Il vasto territorio del Bengala si stende dal Nepal a nord ovest e per la regione himalayana orientale fino al Sikkim a nord est e il vicino regno del Bhutan, l’ estremità nord orientale si allunga sul confine con l’ Assam, l’ occidentale con la regione tra Jharkhand e Bihar e a sud ovest lungo la costa per il territorio dell’ Orissa, tra suggestivi ambienti, antichi siti, centri e città ricchi di storia e cultura
Antico Bengala
La lunga storia del Bengala inizia dopo il popolamento preistorico con la migrazione Indoariana poi a metà del II millennio a.C. le popolazioni Rigvediche come le prime riunite nella cultura religiosa dei testi Veda, il fertile delta bengalese da agricoltori e sulla costa i primi centri fioriti con il commercio marittimo. La regione fu poi dominata dalla cultura detta della ceramica Nera fondando il regno di Pundra con capitale nell’ antica città di Pundranagar che ha lasciato i suoi resti nel vasto sito di Mahasthangarh. Dall’ epoca fino al V secolo a.C. nel lungo periodo Vedico tra i vari regni ne era parte il bengalese di Vanga, iniziando la lunga storia dell’ induismo Bengali descritto nel poema Mahabharata come esteso in varie colonie, tra le altre il leggendario principe Vijaya con la sua flotta conquistò l’ isola di Ceylon e ne fu il primo sovrano. Quando i sedici grandi regni Mahajanapadas dominarono la regione settentrionale, tra essi nel Magadha si diffuse il buddismo e il jainismo iniziando contatti con l’ occidente, chiamata Gangaridai dagli storici greci e romani, mentre fu dominata dai vari imperi Indiani con il Maurya dal III secolo a.C., seguito dal Gupta fino all’a fine del VI secolo d.C. Mentre fioriva regno di Kamarupa esteso dalla regione settentrionale dell’ Assam , il territorio bengalese settentrionale fu centro di commerci per l’ India orientale, con il fondatore Shashanka, si rese indipendente nel regno di Gauda dalla fiorente capitale che ha lasciato i suoi resti nel sito di Karnasuvarna . Dalla metà del IX secolo fu nei domini del potente impero Pala nella diffusione del Buddismo Mahayana con la costruzione di diversi templi Vihara , tra gli altri il più sontuoso ha lasciato i suoi resti nel sito di Mahavihara. Dall’ epoca estese i commerci marittimi con i regni dell’ antica Malesia e più ad est per le vie dell’ Indonesia ove si era diffusa la grande architettura religiosa della dinastia Shailendra, dal X secolo la regione sud orientale fu governata dal regno fondato dalla dinastia Chandra fino a quando entrò nei domini della dinastia Sena di tradizioni induiste che sostituirono le buddiste mentre sorsero numerosi templi e monasteri, tra gli altri Il grande tempio di Dhakeshwari a Dhaka. Nel regno si impose la dinastia Deva induista con capitale nell’ antica città di Bikrampur, poi entrò nei domini del potente sultanato di Delhi rimanendovi fino alla metà del XIV secolo. Descritta dal grande viaggiatore arabo Ibn Battuta, la regione fu poi divisa tra il piccolo sultanato di Sonargaon e altri due minori, riuniti nel regno fondato dalla dinastia Ilyas che diffuse la cultura islamica Indo Persiana in Bengala nelle arti, letteratura, musica e lo stile nella grande architettura indo islamica Bengali. Con la vittoria contro il sultanato di Delhi nella guerra di Ekdala dal 1353 si rese indipendente dalle relazioni con le regioni asiatiche e la Cina dei Ming divenuta grande potenza con il regno dell’ Imperatore Yongle che aveva inaugurato il florido periodo di scambi commerciali marittimi della Cina e mediatrice nel 1420 per la guerra con il sultanato di Jaunpur . Fiorendo di commerci il sultanato del Bengala dalla fine del XV secolo con la dinastia Hussain si impose come potenza regionale, nel 1420 conquistò la regione birmana dell’ Arakan e poco dopo ne divenne vassallo Il locale regno di Mrauk, sconfitto nella prima guerra contro il regno di Kamata della dinastia Khen che poi vinse annettendo l’ Assam nel 1502 ponendo fine al regno dei Khen. Mentre si estendeva il potente impero Mughul, parte della regione settentrionale fu invasa dalle armate del khān Farid fondatore della dinastia e l’ impero Sur annettendo parte del Bengala che tornò indipendente con la rivolta dei governatori locali e dal 1564 si impose la dinastia Karrani. Dopo varie campagne militari del sovrano Akbar per la conquista della regione culminate nella battaglia di Ghaghra nel 1529, l’ impero Moghul con la vittoria nella battaglia di Tukaroi del 1575 il Bengala lo sconfiggendo l’ ultimo sovrano Daud Khan ponendo fine al sultanato che divenne la florida regione Subah del Moghul.
