A nord dell’ Assam si stende l’ Arunachal Pradesh come la regione indiana più settentrionale tra il Bhutan ad ovest e lungo la frontiera meridionale del Tibet fino al Kachin all’ estremità settentrionale della Birmania, rimasto a lungo isolato dal V secolo a.C. con la grande migrazione delle popolazioni Indoariane estesa dall’ Assam venne introdotta la tradizione religiosa e culturale dell’ induismo. Nello stesso periodo giunsero le tribù nomadi antenate dei Monpa di origine tibetana e vi fondarono il regno Monyul dal lungo dominio fino al VII secolo d.C. mentre si diffondeva il buddismo tibetano nella regione nord occidentale. Il resto del territorio ha condiviso parte della sua storia con quella del limitrofo Assam , dal V secolo si estese il lungo dominio del regno Kamarupa e dal XII secolo l’ atro regno medioevale assamese di Chutia, si impose poi la dinastia Kachari con il regno di Dimasa alla fine del XIII secolo fino al 1523 quando venne conquistato dal potente di Ahom. Rimasto nel territorio coloniale britannico nel XIX secolo, la regione tribale venne separata agenzia di frontiera North-East dal 1914, lo stesso anno con la convenzione di Simla tra la colonia indiana e la Cina vennero stabiliti i confini tibetani nella linea McMahon che passava per la regione, poi contesa dalla nuova Repubblica Popolare dopo la rivoluzione in Cina invadendo il Tibet, mentre con l’ indipendenza dell’ India nel 1949 divenne uno dei territori nella regione dell’ India nord orientale. Dalla fine degli anni sessanta anche qui assieme agli altri stati nord orientali i movimenti separatisti hanno condotto insurrezione indiana del Northeast con i conflitti indipendentisti trascinati per i decenni successivi, mentre nel 1987 è stato dichiarato nuovo stato nell’ unione indiana come Arunachal Pradesh.
Tra foreste e fiumi
Il territorio dell’ Arunachal tra rilievi e foreste percorse da fiumi si stende dai contrafforti dell’ Himalaya orientale indiano lungo quello tibetano ove si allungano i monti Namjagbarwa della catena Namcha Barwa che scendono per i colli, poco a sud del territorio meridionale tibetano scorre lo storico fiume Kameng che a lungo ha segnato i confini tra i regni di Kamata e Chutya nel medioevo e poi dell’ Ahom, continuando all’ estremità del Namcha Barwa si trova il corso Siyom affluente di destra del Brahmaputra, qui noto come il maestoso fiume Siang, in un suggestivo territorio ove si stende la vasta riserva della biosfera di Dihang-Dibang che preserva la ricca flora e fauna della regione . All’interno si trova il parco nazionale di Mouling dominato dall’ omonima montagna che assieme alla vicina riserva di Dibang ospita varie specie di fauna endemica ,simile a quella che si trova tra i grandi parchi dell’Assam. Dalle montagne e vallate dalla regione tibetana dello Shannan attraverso il territorio settentrionale dell’ Arunachal scorre il fiume Subansiri come grande affluente del Brahmaputra così come l’altro fiume Dibang dal corso che attraversa i rilievi tra le colline dell’ Abor , territorio tradizionale dell’ omonima popolazione . Continuando per i colli del Mishmi dal fiume prende nome la vasta e poco popolata valle dell’ alto Dibang anch’ essa dalla ricca flora e fauna endemica in un suggestivo territorio che continua lungo il fiume Lohit prima di scendere nelle pianure tra fiumi e foreste del limitrofo Assam unendosi al corso del Brahmaputra. Tra gli altri vari fiumi dell’ Arunachal, che ne attraversano i territori, ad ovest verso il Bhutan scorre il Tawang Chu venendo dal Tibet che unendosi ad altri affluenti in Assam alimenta poi il corso del Manas sotto le pendici himalayane ove il territorio è protetto dal grande parco nazionale del Manas che ne prende nome dal suggestivo ambiente contiguo in Bhutan con la riserva Royal tra le foreste popolato dalla ricca varietà di flora e fauna endemiche del Manas. All’ estremità orientale dell’ Arunachal si eleva la bassa catena dei monti Patkai verso la Birmania settentrionale che continua con quella dei monti Arakan, nella regione si stende l’ orientale e popoloso distretto di Changlang ove dalle estremità himayane scendono le foreste in un suggestivo territorio in parte protetto dal grande parco nazionale di Namdapha tra i più vasti indiani, oltre un migliaio di specie dalla diversa flora animata da farfalle e falene, con le varie di uccelli e mammiferi dalle diverse specie endemiche e rare la fauna del Namdapha è tra le più ricche dell’ India nord orientale.
