Il Bangladesh si stende tra l’ Assam a nord est, confina ad ovest con il Bengala sul suo golfo e l’ estremità sud orientale con la Birmania, per secoli crocevia di popoli e culture che ne hanno percorsa la storia.
Storico Bangladesh
Simile a quella del Bengala come sua regione orientale, la lunga storia del Bangladesh ne ha percorso i secoli fino alla’ indipendenza indiana quando con la spartizione Bengali nel 1947 fu decisa la divisione reclamata dalla maggioranza musulmana divenendo territorio del Pakistan orientale rimanendone controversa provincia fino alla vittoria elettorale della lega Awami. Nel 1971 con la proclamazione per l’ indipendenza del Bangladesh si scatenò il devastante conflitto Muktijuddho nella guerra del Bangladesh ove intervenne l’esercito pakistano con l’operazione Searchlight sostenendo le violente milizie musulmane del Jamaat nei massacri della popolazione hindu e oppositori assieme alle milizie islamiche Razakar pakistane in quello che è ricordato come il genocidio del Bangladesh , mentre il conflitto si estendeva nella terza guerra con l’India terminata con la resa pakistana. Le popolazioni tribali del Chittagong rivendicavano l’ indipendenza riunite nel movimento Pcjss del Chattagram, continuando Il lungo conflitto nel Chittagong contro il nuovo governo con le milizie armate dello Shanti Bahini . Come primo presidente nel 1971 fu eletto Mujib, sostenitore di una politica democratica e riforme fino al suo assassinio nel 1975 , dal’ epoca Il governo rimase a lungo instabile mentre continuava il lungo conflitto nel Chittagong e per un trentennio seguirono i vari tentativi per colpi di stato nel Bangladesh mentre nel 1977 con la presidenza del militare Rahman veniva proclamato l’ islamismo fondamento della nuova costituzione. Con il suo assassinio nel 1981 fu eletto presidente Sattar in una grave situazione sociale e l’anno dopo con un altro golpe miltare salì al potere il generale Hussain Muhammad Ershad, con la sospensione della costituzione e la legge marziale Ershad impose la dittatura militare fino a quando il regime fu travolto dalla rivolta popolare del 1990. Seguita dall’ elezione e la presidenza ad interim di Ahmed per la ricostituzione della democrazia e nel 1996 fu proclamato il governo provvisorio del Bangladesh a lungo guidato della prima donna eletta primo ministro Sheikh Hasina fino al 2001, mentre nel 1997 Il trattato di pace per il Chittagong e i diritti delle popolazioni tribali pose fine al lungo conflitto. Le elezioni del 2001 proclamarono la vittoria dei partiti dell’ estrema destra Jamaat-e-Islami ispirato all’integralismo musulmano come il fronte islamico Oikya Jote, poi dal 2006 per due anni vi fu una grave crisi politica nel Bangladesh con l’ intervento militare per il dilagare di scontri e violenze oltre la rivolta dei reparti paramilitari del Bdr. Ispiratore dei crimini nella guerra del 1971 e per i successivi decenni delle violenze ed attentati, il partito integralista islamico Jamaat fu interdetto e il tribunale internazionale per i crimini nel Bangladesh emise sentenze di condanna per diversi capi e Quader Molla. Le pene furono ritenute insufficienti culminando nel 2013 con le manifestazioni di Shahbag che hanno indotto la corte alla pena capitale. Dal 2016 nel limitrofo stato birmano esplose Il conflitto del Rakhine tra la popolazione buddista appoggiata dall’ esercito e la minoranza musulmana Rohingya con l’ intervento delle milizie estremiste islamiche dell’ Arsa provocando l’ esodo di numerose comunità Rohingya nel Bangladesh sud orientale tra vari campi profughi e nel più esteso di Kutupalong nel Cox’s Bazar ove, oltre che nella miserabile condizione, i rifugiati sono oggetto di violenze dalle milizie Rohingya integraliste islamiche. Con una la denuncia di violenze a candidati di opposizione durante la campagna elettorale, le elezioni del 2018, hanno riportato la vittoria del partito social liberale unito nella lega Awami che continua a governare il paese in nove grandi divisioni Bibhag amministrative che comprendono sessantaquattro distretti Jela Shodo a loro volta divisi in sotto distretti Upazila, dalla densità della popolazione tra le più alte al mondo, oltre che una miriade di villaggi e comunità, in gran parte concentrata nelle grandi città e centri urbani del Bangladesh.