Bengala coloniale
Aprendo Il dominio europeo nelle rotte sulle vie delle Spezie, le coste bengalesi furono raggiunte dalla spedizione di Vasco da Gama nel 1498 e dall’ inizio del XVI secolo inizià il periodo coloniale del Bengala, alla sua estremità sud orientale nel 1528 i Portoghesi aprirono il fiorente centro commerciale a Chittagong con il suo porto. Tra gli altri nel territorio lungo il fiume Hooghly fondarono il centro esteso nella città di Bandel, chiamarono Portogola il quartiere che ne ospitava la comunità nella città di Dhaka, mentre ribattezzarono Porto Pequeno la città portuale di Saptagram da dove furono poi espulsi dai Moghul nel 1632. Per quelle rotte europee sulla via delle Spezie seguirono poi gli olandesi e i britannici, all’ inizio del XVII secolo la compagnia olandese Voc delle Indie orientali fondò il primo centro a Rajshahi nel 1615 e ne seguirono altri, ove sorge la città di Hooghly sulle sponde del suo fiume, nel 1656 il centro portoghese di Chinsurah da dove si estese con altri il territorio olandese del Bengala. Nello stesso periodo l’altra compagnia francese delle Indie lungo il fiume Hooghly fondò il suo centro poi esteso nella città di Chandannagar che conserva parte di quartieri del periodo, mentre Dhaka ne ospitava la comunità nel quartiere e francese di Farashganj. A metà del XVIII secolo anche la colonia danese in India ebbe il suo centro commerciale nella città di Serampore mantenuto per oltre un secolo, mentre la Compagnia di Ostend con la flotta dei Paesi Bassi fondò il suo a Bankipur.
Dominio britannico
Fin dall’ inizio del XVII secolo la compagnia britannica East India Iniziò a dominare l’ economia indiana aprendo i suoi commerci in Bengala con numerosi centri e nel 1690 dopo la vittoria contro i Moghul si estese su gran parte dei territorio espellendo gli altri europei lasciando la sola Goa ai portoghesi e sulla costa del Tamil Nadu l’enclave di Puducherry ai francesi. Anche la regione Moghul del Subah all’epoca governato dal principato Nawab fu domino britannico e poi provincia del Bengala dal 1858 come parte della grande colonia indiana del British Raj fino all’ indipendenza nel 1947. Nel periodo coloniale la popolazione Bengali dalla fine del XVIII secolo fu promotrice di quello che fu definito il rinascimento in Bengala espresso nei movimenti culturali per la il rinnovamento della tradizione induista Bengali, la letteratura, musica e l’ evoluzione delle Arti moderne e contemporanee. Durante la seconda guerra mondiale dopo la conquista giapponese della colonia birmana nel 1943, divenne base nella lunga campagna militare nella limitrofa Birmania mentre per un anno la regione fu devastata dalla grande carestia del Bengala
Indipendenza
Con l’indipendenza indiana nel 1947 e la spartizione Bengali fu decisa la divisione reclamata dalla maggioranza islamica ponendo fine alla storia dell’ unità hindu e musulmana e parte della regione divenne territorio del Pakistan orientale rimanendone controversa provincia fino al 1971 con la proclamazione per l’ indipendenza del Bangladesh e il devastante conflitto nella guerra di liberazione del Bangladesh ove intervenne l’esercito pakistano con l’operazione Searchlight sostenendo le violente milizie musulmane in quello che è ricordato come il genocidio del Bangladesh, mentre il conflitto si estendeva nella terza guerra con l’India terminata con la resa pakistana. Dalla spartizione del 1947 e la successiva indipendenza del Bangladesh, nella più recente storia del Bengala occidentale le elezioni del 1967 furono vinte dalla coalizione del fronte unito Bengal tra partiti progressisti e socialisti, lo stesso anno si scatenò la rivolta contadina di Naxalbari nel distretto di Darjeeling che poi portò alla formazione comunista rivoluzionaria Naxalite di ispirazione maoista protagonista di scontri dal 2010 nelle varie fasi della decennale insurrezione Naxali con l’ esercito per la liberazione popolare Plga. Nel 1977 Il nuovo fronte unito di sinistra Baam vinse le elezioni governando con sette mandati fino al 2011, mentre dal 2007 nel territorio sud occidentale esplodevano gli scontri e violenze del Nandigram contro un centro chimico, nelle elezioni del 2011 il fronte unito di sinistra venne sconfitto dal partito Aitc del congresso indiano, riconfermato nel 2021 il governo del Bengala.
Territorio
La vasta regione del Bengala occidentale si stende a nord ovest ove l’ Himalaya nepalese si allunga per i rilievi e le pianure del Terai risalendo verso la regione di Darjeeling settentrionale con ad est il Sikkim tra le montagne e vallate con il limitrofo regno del Bhutan e all’ estremità nord orientale lo stato dell’ Assam. Ad ovest si stende il Bihar e attraverso il Jharkhand la regione più meridionale confina con Orissa . A sud del Terai si stendono le vaste pianure Bengali settentrionali continuando per la regione del Rarh tra l’ altopiano del Chota Nagpur verso il vasto delta del Gange , ad est le foreste di mangrovie dalla ricca fauna endemica del Sundarbans , un variegato territorio in parte protetto dalle varie riserve e parchi nazionali del Bengala tra le foreste dalla ricca flora e fauna endemica. Nella regione del Darjeeling , che ha percorso la sua lunga storia legata a quella del Sikkim, è stato aperto il più esteso parco nazionale Singalila con una gran varietà si flora e fauna regionale nel maestoso ambiente himalayano che continua nel distretto di Kalimpong ove dalla sua spettacolare valle prende nome il parco nazionale di Neora tra i rilievi coperti di foreste dalla ricca flora con una gran quantità di specie della variegata fauna del Neora simile alla vicina riserva faunistica di Pangolakha nel Sikkim ove dal Namchi si stende il distretto del Pakyong. Continuando per il territorio nord orientale verso il confine con il Bhutan tra le montagne e vallate nel distretto di Alipurduar in epoca coloniale i britannici edificarono il forte Buxa che ha lasciato i suoi resti ove si trova la riserva della tigre di Buxa che oltre alle maestose tigri bengalesi protegge una varia fauna con diverse specie di uccelli, cervi, sambar, gaur, elefanti e leopardi indiani. Il suggestivo territorio continua per le foreste Chilapata popolato anch’ esso da fauna endemica sulla via dagli elefanti per il parco nazionale del Jaldapara dalle numerose specie di uccelli con diverse rare, cervi, elefanti, rinoceronti e leopardi indiani. Proseguendo per le pianure del Dooar la foresta è protetta dal parco nazionale Gorumara e dalla non distante riserva faunistica di Chapramari. Scendendo per il distretto di Dinajpur la riserva avifaunistica del Raiganj verso il vasto delta del Gange Il parco nazionale Sundarbans tra le foreste di mangrovie per la su varietà ambientale dichiarato patrimonio naturale Unesco.