Popoli e culture
Dalla sua costituzione come stato nell’ unione indiana l’ Arunachal è diviso in venticinque distretti territoriali oltre il più popolato centro amministrativo di Papum Pare con il territorio Itanagar della capitale e la città di Yupia, un terzo è popolato da immigrati di origine bengalese induisti, comunità indiane convertite al cristianesimo e la fede islamica, mentre il resto della regione è territorio delle più antiche varie popolazioni dell’ Arunachal di origine, storia, culture e tradizioni diverse. Dal Tibet si sono diffuse le scuole del buddismo tibetano così come quelle propie dal vicino Bhutan, centri ne rimangono i vari edifici del maestoso tempio Gaden Namgyal Lhatse con il monastero di Tawang fondato nel 1680 dalla scuola Gelung tra i più venerati da fedeli e pellegrini ove si tengono le grandi cerimonie annuali del Torgya a gennaio tra riti accompagnati da canti danze nei costumi tradizionali. Ove si apre la valle himalayana occidentale di Spiti Bhoti verso il Tibet si trova il più antico grande monastero di Key, dalla prima fondazione risalente all’ XI secolo, con il vicino monastero di Tabo sorto nel secolo precedente come centro del lignaggio Gelugpa del Gelung e nel villaggio di Dhankar lungo il fiume Split il gompa con l’ omonimo e venerato monastero di Dhankar. Tra le numerose popolazioni di stirpe tibeto birmane è rimasta l’ antica tradizione religiosa animista e sciamanica del Donyi-Polo come seguaci del Sole e la Luna con il culto delle divinità Guumin Soyin, Kine Nane, Doying Bote e Pedong Nane oltre le varie che animano la natura nell’ equilibrio universale. Alle preghiere e ritualità sono dedicati i recinti gangging con alberi o luoghi sacri che rappresentano ove il mondo spirituale comunica con quello naturale e da dove ha origine ogni cosa. Gli uomini siedono sulla fila sinistra e le donne a destra nel silenzio scandito solo dalle preghiere e pratiche e rituali davanti le raffigurazioni delle divinità. Tra le dodici popolazioni tribali dell’ Arunachal più numerose e diffuse nella regione, per la mitologia discendono dal mitico antenato Abotani le cinque grandi dei Nyishi, Adi, Apatani, Galo, Tagin e Mising del popolo Tani di stirpe sino tibetana legati da simile cultura, tradizioni e i vari idiomi della lingua Tani, oltre altre che mantengo le antiche tradizioni completano il variegato popolamento tribale dell’ Arunachal per un affascinante itinerario in un mondo che si perde nella remota storia di questa regione.