Stato Islamico
l’ Islam è seguito dalla maggioranza della popolazione introdotta da mercanti arabi nel IX secolo e ampiamente diffusa dal dominio musulmano in India nel medioevo, consolidata dal XIV secolo il sultanato del Bengala poi nei domini del potente impero Moghul e dal XVIII secolo nel principato islamico della dinastia Nawab, rimasta religione predominante dopo l’ indipendenza e la separazione dal Bengala e alle varie epoche risalgono i santuari e moschee del Bangladesh In gran parte ispirate agli stili indo islamico , Moghul ed alcuni nel locale Jorbangla. L’ induismo nel Bangladesh ha origini antiche dalla simile storia del Bengali , fiorito per il medioevo fino alla predominanza islamica dal XIII secolo poi in epoca Moghul in una difficile convivenza esplosa nei conflitti contro le comunità Hindu dalla guerra del 1971 ad oggi, come il Buddismo in Bangladesh, diffuso dal IV secolo con la dinastia Chandra fiorendo per secoli con monasteri, templi e università fino al dominio islamico e la loro distruzione. Nel XIX secolo vi fu una rinascita con la tradizione Nikaya del Sangharaj portata dal monaco Saramitra e da quella che prese nome da Mahasthabir nel Chittagong. Rimasto tra il popolo Jumma e in alcune comunità tribali del Chittagong ove dal 1980 è dilagata la devastante persecuzione di buddisti nel Bangladesh con attacchi e massacri dell’ esercito assieme a coloni musulmani. All’ inizio del XVI secolo con i portoghesi giunse il cristianesimo in Bangladesh prima legato al cattolicesimo e poi protestante durante il periodo britannico, nella difficile convivenza con il domino musulmano soggetto a persecuzioni varie, recentemente la minaccia islamica ai cristiani è aumentata e dal 2019 sono state attaccate e distrutte diverse chiese, molti fedeli imprigionati nel dilagare delle violenze. Fin dalla sua diffusione e il consolidamento come religione predominante l’ Islam ha condizionato storia, cultura e società, quando divenne indipendente nel 1972 la laicità del Bangladesh fu sancita come principio costituzionale, poi abolita nella nuova costituzione di Ziaur Rahman fondata sul nazionalismo islamico divenendo religione di stato. Come fondamento della società l’ Islamismo segue le sue regole ispirate alla Shariʿa e i diritti umani in Bangladesh sono spesso soggetti alla violazione religiosa, statale e consuetudini popolari. Anche se migliorata, la condizione delle donne in Bangladesh rimane regolata dalle interpretazioni della Shari’a, tra matrimoni infantili e combinati tra le famiglie, violenze domestiche, stupri, molestie sessuali e l’ uso di sfregiare se si è respinti. La cultura islamica influenza la sessualità in Bangladesh ove la relazione è contemplata solo nel sistema del marimonio musulmano conservatore con i suoi riti e conseguenti comportamenti, condannando ogni tipo di comportamento non codificato, rapporti fuori dal matrimonio, adulterio e tra lo steso sesso, l’ omosessualità considerata illegale e duramente repressa oltre dalle leggi dalla consuetudine popolare. Come religione di stato limita la libertà di religione in Bangladesh, oltre il lungo elenco di violenze e massacri delle minoranze non musulmane nel Bangladesh da parte dell’ islamismo radicale, nelle persecuzioni degli Hindu si sono moltiplicate le violenze e gli attacchi, così come dei Cristiani fino ai più recenti attacchi alle chiese e comunità, non risparmiando gli Atei . Dal 2013 per tre anni si sono scatenate le violenze degli estremisti islamici in Bangladesh non solo contro le minoranze religiose, ma anche laici, atei, intellettuali , scrittori, i ed editori, oltre il lungo elenco di giornalisti assassinati. Dopo le elezioni del 2014 Ispirate dal partito al Jamaat-e-Islami sono dilagate contro gli Hindu attaccando comunità, villaggi e templi in tutto il paese, succube del fondamentalismo islamico, oltre la limitazione religiosa e le persecuzioni si è intensificata la violenza islamista in Bangladesh, divenuto una nuova frontiera del Jihad internazionale ove prolifera anche la violenza dell’ Isis Inaugurata nel 2016 con l’ attacco terroristico a Dacca .