Induismo bengalese
Nel Bengala l’Induismo si è diffuso fin dal primo millennio a.C. convivendo poi con il buddismo e jainismo dal III secolo a.C. poi in Bengala tornò predominante nel medioevo con la dinastia Sena, modellando la società nel rigido sistema indiano delle Caste, furono edificati monasteri e templi, tra i quali il maestoso Dhakeshwari di Dhaka. Dal medioevo la storia della tradizione Hindu bengalese continuò nel periodo della dominazione islamica e poi nella colonia britannica, l’architettura è stata in parte influenzata dal monumentale stile dei templi in Orissa nei suo primo periodo poi nel proprio stile Bengali dalla decorata architettura. In genere consacrati a Shiva, i templi in Bengala a volte sorgono in complessi da due a sedici santuari e dal XVII secolo gran parte degli altri templi nel Bengali consacrati a varie divinità. Oltre l’ architettura sacra, l’ arte devozionale e popolare, la cultura induista ha in parte ispirato anche la grande letteratura Bengali fino alla più recente. Dopo l’ indipendenza indiana nel 1947 e la spartizione del Bengala con Pakistan musulmano, parte della popolazione hindu vi rimase, ma nel 1950 la persecuzione islamica si tradusse in un vero genocidio nel Pakistan orientale con i sopravvissuti rifugiati ad ovest. Gli induisti Bengali sono il gran parte legati alla tradizione Kalikula del Shaktismo con minoranze al Vaishnavismo nella locale tradizione Gaudiya diffusa tra le caste inferiori, ma il sistema delle Caste tra i bengalesi è meno rigida e nota come chôturbôrṇô, con la religiosa di sacerdoti e maestri dei Brahmin tra le superiori , seguita da quella di militari, governatori ed amministratori Kshatriya come parte dell’ antica aristocrazia, le inferiori Vaishya di agricoltori, allevatori e mercanti, al più basso livello la quarta casta Shudra di contadini, dipendenti ed artigiani, fuori dalle caste i Dalit definiti Paria come impuri ed intoccabili. La società induista mantiene le antiche tradizioni come gli elaborarti rituali Hindu nelle cerimonie matrimoniali e le grandi feste religiose del Bengala in gran parte diffuse nel resto dell’India. Dai fedeli Vaisnava è celebrato il Janmashtami di Krishna, a metà settembre le cerimonie nella Puja di Vishwakarma , seguita della grande Puja di Durga diffusa egli stati orientali come la festa del raccolto ad ottobre con il Purnima, il mese seguente la Mahanisha con la Puja d Kali e alla manifestazione di Parvati le cerimonie della Ratha Yatra di Jagaddhatri . Il solstizio d’inverno si celebra con le cerimonie Paush consacrate alla divinità solare Surya a gennaio, seguite dalle Vasant Panchami di Saraswati per la dea della conoscenza e la Puja di Charak , mentre il capodanno a metà aprile nel Pahela del Baishakh.