Monpa
Il popolo dei Monpa di stirpe e tibeto birmana son diffusi nel territorio occidentale divisi nelle sei grandi tribù, Dirang, Panchen, Lish, Tawang e Kalaktang, ognuna con il proprio idioma delle varie lingue Monpa, di simile origine con tradizioni e cultura analoghe al popolo dei Sharchop anticamente migrato nel vicino Bhuta . Tra le risaie, campi di cereali, ortaggi, tabacco e spezie sorgono i loro villaggi con grandi case in legno dalle delle porte e finestre spesso finemente intagliate, anche allevatori di pollame, maiali, bovini e yak, sono abili artigiani nell’ intaglio, tessitura, tappeti e dipinti sacri Thangka. Mantengono i tradizionali costumi anche nell’ abbigliamento maschile con i Chugba tibetani le camice Endi sui pantaloni Kangnom e i più lunghi Dhorna di lana oltre mantelli e copricapi, quello femminile dalle camice sotto giacche e l’abito rosso Shingka, ornate collane, orecchini, anelli in bambù con perline e turchesi. La società tradizionale dei Monpa è fondata su clan con le famiglie patriarcali, governata dal consiglio Trukdri di sei capi Kenpo e l’ autorità religiosa da due monaci Nyetsang e due Dzongpen, mantengono antiche tradizioni tribali legate a pratiche magiche dalle ritualità con sacrificio di animali fondate sullo sciamanesimo ove gli iniziati per accedere al livello superiore devono cacciare una tigre e la mandibola con i denti diventa strumento per esercitare la magia, mentre viene evocato lo spirito della tigre ancestrale per proteggere il percorso sciamanico, ma tutte integrate al buddismo. Come le altre popolazioni di simile origine nella regione si è diffusa la dottrina Gelug tra le grandi quattro scuole del buddismo tibetano. assieme alla liturgia dottrinale propia del vicino Bhutan, oltre ai vari templi nell’Arunachal Pradesh per le comunità Monpa e tutti i fedeli buddisti della regione centro è il monastero di Tawang nell’ omonimo distretto ove sorgono i gompa di Regyaling, Urgeling, Taktsang e il chorten con lo stupa di Gorsam, anch’ essi venerati monasteri del Tawang. Nei villaggi e monasteri si tengono eventi cerimoniali che riuniscono le comunità, tra gli altri il Losar per celebrare il capodanno tibetano, oltre l’ Ajilamu anch’ esso con cerimonie e danze come la festa per il raccolto de Choskar e le grandi feste del Torgya annuali in gennaio pe proteggere le comunità con le cerimoni e danze rituali nel monastero di Tawang.
Sherdukpen
Il distretto del Kameng occidentale attraversato dall’ omonimo fiume affluente del Brahmaputra è uno dei territori tradizionali tribali del popolo Sherdukpen con i loro villaggi di agricoltori ove allevano bovini, ovini e pollame continuando la tradizione di cacciatori con archi e frecce. Oltre che da storia e cultura sono legati tra loro dai diletti Rupa e Shergaon della lingua Mey tibeto birmana simile a quella Monpa, mantengono i costumi tradizionali anche nell’ abbigliamento maschile con una tunica di seta e il mantello bogre, il copricapo gurdam in peli di yak decorato spesso con una spada tibetana alla cintura che ricordano lo spirito guerriero. La società è divisa nella classe aristocratica Thong discendente dal mitico sovrano Jsotang con otto clan dominanti e quella popolare Chao che discende dalla servitù reale a sua volta divise in diversi clan, entrambe le classi in famiglie patriarcali e monogame, come i vicini Mopa , dalla sua diffusione dal XVII secolo seguono Il buddismo tibetano di scuola Gelupa, integrato alle antiche tradizioni e rituali animisti Jiji fondati sulle pratiche sciamaniche e al culto degli spiriti, un tempo anche con sacrifici umani sostituiti da animali ed oltre alle cerimonie buddiste tibetane del capodanno Losar, il Wang e il Chosar , le comunitò si riuniscono per quelle del Khiksabha legata alle più antiche ritualità nei costumi tradizionali, tra canti e danze.
