Brunei

Antiche cronache cinesi e poi arabe raccontano che mercanti hindu incrociavano le rotte al largo delle coste de Borneo su quei tratti della leggendaria Via delle spezie e che poi vi si insediarono fondando il piccolo regno Vijayapura . Per trecento anni il reame hindu fiorì su quella costa dove ora sorge il Brunei, poi nel X secolo giunsero genti di stirpe indocinese e crearono lo stato di Po-ni che, come narra il testo epico hindu giavanese Nagarakertagama, quattro secoli più tardi venne assunto dal regno induista Majapahit che dominava su Giava in Indonesia. Nello stesso periodo si intensificavano i traffici arabi su questa regione orientale della via delle spezie portando la cultura e le tradizioni islamiche con la conversione di gran parte delle popolazioni hindu indonesiane e l’ Islam fu fondamento del Nagara Brunei Darussalam, Stato di Brunei Dimora di Pace. Il poema epico Syair Awang Semaun narra che fu Dewa Emas Kayangan, capostipite della stirpe del Sultano, il messo di Allah che ne convertì miracolosamente il popolo, per i secoli successivi i suoi discendenti regnarono con saggezza assieme al Consiglio dei Principi creando quella monarchia costituzionale che caratterizza il Sultanato, nel frattempo divenuto uno degli stati più ricchi del mondo con le sue risorse petrolifere. Ben prima del suo oro nero Brunei fiorì dalla fine del XV secolo con il Sultano Bolkiah che fece del piccolo regno islamico uno dei maggiori centri commerciali sulla Via delle spezie tra l’ India e la Cina con la lontana Europa, estendendo i suo domini sull’ intero Borneo settentrionale dal Sarawak al Sabah, fino alle Filippine meridionali. Si intensificarono i rapporti commerciali con le potenze occidentali di Gran Bretagna e Portogallo, mentre vi fu uno scontro durato anni con la Spagna che colonizzò poi le Filippine, periodo in cui le tradizioni tolleranti del sultanato si trasformarono in assolutismo politico e religioso. La posizione strategica e commerciale del Brunei attirò gli interessi degli Olandesi che stavano colonizzando l’ Indonesia e i, sultanato intensificò i rapporti con l’ Impero Britannico fino a divenirne un protettorato anche grazie all’ alleanza con James Brooke, il leggendario Rajah Bianco inglese che governava il Sarawak fin dal 1835. Fino alla seconda guerra mondiale Brunei conservò tenacemente la propria indipendenza e il suo ruolo di estremo lembo orientale dell’ Islam, poi l’ invasione giapponese indusse il Sultano ad allearsi con il Regno Unito per scacciare i nipponici e al termine del conflitto ne divenne Protettorato, mantenendo la monarchia assoluta del Sultano Omar Ali Saifuddin. Egli lasciò il regno nel 1967 al figlio Hassanal Bolkiah, l’ attuale Sultano che ha realizzato un efficiente stato sovrano ricco e florido con lo sfruttamento dei suoi giacimenti petroliferi che ne hanno fatto anche uno degli uomini più ricchi del mondo.Il porto di Brunei non è più frequentato da mercanti e avventurieri che incrociavano l’ antica Via delle Spezie, area commerciale che ha perso l’ antico fascino, il resto appare moderno ed ordinato con i suoi quartieri e palazzi che, tuttavia non possono superare in altezza i minareti delle moschee. Bolquiah e Omar Alì che si illuminano verso sera diffondendo riflessi e colori nella notte. La modernità in Brunei non soffoca come altrove in Asia, è priva di ansie a Bandar Seri Begwan, si attenua negli altri centri oltre la capitale di Jerudong, Temburong, Muara e Kuala Belait, ma dappertutto sono i ritmi della popolazione che emanano tranquillo vivere. Nella ricca capitale del minuscolo sultanato galleggiante su un mare di petrolio, la suggestione del vecchio Brunei si apre oltre il canale dove affacciano i moderni complessi Haji Hassanal e la Jalan Mc Arthur con il Kampong Ayer, uno dei più grandi e popolati villaggi su palafitte del mondo. Oltre trentamila abitanti che non lascerebbero mai le loro case di legno estese tra dedali di ponti, passerelle e fitte teorie di pali che le sostengono sull’ acqua, vecchie abitazioni tenacemente legate a storia, tradizioni e cultura di questa gente di fiume e di mare. Piccole moschee ed indecifrabili negozi, minuscoli magazzini e ricoveri di non si sa più cosa attaccati tra loro da passerelle che si incrociano in labirinti di legno animate da bambini, adulti e donne velate, gente che ti sorride e ti augura un salamat di pace. Lasciata Bandar e i centri costieri, Brunei affonda nella sua jungla dove si insinuano i fiumi, scrigno di meraviglie che solo una natura incontaminata può racchiudere, come nel resto dell’ immenso territorio che si stende dietro il minuscolo Sultanato. E’ il Borneo dagli indecifrabili suoni della foresta, la calda umidità che soffoca, l’ invisibile presenza di animali che frusciano veloci tra la vegetazione fitta sotto alberi giganteschi che intersecano tra loro con fronde e radici e dove appaiono colori impossibili di fiori strani e orchidee. Straordinaria varietà di specie che genera le forme più strane, felci giganti, radici e liane che riescono a soffocare gli alberi, piante che si animano divorando insetti e piccoli uccelli, altre che contrastano sgradevoli all’ olfatto e magnifiche alla vista. Animali di ogni genere, vari primati e strane scimmie con la proboscide, mammiferi di ogni dimensione, predatori e roditori, quelli che volano tra gli alberi con membrane come ali, insetti di ogni tipo, rettili, il serpente “paradiso”che gonfia le costole e si assottiglia per planare dagli alberi più alti come un essere mitologico.

Straordinario ambiente naturale sede di entità sovrannaturali per le tribù di antica stirpe Dusun alcune insediate sulle coste settentrionali, altre nell’interno lungo i fiumi adattandosi all’ostile ambiente della jungla popolata da altre tribù meno evolute. Occorre avventurarsi ben oltre i confini del piccolo sultanato dove sopravvivono costumi e tradizioni tra i discendenti dei temibili cacciatori di teste Iban Dayak, le antiche tribù Butik, Olo-Or, Punan e Butikan . Nel Borneo occidentale e nel Sabah i popoli i Rungus, Badjo e Illanum, sulla co­sta i Suli, Manum e Budji, dal Sarawak fino all ‘area centrale i Keniah, Mandang e Kayan. L’ area sud orientale e il Kalimantan, oltre agli Iban, è popolata dalle tribù Seputan, Kutei e Pnohing,quella occidentale dai Sekadau, Landok, Sanggau e Rupu, più nell’ interno gli Ulu-Ayer e gli Ot-Denum. Qui in Brunei le comunità Iban vivono a meno di un ora di lancia dalla moderna Bandar, le longhouse sono meno lunghe e delle grandi case collettive su palafitte che altrove, sotto stanno parcheggiate automobili e scooter, costumi e tradizioni sono rimaste sopite nella memoria degli anziani e forse scompariranno con loro.

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