Musulmani Bengali
La popolazione islamica Bengali ha una lunga storia iniziata con i primi mercanti arabi per la rotta indiana sull’ antica via delle Spezie e dal X secolo con le prime conversioni nell’ antica regione del Samatata sud orientale visitata dal geografo arabo Al-Masudi , la diffusione si estese con i primi missionari come Rumi che convertì gran parte della popolazione del Netrokona. Nel secolo successivo sorsero i primi regni islamici in Bengala, poi riuniti dalla metà del XIV nel grande sultanato Bangàlah edificando santuari, mausolei e moschee nello stile indo islamico Bengali, che si moltiplicarono quando divenne la regione del Subah in epoca Moghul. Le comunità prosperarono per il periodo coloniale britannico fino all’ indipendenza e la separazione del Bangladesh nel 1947 ove si trasferirono, ma ne rimase una parte, mantenendo fede e tradizioni nella cultura islamica Bengali nelle arti oltre l’architettura religiosa con una propia Letteratura influenzata dall’ araba e persiana. Celebrano le varie feste dell’ Islam e ne seguono gli obblighi come il digiuno devozionale del Ramadan celebrandone la fine con la grande festa Eid al-Fitr, in aprile il capodanno islamico Hijri, seguito dalla festa del sacrifici dell’ Eid al-Adha, i pellegrinaggi nei luoghi sacri e chi può nell’Hajj a La Mecca
Minoranza cristiana
Oltre un’ esigua minoranza di buddisti Bengali , con poche comunità perseguitate dai musulmani nel limitrofo Bangladesh, come più presente minoranza religiosa il Cristianesimo in Bengala giunse nel XVI secolo dall’ insediamento portoghese nell’Hooghly che vi edificò la prima chiesa di Bandel e dall’ epoca nel 1799 fu fondata la cattedrale di Kolkata in stile coloniale portoghese centro del cattolicesimo bengalese, mentre per la comunità anglicana nel 1847 fu completata la cattedrale di St.Paul in neogotico e per tutto il periodo coloniale fino all’indipendenza sorsero le varie chiese, scuole ed istituzioni cristiane in Bengala , con la più nota Missione della Carità fondata nel 1950 dalla santificata Madre Teresa a Calcutta. Emarginati e minacciati con violenze in Bangladesh , nel Bengala oltre a praticare liberamente nelle varie chiese ed istituti religiosi hanno contribuito alla cultura e società, tra le comunità più progressiste anche socialmentecon le organizzazioni missionarie che si occupano di istituzioni, istruzione e assistenza sanitaria
Popoli e Cultura
Il Bengala occidentale comprende cinque grandi divisioni territoriali con la Jalpaiguri più settentrionale, ne era parte poco a sud la Malda come unica a maggioranza musulmana, per il territorio centrale quella di Burdwan, scendendo verso la costa la sud orientale divisione di Medinipur e la limitrofa ad est chiamata Presidency per ospitare la capitale Calcutta, a loro volta divise nei trenta distretti Bengall, densamente popolati nelle grandi aree urbane e città del Bengala, il resto distribuito nei vari centri minori e villaggi. La popolazione Bengali di antica stirpe indo ariana è stata protagonista nella lunga storia del Bengala, legati da comuni tradizioni e la lingua Bangla dalle diverse varianti regionali espresse nei vati dialetti Bengali e letterarie nella scrittura orientale Nagari . Dalle tradizioni induiste e parte islamizzati convivendo fino all’ indipendenza e la sparizione con il territorio orientale ove si definiscono Bangal del Bangladesh a maggioranza musulmana, mentre nel Bengala occidentale Ghoti. Diversificata nella regione himalayana di Darjeeling, nella sua storia la variegata cultura del Bengala si fonda sull’ induismo e in parte sulle altre tradizioni religiose fino alle più moderne forme laiche, ne è parte la letteratura Bangla , tra le più articolate dell’ indiana. La storia letteraria Bengali inizia nell’ VIII secolo con i poemi mistici ispirati dal buddismo tantrico Charyapada , nei periodi successivi ispirati dalle tradizioni induiste fino al monumentale poema Caitanya-Caritamrta del XVI secolo e dall’ epoca furono redatti i i testi della letteratura Vaishnab, si diffusero poi opere iniziando la letteratura islamica Bengali. La tradizione classica fu rinnovata dal movimento Hungry di ispirazione ghandiana e libertaria come avanguardia intellettuale, seguito dal movimento Prakalpana con la moderna letteratura esistenziale. Come la letteratura anche la musica del Bengala ne ha percorsa la storia dalle forme religiose alla classica fino la moderna, tra i vari canti devozionali tantrici del Shyama dedicati alla dea Kali, dal XVIII secolo si è diffuso lo stile Gharana accompagnato da canti nelle classiche melodie Raga. Comune anche tra i musulmani la tradizione musicale Baul dal sincretismo con l’induismo, la popolare musica che accompagna i canti dei Patua diffusa nelle feste dei villaggi, come la musica con canti e le danze Gombhira negli antichi costumi e maschere. Diffusa nelle regioni settentrionali la Bhawaiya che accompagna anche rappresentazioni teatrali, tra i villaggi lungo il fiume Brahmaputra la tradizionale per i canti Bhatiali, all’ inizio del xx secolo si è diffusa lo stile nei canti di Tagore ispirati dal grande scrittore. La musica accompagna le varie danze Bengali tradizionali come i diversi stili della Chhau più spettacolare dalle storie mitologiche, rappresentate anche nella classica Gaurika, le marziali di tradizioni guerriere come la Raibenshe e altre. In diverse danze e rappresentazioni le tradizionali maschere Mukhosh dipinte e decorate e tra esse le più raffinate Chhau portate nella suggestiva danza mitologica. La cultura di esprime anche nella tradizione del teatro Bengali, in parte nato all’inizio del XIX secolo, ma tra i vari tipi la più antica è la tradizionale del Jatra popolare. Dagli anni venti a Calcutta iniziò anche la produzione cinematografica in lingua bengali estesa nei decenni successivi e nota come Tollywood divenuta parte della moderna cultura. La tradizione artistica del Bengala si traduce nelle varie arti, oltre le maschere l’ artigianato in terracotta come i cavalli di Bankura, bambole e raffigurazioni, gli idoli protettori Chali che raffigurano la divinità Manasa e consacrati a Durga i Chalchitra più elaborati, diffuso l’ artigianato dalle figure in legno e bambù Dokra di divinità e animali mitologici e la raffinata tessitura ricamata Nakshi. Il più elevato livello artistico è rappresentato nell’ antico stile della pittura Patachitra dai temi religiosi e mitologici induisti, splendidamente espresso anche con i dipinti di Kalighat. Oltre letteratura, musica ed arte la cultura si è espressa nei vari stili della grande architettura in Bengala da ritrovare assieme alle tradizioni e popolazioni tra città, siti e storici e villaggi in un affascinante itinerario.