Nyishi
Oltre i Monpa tra le più numerose sono comunità del popolo Nyishi in gran parte nell’ Arunachal centro occidentale dal basso Subansir al Kameng orientale attraversato dall’ omonimo fiume verso est per il distretto del Kurung e molte concentrate nel loro storico territorio disteso per l’ altro distretto di Kradaadi , oltre che storia e comuni tradizioni come altre popolazioni di simile stirpe sono legate tra loro della lingua tibeto-birmana nel proprio idioma Nyising senza scrittura ma dalla ricca tradizione orale. La società è divisa in diversi clan con i tre dominanti Dopum, Dodum e Dollu che riuniscono la varie famiglie patriarcali e patrilineari derivate dal primo antenato con l’ autorità del più anziano, riunite nelle lunghe case, ma le mogli hanno i propi spazi . Nella più diffusa usanza matrimoniale poligamica tradizionalmente era praticata la poliginia che prevede e l’ unione maschile con più donne, ma anche quella femminile con più uomini prima del matrimonio, anche nella società patriarcale alle donne è concesso un ruolo paritario, considerate fonte vitale di pace e prosperità, sempre consultate dagli uomini per le decisioni, convolte in ogni attività e il lavoro nei campi attorno ai villaggi. Tra le altre varie tradizioni dei Nyishi , le comunità rimangono legate agli antichi costumi anche nell’ ‘abbigliamento maschile con le casacche letum e le ampie camice a strisce a righe di cotone avvolti in mantelli, armati di daghe uryu e coltelli chighi in un foderi di bambù, in guerra lance ed archi dalle frecce avvelenate um-yu oltre a scudi in pelle di bufalo sabbe. Le donne avvolte da mantelli a righe sopra corsetti colorati jwlang, cinture con dischi di metallo e perline decorate da collane di ottone, perline, pesanti bracciali e grandi orecchini d’ argento. Come per le altre popolazioni di medesima stripe in diverse comunità è rimasta l’antica tradizione religiosa del poloismo indigeno Donyi con Il culto di divinità e animista di spiriti con pratiche rituali e sciamaniche, ma in gran parte con l’ arrivo di missionari dagli anni settanta convertiti al cristianesimo. I vari eventi e feste dei Nyishi celebrano le antiche tradizioni riunendo le comunità , tra gli altri le cerimonie nelle feste tribali Yullo del Boori Boot e Longte con la più grande e suggestiva a febbraio quando per quattro giorni si celebra la festa della vita nelle cerimonie del Nyokum con rituali nei costumi tradizionali per invocare le antiche divinità e la venerata dea Nyokum che culminano con le danze di guerra Rikham Pada mimando combattimenti con le spade dao e scudi pelle mentre le donne con i canti sia accompagnano nelle danze Reeyam Bo Yam.
Adi
Tra le più diffuse popolazioni tribali dopo i Nyishi e i Monpa quelle degli indigeni Adi , dalle tradizioni e cultura simile sono le comunità tribali dei Tagin noti anche come Taggadi medesima origine e parte delle tradizioni culturali quelli che popolano il limitrofo Tibet ove sono noti come Lhoba,. Gli Adi vivono in villaggi nei colli con case t su palafitte tra le loro risaie, uomini e donne rigidamente separati nei rispettivi dormitori, un uomo vi può visitare la sua donna donna ma non passarvi la notte assieme così come diverso tra i sessi è l’ abbigliamento tradizionale in vari tessuti, gli uomini con vistosi copricapi, le donne sposate con collane ed orecchini, le giovani con le piastre in ottone beyop, le anziane dal volto e le mani tatuate. Il possesso di ornamenti, bestiame e terra da coltivare denota l’agiatezza e il ruolo di una famiglia nella società tribale con l’ autorità dei capi Gam e un consiglio di anziani Kebang che si riuniscono nella casa comune Musup. Come per altre popolazioni della regione società e cultura degli Adi sono fondate sulla tradizione religiosa del Donyi-Polo dalle varie divinità assieme alle ritualità officiate dallo sciamano Miri, quelli tibetani come i Bokar hanno integrato la tradizione al buddismo ed alcune comunità convertite al cristianesimo. Le antiche tradizioni sono celebrate in varie cerimonie, il Solung celebra i futuri raccolti dopo la semina a settembre accompagnato da canti e danze Ponung, culminando nella processione rituale del Taktor per la protezione degli spiriti, durante le cerimoni nelle feste dell’ Etor si eseguono le danze rituali Tapu che celebrano le gesta guerriere , sempre nei costumi tradizionali nelle cerimonie dell’ Aran i rituali sono accompagnati dalle altre danze Yakjong .