Territorio parchi
Il clima del Bangladesh condiziona la regione con il regime monsonico dalle copiose precipitazioni stagionali spesso con inondazioni e e da forti venti provocando la lunga lista di devastanti cicloni topicali nel corso della storia, una situazione ambientale aggravata dai recenti mutamenti climatici nel Bangladesh con il progressivo aumento di piogge e inondazioni, tempeste e innalzamento del mare sulle coste densamente popolate. Simile a quella delle regioni limitrofe, la fauna del Bangladesh popola i variegati territori protetti dalle varie riserve, parchi ed aree protette del Bangladesh tra le diverse regioni. Nella nord orientale dell’Upazila di Sylhet tra le foreste dalla flora e fauna endemica si trova parco nazionale di Khadim Nagar , continuando per vicino territorio dell’ Upazila di Kamalganj nella foresta di Bhanugach l’ altro più vasto parco nazionale del Lawachara. Non distante per i colli e le pianure tra i fiumi Kushiara e Manu la riserva faunistica di Hail Haor, nel limitrofo e storico distretto di Habiganj lungo il confine birmano nella foresta il parco nazionale Satchari sui colli Raghunandan e per il limitrofo distretto di Chunarughat la riserva del Rema Kalenga. Ad ovest per il distretto di Tangail dalla sua Upazilla di Madhupur tra le foreste, prende nome il parco nazionale del Madhupur, con il non distante altro parco nazionale Bhawal ove era la vasta riserva forestale.Il territorio del Bangladesh si stende in gran parte sulle pianure costiere nel vasto sistema fluviale Bengalese orientale in una fertile regione sul Golfo del Bengala, all’ estremità settentrionale ove si apre Il vasto delta del Gange esteso dall’estuario del suo affluente Padma ad est fino a quello più occidentale del fiume Meghna, popolato dalla ricca ed endemica fauna del Delta con una gran varietà di uccelli, rettili e tra le diverse di mammiferi elefanti e leopardi indiani oltre le maestose tigri bengalesi, come alla confluenza con il corso del Brahmaputra da dove tra le lussureggianti foreste di mangrovie si stende il territorio delle Sundarbans. Parte è protetto dai vari parchi e riserve delle Sundarbans , tra essi si stende e ne prende nome il più vasto parco nazionale Sundarbans sulla foresta di mangrovie costiera tra le ramificazioni del Gange con una cinquantina di isolette che ospita la ricca Fauna endemica tra uccelli, rettili e mammiferi con alcune in estinzione oltre la riserva della tigre. Dichiarato patrimonio naturalistico Unesco per la sua unicità ambientale assieme alla limitrofa riserva faunistica dell’ East nel suo territorio orientale e di minore estensione le riserve del West nella zona occidentale, per la meridionale il santuario faunistico South, da dove per il delta costiero si stende l’ altra riserva del Sajnakhali. Tra i colli le foreste per il distretto sud orientale di Rangamati lungo il confine birmano, il grande parco nazionale di Kaptai, continuando si trova la riserva di Hazarikhil e poco ad est con una gran varietà di uccelli a riserva di Chunati, passaggio di elefanti per la vicina Birmania. Oltre l’ altra riserva di Fasiakhali all’ estremità meridionale del Chittagong il parco di Dulhazra dalla più ricca fauna endemica, più oltre adagiato verso la costa il parco di Himchari. Sul confine birmano per il distretto di Bandarban estremità sud orientale del Chittagon tra i colli si innalza il più alto monte Keokradong dalla spettacolare vista sulla valle e non distante precipita la cascata di Jadipai , il territorio è attraversata dal fiume Sangu che scorre nella foresta in parte protetta dalla riserva di Sangu , oltre varie specie di uccelli, ospita scimmie, macachi, languri, ,cervi, sambar, canidi dhole, orsi neri, elefanti, leopardi indiani e tigri bengalesi.