Darjeeling
Associato al limitrofo Sikkim tra montagne e vallateil più settentrionale territorio di Darjeeling ove si aprirono le vie dei commerci sul percorso che dal Tibet passava per la regione proveniente da Gangtok , con il suo territorio legata alla storia del regno di Sikkim. Durante la colonia britannica nel XIX secolo iniziò la più recente storia di Darjeeling con le grandi piantagioni del pregiato Tè sui colli ove da uno dei fiorenti centri si è estesa la citta Darjeeling che prende nome dalla regione. Dalla città bengalese nord occidentale di Siliguri vi si arriva salendo attraverso suggestivi paesaggi, piantagioni e villaggi per la vecchia ferrovia Himalayan con i vagoni dell’ epoca e la locomotiva a vapore dichiarato patrimonio culturale Unesco. L’ Induismo e il buddismo Vajrayāna sono fondamento culturale di Darjeeling che oltre ai vari templi si manifesta nelle grandi cerimonie e feste religiose, tra le altre il Tihar in autunno dalla tradizione induista come la festa primaverile del Dol e le altre varie cerimoniali. I buddisti celebrano Il capodanno tibetano Losar seguito ad aprile dalle cerimonie per la nascita di Siddhartha nel Jaymti . Da antiche tradizioni sciamaniche integrate al buddismo, il popolo Rai in primavera ed autunno celebrano il Sakela, simile alle cerimonie delle popolazioni tibetane Kirati , comune a tutti l’animato carnevale di Darjeeling come patrimonio culturale. Dalla piazza Chowrasta dirama lo storico centro salendo per il colle dell’ Osservatorio con la vista del Kanchenjunga, il monastero di Bhutia buddista ricostruito del XVIII secolo e Il grande tempio induista di Mahakal venerato dai fedeli di entrambe le religioni. Tra i diversi del buddismo tibetano, poco fuori dalla città il monastero Ghum di Yiga Choeling, fondato nel 1850 divenuto centro della scuola Gelug , nei pressi nel medesimo stile l’ altro monastero Ghoom di Samten Choeling con la vasta biblioteca e i sacri testi del canone Kangyur. Tra gli altri il monastero Mag-Dhog Yolmowa di Aloobari riccamente decorato, fondato nel 1959 il centro per i rifugiati tibetani di Lebong e a rappresentare l’armonia tra popoli e religioni, nel 1992 è sorta grande e candida Pagoda della Pace di Darjeeling.
Jalpaiguri e Cooch Behar
Il distretto Jalpaiguri settentrionale si stende dai contrafforti himalayani per le pianure alluvionali Duars tra le foreste in un suggestivo territorio in parte protetto dal parco nazionale del Gorumara e dalla non distante riserva forestale faunistica di Chapramari . Nota come la porta delle Duars nella storica città di Mainaguri dal XVI secolo si erge il venerato tempio di Jalpesh in mattoni dallo stile tradizionale consacrato ad una manifestazione di Shiva come l’ altro tempio di Jatileswar. Il distretto prende nome dal suo capoluogo nella città di Jalpaiguri, dal XVI secolo fino al periodo coloniale centro del principato Koch Bihar governato dalla dinastia Raikat , tra i siti più antichi al V secolo risalgono i resti della fortezza Nal-king assieme a quelli di templi e adiacenti di edifici islamici, allo stesso periodo risale il tempio di Bateshwar dal classico stile locale. Oltre il sontuoso palazzo Rajbari, alla dea Kali è consacrato il tempio di Kalibari dallo stile tradizionale finemente decorato con vicino il santuario di Baba Loknath e dal simile stile l’ altro tempio di Chaudhurani sempre per culto di Kali Scendendo ad est il distretto Cooch Behar con il limitrofo Assam dal IV secolo al XII fu territorio nei regno di Kamarupa, passato poi per gli altri domini. dalla fine del XVIII secolo divenne il principato Koch_BIhar vassallo della colonia britannica fino all’ indipendenza. Dai rilievi del Sitalkuchi è disteso per le pianure nord orientali ove scorre il Teesta con i suoi affluenti tra risaie e villaggi, alcuni popolati da comunità dei Rajbongshi diffusi nel limitrofo Assam. Dalla città di Cooch Behar prende nome il territorio ove tra i vari templi ed edifici storici della vecchia Koch BIhar, in stile rinascimentale erge il maestoso palazzo di Cooch Behar ispirato al reale Buckingham di Londra. Fondato nel XVI secolo il centro induista Satra di Madhupur con i diversi edifici, dello stesso periodo il tempio Dangar ayee consacrato alla manifestazione di Kali e il candido tempio Baneswar di Shiva dagli interni decorati nello stile bengalese char chala il Kamteswari.