Galo
Di stirpe Tani sono anche il popolo Galo sino tibetano , così come alla lingua Tani sono parte i diletti del proprio idioma Gallong diffusi tra i distretti Siang orientale e l’ alto Subansiri, diviso nellè tribù Tator-Tani, Bogum, Korga, Iaktu, Lodu e Karka. La società dei Galo è organizzata in clan dalle famiglie patriarcali poliandriche dalle tradizioni religiose simili alle tribù degli Adi con analoghe ritualità, ma si differenziano dalle altre di stirpe Tani per le cerimonie le complesse pratiche dei matrimoni Galo che iniziano con il pagamento della sposa Batu, tra le varie cerimonie per la prosperità delle comunità ad aprile si celebra la grande festa del Mopin nei costumi tradizionali tra canti, danze e ritualità esorcistiche contro gli spiriti maligni con sacrifici di animali .
Mishmi
Il popolo Mishmi noto anche come Deng è diviso nelle tre grandi tribù Idu, Digaro e Miju che in gran parte popolano il distretto di Lohit assieme a quelle degli Adi e Galo di simile stirpe tibeto birmana e ne la regione tra l’ alta e la bassa valle del Dibang, vivono tra i loro campi di orzo, grano e risaie in villaggi con le lunghe case su palafitte dalla società divisa in clan patrilineari , un tempo temuti guerrieri cacciatori di teste con incursioni nei villaggi delle tribù limitrofe per trarne schiavi. Le trbù Idu e Digaro dei Mishimi hanno integrato le antiche tradizioni religiose all’ induismo e buddismo mentre l’altra più grande tribù dei Miju noti anche come Kaman rimane la più legata alle più antiche fondate sull’ animismo dalle varie divinità della natura, la suprema creatrice Matai e la solare Amik, dimora nei fiumi Büroo nelle sorgenti Teemike le montagne Shyuto oltre ad altre minori. Invocate da ritualità e sacrifici di animali e nelle varie cerimonie, tra le altre quelle annuali del Tamladu Taka a febbraio per la prosperità, il Tulu consacrato ai defunti Kamoulaam , agli spiriti i riti propiziatori le cerimonie Apoung, per la prosperità e salute delle comunità quelli del Tanoh, Thung e Changrang, sempre officiati dal supremo sacerdote Kambring .
Hruso Aka e Mijii
Anch’ esso di stirpe tibeto birmana Il popolo degli Hruso noti anche come Aka sono diffusi nella regione sud orientale del Kamaneng vivono in villaggi dalle lunghe case su palafitte tra i campi di riso, miglio, mais e ortaggi, governati da un capo, la società tradizionale degli Aka è divisa nelle due caste popolare Kevatsum e aristocratica Kutsun in famiglie patrilineari e poligame, fondate sul complesso sistema dei matrimoni Aka anche tra congiunti e cugini. Mantengono gli antichi costumi tribali, lunghi capelli e tatuaggi, l’ abbigliamento maschile con una semplice toga , decorata per la casta Kutsun e un copricapo piumato, quello femminile dall’avvolgente sari ross , ornamenti d’argento e giada in collane ed orecchini dal viso tatuato. Legati dalla propia lingua Koro nei vari dialetti e le antiche tradizioni tribali fondate sulla religione del Nyezi-No animista simile al Donyi-Polo dalle varie divinità e spiriti, dalle relazioni con altre tribù dell’Assam vi hanno integrato divinità induiste e buddiste tibetane, mantenendo pratiche sciamaniche e rituali , oltre quello magico del Shizhou contro i nemici con il sacrificio di cani. Le varie cerimonie rituali si tengono nei villaggi e comunità che si radunano ogni anno a novembre per le grande festa del Nechido in quattro giorni che celebrano l’unione del popolo Aka con il mondo naturale Dalla simile storia e cultura quella delle vicine tribù del popolo Mijii noto anche come di Sajolang e Damai, ne condividono tradizioni ed alcuni costumi che si esprimono nelle cerimonie nella grande festa annuale del Chindang è per celebrare i raccolti e la prosperità riunendo le comunità negli antichi costumi, con riti e sacrifici di animali culminando in canti e danze, mentre il resto della cultura è stata influenzata dall’ induismo Vaisnava e la tradizione buddista tibetana come la società e le tradizioni delle tribù Sherdukpen .
