ngalop migrato nel IX secolo che ha introdotto la cultura e il buddismo tibetano ove convive con le varie popolazioni di stirpe Bhotiya di analoga discendenza diffusi nella regione himalayana dal Sikkim fino al Ladakh. I distretti orientali sono territori tradizionali degli Sharchop di stirpe mista indo tibetana migrati in epoche remote e dalla cultura simile ai Ngalop, così come i Kheng che popolano il territorio centro meridionale, mentre più a sud i Lhotshampa di origine nepalese che, assieme ad altri di medesima stirpe praticano l’ induismo in Bhutan, dal 1996 in parte espulsi e costretti ad emigrare in Nepal dal governo. Oltre ad una esigua minoranze di cristiani nel sud discendenti dai convertiti nel XVII secolo da missionari portoghesi e meno di duemila fedeli all’ Islam immigrati, è dominante per tutta la popolazione la cultura e la tradizione buddista del Bhutan come religione di stato che non riconosce le altre nel regno governato come autorità religiosa e politica dal sovrano Druk Gyalpo nella tradizionale dualità del potere tibetano, considerato come reincarnazione Zhabdrung del venerato gran maestro e lama fondatore del regno bhutanese nel XVII secolo Ngawang_Namgyal che, mantenendone gran parte dei canoni religiosi, con lui iniziò la separazione da quella tibetana con la propria cultura del Bhutan isolata da ogni influenza esterna per preservare l’indipendenza e il patrimonio culturale. Prima dell’introduzione del buddismo la popolazione era in parte legata all’antica tradizione religiosa del Bon simile a quella tibetana poi integrata dal XII secolo come scuola indipendente separata e ancora praticata, legato al buddismo nella scuola Vajrayàna del Veicolo Adamantino, quello bhutanese in gran parte segue il lignaggio Drukpa noto come la setta del Cappello Rosso, emanazione della grande scuola della trasmissione orale Kagyu, con una minoranza che segue il lignaggio dell’ altra scuola detta delle antiche traduzioni del Nyingma, ma entrambe dalle differenti liturgie e rituali della loro origine tibetana con l’ organizzazione monastica affidata alla commissione statale del Dratshang_Lhentshog che, assieme ad altre istituzioni religiose del regno, è guidata dall’ abate anziano con la carica di Je Khenpo come una delle più elevate autorità, mentre di quelle governative fino al secolo scorso erano guidate dalla carica del Druk_Desi, abolita dal 2008 assieme il vecchio regime teocratico e mantenendo l’autorità regale con la nuova costituzione del Bhutan. Simile a quella tibetana dai temi ispirati al buddismo ma con stili propri l’ arte del Bhutan è definita come le tredici arti e mestieri Zorig Chosum espressa nel raffinato artigianato in legno, carta, bronzo e altri metalli , tessitura, scultura e pittura, i tradizionali e splendidi Thanka su seta e cotone che rappresentano figure del pantheon buddista e percorsi di meditazione Mandala, originata nel monastero di Chimi Lhakhang edificato alla fine del XV secolo vicino Punakha, si è espressa nell’ arte popolare la simbologia esoterica nei dipinti fallici affrescati sulle pareti delle case nei villaggi per scacciare gli spiriti maligni. La tipica ed unica architettura tradizionale si esprime magnificamente nei monasteri Dzong dalle imponenti mura che racchiudono cortili con gli edifici, alloggi monastici, templi e gompa decorati, dagli arredi sacri, dipinti e statue in gran parte sorti nel XVII secolo. Tra i vari il maestoso Dzong di Punakha edificato nel 1638, a lungo centro del governo teocratico e allo steso periodo risale l’ altro magnifico Dzong di Simtokha che domina la valle di Thimphu e nei pressi di Paro lo Dzong con il monastero fortificato di Rinpung. Davanti gli Dzong si tengono le cerimonie nelle grandi feste religiose Tshechu del lignaggio Drukpa della scuola Kagyu celebrate annualmente riunendo le comunità negli abiti tradizionali Driglam namzha invitando alla meditazione sulla via della compassione nell’ antica tradizione Karuna e invocando le divinità, mentre come un grande tanka dipinto viene dispiegato il Thongdrel raffigurante il venerato Padmasambhava circondato da esseri divinizzati, culminando poi nelle suggestive danze Cham con le maschere che raffigurano varie entità e demoni accompagnate dalla tradizionale musica del Bhutan.
Sikkim e India
Oltre al più numeroso dei Lepcha legati al buddismo tibetano nei loro villaggi tra le risaie, centri e cittadine, tra gli altri popoli tradizionali del Sikkim praticanti delle scuole lamaiste Nyingma e Kagyu , sono i Bhutia di origine tibetana , mentre di tibeto-nepalese sono gli Yakthung meglio noti come Limbu che, diversamente dagli altri, praticano culti legati alla tradizione mitologica dei testi Thungsap e Peysap del Mundhum di antiche origini spirituali legate anche a pratiche sciamaniche, infine comunità nepalesi in gran parte induiste di Gurkha assieme a Sherpa e Tamang . Nel Sikkim indipendente il buddismo era religione ufficiale, divenuto poi stato indiano la maggioranza della popolazione pratica l’ Induismo, nel territorio orientale è divenuta grande centro di pellegrinaggi buddisti la capitale Gangtok all’’inzio del XX secolo con il completamento del monastero di Enchey dall’ordine Nyingma e più tardi nel 1966 vennero edificati gli stupa Do-drul Chorten dell’ altro grande monastero di Rumtek come centro del Dharma Chakra, tra i più sacri al buddismo tibetano centro dell’ ordine Kagyu nella regione che ne custodisce il reliquiario, oggetti e testi sacri tra i più venerati.