Siti buddisti
Fin dall’antichità si diffuse il Buddismo lasciando i resti di stupa e monasteri Vihara, per il territorio settentrionale ove sorge la città di Bogra , dal III secolo a.C. in epoca Maurya ne divenne centro l’ antica città di Pundranagar fiorita fino al medioevo, ne rimane cittadella con alcuni Vihara buddisti, edifici e templi a Mahasthan con il suo vasto sito noto come Mahasthangarh di Paharpur .Sulla sponda occidentale del fiume Karatoa la prima fondazione risale al V secolo a.C. dal recinto fortificato che contiene diverse rovine distese a ventaglio in un vasto semicerchio con tumuli isolati che circondano la cittadella, poco ad ovest i resti del vihara di Vasu che lasciato le mura scolpite tra decorate placche di terracotta. Per il territorio nord occidentale di Dinajpur nel sito di Sitakot il resti del monastero e Vihara , scendendo poco a sud per il distretto di Naogaon occidentale si concentrano vari siti con il più vasto ove sorgeva il monastero di Jagaddala dal XII secolo, poco distante a sud ovest di minori dimensioni il vihara di Halud. Continuando nel vicino villaggio di Paharpur, nello stesso periodo e dal più monumentale stile si trova il Mahavihara di Somapura sorto nel IX secolo come uno dei siti archeologici più vasti dichiarato patrimonio culturale Unesco.Tra I più alti esempi nella diffusione del buddismo dal VII secolo nel sito di Paharpur sui quattro grandi cortili affacciano le numerose sale per la preghiera oltre le riunioni di monaci e studiosi dell’ università buddista, all’interno i resti dalle pareti decorate e scolpite, bassorilievi e statue. Il monastero ospita il grande tempio dala pianta cruciforme nel cortile centrale e 177 celle monastiche lungo le mura di cinta sui quattro lati decorate e scolpite oltre placche in terracotta , in parte ispirato allo stile di Angkor cambogiano. Per il distretto centro orientale di Comilla lungo i confini birmani ove si allungano i colli del Mainamati , tra i vari siti buddisti sorti dal il VII e il XII secolo a Mainamati si trova il più antico ed esteso che ospitava il grande monastero di Shalban con un vihara del VII secolo e un centinaio di celle monastiche, dal grande portale a nord si accede il santuario centrale del Shalvan da dove diramano i minori, stupa e cappelle. Scendendo a sud nel Munshiganj vicino la storica città di Bikrampur il villaggio di Raghurampur ospita i resti di un Vihara del VII secolo e nel villaggio di Nateshwar al X risalgono i resti del centro buddista nel sito di Deul con sedici stupa dallo stile tradizionale ispirato ai monumentali di Sanchi nel Madhya Pradesh. Nella regione meridionale vicino la città di Bandarban su un colle si erge il Dhatu Jadi completato nel 2000 in stile tradizionale birmano come il più grande tempio buddista del Bangladesh divenuto centro di pellegrinaggi e il venerato il tempio dorato di Bandarban .
Templi induisti
Nonostante le persecuzioni e le restrizioni islamiche. l’ induismo nel Bangladesh continua ad essere seguito da oltre l’ otto per cento della popolazione rimasta dopo la separazione dal Bengala mantenendo le tradizioni religiose e la cultura che ha lasciato i numerosi santuari e templi hindu del Bangladesh nei vari territori. Tra gli altri per il territorio del Rajshahi centro orientale si trova la più grande concentrazione santuari e templi a Puthia edificati in vari stili dall’ epoca Moghul al periodo coloniale, dall’architettura tardo induista musulmana alle influenze coloniali. Il sontuoso palazzo Rajbari edificato alla fine del XIX secolo i con la residenza Hemanti Kumari del Maharani, l’ edificio Kachhari Angan del tribunale e i le residenze Andar Mahal sul cortile Gobindabari affaccia il Pancha Ratna di Govinda consacrato a Radha e Krishna nel XVIII secolo, si erge su un’alta piattaforma in pietra scolpita, dalle cinque guglie ratna, in mattoni dalle raffinate decorazioni in terracotta, il muro esterno dell’epopea Ramayana. Tra gli altri templi di Puthia, all’ ingesso del palazzo il monumentale Dol Mandir su quattro piani che splende di intonaco bianco sui i laghi circostanti, l’ interno decorato ospita le antiche statue in pietra nera della venerata a coppia indù Krishna e Radha. Sulla sponda occidentale del lago Shyamsagar il tempio Bara Anhik tra quelli di minori dimensioni , vicino dal simile stile il Mandir del Chhota Ahnik dagli interni decorati in terracotte raffiguranti leggende di Radha krishna, scene del Ramayana e motivi floreali. All’inizio del secolo scorso risale il Mandir di Gopal noto anche come tempio Radhakanta a due piani su una piattaforma, all’interno del santuario la statua in marmo di Krishna rivestita d’argento, dall’ altra parte del lago Il piccolo tempio di Jagannath finemente decorato e con rilievi in terracotta, adiacente il monumentale tempio di Shiva edificato nel 1823 nello stile Pancha Ratna dalle cinque guglie con i corridoi Jaipuri e le pareti decorate, il santuario centrale ospita un grande Shivalinga scolpito e con incisioni sfigurate