Apatani
Il distretto Subansiri inferiore centro meridionale è in gran parte popolato dalle comunità tribali degli Apatani noti anche come Tanw o Tanii, legati tra loro da storia, cultura e gli idiomi della comune lingua sino tibetana Apatani, territorio tradizionale distesa tra monti e colline è la valle di Ziro dal suggestivo ambiente con i villaggi circondati dalle m risaie preservata nel sapiente uso tribale e dichiarata patrimonio culturale Unesco. per come è stata modellata nei secoli. La società tradizionale tribale degli Apatani è divisa in clan famigliari a discendenza patrilineare con i consigli dei villaggi Bulyañ che governano le varie attività, il lavoro e le dispute legali delle comunità, oltre ai tradizionali, usi, costumi e abbigliamento maschile e femminile, tradizione vuole che un tempo le donne erano considerate tra le più belle della regione ed ambite anche da altre tribù che le rapivan , così per renderle meno attraenti si iniziò a modificarne l’ aspetto con pratiche che deturpavano il naso e il volto delle donne Apatani attraverso calibri nasali deformandone le narici , oltre a tatuaggi sul viso divenuti simbolo identitarii femminile. Gli Apatani sono anch’ essi legati alla tradizione religiosa del Donyi-Polo nella combinazioni delle antiche pratiche sciamaniche con rituali rivolti a sei grandi divinità ed altre minori protettrici della terra e le comunità, nella cultura tribale e religiosa del popolo Apatani sono diffuse cerimonie comunitarie, tra le varie a gennaio le famiglie celebrano l’ annuale festa del Murung invocando prosperità e salute delle comunità , la mitologia è celebrata dai sacerdoti con i rituali nella grande festa del Dree all’ inizio di luglio nei costumi tradizionali tra canti e danze e a primavera per un mese e le altre altrettanto suggestive del Myoko per celebrare l’unione delle comunità nella discendenza patrilineare.
Khamti
Nel territorio più orientale le comunità tribali dei Khamti sono diffuse nella regione del Tengapani e nel limitrofo territorio della Birmania settentrionale come Hkamti Shan, legati da comuni tradizioni e la propia lingua Khamt , popolano il territorio con villaggi tra i loro campi dalle alte case su sei piani con separati dormitori per le donne e gli uomini non sposati. Dalle famiglie poligamiche la società Khamta è divisa in classi gerarchiche con ruolo centrale dei sacerdoti un tempo officianti le antiche tradizioni religiose mutate con l’ introduzione del buddismo Theravada, Ne mantengono i costumi tradizionali anche nell’ abbigliamento maschile con giacche di cotone blu e le camice colorate siu pajai con turbante bianco usato anche in quello femminile con camici phanoi dagli intensi colori come le gonne siu, sciarpe di seta decorate da grandi orecchini d’ambra, collane di corallo e perline. Tra le varie cerimonie come le altre comunità buddiste nella regione celebrano il nuovo anno in aprile con le cerimoni nella grande festa del Sangken attorno al santuario Kyongfra con le immagini delle divinità e la sacra fontana del Lungkong per aspergerle e poi portate in processione accompagnata da canti al suono di tamburi e cembali invocando benedizioni ai monaci.