Purulia e Bankura
Nel distretto di Purulia centro occidentale si elevano i colli di Ajodhya tra laghi, fiumi e cascate in un suggestivo ambiente che continua per il centro di Baranti adagiato sul suo lago popolato da uccelli e oltre la città di Raghunathpur nell’ omonimo villaggio si trovano i templi jainisti di Pakbirra in gran parte sorti nel IX secolo nel decorato stile Ratha. Continuando poco ad est per le pianure si trova il vicino distretto di Bankura verso l’altopiano ove si stendeva l’ antico territorio del Mallabhum nel regno di Bishnupur fondato nel VII secolo dalla dinastia Malla induista che dall’ epoca ha percorso la lunga storia del Bankura. VI fondarono la capitale fiorita nei secoli ed estesa nella città di Bishnupur conservando gran parte del patrimonio culturale e la tradizione induista espressa nei vari templi di Bishnupur sorti dal XVII secolo nell’ originale stile locale in mattoni e pannelli di terracotta decorati da storie mitologiche del’ epica Mahabharata .
Bardhaman
Il distretto Purba di Bardhaman stende per le pianure centro meridionali dalla lunga storia come antico territorio parte della regione del Rarh , dal clima tropicale che alimenta la flora popolata dalla ricca fauna del Purba oltre il fertile territorio tra risaie e villaggi agricoli. Da un antico centro è iniziata la storia di Badh-e-dewan estesa nella città che ne è divenuta la capitale Bardhaman che tra i più moderni quartieri e parchi conserva parte del suo passato con i diversi templi, mausolei, palazzi ed edifici coloniali nella storica Bardhaman in gran parte dalla metà del XVII secolo nel lungo periodo dinastico dei Raj. Tra gli altri più recenti dalla monumentale porta di Curzon sorta all’ inizio del XX secolo, il sontuoso palazzo reale Rajbat dai saloni decorati e una pinacoteca, nel XVII secolo il mausoleo Nawab-bari in stile Moghul con i sepolcri dei sovrani e il mausoleo di Bahram con il sepolcro di Pir-Bahram. Tra i vari siti religiosi e Templi di varie divinità, all’ inizio del XVIII secolo risale il venerato Sarvamangala consacrato alla dea protettrice della dinastia, il tempio Kankaleswari di kali in stile navaratna con rilievi in terracotta e gli interni decorati. Anche noti come i templi Shiv Mandir di Kalna , alla fine del XVIII secolo risale il maestoso complesso dei 108 templi di Shiva attorno a due stagni nel decorato stile in mattoni di terracotta Atchala splendidamente disposti in due cerchi concentrici il primo di 74 templi con Shivalinga in marmo bianco e pietra nera, e il secondo 34 in marmo bianco, il suggestivo complesso dello Shiva è noto anche come Ambika Kaali in onore della dea, a nord nei pressi di Katwa il tempio Bahula consacrato alla manifestazione della dea Sati come venerato santuario Shakti-pIth.
Murshidabad
Dal corso del Gange a sinistra si stende il distretto di Murshidabad per le fertili pianure e densamente popolato ove sorgeva l’ antica città di Karnasuvarna che ha lasciato i suoi resti , da uno dei suoi centri si è estesa la vicina Cossimbazar dall’ epoca coloniale fiorendo di commerci come la più grande Berhampore , non distante e dalla simile storia sulla sponda orientale del fiume Bhagirathi la città di Murshidabad che dall’ inizio del XVIII secolo fu una delle fiorenti capitali del principato della dinastia Nawab. Ne rimangono palazzi, templi induisti, mausolei e moschee, tra tutti il grande centro sciita Imambara di Nizamat fondato nel 1740 in stile islamico bengalese e ricostruito nel 1846 su tre quadrilateri con il centrale che ospita la sala Memberdalan, la moschea Medina occidentale e un’ altra su due piani con il santuario Naubat Khana . Nel quartiere di Kila Nizamat, dal 1829 si erge il dinastico e sontuoso palazzo Hazarduari in stile indo coloniale dai saloni decorati che ospitano il museo, all’ inizio del XVIII secolo risale la moschea Katra con il mausoleo Nawab dello stesso periodo la più grande moschea Fauti sempre in stile indo islamico. Nella storica zona di Motijhil nei pressi del lago delle perle sorge la l’altra moschea Kala con i vicini mausolei per i sepolcri di Muhammad Khan. Sulla sponda occidentale del Bhagirathi il mausoleo Khushbagh con altre tombe Nawab e la moschea, a Kiritkona Il tempio induista di Kiriteswari come santuario Shakti Pitha, nel villaggio di Rosnaiganj si trovano la moschea e il mausoleo di Sujauddin, mentre Baranagar ospita templi induisti in stile classico bengalese.
Malda Gaur
Il centrale distretto di Malda era parte della vasta regione dominata dall’ antico regno di Pundra , nel medioevale sultanato bengalese ne divenne prima capitale Pandua, poi abbandonata fino alla riscoperta all’ inizio del XIX secolo. Tra gli altri edifici la monumentale moschea di Adina del XIV secolo dallo stile della grande architettura nel sultanato del Bengala , nello stesso periodo il grande mausoleo di Eklakhi che ospita i tre sepolcri di Jalaluddin Muhammad. Dall’ antico centro di Gourpura si estese la storica città di Gaur che fu del regno bengalese di Gauda rimasto indipendente fino alla metà del VIII secolo quando entrò nei domini del vasto impero Pala edificando centri e templi, poi dalla fine dell’ XI secolo nel regno fondato dalla dinastia Sena percorrendo la storia bengalese fino al periodo coloniale britannico. Ha lasciato gi imponenti resti nel vasto sito di Gaur con la cittadella, delle mura Bais-Gazi rimane l’ ingresso regale Lukochuri su tre piani, la porta Dakhil e la Gumti orientale da dove a sud est si trova l’ austero mausoleo di Bhaban, verso ovest al XV secolo risale il palazzo di Gaur .Nel classico e decorato stile in terracotta la moschea Tantipada e tra i resti più imponenti la più grande di Baro_Shona edificata 1526, delle oltre quaranta cupole ne rimangono undici e dodici portali dalle mura e gli interni decorati. Alla fine del XVI secolo risale la moschea di Lattan, dello stesso periodo di minori dimensioni la Choto_Sona così come, oltre il limitrofo confine con il Bangladesh, la moschea Darasbari con i resti della sua scuola coranica Madrasa . Non distante dalla moschea Chhota , edificato a metà del XVII secolo in stile Moghul il palazzo di Tahakhana su tre piani con il mausoleo dei sepolcri reali, per l’ antica Gaur tra gli altri siti islamici, nel 1475 fu edificata la più piccola moschea Chamkatti con una sola cupola contemporanea all’ alta torre su cinque piani del Firoz_Minar .