durante la guerra del 1971. Continuando per il distretto vicino al fiume Karatoya, come uno dei venerati santuari Shakti Pitha consacrati alla divinità femminile del Shaktismo, il tempio di Bhabanipur con il santuario centrale , Belbaran Tala dalla decorata sala delle riunioni Nat Mandir, gli altri di Patal consacrato a Shiva, e varie divinità. Nella divisione amministrativa di Sylhet nord orientale, nel villaggio di Joinpur si trova il tempio Shri Shail consacrato alla dea Sati e meta di pellegrinaggi come uno dei sacri Shakti Pith , verso il confine birmano per il distretto centro orientale di Brahmanbaria consacrato a Shiva all’ inizio del XIX secolo il tempio Kal Bhairab. Continuando per il distretto nella città di Brahmanbaria che ne prende nome, tra gli altri dall’ inizio del XX secolo il venerato tempio Anandamayi di Kali, più oltre del XVIII secolo tempio Gopinath Jiu di Fandauk con il santuari centrale consacrato a Krishna e Jagannath, gli adiacenti ad altre divinità e vicino il tempio Chauchala Nat. Nella capitale Dakha tra gli altri il g tempio Dhakeshwari consacrato a Durga e la dea della città nel XII secolo come Il più grande ed antico tempio hindu di Dhaka con due santuari dal diverso stile pancharatna , attorno le sale affacciate su uno stagno e il nahobottola per gli elefanti cerimoniali, ad est i sepolcri di sacerdot , fuori sei edifici che ospitano venerati Shivalinga. Nel vasto e storico parco Ramna sorgeva il Ramna Kalibar di epoca e stile Moghul come tempio di Kali che ha lasciato i suoi resti dopo la distruzione nella guerra del 1971 , sempre nella vecchi Dhaka alla fine del XIX secolo risale il tempio Ramakrishna, continuando al XVI secolo risale la fondazione del tempio Joy Kali dall’ alta cupola conica e il santuario che ne ospita la venerata statua . Per il distretto Barisal meridionale , nel suo villaggio il tempio Sugandha di Shikarpur consacrato alla dea Sunanda, come altro venerato Shakti Pith finemente decorato tra più alti esempi dello stile induista bengalese. Nel villaggio di Mahilara il più imponente consacrato a Shiva tempio Sarkar Math di Mahilara fondato a metà del nel XVII secolo dall’alta torre del santuario dalle pareti scolpite e gli interni decorati nel monumentale stile Shikhara tradizionale. Nella regione sud orientale del Chittagong, poco fuori dalla città di Sitakunda su un colle si erge il tempio di Chandranath fondato all’ inizio del XIX secolo, il venerato Chandranath di Sitakunda è anch’esso meta di pellegrinaggi come uno dei santuari Shakti Pith. Consacrato a Kali come dea protettrice della città di Chittagong si trova il tempio di Chatteshwari del XVIII secolo e oltre a vari minori il più recente grande Prabartak Sri Krishna come tempio Iskcon che si erge su un colle completato nel 2020 dalla sontuosa architettura in candido marmo. L’ Upazia di Shyamnagar per il distretto sud occidentale Satkhira ospita il tempio Jeshoreshwari di Kali nel villaggio Ishwaripur sorto nel XIII secolo come uno degli altri venerati Shakti PIth, sull’isola al largo del Cox’s Bazar il tempio di Maheshkhali consacrato a Shiva sul colle Mainak
Rangpur
All’ estremità nord orientale la divisione territoriale del Rangpur tra i vari distretti ospita città e centri che ne raccontano storia e cultura, nel distretto di Bogra ne prende nome il capoluogo come la storica città di Bogra, sorta ove dal III secolo a.C. e fiorita nei successivi fino al medioevo ove sorgeva l’antica Pundranagar. Sulla sponda occidentale del fiume Karatoa tra le risaie si stende il vasto sito di Mahasthangarh fondato nel V secolo a.C. e fiorito nei successivi come grande centro culturale, il sito archeologico di Bogra per il suo valore storico ed artistico è stato dichiarato patrimonio culturale Unesco conservando i resti delle mura che circondano la cittadella con i vari edifici, attorno gli antichi siti religiosi di Mahasthangarh con alcuni templi induisti e diversi buddisti , poco distante il monastero di Vasu, da dove si continua per altri siti archeologici , oltre palazzi , santuari e moschee nello storico Bogra. Il territorio prende nome da un antico centro esteso nella città di Rangpur ove nel vecchio centro tra gli edifici epoca coloniale si trova il palazzo che ospita il municipio di Rangpur, oltre il santuario di Maulana Karamat e il lago Chikli vata poco a sud est all’ inzio del secolo scorso venne edificato il palazzo di Tajhat nel sontuoso stile ispirato al Moghul dai decorati saloni che ospita il museo di Rangpur. Continuando Il distretto di Dinajpur conserva vari monumenti , edifici storici e religiosi, tra gli altri siti del Dinajpur sulle sponde rive del fiume Purnobhoba il palazzo Zamindar Bari di Ghughu devastato nel 1971. A Nawabganj il sito buddista di Sitakot del VII secolo con i resti del monastero, nella città di Dinajpur il tempio induista di Kantajew consacrato a Krishna nel XVII secolo in stile Nava Ratna dalle pareti finemente decorate, la recente moschea con l’ Eidgah del Gor-E-Shahid Maidanin.