Nello stato nord orientale indiano dell’Arunachal Pradesh dalla vicinanza con la regione tibetana si è diffusa la tradizione culturale e religiosa, centro ne sono i vari edifici del maestoso tempio Gaden Namgyal Lhatse con il monastero di Tawang fondato nel 1680 dalla scuola Gelung come grande e venerati del buddismo tibetano in Indi , assieme a quelli nell’altro stato settentrionale indiano dell’Himachal_Pradesh ove si apre la valle himalayana occidentale di Spiti Bhoti tra il Tibet e l’ India, il più antico grande monastero di Key, dalla prima fondazione risalente all’ XI secolo, al lignaggio Gelugpa del Gelung appartiene il vicino monastero di Tabo sorto nel secolo precedente e nell’ omonimo villaggio lungo il fiume Split il gompa con il monastero di Dhankar.
Nepal
il Nepal fu popolato da comunità indoariane che si stabilirono nelle valli ove poi si organizzarono in una società agricola fondata nella complessa struttura sociale e religiosa Induista, mentre le popolazioni tibetane si erano insediate nel territorio montuoso himalayano riunite inizialmente in confederazioni tribali e le popolazioni hindù delle valli crearono regni indipendenti sulle vie dei commerci tra l’ India settentrionale e i vasti territori del Celeste Impero in Cina . Nel territorio centro meridionale verso l’ India il tempio Maya Devi è sorto su un antico santuario nell’ antica città nepalese di Lumbini, sul luogo che per la tradizione nel VI secolo a.C. nacque Siddhārtha celebrato come Gautama l’Illuminato nella sua prima incarnazione padre e fondatore del buddismo . Nell’ VIII secolo un’ ampia regione fu colonizzata dalle tribù Newar ove poi venne fondato il primo regno nepalese dalla dinastia Malla nell’ omonima valle ove da un piccolo centro si estese la città di Kathmandu che ne divenne capitale dominando i valichi himalayani con il Tibet e aprendo un’ altra via carovaniera verso la Cina in una florida autonomia dall’influenza indiana ed accogliendo la penetrazione del buddismo che dall’ epoca convive con l’ induismo. Su quelle carovaniere andarono le storiche vie dei Pellegrini con i centri induisti e buddisti nepalesi sorti attorno ai templi della valle di Kathmandu divenendo uno dei luoghi più sacri ad entrambe le religioni e meta di pellegrini provenienti da ogni parte. Dall’ epoca sono sorti i numerosi templi, gompa e monasteri buddisti in Nepal tra i vari l’anima del Buddismo nepalese si trova a Kathmandu nel grande tempio Boudhanath sorto nel XIV secolo, ove tradizione vuole vi siano i resti di Kāśyapa predecessore dell’ illuminato Gautama, meta di pellegrinaggi come il più grande e sacro stupa nepalese e centro della cultura tibetana. Poco distante su un colle che la domina questa affascinante valle a Swayambhunath, si arriva al grande stupa salendo per trecentocinquanta gradini assieme alle scimmie che da sempre vivono nella suggestione del magnifico tempio anch’ esso frequentato da pellegrini che vi giungono d’ ogni parte.
Mustang
Il remoto Mustang si stende per il territorio nepalese nord orientale ove il corso del fiume Gandaki che l’ attraversa ha scavato una stretta valle e vi affacciano a centinaia le grotte celesti nepalesi del Mustang popolate fin dal terzo millennio ove sono stati rinvenuti resti delle tribù che si sono succedute fino a divenire sedi dell’ antico culto del Bön himalayano e poi del buddismo. Ove si stendeva regno di Lo nell’ alto Mustang settentrionale al XV secolo risale la fondazione del tempio con il monastero di Jampa_Lhakang dalle pareti affrescate e decorate con la più grande collezione al mondo di sacri dipinti tibetani Mandala, nel XVI secolo venne edificato l’ altro gompa con il monastero di Thubchen Lhakang, nello stesso territorio la scuola Nyingma all’ epoca fondò il monastero di Tsèrok. In un suggestivo ambiente tra gli spettacolari scenari tra le montagne si erge il santuario del monte Annapurna sacro all’ induismo e buddismo con un monastero Nyingma, poco sopra un grande dipinto buddista corten sulla scogliera e sotto diversi tempietti chorten pietra. Nell’ alto passo di Sangboche con la grotta sacra di Ranchung, si trova il più antico monastero tibetano di Lo Gekar sorto nell’VIII secolo dove Padmasambhava come il Prezioso Maestro Rinpoche sconfisse un potente demone. Tornando sulla via per i villaggi del Dhami , tra i campi terrazzati furono edificati i monasteri di Ghiling, i chorten di Ghami e i templi scavati nella roccia a Dhakmar. Oltre l’alto passo di Thorong_La e il villaggio di Ranipauwa, il più antico gompa con il monastero buddista di Narsingh edificato nel VI secolo e nell’ omonima valle il grande tempio di Muktinath simbolo della simbiosi religiosa tra il mondo hindu e buddista .Custodi sono le monache buddiste con la guida del Gye Lhaki Dung appartenente al lignaggio dei Lama Domar che qui ha sede religiosa da secoli come uno dei ventiquattro palazzi tantrici dove la Murti hindu è considerata manifestazione di Padmasambhava fondatore del buddismo tibetano e del mistico Bodhisattva depositario della Grande compassione Avalokiteśvara.