Dinajpur e Nadia
Nel limitrofo distretto del Dinajpur meridionale tra le pianure si trova la città di Bamanpukur ove nei pressi sorgeva l’ antico centro che ha lasciato i resti hindu e buddisti nel sito di Ballal Dhipi, sulla sponda del fiume Punarbhaba si è estesa la città di Gangarampur con ad est i laghi Kaldighi e Dhaldighi popolati da varie specie di uccelli, da un antico centro fondato nel II secolo a.C. nei successivi fiorì Bangarh che ha lasciato i suoi resti. Scendendo il distretto orientale Nadia si allunga sul confine con il Bangladesh ove sulla sponda occidentale dell’ Hooghlysi trova la storica città di Nabadwip fondata nell’ XI secolo, divenuta una delle capitali della dinastia Sena medioevale e grande centro induista del Visnuismo con le scuole filosofiche come la Navya e quelle del sanscrito nel successivo periodo Chaitanya . Dopo il dominio Moghul nel XVII continuò a fiorire con il regno di Krishnachandra, depositaria della cultura induista che, oltre i centri religiosi e templi, si esprime nelle grandi feste celebrate a Nabadwip e in autunno quella più sontuosa del Shakta_Rash. Vicino ne ha percorsa la storia l’ altra città di Mayapur alla confluenza dei Jalangi con il Gange con i vari templi Gaudiya del Vaisnava, tra tutti il più recente e sontuoso Chandrodaya edificato nell’ eclettico stile per la Coscienza di Krishna come santuario Iskon.
Hooghly
Seguendo il corso del sacro fiume Hooghly, ne prende nome lo storico distretto centro meridionale dell’ Hooghly disteso per le pianure che fu territorio del regno Bhurshut dal XV secolo ove nel 1865, si è estesa la città di Chuchura sulla sponda destra del fiume. La vicina Tarakeswar è divenuta centro di pellegrinaggi dall’ inizio del XVIII secolo per il monumentale tempio Taraknath di Shiva nel classico e decorato stile Atchala con quattro tetti sul santuario centrale che ospita il venerato linga Shayambhu e varie gallerie per i fedeli, affacciato a nord sul sacro stagno di Dudhpukur per le immersioni rituali. Scendendo per la pianura si trova il centro di Tribeni sulle sponde occidentali del Gange e l’ affluente Saraswati ove affacciano i Ghat per i bagni rituali, la lunga storia di Tribeni ha lasciato vari templi e siti religiosi, la comunità musulmana ha il suo centro nella Jafar Gazi come la più antica moschea bengalese e il Dargah nel primo stile indo islamico. L’ adiacente città di Bansberia oltre il ponte Ishwar Gupta si è estesa da un antico centro dei sette Saptagram sul fiume Saraswati, conservando vari edifici e templi che hanno percorsa la storia di Bansberia. Tra tutti Il maestoso tempio Hangseshwari fondato alla fine del XVIII secolo in stile Ratna con tredici alte guglie minar e gli interni decorati, nei pressi consacrato a Krishna il più piccolo tempio Ananta di Basudeba. Il corso meridionale del fiume Hooghly verso il delta del Gange era parte dell’ antico territorio Gangaridai , come fu chiamato dagli storici greci e romani, ove nel IV secolo a.C. fu fondata la città che ha lasciato i suoi resti nel sito di Chandraketugarh . Poco a sud negli antichi villaggi di Kalikata sulla sponda orientale del fiume e Sutanuti, fu fondato un centro ove è iniziata la storia di Calcutta parte del territorio fu bonificato per estenderla, oltre la periferia orientale ne rimangono le Wetlands tra lagune e le paludi e a sud il vasto territorio del Sundarbans con le foreste popolate da fauna endemica fino al delta Gange.