Rajshahi
Limitrofa al Rangpur si stende il Rajshahi settentrionale dalla lunga storia e ne prende nome il capoluogo nella grande città di Rajshahi estesa in una metropoli sulla sponda settentrionale del fiume Padma e nota come la città della Seta che della sua storia conserva diversi edifici nella vecchia Ghoramara. Nel limitrofo distretto di Natore tra i vari edifici storici ala XVIII secolo risale la residenza reale Rajbari in stile neoclassico europeo e dello stesso periodo ma in indo saraceno, l’ altro palazzo reale Uttara di Ganabhaban, lasciata la città a sud est la moschea di Bagha del XVI secolo. Poco distante verso est si trova Puthia nota come la città dei templi qui descritti nel capitolo dei templi induisti in Bangladesh, edificati dal XVIII secolo nello stile Jorbangla con influenze ispirate all’ indosaraceno come il palazzo reale Rajbari da dove si stende il sito con i più imponenti e decorati santuari e templi di Puthia , tra gli altri nei pressi del Rajbari il Pancha Ratna di Govinda, sul lago Shiv Sagar affaccia il Bhubaneshwar di Shiva , non distante lo Jagannath consacrato alla manifestazione di Krishna, oltre il candido Mandir di Dol nel simile stile e minori dimensioni il Chota Anhik e il vicino Chauchala. Nell’ altro storico distretto di Naogaon dal VII secolo si diffuse il buddismo lasciando alcuni siti, tra I più estesi a Paharpur dichiarato patrimonio Unesco per I resti di stupa e il grande monastero di Somapura nello stile Gupta poco a sud ovest di minori dimensioni i resti del Vihara di Halud e non distante all’ XI secolo risale l’ altro grande Mahavihara di Jagaddala. Oltre ai più antichi, continuando tra gli altri siti storici del Naogaon , sulla sponda occidentale del fiume Atrai nel suo villaggio si trova la moschea Kusumba del XVI secolo dai portali e le mura finemente decorate nota come la gemma nera kala Pahar, simbolo del patrimonio culturale e architettonico islamico della regione che ha ispirato altre moschee successive .
Sylhet
La nord orientale divisione di Sylhet si stende in parte per i rilievi con le piantagioni di Tè ove la valle del Surma tra le foreste è modellata da terrazze per i campi nel territorio del Srimangal e le vaste piantagioni di Madhabpur con al centro l’ omonimo lago popolato da una ricca avifauna, lungo fiume Gowain si stendono le paludi nella foresta di Ratargul dalla ricca flora e fauna endemica. Con i primi regni locali buddisti e induisti iniziò la storia del Sylhet con le successive dominazioni islamiche lasciando numerosi siti, tra i più antichi nel distretto Habiganj la grande moschea Shahi di Shankarpasha del XV secolo. Avevano il loro centro a Shilhatta esteso poi nella città di Sylhet, come parte della regione abitata dalla popolazione di stirpe indoariana musulmana depositaria della cultura Sylheti con propia lingua, letteratura, tradizioni e costumi fondata sulla tradizione islamica sunnita. Tra i vari santuari e moschee, all’inizio del XVI secolo in stile Moghul risale il santuario Dargah con il sepolcro del venerato santo Shah Jalal ed altri successivi divenuto grande centro religioso, assieme alla grande moschea Eidgah dal simile stile
Dhaka
La storia di Dhaka inizia da un centro del VII secolo entrato nei domini del vasto impero Pala che diffuse nella regione il buddismo e l’ Induismo , poi dal X secolo dal regno dinastia induista Sena fu poi parte del regno nord orientale di Kamarupa e al suo declino le tradizioni induiste furono travolte dal dominio islamico del potente sultanato di Delhi nel XII secolo. All’epoca risalgono i primi santuari e moschee di fede sunnita dominante con il successivo sultanato del Bengala dal XV secolo fino all’ espansione dell’ impero Moghul, fiorita come centro della provincia Subah, la città fu nell’autorità dei governatori Naib Nazim di Dhaka dalla metà del XVIII secolo al successivo mentre si espandeva il dominio britannico della compagnia delle indie orientali in Bengala che poi dominò la città e la regione nella colonia del British Raj dalla metà del XIX secolo, governato dai Nawab di Dhaka divenne capitale della provincia Bengala e Assam fino all’ indipendenza indiana- Dopo la spartizione con il Pakistan Dakha divenne poi capitale del Bengala