Jingpo
Le comunità tribali del popolo Jingpo nell’Arunachal Pradesh ed Assam, sono di simile stirpe e cultura dei Kachin che con le loro confederazioni popolano l’ omonima regione della limitrofa Birmania nord orientale e poco ad est la regione cinese dello Yunnan centro occidentale, legati tra loro dai dialetti della lingua Chingp’o un tempo temuti guerrieri e fieramente indipendenti nei villaggi dalle abitazioni in legno e bambù tra risaie e campi coltivati, conservando i costumi tradizionali neri e bianchi con turbante bianco per i giovani e nero per gli uomini, mentre le donne indossano abiti multicolori e ornate con gioielli in argento. Come tra le altre tribù di stirpe Kachin la società e fondata sul sistema Mayu-Dama e vincoli di parentela nelle famiglie dello steso clan Kahpu-Kanau , tra le tribù dell’ Arunchal ed Assam si è diffuso il buddismo nella dottrina Theravāda, con alcune comunità convertite più tardi al cristianesimo dai missionari, ma mantenendo alcune cerimonie dell’ antica tradizione religiosa animista fondata sul culto di spiriti ed antenati emanazioni della divinità creatrice Madai. Ogni cosa ha il suo spirito da onorare con ritualità nei villaggi e cerimonie tra le comunità per proteggerle, auspicare i raccolti e dare forza nella guerra, celebrate con danze negli antichi costumi accompagnate dalla musica Jingpo. Tra esse quella che celebra l’ unità culturale della stirpe Kachin è fondata sulle danze cerimoniali Manau nei costumi tradizionali e con la spada n’htu che ricorda l’ antico spirito guerriero, dirette da un sacerdote Naushawng attorno ai pali sacri decorati con simbologie ancestrali al suono di tamburi.
Nocte
Il distretto di Tirap sud orientale ove si innalzano i colli del Patkai verso la Birmania settentrionale è il territorio tradizionale abitato dalle comunità tribali del popolo Nocte un tempo noti come Borduaria e Jaipuria di origine mongolide come tutte le popolazioni nella regione legate alle varie tribù di stirpe e cultura Naga. Tradizionalmente cacciatori, raccoglitori e pescatori itineranti, da un paio di decenni alcune comunità si sono convertite all’ agricoltura con i loro villaggi tra campi di miglio, tapioca e ortaggi, dagli antichi costumi anche nell’ aspetto con gli uomini dalla fronte rasata e la nuca con i capelli raccolti, vestono una semplice gonna legata con cinture, mentre le donne dalle lunghe trecce colorate e annodate con tuniche decorate da bracciali in bambù ed avorio si braccia e gambe. Come le altre tribù di stirpe Naga, la società dei Nocte è divisa nella classe aristocratica Lowang Kepi e la popolare il Tangmo, a loro volta dai lignaggi Ku o Rua riunite in clan nei villaggi con i capi Lowang che si tramandano l’ autorità come appartenenti alla classe Lowang Jat diversa dalla Sana Jat dal rigoroso divieto di matrimoni tra diversi clan nelle famiglie patriarcali a discendenza patrilineare con l’ esclusiva autorità maschile e le donne prive di diritti sulle proprietà. Anche dopo la diffusione induista nella dottrina del Visnuismo rimane l’ antica tradizione religiosa legata all’ animismo con il culto di divinità e spiriti che si manifestano nei fenomeni naturali e sovrannaturali da esorcizzare con varie ritualità e alcune cerimonie integrate sia a pratiche induiste che buddiste, mentre alcune comunità nel territorio di Khonsa sono convertite al cristianesimo da missionari dalla fine del XX secolo. Tra le varie manifestazioni cerimoniali nella cultura Nocte le comunità si radunano per celebrare la grande festa del raccolto per tre giorni con le sontuose e suggestive cerimonie del Loku tra riti, libagioni e festose processioni nei costumi tradizionali accompagnate dalle danze Chalo.