Calcutta
Con l’ apertura del grande porto fluviale, Calcutta divenne tra le più grandi città e capitale del Bengala britannico, poi estesa nella grande metropoli di Kolkata densamente popolata nei grandi quartieri popolari spesso miserabili che contrastano con i residenziali e più modern. Distesa tra parchi e giardini sorti dall’ epoca coloniale come i monumenti e memoriali , tra templi induisti, santuari, moschee e chiese i diversi centri religiosi di Calcutta. Sul fiume Hooghly Il lungo ponte di Vidyasagar è uno dei simboli della nuova città assieme all’ altro di Howrah aperto nel 1943 che prende nome dal distretto Howrah ove sulla sponda occidentale è estesa la gemella metropoli di Howrah tra i vari quartieri residenziali, popolari e baraccopoli, nel Belur dal 1938 si erge il monumentale Math con i templi della congregazione induista Ramakrishna. Negli storici quartieri settentrionali della vecchia Calcutta rimangono edifici coloniali del distretto North, un tempo di ricchi mercanti nel Shyambazar affacciano i vecchi palazzi, come nel vicino Shobhabazar dal nome dalla famiglia reale che ha lasciato il palazzo Rajbari settecentesco. Nel residenziale di Pathuriaghata, rimangono diversi edifici delle ricche famiglie di Calcutta come i Tagore, Mullick e Ghosh, il quartiere del Kumortuli si allunga sulla sponda orientale dell’Hooghly a Dakshineswar , centro di pellegrinaggi per il grande tempio Maa Bhabatarini di Kali del XIX secolo nel decorato stile bengalese. Attorno al primo centro nel XVIII secolo fu scavato il fossato di Maratha poi ricoperto per aprire la via Circular Road e collegare gli altri storici quartieri di Bagbazar con il molo sul fiume tra le vie con edifici dell’ epoca, come il vicino Hatibagan animato dai grandi mercati che si trovano nel limitrofo di Maniktala sulla vecchia via continuando per il Belgachia ove tra i vari edifici dal 1867 si erge il grande tempio Jain di Parshwanath con quattro decorati santuari. Nel Burrabazar dal sontuoso stile Moghul nel 1926 fu edificata la grande moschea Nakhoda, all’ inizio del XVIII secolo risale la chiesa armena di Nazareth ove non distante la comunità cattolica ha la sua cattedrale del Rosario fondata nel 1797 in stile coloniale portoghese. Il quartiere fu tra quelli della comunità ebraica di Calcutta fondata da mercanti iracheni mantenendo fede, tradizioni e Cultura per tutto il periodo coloniale britannico, poi emigrata lasciando una ridotta minoranza con sinagoga Magen David del 1884 in stile neorinascimentale. Oltre il quartiere di Kankurgachi con la comunità musulmana si è esteso quello di Rajabazar, tra le vie Mohan e Beadon il vecchio e malfamato Sonagachi per le centinaia di bordelli noto come il più grande a luci rosse asiatico. Verso la zona centrale dell’ Esplanade tra i coloniali dall’ inizio del XX secolo si trova il sontuoso palazzo Mansions in stile Art Nouveau e lungo il viale Chowringhee l’ altro Metropolitan, nel suo parco dal 1826 di erge l’ alta colonna Minar di Shaheed, sulla via Dharamtalla fu edificata la moschea Tipu nel 1842 con sedici cupole e quattro minareti. Sulla sponda orientale dell’ Hooghly il forte britannico William sorto all’ inizio del XVIII secolo, il distretto di Maidan limitrofo oltre la sponda prende nome dal vasto parco del Maidan tra i giardini con monumenti e statue, palazzi ed impianti sportivi con il più antico Eden per il cricket del 1864. Tra gli storici palazzi la residenza dei governatori Raj Bhavan in stile neoclassico del XIX secolo come quello che ospita il grande museo Indiano. Sul viale Chowringhee affaccia il Planetarium di Birla dalla grande cupola e il monumentale memorial Victoria completato nel 1921 in stile indo coloniale, poco ad est la cattedrale St.Paul consacrata nel 1847 in neogotico sostituendo la precedente chiesa di St.John neoclassica come centro anglicano. Dall’ Esplanade si è esteso il distretto commerciale che dirama dalla Bbb Bagh ove tra i più moderni si innalzano i palazzi coloniali del Bagh, tra gli altri edificato nel 1780 come palazzo degli scrittori il Writers, dall’ inizio del XIX secolo in stile neodorico la Town Hall e in neoclassico quello che ospita le poste centrali Gpo, sull’ Esplanade Row il neogotico della High_Court. La parte orientale metropolitana East si estende per i distretti ove si trova il quartiere di Tangra popolato dalla comunità cinese estesa per il Tiretta come la più vasta indiana con gran parte dei templi cinesi di Kolkata. Il resto è più recente con i quartieri della New Town tra i parchi con vari istituti scientifici , ospedali, scuole ed università, alberghi e centri commerciali, fino al nuovo Rajarhat periferico dai vari moderni quartieri e il vasto Eco Park. L’area meridionale si è estesa con vari quartieri residenziali del South, dai Ghat sul sacro fiume prende nome il più antico di Kalighat ove dall’ inizio del XIX secolo si erge i venerato tempio di Kali con quattro santuari. Tra gli altri il residenziale più esclusivo di Alipore dalle lussuose residenze, ove si trova il giardino zoologico di Alipore, poco distante nel parco della vecchia tenuta coloniale Belvedere il palazzo neoclassico del 1836 con la più grande biblioteca nazionale in India . Con la sua storia e cultura la grande metropoli di Calcutta è una delle porte dell’ India orientale da dove , attraverso il variegato territorio bengalese, a nord est l’ itinerario continua per l’ Assam tra suggestivi ambienti e popolazioni, a nord ovest per le valli himalayane del Sikkim e tra i monasteri del limitrofo regno del drago in Bhutan, a sud lungo la costa affacciata sul suo golfo il patrimonio storico e culturale dell’ Orissa.