orientale, densamente popolata, in gran parte dilaniata da miseria e conflitti esplosi quando il Pakistan orientale divenne il Bangladesh con la guerra del 1971, dall’ epoca ancor più estesa e popolata nella metropoli di Dhaka. Nella sua caotica estensione per i quartieri popolari e poveri slum dalle condizioni miserabili, il vecchi centro conserva parte della sua storia tra antichi quartieri, palazzi, moschee e santuari islamici oltre templi induiste e alcune chiese cristiane nella variegata architettura di Dhaka , dai più antichi stili indosaraceno e Moghul al coloniale fino ai più alti e moderni edifici , oltre tradizioni, eventi, cerimonie feste religiose che hanno modellato la cultura di Dhaka. Nel più antico centro Jahangirabad della vecchia Dacca fondato all’ inizio del XVII secolo ed attraversato dal fiume Buriganga, devastato dall’ inquinamento, si stende il quartiere con sempre animato baazar Chowk dove emergono le tre cupole della vecchia moschea l Chawk in stile Moghul come gli altri edifici tra le vie che ne diramano, i due Katra che ospitavano i caravanserragli con le antiche locande per mercanti e viaggiatori. Sulla sponda del fiume il Chhota di minori dimensioni in stile ispirato al persiano con due portali e due torri ottagonali . all’interno il sepolcro di Champa Bibi e i resti di una piccola moschea. Vicino dal simile stile il più grande Katra di Bara , oltre l’ edificio dei guardiani si accede ad un salone dalla cupola ottagonale e il soffitto decorato sul cortile ove affaccia l’altro con cinque sale a volta, salendo la residenza, attorno le botteghe per i mercanti. Adiacente il quartiere con l’altro animato bazaar Shankhari ove affacciano vecchi edifici riccamente decorati, sulla sponda settentrionale del fiume Buriganga affaccia il coloniale britannico noto come Lalkuthi in stile indosaracento e neorinascimentale europeo dalle pareti rosse tra quattro minareti ottagonali e continuando sul fiume si trova l’ altro storico edificio del monumentale palazzo Ruplal del 1825 e nella città vecchia alla fine del XIX risale il candido e sontuoso palazzo Rose Garden . Sempre lungo il Buriganga, come residenza del Nawab di Dhaka completato nel 1873 si erge il maestoso palazzo rosa Ahsan Manzil indo saraceno dai sontuosi saloni che ospita il museo nazionale del Bangladesh . L’ altro storico quartiere di Armanitola prende nome dalla comunità cristiana armena di Dhaka che lo popolava dal XVII secolo e al successivo ne lo stile armeno tradizionale risale la chiesa Armena della Resurrezione, poco distante la moschea Tara del XVIII, anche nota come la moschea delle Stelle per le decorazioni di stelle blu che splende candida con tre cupole e recentemente aggiunte altre due dalle raffinate decorazioni in mosaici e piastrelle Chinitik policrome. Continuando per quartiere Bangsal si trova la moschea Qassabtuly edificata al’ inizio del secolo scorso dalle tre cupole e la facciata riccamente decorata. Tra gli altri siti religiosi l’ Hussaini Dalan edificato nel XVII secolo come Imambargah della congregazione sciita nel decorato stile islamico persiano, verso i quartieri meridionali ove sorgono gli edifici coloniali del Buckland lungo il fiume Buganga , si apre il grande e trafficato porto fluviale di Dhaka sorto in epoca Moghul nel XVIII secolo. Nella periferia nord occidentale a Mohammadpur si trova la moschea dalle sette cupole di Sat Gambuj del XVII secolo, per i quartieri sud occidentali si erge l’ imponente la fortezza di Lalbagh edificata nel XVII secolo in stile Moghul con una moschea a tre cupole, la residenza del governatore Diwan-i-Aam con altri edifici , bagni hammam e il vicino mausoleo di Pari Bibi .Nei pressi si trova la storica moschea Khan Mohammed di Mridha con il santuario centrale a tre cupole dalle pareti decorate ed iscrizioni persiane, non distante la moschea Shahbaz dalle pareti rosse. completata nel 1679 con tre cupole , quattro minareti ottagonali agli angoli e tre ingressi ad est, la piattaforma cerimoniale minbar e la soglia in pietra nera, la è chiamata Shahbaz per ospitarne il mausoleo. Continuando sul lato occidentale dell’ università Shahidullah si trova la moschea Musa del XVII secolo su una piattaforma con tre cupole e la centrale più grande.