Ladakh
La storia del Ladakh detta la terra degli Alti Passi ha seguito per secoli quella Tibetana rimanendo è in gran parte legata alla tradizione religiosa e la cultura del Tibet con proprie caratteristiche , con la fine dell’ impero tibetano la regione divenne indipendente e all’ inizio del IX secolo venne fondato il regno di Maryul ove il buddismo divenne dominante, così come dalla metà del XV secolo nel successivo regno fondato dalla dinastia Namgyal. Dopo secoli di indipendenza nel 1834 fu conquistato e annesso al territorio nord occidentale indiano dell’ impero Sikh, anch’ esso poi conquistato dalla colonia britannica indiana e proclamato dal 1846 principato del Jammu con il Kashmir ed infine dopo l’indipendenza dal 1952 ne è divenuto lo stato più settentrionale del Ladakh come grande enclave buddista nella più ampia regione associata nell’ amministrazione indiana del territorio e da secoli islamizzato del Kashmir. Nella suggestione degli edifici tradizionali riccamente decorati, della cultura buddista sono depositari i vari monasteri in Ladakh, tra fedeli e pellegrini che pregano recando offerte, i riti secolari celebrati da monaci e lama, oltre le grandi cerimonie nei costumi tradizionali con musica e danze rituali. Nella settentrionale valle di Nubra si erge l’ imponente ed alta statua del Buddha Maitreya sulla via monastero di Diskit dall’antico gompa fondato nel XIV secolo dal lama Tserab Zangpo, maestro della scuola tibetana Gelugpa e dalla stessa setta dei Berretti gialli su un colle che domina l’omonimo villaggio, nel XV secolo venne fondato il grande e venerato monastero di Thiksey meta di pellegrinaggi da tutta la regione. Più a sud sulla via dei monasteri e templi buddisti nella capitale Leh si trovano vari gompa sulle vie che diramano dal centro con il palazzo imperiale Lachen Palkar di Leh edificato nella prima metà del XVII secolo nello stesso stile del più celebre Potala di Lhasa, vicino circondato da un padiglione il sacro albero Datun Sahib e non distante nel 1430 venne fondato lo Tsemo Gompa con il monastero di Namgyal. Oltre la periferia come residenza del venerabile lama Kushok Bakula recentemente è stato fondato il gompa con monastero di Sankar , nel distretto di Chanspa su un colle si erge la grande e candida cupola dello stupa di Shanti edificato nel 1991 come Pagoda della Pace in stile tradizionale. Poco ad ovest di Leh il monastero di Phyang venne fondato nel 1515 nei pressi del villaggio Fiang da monaci seguaci del lignaggio tibetano Drikung della scuola Kagyu e non distante nell’XI secolo fu edificato il monastero di Likir della scuola Gelugpa, che amministra anche il vicino e più antico monastero di Alchi fondato nell’ XI secolo nel medesimo stile come il vicino complesso monastico nel tempio di Mangyu , mentre dalla comunità religiosa di Hemis è amministrato il non distante tempio di Sumda Chun. Sempre alla scuola Kagyu, ma nell’altro lignaggio tibetano Drukpa dalla simile liturgia. Poco distante da Leh su un precedente dell’ XI secolo nel 1672 venne fondato il più grande e venerato monastero di Hemis che ogni anno accoglie pellegrini per le cerimonie della grande festa religiosa del Tse Chu. Così come negli altri si celebrano le grandi cerimonie del Dosmoche con fedeli nei costumi tradizionali in preghiera diretti dai lama, canti e musiche che accompagnano le suggestive danze sacre in sgargianti costumi simili alle Cham diffuse in Tibet e Buthan dalle maschere che rappresentano divinità e spiriti per esorcizzare quelli maligni accogliendo la pace universale.
Tutto sempre ricordando i passi del Sentiero Mistico di Padmasambhava:
“Garda al mondo come un falco che dalla sommità della montagna più alta abbraccia tutta la vallata e vede le vette minori disperdersi sotto di lui..L’ Oltre corrisponde alla realizzazione del vuoto, l’inesprimibile realtà”
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