Wancho
Nelo stesso territorio dalla simile stirpe e cultura Naga dei Nocte si trovano le comunità tribali Wancho dallo spirito guerriero e temuti cacciatori di teste fino a tempi recenti, popolano i villaggi governati dal consiglio di anziani Wangham, dalle case in legno e bambù conservandovi i teschi dei defunti con i separati dormitori Murung per ospitare i giovani mentre sono addestrati dai padri , mentre le ragazze in una grande casa seguite da un’ anziana. La società tribale dei Wancho è fondata sulle famiglie patriarcali, di tradizioni e costumi simili ai Nocte anche nell’abbigliamento, gli uomini hanno il viso e le gambe decorati da vistosi tatuaggi alcuni anche le donne come simboli di bellezza assieme agli ornamenti di collane e bracciali e come i Nocte, diversamente da altre tribù Naga, mantengono le antiche tradizioni religioni tribali legate all’ animismo celebrando varie divinità della natura e spiriti emanate dalle supreme Baurang e Rang con pratiche e ritualità sciamaniche. Tra le varie cerimonie tribali si tengono quelle del Murung davanti le gradi case con i dormitori. In primavera si celebra la grande festa Ojiyele ove nei costumi tradizionali si salutano scambiando bambù con birra di riso e per rispetto una pelle di maiale al capo villaggio iniziando i vari giorni di festa con il sacrificio di maiali e bufali con le teste esibite nelle case Murung , poi le cerimonie continuano attorno al sacro palo Jangban tra canti e danze rituali.
Tutsa
Nella regione sud orientale tra il Changlang e il limitrofo distretto di Tirap , oltre ai Wancho e i Nocte si trovano le comunità tribali del popolo Tutsa dell’ Arunchal che condividono il territorio con quelle dei vicini Tangsa , anch’ essi per simili origini e cultura parte delle varie popolazioni tribali dei Naga in gran parte diffusi nella limitrofa regione che ne prende nome come Nagaland estesa nella Birmania settentrionale. Con i loro villaggi le comunità dei Tutsa sono più diffusi nel territorio orientale del Tirap tra i colli coperti da foreste ove praticano la caccia e la tradizionale agricoltura Jhoom con risaie, ortaggi, spezie e frutti, itinerante, mantengono le antiche tradizioni anche nell’ aspetto con gli uomini con un panno in vita e un copricapo decorato, le donne una semplice tunica e decorate con perline e collane. La società tribale è fondata su famiglie patriarcali nei villaggi governati dai capi Lowang dall’ autorità esercitata nel consiglio degli anziani Ngoangthun, legati alle tadizioni religiose del Donyi-Polo come altri popoli della regione con il culti di divinità emanate dal supremo Rangfrah e pratiche sciamaniche rivolte agli spiriti, in parte rimaste anche dopo la diffusione del buddismo Theravada. La sintesi religiosa si esprime nelle varie cerimonie che radunano le comunità nelle feste del Ronghun Kun che culminano nelle grandi cerimonie del Pongtu celebrate in primavera per la protezione delle famiglie e gli auspici del raccolto dalle varie ritualità
Tagsa
Migrati in questa regione dell’ Arunachal Pradesh dalla limitrofa Birmania il popolo dei Tangsa noti come Tangshang Naga dall’ origine e cultura tribale analoga ai Tutsa , che oltre a storia e tradizioni sono legate tra loro dalla lingua Tase con i villaggi tra i campi di ortaggi e le risaie nella tradizionale agricoltura Jhoom ove si trovano negli antichi costumi maschili con i Lungi sotto la vita e il Khatsam sopra con le camice Samkhong, mentre le donne vestono con le gonne Samkhatop e un camice sopra. Divisi nelle diverse tribù dai vari dialetti della lingua tibeto birmana con le quattro più numerose riunite come Tangwa, la società tradizionale è fondata su clan dalle famiglie patrilineari nei villaggi governati dai capi Khaphua e il consiglio degli anziani. Come i Tutsa e altre tribù praticano le tradizioni religiose del Donyi-Polo integrate nel buddismo Theravada con alcune comunità convertite al cristianesimo da missionari. Tra le varie cerimonie legate alle antiche tradizioni all’inizio dell’estate si tine la grande festa del Mol che riunisce le comunità in un villaggio per celebrare il raccolto negli antichi costumi tra cerimonie e danze rituali.
Dai territorio più orientali dell’ Arunachal Pradesh l’ itinerario tra le popolazioni tribali della regione continua poco a sud nel Nagaland ove si trovano le varie comunità del popolo Naga dalle fiere tradizioni guerriere o tra le altre popolazioni dell’ Assam che mantengono anch’esse l’antica cultura tradizioni, costumi e cerimonie tra le più affascinati dell’India nord orientale.
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