Bagerhat
Lo storico distretto Bagerhat sud occidentale alla sua estremità meridionale affaccia sul golfo bengalese con il porto di Mongla come il più grande e trafficato del paese, da dove poco a nord da un antico centro si è estesa la grande città di Khulna come una moderna metropoli e nel suo distretto si stende la vasta foresta di mangrovie del Sundarban dalla ricca flora e fauna endemica. Poco a sud est nel capoluogo che ne prende nome la venerata città santa di Bagerhat per i suoi vari santuari, mausolei islamici e le grandi moschee del XV secolo con il sultanato del Bengala nello stile bengalese diffuso all’ epoca, dichiarata patrimonio culturale Unesco per il valore storico ed artistico. Tra le altre le più sontuose moschee di Bagerhat, sulla sponda orientale dello stagno takur dighi si erge la maestosa Shat Gombuj nota come la moschea dalle sessanta cupole. Si erge nel monumentale stile Indo islamico Tughlaq con le spettacolari cupole sostenute da colonne e le pareti finemente decorate, ornamenti in terracotta geometrici, floreali, calligrafia e scene di vita, una grande sala di preghiera, più navate, quattro torri angolari e un grande cortile centrale, Il mihrab adornato da intricati disegni e calligrafie. Poco distante la moschea Singar con una sola cupola e tre portali agli angoli torri circolari all’ interno sul muro qibla , un solo mihrab decorato. Continuando nel patrimonio di Bagerhatt tra le altre dal rafinato stile si trova la piccola moschea dalle nove cupole, vicino il venerato mausoleo di Khan Jahan con la moschea Zinda Pir sulla via Khulna ove su lato opposto affaccia la moschea Ronvijoypur dalla cupola sostenuta da archi, agli angoli torrette circolari, l’ interno austero con solo i mihrab decorati-
Chittagong
Nel territorio sud orientale si stende la divisione del Chittagong in cinque distretti, Il più settentrionale di Comilla dalla lunga storia un tempo noto come Komolangko parte dell’ antica regione di Samatata, nel medio evo dominio del regno Twipra, dal XV secolo divenuto il principato del Tripura rimasto fino all’ indipendenza indiana, lasciando memorie della sua storia. Tra i colli del Mainamati si trovano vari antichi siti buddisti , tra gli altri i resti dei tre stupa Kotila Mura del VII secolo, vicino il piccolo santuario di Charpatra e non distante il più vasto Vihara di Shalban, con al centro il tempio e vari edifici monastici. Il distretto prende nome dalla città di Comilla ove i vari pregevoli reperti archeologici e numerose statue sono ospitate nel museo Ranir Badi del Mainamati, poco a sud al XVI secolo risale Il tempio induista di Jagannath. Dalle vaste pianure fluviali si elevano i colli del Chittagong lungo il confine birmano e antico territorio delle popolazioni Jumma tribali come la minoranza delle comunità Bom convertite al cristianesimo, dall’ Arunachal Pradesh sono migrate le Chakma di antiche tradizioni integrate al buddismo. Legata al buddismo Theravada anche la numerosa popolazione di stirpe Arakanese dei Barua noti come Maramagyi in Birmania, tra le altre comunità tribali quelle del popolo Mizo diffuso tra il Chittagong e la regione nord orientale, i Tripuri originari dal vicino stato Tripura come le comunità dei Tanchangya che popolano anche la limitrofa Birmania da dove migrarono alcune dei Rakhine, le minoranze originarie dello stato Rakhine settentrionale dei Khyang e di antica stirpe Chin birmana numerose comunità di Mru. A sud del Chittagong si stende il distretto di Bandarban tra colli e foreste con il suo capoluogo nella città di Bandarban, dal XV secolo dominio del regno birmano di Arakan e dall’ epoca discende parte della popolazione dei Marma conservando tradizioni legate al buddismo. Poco fuori a Balaghata su un colle si trova il tempio buddista di Dhatu Jadi completato nel 2000 nello stile tradizionale birmano finemente decorato, dalle raffinate sculture e diverse statue nel recinto con una campana d’oro su un drago, il santuario con la grande statua del Buddha, vicino la venerata reliquia dhatu tra altre quattro statue. All’estremità sud orientale il distretto del Cox’s Bazar affacciato sul golfo bengalese ove parte del territorio è protetto dal parco di Himchari e sulla barriera corallina si allunga la spiaggia di Inani, poco al largo emerge la piccola isola corallina di St.Martin dal suggestivo ambiente con villaggi di pescatori, estesa a sud nella sperduta e disabitata Chhera. Continuando sul litorale la più lunga spiaggia di Cox Bazar ove dal vecchio centro di Kaksabājāra con il suo porto si è estesa la città di Cox Bazar condividendo la storia della regione, nel 2012 teatro delle violenze islamiche di Ramu contro la popolazione buddista e dal 2017 ospita i rifugiati Rohingya dalla limitrofa Birmania concentrati nel vasto campo di Kutupalong .